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FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA
Cinzia Castagnaro | Istat Antonella Guarneri | Istat Francesca Rinesi | Istat Sabrina Prati | Istat SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA 25-26 NOVEMBRE 2016 CONVEGNO SCIENTIFICO LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE
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La crisi delle nascite Nascite in calo
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA La crisi delle nascite Nascite in calo Nel 2015 sono stati iscritti in anagrafe per nascita bambini, quasi 17mila in meno rispetto al 2014, 91mila in meno rispetto al Si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri. La popolazione femminile residente tra 15 e 29 anni è pari a poco più della metà di quella tra 30 e 49 anni. In aumento i nati da genitori non coniugati Aumentano i nati da genitori non coniugati: oltre 138mila (27,6%) nel 2014, quasi 26mila in più rispetto al 2008. Dal 2010 anche la fecondità riprende a scendere Il numero medio di figli per donna scende a 1,37 nel 2014 e a 1,35 secondo le stime del 2015 (rispetto a 1,46 del 2010). Le donne italiane si stima abbiano in media 1,28 figli, le cittadine straniere residenti 1,93 (nel 2008, quando avevano in media 2,65 figli). I figli si fanno sempre più tardi Quasi l’8% dei nati del 2014 ha una madre di almeno 40 anni mentre in un caso su dieci la madre è sotto i 25 anni. L’evoluzione recente della natalità e della fecondità. La figura 1 mostra l’andamento delle nascite distinte in italiane e straniere dal 1995 al Il corrisponde al minimo storico della fecondità di periodo del nostro Paese: 1,19 figli per donna. Da allora si è registrata una lieve ripresa sia del numero di nati che della fecondità. Questa ripresa Ha interessato le regioni del Centro Nord ed è stata in buona parte (circa per il 60%) il risultato del progressivo incremento delle nascite da almeno un genitore straniero che nell’arco di pochi anni sono cresciute fino a superare i 100 mila nati arrivando a costituire un quinto del totale dei nati a livello nazionale (quasi uno su 3 nelle regioni del nord in cui è maggiore la presenza straniera). Figura 2 . L’altra parte dell’incremento tra il 1995 e il 2008 è attribuibile alle donne italiane che hanno realizzato in quegli anni la fecondità precedentemente rinviata. Come appare molto evidente dalla figura 2. Si tratta in particolare di coorti di donne molto numerose (perché sono le nate del baby boom che in quegli anni stavano completando la loro esperienza riproduttiva). A partire dal 2009 in tutte le aree del Paese si osserva una nuova fase di diminuzione delle nascite. Questa diminuzione è in larga misura attribuibile alle nascite da genitori entrambi italiani e si riscontra in tutte le aree del Paese. La figura 2 ci dice che la diminuzione recente delle nascite è attribuibile alla minore propensione ad avere figli da parte delle donne con meno di 34 anni. /* È interessante confrontare il numero medio di figli delle donne italiane residenti osservato nel 2008 con quello riferito al complesso delle donne residenti nel 1995 che, come si è detto, è l’anno di minimo della fecondità, quando il contributo delle cittadine straniere era ancora trascurabile (a titolo indicativo si consideri che solo l’1,7% di nati residenti era di cittadinanza straniera). Il confronto permette, quindi, di 3 Il numero medio di figli per le donne italiane e straniere è stato calcolato con riferimento alla cittadinanza delle donne, a numeratore dei tassi di fecondità sono stati pertanto conteggiati rispettivamente i nati residenti da madre di cittadinanza italiana e quelli da madri di cittadinanza straniera (circa nati di cui il 21% da padre di cittadinanza italiana). 9 ottenere delle indicazioni circa l’evoluzione della fecondità delle sole donne italiane, che risulta aumentata del 10,4% (da 1,19 a 1,32 figli per donna), mentre l’incremento della fecondità osservato per il complesso delle donne residenti è pari a circa il doppio (+18,7%, da 1,19 a 1,42 figli per donna). Si può dunque affermare che la recente ripresa dei livelli di fecondità è dovuta per il 44,6% alle nascite da madri straniere. Il rimanente aumento è verosimilmente il risultato del recupero della posticipazione della maternità da parte delle generazioni di donne italiane nate tra la seconda metà degli anni ’60 e i primi anni ’70. Questo andamento storico della natalità va tenuto presente per meglio comprendere le determinanti della nuova fase di diminuzione delle nascite e della fecondità avviatasi a partire dal Va detto che quello che osserviamo in Italia non è un caso isolato. In molti Paesi sviluppati si è osservato un analogo fenomeno. Poiché questa diminuzione si è manifestata in coincidenza con la grave crisi economica molti studiosi hanno ipotizzando l’esistenza di un legame tra i due fenomeni. (Lanzieri Eurostat) Esiste questa relazione?
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25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Nel 2015 la propensione alle prime nozze aumenta leggermente con 429 primi matrimoni per uomini e 474 per donne (valori comunque inferiori del 20% rispetto al 2008) ma allo stesso tempo cresce ulteriormente l’età degli sposi alle prime nozze (35 anni per gli sposi e 32 per le spose (entrambi quasi due anni in più rispetto al 2008). Dopo una fase accentuata di rinvio delle prime nozze osservata dal 2009 al 2014, è possibile che ci sia un parziale recupero legato in qualche misura al miglioramento delle condizioni economiche generali, con particolare riferimento al mercato del lavoro.
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Le tre edizioni dell’indagine campionaria sulle nascite
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Le tre edizioni dell’indagine campionaria sulle nascite I edizione (2002) Popolazione universo: Iscritti in Anagrafe per nascita nel 2000/2001 II edizione (2005) Popolazione universo: Iscritti in Anagrafe per nascita nel 2003 III edizione (2011/2012) Popolazione universo: Iscritti in Anagrafe per nascita nel 2009/2010 Indagine sui nati stranieri iscritti in Anagrafe nel 2009/2010 Interviste c.a.t.i. campionamento a uno stadio stratificato ( interviste per le prime 2 edizioni, interviste nell’ultima edizione) Interviste p.a.p.i. campionamento a 2 stadi stratificati (1600 interviste): primo stadio COMUNE CON PIU’ DI 50 NATI STRANIERI (estratti 50 Comuni); secondo stadio NATI STRANIERI STRATIFICATI PER 5 MACRO-AREE DI CITTADINANZA E 3 RIPARTIZIONI)
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L’importanza della componente straniera
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA L’importanza della componente straniera NATI STRANIERI 2015 14,8% 1995 1,7% … nati da entrambi i genitori stranieri… % Popolazione straniera sul totale 1,2% 8,3% TUTTAVIA anche il contributo positivo alla natalità delle donne straniere mostra i primi segnali di un’inversione di tendenza. La crescita dei nati stranieri era stata particolarmente rilevante a partire dall’inizio del nuovo millennio, da quasi 30 mila del 2000 (4,8% sul totale dei nati) a 80 mila del 2012 (14,9%). Negli ultimi tre anni anche il numero di stranieri nati in Italia ha iniziato progressivamente a ridursi ( nati stranieri dal 2012). Con riferimento ai dati 2014 si nota come si mantenga stabile il livello dei nati con almeno un genitore straniero (20,7% dei nati, 29% nel Nord e 8% nel Mezzogiorno), mentre diminuiscono i nati con entrambi i genitori stranieri (14,9% del totale delle nascite).
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Gli obiettivi dell’indagine
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Gli obiettivi dell’indagine Recuperare le informazioni socio-demografiche e socio-sanitarie sui nati e i genitori Approfondire alcuni aspetti familiari e sociali di contesto Le sezioni del questionario La distanza media di circa 24 mesi tra la data dell’intervista e la nascita del figlio è cruciale in quanto in quell’intervallo maturano le scelte professionali e riproduttive. 1. Il contesto familiare e il parto 2. Il Lavoro della madre prima e dopo la nascita 3. La cura del bambino e la divisione del lavoro domestico 4. L’abitazione e il contesto socio-economico
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FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA La variazione nella condizione professionale per tipologia di coppia CONDIZIONE PROFESSIONALE E 2005 2012 VARIAZIONE Totale madri Madri occupate in gravidanza VARIAZIONE NELL'OCCUPAZIONE Sono occupate in entrambi i momenti 51,4 81,6 48,8 77,7 Hanno lasciato o perso il lavoro 11,8 18,4 14,0 22,3 Non sono occupate in entrambi i momenti 33,3 - 33,2 Sono occupate solo al momento dell’intervista 3,9 4,0 Totale 100,0 Aumentano le madri che hanno lasciato o perso il lavoro rispetto al 2005
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Le madri che hanno lasciato o perso il lavoro: chi sono?
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Le madri che hanno lasciato o perso il lavoro: chi sono? La madri che risiedono nel Mezzogiorno (29,8%) La madri più giovani (46,5% fino a 24 anni e 32,2% tra i 25 e 29) Le madri con al massimo la licenza elementare (30,8%) La madri con contratto a tempo determinato (45,7%) Le madri che si sono licenziate 2005 68,1% (sul totale delle madri che a distanza di due anni non aveva più il lavoro) 2012 52,6% (sul totale delle madri che a distanza di due anni non aveva più il lavoro) DIMINUISCONO le madri che SI SONO LICENZIATE Perchè si sono licenziate?
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Sì (77,3%) No (22,7%) Solo aspetti economici meno gravi (49,1%)
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Sì (77,3%) Solo aspetti economici meno gravi (49,1%) Almeno un aspetto economico grave (32,5%) Solo aspetti familiari o aspetti familiari + aspetti economici meno gravi (18,4%) No (22,7%) La recente crisi economica che interessa anche il nostro Paese ha influito o influisce su qualche aspetto della sua vita? Aspetti familiari: rinuncia/rinvio delle nozze rinuncia/rinvio della nascita di un altro figlio Percentuale per motivo Maggiore attenzione alle spese quotidiane (spesa, benzina, ecc.) 54,4 Riduzione delle spese per il tempo libero (ristorante, cinema, palestra, ecc.) 37,5 Difficoltà nell'accesso al credito (mutuo, scoperti di conto corrente, ecc.) 2,5 Rinuncia/Rinvio dell'acquisto della casa 5,7 Totale aspetti economici meno gravi 100 Perdita del lavoro/Cassa integrazione o mobilità 38,9 Riduzione dell'orario di lavoro/Diminuzione della mole di lavoro e, quindi, delle entrate economiche 31,6 Difficoltà a rispettare le scadenze dei pagamenti (acquisti rateizzati, mutuo, prestiti, bollette, ecc.) 29,5 Totale aspetti economici gravi Vignetta pubblicata il 7 marzo 2012 su:
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25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Modello 1: probabilità di indicare influenza della crisi su aspetti economici gravi vs probabilità di non aver avvertito la crisi o di aver indicato aspetti economici meno gravi Modello 2: probabilità di rinviare la nascita di un figlio per effetto della crisi vs probabilità di non aver avvertito la crisi o di aver indicato aspetti economici meno gravi Questa analisi non è stata condotta sulle donne che hanno indicato almeno una conseguenza grave della crisi economica. Ci interessava infatti analizzare l’impatto della crisi sui progetti riproduttivi considerando le donne che si sentono minacciate dalla crisi pur non avendone sperimentato una conseguenza grave come perdita di lavoro, ecc.
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La condizione professionale
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Principali risultati: probabilità di rinviare la nascita di un figlio per effetto della crisi vs probabilità di non aver avvertito la crisi o di aver indicato aspetti economici meno gravi Il territorio Le madri residenti al Nord hanno una probabilità inferiore del 25% di rinviare la nascita di un figlio come effetto della crisi rispetto alle madri residenti nel Mezzogiorno. L’età Il rischio di indicare il rinvio della nascita di un figlio è quasi il doppio per le donne con meno di 35 anni rispetto alle altre. I figli avuti La probabilità di rinviare la nascita del figlio per le primipare è quasi 4 volte quella delle madri con almeno tre figli e per le madri con due figli circa 2,5 volte. La condizione professionale Le madri disoccupate hanno un rischio pari a 1,6 volte quello delle casalinghe di rinviare la nascita del figlio per effetto della crisi. La spesa imprevista di 800 euro Le madri che sono in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 800 euro hanno una probabilità ridotta del 35% di rinviare la nascita di un altro figlio per effetto della crisi. Questa analisi non è stata condotta sulle donne che hanno indicato almeno una conseguenza grave della crisi economica. Ci interessava infatti analizzare l’impatto della crisi sui progetti riproduttivi considerando le donne che si sentono minacciate dalla crisi pur non avendone sperimentato una conseguenza grave come perdita di lavoro, ecc.
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FECONDITÀ E PROGETTI RIPRODUTTIVI IN ITALIA: L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA Madri per motivo per non progettare la nascita di altri figli e numero di figli (%) Questa analisi non è stata condotta sulle donne che hanno indicato almeno una conseguenza grave della crisi economica. Ci interessava infatti analizzare l’impatto della crisi sui progetti riproduttivi considerando le donne che si sentono minacciate dalla crisi pur non avendone sperimentato una conseguenza grave come perdita di lavoro, ecc.
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