Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoAnna Maria Deluca Modificato 7 anni fa
1
TEMPERATURA - UMIDITÀ RELATIVA - IRRADIAMENTO – VENTILAZIONE
INVOLUCRO EDILIZIO Prof. Ing. Roberto Castelluccio REQUISITI DELLA CHIUSURA D’AMBITO I sistemi di chiusura d'ambito esterno devono rispondere a molteplici esigenze relative alla funzionalità ed alla sicurezza, all’estetica, alla durabilità ed infine devono essere idonee a garantire agli utenti dello spazio architettonico un buon livello di comfort ambientale. Quest'ultimo, per quanto riguarda il benessere termoigrometrico, è legato a quattro fattori: TEMPERATURA - UMIDITÀ RELATIVA - IRRADIAMENTO – VENTILAZIONE In questi ultimi anni, con l'evoluzione dei sistemi costruttivi, che ha comportato la riduzione dei pesi specifici e degli spessori dei materiali impiegati per gli elementi di confine, l'isolamento termico degli edifici è diventato una preoccupazione essenziale degli operatori del settore edile. Ottimizzando le caratteristiche di isolamento termico si consegue sia la riduzione dei consumi di combustibile, e quindi dei costi di gestione degli impianti tecnologici, sia il miglioramento delle condizioni di benessere fisiologico dipendenti dai fattori termoigrometrici dell'ambiente interno. L’ottimizzazione dell’isolamento termico degli edifici consente di conseguire quattro obiettivi: Rispetto delle disposizioni legislative vigenti: i valori limite degli indici di prestazione energetica EP per la climatizzazione invernale degli edifici sono dettati dalle seguenti Norme L. 9 gennaio 1991 n. 10 "Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia“; D.P.R. 26 agosto 1993 n. 412 "Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia” D.L. 29 dicembre 2006 n. 311 “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/Ce, relativa al rendimento energetico nell’edilizia” Impedire i fenomeni di condensa dell'umidità ambientale sia sullo strato superficiale interno delle pareti perimetrali sia all'interno delle stesse. Garantire il benessere fisiologico agli utenti del prodotto edilizio contenendo entro limiti accettabili gli scambi di calore per irraggiamento fra le persone e le pareti perimetrali. Ottimizzare i costi di gestione degli impianti di riscaldamento e/o condizionamento. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
2
INVOLUCRO EDILIZIO STRUTTURE DELL’INVOLUCRO EDILIZIO
Prof. Ing. Roberto Castelluccio STRUTTURE DELL’INVOLUCRO EDILIZIO L’involucro edilizio ha l’esclusiva funzione di rapportarsi direttamente con le condizioni climatiche esterne quali freddo, caldo, umidità, precipitazioni, vento, luce; con gli aspetti critici del luogo, quali le fonti di inquinamento acustico, elettromagnetico, dell’aria, ma anche con i suoi elementi di valore quali il paesaggio naturale o l’ambiente costruito esistente. Le strutture costituenti l’involucro attraverso cui l’edificio entra in relazione con l’esterno sono: 1. STRUTTURE ORIZZONTALI VERSO IL TERRENO O L’ESTERNO 2. STRUTTURE OPACHE VERTICALI PERIMETRALI 3. COPERTURE PIANE E INCLINATE 4. CHIUSURE TRASPARENTI C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
3
INVOLUCRO EDILIZIO PRINCIPI DI TRASMISSIONE DEL CALORE
Prof. Ing. Roberto Castelluccio PRINCIPI DI TRASMISSIONE DEL CALORE La trasmissione del calore attraverso la tamponatura, dall’ambiente a temperatura maggior all’ambiente a temperatura minore, può avvenire per convezione, per irraggiamento e per conduzione. CONVEZIONE: la propagazione del calore avviene con trasporto macroscopico di materia. La convezione costituisce il modo di trasporto di calore più sfruttato nelle applicazioni, come nelle caldaie e negli impianti di riscaldamento centralizzati. Può essere naturale o forzata. Nella convezione naturale le porzioni di fluido più vicine alla sorgente di calore, quali i radiatori dell’impianto di riscaldamento, si dilatano diventando più leggere e meno dense di quelle sovrastanti. Le porzioni di fluido più calde prendono il posto di quelle più fredde, e viceversa, dando così luogo all’instaurarsi di una corrente fluida con trasporto di calore. CONDUZIONE: La trasmissione per conduzione avviene quando si mettono due corpi a contatto uno con l'altro: il calore passa naturalmente dal corpo più caldo al corpo più freddo. Nella conduzione il trasporto di calore avviene senza spostamento di massa. Un corpo caldo, i cui atomi vibrano in maniera sensibile, quando viene messo a contatto con un corpo più freddo cede parte della sua energia cinetica agli atomi del corpo più freddo. In questo modo anche questi ultimi iniziano a vibrare in maniera maggiore, segno che inizia ad aumentare la temperatura del corpo più freddo. Maggiore è la durata del contatto tra i due corpo, più elevata è l'energia cinetica che viene trasferita dagli atomi del corpo più caldo a quelli del corpo più freddo. IRRAGGIAMENTO: la trasmissione di energia avviene attraverso l'emissione e l'assorbimento di radiazione elettromagnetica. L'irraggiamento è una forma di trasmissione dell'energia che, al contrario della conduzione e della convezione, non richiede contatto diretto tra gli scambiatori e non necessita di un mezzo per propagarsi. In generale l'irraggiamento avviene tramite la radiazione dal corpo a temperatura maggiore che irradia più energia, a quello a temperatura minore che ne assorbe finché entrambi non raggiungono la stessa temperatura. In tal caso l'energia irradiata e quella assorbita si compensano. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
4
INVOLUCRO EDILIZIO DISPERSIONI TERMICHE
Prof. Ing. Roberto Castelluccio DISPERSIONI TERMICHE Il calore prodotto artificialmente all’interno di spazi confinati tende a fluire naturalmente verso l’esterno e deve essere integrato in continuazione per poter mantenere costanti le temperature interne di comfort. La riduzione delle dispersioni termiche di un edificio in regime invernale, e dei conseguenti dispendi energetici ed economici, è data dal rendimento dell’impianto di riscaldamento e dalla valorizzazione progettuale degli apporti invernali di energia solare passiva. In inverno l’edificio è investito da una minore quantità di radiazione solare rispetto all’estate. Tale radiazione risulta essere concentrata sulle sue superfici verticali esposte a sud, dove i raggi solari molto obliqui sono in grado di penetrare profondamente all’interno attraverso i sistemi verticali vetrati. Per questo motivo è preferibile valorizzare l’apporto gratuito di energia, fornito dal sole, sviluppando ed orientando l’edificio in modo tale che le sue superfici verticali siano il più possibile esposte a sud e dotare le stesse di ampie aperture, opportunamente schermate superiormente contro il surriscaldamento estivo. L’esposizione a sud dell’edificio lo predispone anche all’installazione dei sistemi solari attivi (collettori solari per la produzione di acqua calda e riscaldamento e pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica). C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
5
INVOLUCRO EDILIZIO SURRISCALDAMENTO ESTIVO
Prof. Ing. Roberto Castelluccio SURRISCALDAMENTO ESTIVO Luoghi prevalentemente freddi pongono la priorità del mantenimento del calore, della riduzione delle dispersioni termiche in regime invernale e dei conseguenti dispendi riconducibili agli impianti di riscaldamento, attuabile attraverso l’isolamento delle strutture, l’efficienza degli impianti, la valorizzazione progettuale dell’energia solare passiva e il contributo dei sistemi solari attivi. Luoghi prevalentemente caldi pongono la priorità della riduzione del surriscaldamento degli ambienti interni in regime estivo e dei conseguenti dispendi riconducibili agli impianti di condizionamento. Nel nostro emisfero e alle nostre latitudini in estate l’edificio è investito da una maggiore quantità di radiazione solare rispetto all’inverno. Tale radiazione risulta essere concentrata, nelle ore centrali delle giornata, sulle superfici orizzontali e/o inclinate di copertura e nella mattinata sulle superfici verticali esposte ad est e nelle ore pomeridiane sulle superfici esposte ad ovest, con raggi quasi perpendicolari ad esse, in grado di penetrare profondamente all’interno, attraverso i sistemi verticali vetrati. I raggi incidenti sulle superfici verticali esposte a sud, vetrate o non, sono invece meno diretti. Questo è dovuto al fatto che in estate il sole effettua un percorso apparente più lungo, sorge e tramonta con i massimi angoli azimutali e ha le massime altezze sull’orizzonte. CONTRO IL SURRISCALDAMENTO ESTIVO dell’edificio dovuto all’eccesso di energia solare diretta, è necessario utilizzare: Strutture a grande inerzia termica o ventilate; Schermature idonee a ostacolare la penetrazione dei raggi solari e l’abbagliamento estivo; Strategie progettuali idonee a favorire la ventilazione naturale e il miglioramento del microclima locale C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
6
INVOLUCRO EDILIZIO SURRISCALDAMENTO ESTIVO
Prof. Ing. Roberto Castelluccio SURRISCALDAMENTO ESTIVO Strutture ad elevata inerzia termica Strutture caratterizzate da una massa consistente, in grado di accumulare, attenuare, sfasare il calore esterno dovuto alla radiazione solare. In climi mediterranei, come il nostro, soluzioni costruttive massive in muratura, a grande inerzia termica, associate a strati di isolamento termico contenuto, costituiscono ancora un’efficace risposta rispetto ai sistemi costruttivi leggeri iperisolati. Strutture ventilate Strutture perimetrali associate a un isolante esterno che ostacola la dispersione del calore prodotto internamente e ad un’intercapedine d’aria in movimento, che le separa dal contatto diretto con l’irraggiamento solare, impedendo la trasmissione del calore per conduzione. Il rivestimento esterno che si interfaccia con il clima, opportunamente fissato alla struttura, può essere realizzato con diversi tipi di materiali che, in relazione al luogo e al contesto, possono spaziare dai materiali lapidei ai laterizi, al legno, fino ai manti erbosi. Schermature Soluzioni progettuali che hanno l’obiettivo di: ostacolare la penetrazione, attraverso le aperture, dei raggi solari all’interno dell’edificio, per evitare il surriscaldamento e l’abbagliamento diretto, ostacolare l’investimento diretto dei raggi solari sulle strutture opache, creare spazi abitati esterni all’edificio, d’ombra e di mitigazione climatica, ad esso integrati. In particolare, le superfici verticali esposte ad est e ovest necessitano di schermature verticali, le superfici verticali esposte a sud e quelle orizzontali necessitano di schermature orizzontali, il cui dimensionamento, tuttavia, non deve penalizzare la captazione solare invernale. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
7
DI TIPO COMPOSITIVO-FORMALE
INVOLUCRO EDILIZIO Prof. Ing. Roberto Castelluccio SCHERMATURE DI TIPO COMPOSITIVO-FORMALE Porticati, balconi, pensiline, sporti di copertura DI TIPO TECNOLOGICO Frangisole, veneziane, persiane, tendaggi DI TIPO NATURALE Pergolati, tetti a giardino, pareti verdi C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
8
INVOLUCRO EDILIZIO VENTILAZIONE NATURALE
Prof. Ing. Roberto Castelluccio VENTILAZIONE NATURALE Ai fini del raffrescamento estivo passivo è da tenere presente anche la valorizzazione progettuale della ventilazione naturale, favorita attraverso la disposizione di aperture uguali e contrapposte secondo i flussi di brezza, sui lati sopravento e sottovento. Se in un’unità abitativa sono invece presenti solo aperture sullo stesso lato il flusso d’aria non è garantito efficacemente. Effetto camino La ventilazione naturale può essere anche valorizzata attraverso soluzioni capaci di innescare e guidare moti d’aria, al fine di attirare l’aria più fresca e/o espellere il calore accumulato. La prima, di densità più elevata tende a scendere verso il basso, l’aria calda tende a salire. Aperture poste in alto, all'estremità di un vano verticale, che può essere anche un vano scala, per effetto camino, ne favoriscono la fuoriuscita. Vi sono infine accorgimenti progettuali che possono contribuire al miglioramento del microclima locale: la previsione di spazi esterni sistemati a verde; la previsione di specchi o di giochi d’acqua in movimento, con il loro effetto di raffrescamento evaporativo. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
9
INVOLUCRO EDILIZIO MATERIALI ISOLANTI
Prof. Ing. Roberto Castelluccio MATERIALI ISOLANTI La dispersione verso l’esterno del flusso di calore prodotto all’interno degli spazi confinati può essere ostacolata costruendo innanzitutto un involucro edilizio con materiali poco conduttivi e specificamente isolanti. L’isolamento delle strutture costituenti l’involucro costituisce dunque la principale strategia ai fini del mantenimento del calore prodotto internamente e del conseguente risparmio energetico invernale. ISOLANTI Nell'ambito della termodinamica l'isolante è un materiale caratterizzato da un basso valore della conduttività λ e quindi capace di ridurre il flusso termico attraverso una parete di separazione di due ambienti a differente temperatura. Nel campo delle applicazioni edili, in particolare, si definiscono isolanti termici i materiali caratterizzati da una conduttività inferiore a 0,116 W/m K. Gli isolanti termici, oltre alla proprietà specifica di un basso valore della conduttività, devono possedere, in misura maggiore o minore in relazione alla loro destinazione d'uso, requisiti di durabilità, impermeabilità, incombustibilità e buona resistenza meccanica. L'acqua che può infiltrarsi nell'isolante termico, possedendo una conduttività superiore all'aria, ne riduce il potere isolante facendo aumentare il flusso termico attraverso la parete. Quando l'isolante è caratterizzato da scarsa impermeabilità e da un basso valore della permeabilità al vapor d'acqua, deve essere protetto da un idoneo strato di materiale impermeabile. Tale strato, definito barriera al vapore, può essere costituito da un foglio di plastica, carta catramata, fogli sottilissimi di alluminio. In relazione alla loro natura i materiali isolanti si possono classificare in: ISOLANTI MINERALI ISOLANTI VEGETALI SOLANTI SINTETICI COMPLESSI ISOLANTI PREFABBRICATI C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
10
INVOLUCRO EDILIZIO MATERIALI ISOLANTI ISOLANTI MINERALI
Prof. Ing. Roberto Castelluccio MATERIALI ISOLANTI ISOLANTI MINERALI Per isolanti minerali si intendono tutti quei prodotti i cui componenti di base sono totalmente, o in percentuale maggiore, di tipo minerale C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
11
INVOLUCRO EDILIZIO MATERIALI ISOLANTI ISOLANTI VEGETALI
Prof. Ing. Roberto Castelluccio MATERIALI ISOLANTI ISOLANTI VEGETALI Gli isolanti vegetali sono quei materiali i cui componenti di base sono essenzialmente di origine vegetale C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
12
INVOLUCRO EDILIZIO MATERIALI ISOLANTI ISOLANTI SINTETICI
Prof. Ing. Roberto Castelluccio MATERIALI ISOLANTI ISOLANTI SINTETICI Gli isolanti sintetici sono il prodotto della chimica moderna e derivano, per la massima parte, dalla lavorazione dei distillati del petrolio. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
13
INVOLUCRO EDILIZIO MATERIALI ISOLANTI COMPLESSI ISOLANTI PREFABBRICATI
Prof. Ing. Roberto Castelluccio MATERIALI ISOLANTI COMPLESSI ISOLANTI PREFABBRICATI I complessi isolanti sono quei prodotti prefabbricati costituiti dall'insieme di un isolante termico e di uno o due paramenti superficiali in pannelli o fogli. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
14
INVOLUCRO EDILIZIO PROGETTO DELL’ISOLAMENTO
Prof. Ing. Roberto Castelluccio PROGETTO DELL’ISOLAMENTO Con riferimento ad una parete monostrato, costituita da materiale omogeneo di separazione tra l’ambiente interno, a temperatura Ti, e l’ambiente esterno, a temperatura Te, in condizione invernale (Ti>Te) e in regime stazionario, ovvero con il campo termico indipendente dal tempo, si instaura uno scambio di calore tra l’interno e l’esterno attraverso la parete che avviene in tre fasi: dall’ambiente interno al paramento interno della parete dal paramento interno al paramento esterno della parete dal paramento esterno della parete all’ambiente esterno Nella prima fase lo scambio avviene tra l’ambiente interno ed il paramento interno della parete per convezione e irraggiamento, ed è espresso dalla relazione: Nella seconda fase lo scambio avviene tra il paramento interno ed il paramento esterno della parete per convezione e conduzione: C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
15
INVOLUCRO EDILIZIO PROGETTO DELL’ISOLAMENTO
Prof. Ing. Roberto Castelluccio PROGETTO DELL’ISOLAMENTO Dal punto di vista fisico il coefficiente di conduttività termica esprime il flusso termico che si istaura, tra il paramento interno ed il paramento esterno della parete, per ogni metro quadrato di parete e per ogni grado di salto termico e per ogni metro di spessore della parete. Il coefficiente di conduttività termica dipende soltanto dal materiale costitutivo della parete Il rapporto si/λi [m2K/W] rappresenta la resistenza termica offerta dalla sola parete al passaggio di calore. Nella terza fase lo scambio avviene tra il paramento esterno della parete e l’ambiente esterno per convezione e irraggiamento, ed è espresso dalla relazione: Coefficiente di adduzione superficiale esterno: flusso termico che si istaura, tra il paramento esterno della parete e l’ambiente esterno, per ogni metro quadrato di parete e per ogni grado di salto termico. Esso non dipende dal materiale della parete ma dalla direzione del flusso termico (orizzontale, verticale verso l’alto e verticale verso il basso) e dalla velocità dell’aria che lambisce la parete. L’inverso del coefficiente di adduzione superficiale esterno, 1/αe [m2K/W], rappresenta la resistenza superficiale interna. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
16
INVOLUCRO EDILIZIO PROGETTO DELL’ISOLAMENTO
Prof. Ing. Roberto Castelluccio PROGETTO DELL’ISOLAMENTO In condizione di regime stazionario, ovvero con il campo termico indipendente dal tempo, i tre flussi sono uguali per cui si può scrivere: sommando membro a membro U [W/m2K] Coefficiente di trasmissione termica della parete E ponendo Si ricava l’equazione generale che regola il flusso termico dall’interno all’esterno: C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
17
INVOLUCRO EDILIZIO Prof. Ing. Roberto Castelluccio Coefficiente di trasmissione termica di una parete pluristrato Strato di finitura esterno continuo con idropittura traspirante e idrorepellente Strato di collegamento con intonaco di calce e sabbia, sp. 0,5 cm; Strato di regolarizzazione con intonaco di malta bastarda, sp. 1,5 cm; Strato portante con blocchi di laterizi forati 25x25 cm, sp. 25 cm; Strato di regolarizzazione con intonaco di malta di cemento sp. 1,5 cm; Strato di collegamento con collante Strato di coibentazione in vetro cellulare; sp. 1,5 cm; Intercapedine, sp. 3 cm; Strato portante interno con blocchi di laterizi forati 8x12 cm, sp. 8 cm; Strato di regolarizzazione con intonaco di cemento, sp. 1,5; Strato di finitura interno continuo con idropittura traspirante. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
18
INVOLUCRO EDILIZIO Prof. Ing. Roberto Castelluccio Cadute di temperatura all’interno della parete pluristrato Strato di finitura esterno continuo con idropittura traspirante e idrorepellente Strato di collegamento con intonaco di calce e sabbia, sp. 0,5 cm; Strato di regolarizzazione con intonaco di malta bastarda, sp. 1,5 cm; Strato portante con blocchi di laterizi forati 25x25 cm, sp. 25 cm; Strato di regolarizzazione con intonaco di malta di cemento sp. 1,5 cm; Strato di collegamento con collante Strato di coibentazione in vetro cellulare; sp. 1,5 cm; Intercapedine, sp. 3 cm; Strato portante interno con blocchi di laterizi forati 8x12 cm, sp. 8 cm; Strato di regolarizzazione con intonaco di cemento, sp. 1,5; Strato di finitura interno continuo con idropittura traspirante. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
19
INVOLUCRO EDILIZIO I PONTI TERMICI
Prof. Ing. Roberto Castelluccio I PONTI TERMICI L’elemento di fabbrica di confine presenta una serie di punti critici, definiti ponti termici, dovuti a discontinuità, sia geometriche che materiche, nell’organizzazione strutturale della parete. I ponti termici rappresentano vie privilegiate di dispersione del calore in quanto sono caratterizzati da una minore resistenza termica rispetto alla restante parte dell’elemento di fabbrica. Discontinuità di tipo geometrico si hanno, ad esempio, in corrispondenza degli angoli e delle intersezione degli elementi costruttivi; Discontinuità di tipo materiche si hanno, ad esempio, in corrispondenza dei pilastri e delle travi in c.a. inseriti nell’involucro edilizio, in corrispondenza dei collegamenti degli infissi con la tamponatura, ecc.. La risoluzione del problema sta in una corretta progettazione dell’involucro, adottando ad esempio una coibentazione a cappotto o una parete ventilata, prevedendo l’impiego di serramenti con profilo a taglio termico, prevedendo l’impiego di vetri camera. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
20
INVOLUCRO EDILIZIO Parete monostrato
Prof. Ing. Roberto Castelluccio Parete monostrato Rivestimento esterno con intonaco termo-isolante (eventualmente con isolamento a cappotto) Giunti di malta continui Laterizio porizzato del tipo Poroton Intonaco interno Mattone in calcestruzzo cellulare Intonaco esterno termo-isolante C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
21
INVOLUCRO EDILIZIO Parete pluristrato
Prof. Ing. Roberto Castelluccio Parete pluristrato Fodera interna con laterizio porizzato del tipo Poroton Pannello isolante Fodera esterna con laterizio forato Fodera interna con laterizio porizzato del tipo Poroton Pannello isolante Fodera esterna con laterizio pieno a vista C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
22
INVOLUCRO EDILIZIO Parete pluristrato Parete a cassa vuota
Prof. Ing. Roberto Castelluccio Parete pluristrato Parete a cassa vuota Parete a cassetta con interposto isolante Parete a con intercapedine di aria e pannello isolante Parete a cassetta con faccia a vista C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
23
NO SI INVOLUCRO EDILIZIO Particolare ponte termico
Prof. Ing. Roberto Castelluccio Particolare ponte termico NO SI C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
24
INVOLUCRO EDILIZIO Parete con coibentazione a cappotto
Prof. Ing. Roberto Castelluccio Parete con coibentazione a cappotto Fodera interna in cls. cellulare Impalcato in c.a Muratura in cls. cellulare Strato impermeabile Fodera in mattoni Cordolo Strato coibente Sigillante Intonaco interno C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
25
INVOLUCRO EDILIZIO Parete ventilata
Prof. Ing. Roberto Castelluccio Parete ventilata Tasselli ad espansione per fissaggio profilo verticale Trave in c.a. Profilo verticale in acciaio inox Tamponatura Intonaco di regolarizzazione Rivestimento in materiale lapideo Intercapedine ventilata Bullone, rondella e dado per il fissaggio della staffa al profilo Staffa in acciaio inox con piolo per il fissaggio della lastra C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
26
INVOLUCRO EDILIZIO Parete ventilata Prof. Ing. Roberto Castelluccio
C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
27
INVOLUCRO EDILIZIO Pareti in X-Lam Pareti ventilate in X-Lam
Prof. Ing. Roberto Castelluccio Pareti in X-Lam Pareti ventilate in X-Lam Lastra in fibrogesso Isolante flessibile in fibra di legno Struttura in legno XLAM Pannello coibente in fibra di legno Guaina impermeabilizzante Rivestimento in legno C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
28
INVOLUCRO EDILIZIO Prof. Ing. Roberto Castelluccio Il progetto dell'isolamento termico nel rispetto delle disposizioni di legge 1997 con il Protocollo di Kyoto oltre 160 Nazioni riconoscono la necessità di ridurre la produzione mondiale di CO2 2002 l’Unione Europea impone agli Stati membri di migliorare il rendimento energetico in edilizia con l’obiettivo di ridurre l’emissione di CO2 dell’8% rispetto alle emissioni del 1990 2005 l’Italia emana il D. Leg. 192 che recepisce la Direttiva Europea 2006 viene emanato il D. Leg. 311 che modifica il D. Leg. 192 e riprende il concetto di certificazione energetica 2009 sono stati emanati i decreti di attuazione: DPR n. 59 del 2 aprile 2009 “Regolamento di attuazione dell’art. 4 del D. Leg. 192” che definisce: i criteri generali e le metodologie di calcolo i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti per la climatizzazione invernale e per la produzione dell’acqua calda sanitaria DM 26 giugno 2009 che definisce: le Linee guida nazionali per la certificazione energetica che forniscono indicazioni per il calcolo dell’indice di prestazione energetica EP e per la relativa stesura dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE). gli strumenti di raccordo tra Stato e Regioni A partire dal 1° luglio 2009 tutti gli edifici devono dotarsi di certificazione energetica nel caso: • di nuova costruzione; • di edifici esistenti oggetto di intervento; • di edifici esistenti oggetto di transazioni a titolo oneroso. C.d.l. in Ingegneria Edile – Architettura – a.a. 2016/2017
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.