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Il Bambino Disattento e Iperattivo
WORKSHOPS 2016 Sala Conferenze dell'Ordine degli Psicologi della Liguria Piazza della Vittoria 11/b Genova Bisogni Educativi Speciali (BES) e attività didattica di classe: quali strategie didattiche e quale organizzazione? D.ssa Deborah Preiti, psicologa e psicoterapeuta in formazione Istituto G. Gaslini Prima Giornata: 07 settembre 2016
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Che Cos'è l'ADHD Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività, ADHD (acronimo inglese per Attention-Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino che si manifesta in due o più suoi contesti di vita, i cui sintomi cardine sono: inattenzione, impulsività e iperattività. Nella versione corrente del DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual Of Mental Disorders, quinta edizione,) tale disturbo deve insorgere nell'infanzia e prima dei 12 anni, i sintomi (6 o più) devono essere presenti per almeno 6 mesi e in almeno due contesti (solitamente: scolastico e sociale).
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Inattenzione: sintomi DSM-V
Il sintomo dell’INATTENZIONE comprende: ❑ deficit di attenzione focale e sostenuta ❑ facile distraibilità, anche con stimoli banali ❑ ridotte capacità esecutive nell’esecuzione dei compiti scolastici, nelle attività quotidiane, nel gioco e nello sport ❑ difficoltà nel seguire un discorso ❑ interruzione di attività iniziate ❑ evitamento di attività che richiedono sforzo cognitivo.
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Iperattività e Impulsività: sintomi DSM-V
Il sintomo dell’IPERATTIVITÀ si manifesta come: ❑ incapacità di stare fermi ❑ attività motoria incongrua e afinalistica ❑ gioco rumoroso e disorganizzato ❑ eccessive verbalizzazioni ❑ ridotte possibilità di inibizione motoria. Il sintomo dell’IMPULSIVITÀ si esprime con: ❑ difficoltà di controllo comportamentale ❑ incapacità di inibire le risposte automatiche ❑ scarsa capacità di riflessione ❑ difficoltà a rispettare il proprio turno ❑ tendenza a interrompere gli altri ❑ incapacità di prevedere le conseguenze di un’azione ❑ mancato evitamento di situazioni pericolose.
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Sottotipi Sono riportati tre differenti tipologie di diagnosi: 1. Prevalentemente inattentivo, se prevalgono i sintomi di disattenzione sopradescrittti: il bambino è quindi facilmente distraibile, ma non eccessivamente iperattivo/impulsivo (20-30% dei casi ADHD). 2. Prevalentemente iperattivo/impulsivo, se prevalgono i sintomi di iperattività/impulsività sopra elencati: il bambino è quindi estremamente iperattivo e/o impulsivo e può non avere o avere in forma ridotta i sintomi di inattenzione; è più frequente nei bambini piccoli (<15% dei casi ADHD). 3. Sottotipo combinato, se sono presenti tutti e tre i sintomi cardine; racchiude la maggior percentuale dei pazienti (50-75% dei casi ADHD).
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Come si diagnostica l'ADHD?
La diagnosi Come si diagnostica l'ADHD? La diagnosi dell'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o disturbo da deficit di attenzione e iperattività, viene effettuata seguendo un preciso iter metodologico che prevede: • anamnesi personale e familiare • raccolta di notizie da persone non familiari ma comunque vicine al bambino o all'adolescente (es. insegnante) • valutazione medica • osservazione diretta • somministrazione di scale di valutazione dei sintomi • valutazione cognitiva e delle funzioni esecutive • valutazione dell’andamento scolastico • valutazione funzionale (se necessaria)
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Come si diagnostica l'ADHD?
La diagnosi Come si diagnostica l'ADHD? Ad oggi, nonostante la ricerca scientifica abbia portato agli esperti del settore nuovi test a carattere neuropsicologico e quindi più mirati in tal senso alla discriminazione delle funzioni deficitarie (ma siamo ancora lontani dalla precisione!), la diagnosi di ADHD, oggi come ieri, si basa principalmente sull’osservazione clinica e sulla raccolta di informazioni fornite da fonti differenti e diversificate quali genitori, insegnanti, educatori.
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Che cos'è l'Attenzione L'attenzione è la capacità di focalizzare, cioè portare e mantenere nel focus attentivo gli stimoli presenti nell'ambiente esterno e di organizzare le risposte appropriate. É un costrutto multidimensionale, il che significa che vi sono diverse componenti; eccone alcune: 1) Attenzione Sostenuta: mantenere uno sforzo prolungato nel tempo; 2) Attenzione Selettiva: focalizzare solo gli aspetti rilevanti di un compito; 3) Attenzione Divisa: mantenere un impegno attentivo su due stimoli diversi; 4) Shift: spostare l'attenzione da un compito ad un altro. ... Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Che cos'è l'Iperattività/Impulsività
Per iperattività intendiamo un livello eccessivo di attività motoria o vocale. Il bambino con ADHD manifesta continua agitazione, gli è difficile rimanere seduto e fermo al proprio posto, è in continuo movimento, sia a casa che a scuola. L'impulsività è invece la caratteristica che molti autori definiscono come distintiva dell'ADHD rispetto ad altri disturbi. Si manifesta nella difficoltà nel dilazionare una risposta, nell'inibire un comportamento o una risposta inappropriati, nell'attesa di una gratificazione. L'impulsività è un'accelerazione della risposta a scapito dell'accuratezza, e questo comporta il fatto che i bambini non riescano a rispettare i turni del discorso e/o del gioco, non riescono a stare in fila, non riescono a non interrompere qualcuno. Oltre ad un'estrema impazienza, a volte tale caratteristica è insita nell'intraprendere azioni pericolose senza rendersi conto delle conseguenze. Tale caratteristica rimane in maniera piuttosto stabile nello sviluppo. Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Caratteristiche Il bambino non riesce a regolare:
Organizzazione e controllo dei processi cognitivi Problemi nel controllo della memoria di lavoro; Difficoltà nel metodo di studio; Scarso o poco adeguato uso del tempo Pianificazione e soluzione di problemi Difficoltà ad individuare un percorso solutivo, a cambiarlo ed attuarlo; Mancato riconoscimento del materiale utile Autostima Autostima poco modulata; Senso di sé come cattivo studente; Ruolo di bullo comunque gratificante Comportamento con gli altri Scarsa abilità collaborativa Non rispetto delle regole nei giochi e nelle consegne Interpretazione negativa di interazioni neutre o positive Motivazione e fiducia nell'impegno e nello sforzo Scarso impegno; Poca motivazione scolare per continui insuccessi; Difficoltà ad allocare le energie necessarie Gestione delle emozioni Scoppi di rabbia; Scarsa tolleranza al richiamo dell'insegnante Difficoltà a tollerare il “no” e l'attesa Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Caratteristiche Il bambino non riesce a regolare:
Comportamento Motorio Difficoltà a stare seduto, composto e fermo Goffaggine Scarsa riuscita in attività motorie coordinate Comportamento motorio avventato o pericoloso Impulsività Precipitoso; Difficoltà ad aspettare a parlare, a pianificare prima di parlare, scrivere ed agire; Disordine nell'esposizione e sul foglio Concentrazione e Attenzione Sostenuta Difficoltà nella selezione delle informazioni rilevanti di un testo, nel rispetto delle consegne, nel mantenimento prolungato dell'attenzione, nel completamento del lavoro Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Quale legislazione per i bambini con ADHD?
Elenco delle norme emanate dal MIUR per i bambini con ADHD • C.M. Prot. n del 04/12/2009 • C.M. Prot. n del 15/6/2010 • C.M. Prot. n del 20/03/2012 • C.M. Prot. n del 19/04/2012
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Quale legislazione per i bambini con BES?
Elenco delle norme emanate dal MIUR per i bambini BES •Direttiva Ministeriale del 12/12/2012 •C.M. n. 8 del 06/03/2013 •Nota ministeriale n del 27/06/2013 •Nota ministeriale n del 22/11/2013
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BES e ADHD Direttiva del 27 dicembre 2012
1.3 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività Un discorso particolare si deve fare a proposito di alunni e studenti con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività, spesso definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), corrispondente all’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività. […] Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc. […] In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con altre patologie – richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo. Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con bisogni educativi speciali le misure previste dalla Legge 170 per alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento.
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BES e ADHD/2 Nota del 22 novembre 2013
Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA*, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione. E’ quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o dei team docenti individuare – eventualmente anche sulla base di criteri generali stabiliti dal Collegio dei docenti – casi specifici per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e personalizzati, formalizzati nel Piano Didattico Personalizzato, la cui validità rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di riferimento. * Nota. Per certificazione si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o dalla Legge 170/ le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento. Per diagnosi si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie. Pertanto, le strutture pubbliche (e quelle accreditate nel caso della Legge 170), rilasciano certificazioni per alunni con disabilità e con DSA. Per disturbi ed altre patologie non certificabili (disturbi del linguaggio, ritardo maturativo, ecc.), ma che hanno un fondamento clinico, si parla di diagnosi.
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Cosa si vede in classe?
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IL CAOS!!! ...ma il CAOS che noi percepiamo non è lo stesso caos che il bambino/adolescente e soprattutto futuro adulto SENTE??
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Cosa NON fare in classe per il bambino disattento
Ripetere in continuazione «Stai attento»: La disattenzione è un sintomo e difficilmente potrà essere controllata dall’alunno. L’incapacità di rispondere all’invito dell’insegnante potrebbe influenzare la motivazione al lavoro, il senso di autostima e la relazione insegnante/alunno. Insistere perché un compito venga interamente completato senza interruzioni o pause: Il bambino con ADHD può necessitare di piccole pause nel corso dell’esecuzione di un compito, è inoltre preferibile dividere i compiti più complessi in sotto-compiti più facilmente gestibili in un tempo ridotto. Collocare il bambino in un posto tranquillo lontano dai compagni e dall’insegnante in modo che possa concentrarsi: I soggetti con ADHD hanno bisogno di qualcuno che richiami spesso la loro attenzione sul compito, è bene quindi che lavorino in piccoli gruppi o vicino all’insegnante. Non proporre novità per paura che si distragga troppo: Le novità servono per richiamare l’attenzione del bambino; trasformare esercizi in giochi potrebbe risultare utile specialmente a fronte di compiti molto lunghi e impegnativi.
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Cosa NON fare in classe per il bambino iperattivo/impulsivo
Ripetere in continuazione «Stai fermo»: L’iperattività è un sintomo, quindi difficilmente potrà essere controllata dall’alunno. L’incapacità di rispondere all’invito dell’insegnante potrebbe influenzare la motivazione al lavoro, il senso di autostima e la relazione insegnante/alunno. Pretendere che stia sempre seduto quando gli altri bambini lo sono: Il bambino con ADHD ha necessità di movimento; è possibile concedergli la possibilità di muoversi un po’ di più rispetto agli altri indicando quali movimenti sono consentiti (ad es., raccogliere i compiti dei compagni, consegnare fotocopie, ecc.) e quali non lo sono (ad es., uscire dalla classe o parlare quando non è opportuno; meglio insegnargli modalità attive per richiedere il proprio turno di parola o prendere parte a una attività). Intervenire con ripetute punizioni, note, castighi: I soggetti con ADHD possono presentare bassi livelli di autostima, dovuti anche alla loro incapacità di raccogliere valutazioni positive rispetto a ciò che «sono capaci di fare»; le ripetute note negative non hanno effetti significativi nel modificare i comportamenti «fastidiosi», ma aumentano la probabilità di cadute nel livelli di autostima.
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Il comportamento: uno sguardo
L'attività dell'insegnante mirata a sostenere e ad organizzare l'apprendimento degli alunni, deve necessariamente partire dall'osservazione. Nel caso di bambini con ADHD tale osservazione deve essere focalizzata su quali sono i comportamenti problematici, non soltanto per la sola individuazione, ma per intervenire in maniera efficace ed efficiente. NB: Il comportamento è ciò che il bambino fa, non è ciò che non fa! “non fa i compiti!” non è né osservabile, né quantificabile. “disegna tutte le volte che dovrebbe fare un compito” è osservabile e quantificabile. Come osservare: il modello ABC (Antecedents, Behaviors, Consequences) A) Antecedente. È un evento che dirige e precede il comportamento. B) Comportamento. È ciò che viene effettivamente fatto, cioè un fatto osservabile e quindi modificabile. C) Conseguenze. Sono le reazioni determinate dal comportamento. Possono essere premi (rinforzi) o punizioni. Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Il comportamento: uno sguardo
LE CONSEGUENZE DEI COMPORTAMENTI PREMIO PUNIZIONE Assegnare una conseguenza positiva: assegnazione di oggetti, attività, ricompense sociali RINFORZO POSITIVO: AUMENTA IL COMPORTAMENTO Assegnare una conseguenza negativa: rimproverarlo INDEBOLISCE IL COMPORTAMENTO Rimozione di una conseguenza negativa: togliere il bambino da una situazione sgradita, come andare a scuola se non si sono fatti i compiti oppure fare baccano per essere mandati fuori o per richiamare l'attenzione su di sé RINFORZO NEGATIVO: AUMENTA IL COMPORTAMENTO Rimuovere una conseguenza positiva: togliere un'opportunità, un oggetto Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Cosa FARE per gestire in classe il bambino ADHD: PROGRAMMARE E AGIRE
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AGIRE PRIMA interventi basati sugli antecedenti
1. Adeguata organizzazione della classe 2. Organizzazione dei materiali 3. Regole e attività routinarie 4. Tempi di lavoro stabiliti 5. Attività pianificate nel tempo libero Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE PRIMA interventi basati sugli antecedenti
1. Adeguata organizzazione della classe Disporre i banchi in modo tale che l'insegnante possa passare frequentemente in mezzo ad essi, per controllare che tutti abbiano compreso il compito, stiano seguendo la lezione e stiano eseguendo il lavoro assegnato. Tenere conto di eventuali distrattori (finestre, porte, cestino, cartelloni..). Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE PRIMA interventi basati sugli antecedenti
2. Organizzazione dei materiali Bisogna migliorare la capacità di organizzazione e pianificazione del bambino con ADHD. Come?? 1. appendere in aula un cartellone dei materiali 2. fare delle schede riassuntive per ogni materia dei materiali necessari, distribuirla ai bambini e farla attaccare sul diario; 3. se necessario, introdurre un sistema a punti (token economy) 4. coinvolgere tutta la classe Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE PRIMA interventi basati sugli antecedenti
3. Regole e attività routinarie 4. Tempi di lavoro stabiliti - spiegare perché si è verificata una tale conseguenza, dando informazioni chiare sulla correttezza o meno di quel dato comportamento; - instaurare delle routine: inizio lezione (controllo materiali, appello), presentazione delle attività previste per la giornata/lezione, indicazione dei tempi di lavoro, pause concordate e alla stessa ora, attività ricreative (tempo libero) organizzate e ripetute con la stessa cadenza settimanale/oraria, comunicazione dei compiti a casa ad orario e durata prestabiliti (non gli ultimi 5 minuti), per verificare che tutti abbiano preso nota. - stabilire delle regole valide per tutti e che siano: Poche: al massimo 8/10 Chiare: nessun divieto, solo espressioni positive Condivise!!! NO!! Non si deve parlare senza aver alzato la mano SI Quando vuoi parlare, ricordati di alzare la mano Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE PRIMA interventi basati sugli antecedenti
5. Attività pianificate nel tempo libero Sono questi momenti poco strutturati e di “transizione” (alla mensa, al parco, all'uscita della scuola) in cui i bambini con ADHD sono alle prese con le loro difficoltà di regolazione del comportamento. In questi casi, si può intervenire utilizzando regole e routine il più possibile strutturate ma soprattutto prevedibili. 1. Gestire l'intervallo con pochissime regole condivise e mai imposte, strutturare una brevissima attività, magari creando dei “gruppi gioco”, per accompagnarli all'intervallo e decidere una breve pausa “calmante” al rientro in classe. 2. Qualche minuto prima di uscire dalla classe, prendersi del tempo per ricordare quali sono le regole di buona condotta concordate e da rispettare 3. Mensa: assegnare dei ruoli precisi che siano assegnati a tutti i bambini a turno in maniera chiara e concordata (chi prende l'acqua, chi il pane, chi controlla) e gratificarli (spesso!) per l'impegno con lodi o premi in attività da distribuire a tutta la classe che siano fruibili nell'immediatezza Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze POSITIVE
Utilizzare strategie mirate a migliorare il comportamento mediante l'applicazione di conseguenze positive (aumentano la frequenza di un certo comportamento) o negative (diminuiscono la frequenza di un dato comportamento). Identificare i rinforzi. I rinforzi devono essere mirati a quel bambino (ad es, premiare il disegno, oppure suddividere in sotto-compiti più facili il compito assegnato alla classe – aumentando così la mole di lavoro – e premiare con 5 minuti di chiacchiere col compagno preferito darà modo ai bambini di diminuire la frequenza dei comportamenti disturbanti aumentando i comportamenti premianti). NB: I BAMBINI CON ADHD SONO SOLITAMENTE RICHIAMATI PIU' SPESSO. EVITARE DI PRESTARE ATTENZIONE AI COMPORTAMENTI NEGATIVI E INVECE PREMIARE CON LODI UN COMPORTAMENTO NEL MOMENTO IN CUI SI STA VERIFICANDO, HA UN ENORME POTENZIALE DI SUCCESSO! Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze POSITIVE
Esempi: - infanzia: giocare a qualcosa di diverso o utilizzare il gioco preferito; disegnare; suonare uno strumento; ballare - scuola primaria: raccontare qualcosa a tutta la classe; aiutare l'insegnante o recapitare messaggi ad altri insegnanti; ricevere commenti positivi sul lavoro svolto; scegliere dove sedersi - scuola secondaria: giocare delle partite; vedere un film; essere nominato capoclasse; ascoltare musica; assistere un altro studente; giocare al pc Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze NEGATIVE
Utilizzo della conseguenza negativa: 1. quando il bambino utilizza l'aggressività o la prepotenza per ottenere qualcosa da qualcuno (compagni o insegnanti) 2. quando il bambino, con il suo comportamento, si rende pericoloso per sé e per gli altri Problema della punizione come conseguenza: non fornisce informazioni su ciò che è appropriato Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze NEGATIVE
1. Ignorare pianificato 2. Conseguenze logiche 3. Costo della risposta 4. Rimproveri Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze NEGATIVE
1. Ignorare pianificato Ritiro dell'attenzione dell'insegnante (focalizzata sul bambino) quando avviene un comportamento indesiderato; il bambino intensificherà il comportamento per riottenere l'attenzione perduta; non cedere e persistere e assicurarsi che tutta la classe ignori tale comportamento Quando non è possibile: - comportamento pericoloso - comportamento talmente disturbante da interrompere la lezione. In questi casi, ricorrere ad altre strategie basate sulle conseguenze negative. Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze NEGATIVE
2. Conseguenze logiche - Verificarsi di eventi spiacevoli come conseguenza diretta del comportamento: . utilizzo della formula: se.. allora. Se offendi il tuo compagno, allora dovrai scusarti. Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze NEGATIVE
3. Costo della risposta Nel caso di utilizzo della Token Economy, tale strategia prevede il ricorrere a rinforzi e punizioni concretamente applicate attraverso l'uso di bollini e/o gettoni che vanno a incrementare (o diminuire!), al fine del raggiungimento di un premio che sia “facile” da ottenere e non troppo dilazionato nel tempo, che sia alternato tra attività piacevoli da svolgere a scuola (ma anche a casa!) e oggetti o ruoli di responsabilità sociale. Il costo della risposta consiste nella perdita – concordata - di uno o più bollini (a seconda del comportamento messo in atto), in un sistema strutturato. Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze NEGATIVE
4. Rimproveri - Rimproveri privati centrati sul comportamento: . descrizione del comportamento indesiderabile . spiegazione del perché tale comportamento viene ritenuto tale . suggerimento di un comportamento alternativo . indicazione del vantaggio che ne deriva da un comportamento appropriato Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE interventi basati sulle conseguenze
Uso efficace delle conseguenze 1. Feedback IMMEDIATO dell'insegnante 2. Conseguenze ripetute nel tempo e ad alta frequenza 3. Utilizzare incentivi allettanti e spesso diversi 4. Le conseguenze positive vanno applicate PRIMA di quelle negative 5. Le conseguenze negative non devono mai essere applicate da sole Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE Strategie educative avanzate
Time Out Utilizzato come tecnica di modificazione del comportamento, il Time Out è un metodo mirato per interrompere comportamenti aggressivi o pericolosi. Consiste nel collocare il bambino in un luogo neutro e insignificante non appena si verifica il comportamento indesiderabile e farvelo rimanere fino a quando un segnale – concordato in precedenza – pone la fine al periodo di time out. Time out quindi come sospensione di ogni attenzione, gratificazione o soddisfazione. Per quanto tempo? Pochi minuti. In genere, a 3 anni potrà essere 1 minuto, dopodiché si aggiunge un minuto per ogni anno (7 anni: 1 fino ai tre anni + 4 fino ai 7 = totale: 5 minuti) Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE Strategie educative avanzate
Time Out Due obiettivi: 1. interrompere SUBITO il comportamento indesiderato; 2. aiutare il bambino a raggiungere una certa capacità di autodisciplina. Svantaggi: 1. luogo neutro 2. non applicabile prima dei 3 anni e oltre i 12 anni 3. non serve per stimolare un comportamento adeguato, serve per cessare un comportamento inadeguato Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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AGIRE DURANTE Strategie educative avanzate
Ricordarsi di: 1. premiare sempre gli sforzi e l'impegno nel portare a termine anche un compito sgradevole come quello del time out. 2. non deve essere un castigo! È la comunicazione che quel comportamento è inaccettabile ed è necessario che il bambino rimanga un po' di tempo isolato per pensare ad un modo diverso di comportarsi 3. non si può applicare a TUTTI i comportamenti inaccettabili! L'insegnante deve scegliere uno/due comportamenti apertamente inaccettabili. 4. non parlare al bambino durante il time out e neanche dopo la comunicazione del time out 5. utilizzare sempre frasi brevi e chiare per metterlo in time out 6. Una volta uscito dal time out, il bambino dovrà dire il motivo di tale provvedimento preso. Se non lo ricorda, spiegare cosa ha fatto. Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Gestire la lezione Insegnare al bambino con ADHD
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Gestire la lezione Le consegne devono essere brevi e contenere istruzioni semplici 2. Variare il tono della voce 3. Gli esercizi, per quanto possibile, devono essere divisi in più unità di apprendimento facilmente raggiungibili 4. Le attività proposte o i compiti assegnati in classe devono presentare caratteristiche di velocità e varietà 5. Se l'alunno mostra interesse, gratificarlo per l'impegno che sta dimostrando Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Gestire la lezione 6. Includere attività di apprendimento cooperativo. Lavorare insieme con altri compagni offre l'opportunità di modellare i propri comportamenti. 7. E' importante che tutte le attività quotidiane siano strutturate e supportate da una routine costante. 8. Utilizzare mappe concettuali per tutti e incoraggiare l'utilizzo di schemi nel lavoro autonomo di bambini con ADHD (ove possibile: utilizzare il computer per brevi sessioni anche condivise) 9. Insegnare semplici strategie mnemoniche e lavorare molto sulle strategie sottostanti alla comprensione del testo scritto Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Gestire il tempo 1. Permettere al bambino con ADHD brevissime pause (concordate) tra un compito e l'altro, ampliando gradualmente i tempi di lavoro 2. Alternare compiti diversi all'interno di una stessa prova (ad esempio: leggi e rispondi; leggi e riassumi; leggi e inventa un finale diverso) Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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Gestire il tempo 3. Prevedere pause di verifica da parte dell'insegnante sulla correttezza del lavoro svolto sino a quel momento 4. Inserire delle routine atte allo svolgimento del compito (ad esempio: Prima togliere tutto dal banco; attendere che l'insegnante promuova l'inizio della prova; considerare tutte le possibilità di svolgimento della Stessa; focalizzare l'attenzione; scegliere una risposta; controllare la risposta data; verificarne la correttezza con l'insegnate al tempo prestabilito) Difficoltà di autoregolazione a scuola (Cornoldi et al., 2001)
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GRAZIE PER L'ATTENZIONE (SOSTENUTA)!!
..e per lanciare il dibattito....
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