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PROTOCOLLO AUTOVALUTAZIONE D’ISTITUTO

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Presentazione sul tema: "PROTOCOLLO AUTOVALUTAZIONE D’ISTITUTO"— Transcript della presentazione:

1 PROTOCOLLO AUTOVALUTAZIONE D’ISTITUTO
ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE “S. LOPIANO” CETRARO a.s PROTOCOLLO AUTOVALUTAZIONE D’ISTITUTO Componenti GAV: Vilma Gallo – Anna Garritano

2 PREMESSA Nel quadro del rinnovamento dell’autonomia scolastica (L.370/99), emerge la necessità per le istituzioni scolastiche di verificare periodicamente e migliorare la qualità dell’offerta formativa, tenendo conto della specificità del contesto e della complessità di ogni realtà scolastica nella sua unità, nelle sue articolazioni e nelle sue componenti. I progetti di autovalutazione rientrano nell'ambito della "ricerca-azione" e dello sviluppo scolastico: l'istituto scolastico non è infatti unicamente l’oggetto di studio del progetto, ma anche e soprattutto l’“oggetto di cambiamento in una visione dinamica dell'azione del ricercatore”. Quest’azione mira a contribuire ad un miglioramento dell'istituto scolastico. Intraprendere un’autovalutazione d’istituto significa, quindi, essere consapevoli sin dall'inizio che, strada facendo, la propria scuola cambierà in direzioni che non sempre è possibile prevedere e che non sempre incontreranno l’approvazione di tutti.

3 La cultura collaborativa…
L'autovalutazione consente, dapprima, di esaminare l’istituto scolastico per mettere in evidenza i suoi punti forti e le sue eventuali debolezze e, in seguito, esige la messa in atto di misure di sviluppo e di miglioramento. In entrambe queste fasi la partecipazione del maggior numero possibile di attori (stakeholder) è necessaria affinché sia l’analisi della situazione sia la ricerca e l’applicazione di correttivi rispettino i diversi punti di vista e bisogni. L’incontro delle componenti della scuola, che a varie riprese sono chiamate ad esprimersi ed a mettere a confronto le loro visioni, permette inoltre di sviluppare la "cultura collaborativa" che, secondo molti autori, è caratteristica connotativa delle scuole più efficaci.

4 La meravigliosa storia dell'elefante
Un tempo antico in un paese dell'Arabia regnava il califfo Omar, ricco e benvoluto perché era saggio. Era di larghe vedute e non si arrestava all'apparenza delle cose. Prima di esprimere dei giudizi si sforzava sempre di comprendere le relazioni e i legami che ci sono tra i fatti anche se a prima vista potevano apparire isolati e diversi. Egli era perciò rattristato per la grettezza di spirito dei suoi ministri che non vedevano più in là del loro naso. "Va in giro per il mio regno" disse un giorno il califfo ad un servo fidato "e trova, se ti riesce, tutti gli uomini sfortunati dalla nascita che non hanno mai potuto vedere e che non hanno mai sentito parlare degli elefanti".

5 Il servo fedele eseguì l'ordine e dopo qualche tempo ritornò con alcuni ciechi fin dalla nascita. Essi erano cresciuti sperduti in piccoli villaggi tra le montagne perciò degli elefanti non avevano mai sentito parlare e non ne supponevano nemmeno l'esistenza. Il califfo fece un gran ricevimento con tutti i suoi ministri e alla fine del banchetto fece entrare un grosso elefante da una porta di bronzo e i ciechi da un'altra porta più piccola. "Mi sapreste dire che cosa è un elefante?" chiese il califfo ai ciechi. "No, mai sentita questa parola", risposero i ciechi. "Ebbene, davanti a voi c'è un elefante: toccatelo, cercate di comprendere di che cosa si tratta. Colui che darà la risposta esatta riceverà in premio 100 monete d'oro".

6 I ciechi si affollarono intorno all'animale e cominciarono a toccarlo con attenzione soffermandosi sulle sensazioni che ricevevano. Un cieco stava lisciando da cima a fondo una zampa, la pelle dura e rugosa gli sembrava pietra e la forma era di un lungo e grosso cilindro. "L'elefante è una colonna!" esclamò soddisfatto. "No, è una tromba!" disse il cieco che aveva toccato solo la proboscide. "Niente affatto, è una corda!" esclamò il cieco che aveva toccato la coda. "Ma no, è un grosso ventaglio" ribatté chi aveva toccato l'orecchio. "Vi sbagliate tutti: è un grosso pallone gonfiato!" urlò il cieco che aveva toccato la pancia.

7 Tra loro c'era il più grande scompiglio e disaccordo perché ciascuno, pur toccando soltanto una parte, credeva di conoscere l'intero elefante.

8 La morale… Il califfo, soddisfatto, si rivolse ai suoi ministri: "Chi non si sforza di avere della realtà un quadro il più ampio possibile, ma si accontenta degli aspetti separati e parziali senza metterli in relazione tra loro, si comporta come questi ciechi. Egli potrà conoscere a fondo tutte le righe della zampa dell'elefante, ma non vedrà mai l'animale intero, anzi, non saprà mai che esiste un siffatto animale". Solo una visione olistica garantisce una piena comprensione della realtà e, quindi, anche nella scuola solo dalla collaborazione delle varie componenti si giunge ad un’analisi efficace.

9 L’autovalutazione ha, quindi, un senso quando:
- riesce a fornire un’immagine completa della scuola in cui vengano evidenziati i reali punti di forza e di debolezza; - sulla base di questa immagine vi è condivisione all’interno della scuola su quali siano i correttivi o le misure di miglioramento da applicare; - la messa in atto di questi correttivi o misure di miglioramento avviene in modo immediato e continuo, e non resta soltanto nelle intenzioni; - in tutte queste fasi vengono coinvolte le diverse componenti della scuola (stakeholder); - il coinvolgimento delle componenti della scuola funge da impulso per la creazione o per l'ulteriore sviluppo della "cultura collaborativa".

10 Uno sguardo sul passato…
La nostra scuola si confronta, per il quarto anno consecutivo, con un progetto di autovalutazione. Volendo tracciare un breve bilancio dell’esperienza condotta negli scorsi anni, si rende necessario rilevare che si è registrato un incremento nel coinvolgimento e nella disponibilità dei gruppi interessati. L’anno scorso, nel corso dei focus group realizzati con alunni e genitori, erano state avanzate alcune richieste sulla base delle quali sono state avviate azioni di miglioramento: attivazione di uno sportello di ascolto, al fine di offrire un supporto psicologico agli alunni che ne ravvisino la necessità, con la consulenza di figure professionali qualificate; corsi di formazione sulla sicurezza e prove pratiche; maggiore uso dei laboratori con turnazione settimanale; aggiornamento costante del sito web, con pubblicazione dei bandi sull’albo pretorio e di tutte le informazioni utili ad un proficuo rapporto scuola-famiglia.

11 Obiettivi Le azioni del nucleo di autovalutazione saranno tese a VALUTARE: l’efficacia dei rapporti scuola-famiglia (clima relazionale degli incontri, chiarezza e reciprocità della comunicazione, ricaduta dei colloqui nella risoluzione dei problemi, aspettative in ordine agli interventi di recupero e di sostegno); l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione amministrativa e didattica della scuola. - Le aree tematiche di riferimento per gli alunni e i genitori saranno: aspettative sulla vita scolastica, ampliamento dell’offerta formativa, comunicazione, rapporti interpersonali, collaborazione, rispetto delle regole, disponibilità all’innovazione, impegno e partecipazione alla vita della scuola, disponibilità. - L’indagine sui docenti misurerà aspettative rispetto a: formazione, comunicazione, responsabilizzazione, coinvolgimento, miglioramento della professionalità, collaborazione, valorizzazione delle competenze, rapporti interpersonali, utilità delle riunioni. - L’indagine sul personale ATA stimerà le aspettative rispetto a: chiarezza dei ruoli, responsabilizzazione, coinvolgimento ed equità di trattamento, miglioramento della professionalità, collaborazione, riconoscimenti, ambiente di lavoro.

12 Metodologie Il GAV prevede, per il corrente anno scolastico, le seguenti fasi di intervento: somministrazione a tutti gli stakeholder (docenti, studenti, genitori, personale Ata) di un questionario che sarà possibile scaricare e compilare in modalità on-line, accedendo al sito web della scuola ( rilevazione e lettura dei dati emersi; presa d’atto delle proposte dell’utenza con elaborazione di un Rapporto di Autovalutazione e predisposizione di un Piano di Miglioramento (PdM) da allegare al POF.

13 Tempi di attuazione del progetto
Febbraio-Marzo: - somministrazione dei questionari on-line a tutti gli stakeholder Aprile: - acquisizione dei questionari compilati e lettura dei dati Maggio: elaborazione di un Rapporto di Autovalutazione (RAV) predisposizione di un Piano di Miglioramento (PdM) da allegare al POF.


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