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PubblicatoRaffaello Bucci Modificato 7 anni fa
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La regola dell’equilibrio Una mutevole verità di Gianrico Carofiglio
Università della Terza Età e del Tempo Disponibile- San Martino Buon Albergo Docente: prof. Cecilia Chiumenti a.a La regola dell’equilibrio Una mutevole verità di Gianrico Carofiglio
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Gianrico Carofiglio Nato a Bari nel 1961, magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, come pubblico ministero a Foggia e, in seguito, ha svolto le funzioni di Sostituto procuratore alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Durante la XV Legislatura è stato designato consulente della Commissione parlamentare Antimafia. E’ stato eletto Senatore per il Partito Democratico nella primavera del 2008. Dopo la conclusione del mandato parlamentare, ha lasciato la magistratura, dedicandosi solo alla scrittura. Ha creato il legal thriller italiano, ovvero il poliziesco legale, in cui i protagonisti sono avvocati, il suo investigatore è l’avvocato Guerrieri. Ha creato anche un altro investigatore, il maresciallo dei Carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari. Ha esordito nella narrativa, dopo parecchie pubblicazioni tecniche e di settore, con Testimone inconsapevole (Sellerio, 2002).
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Bibliografia Testimone inconsapevole, Palermo, Sellerio, 2002
Bibliografia Testimone inconsapevole, Palermo, Sellerio, Ad occhi chiusi, Palermo, Sellerio, Il passato è una terra straniera, Milano, Rizzoli, Ragionevoli dubbi, Palermo, Sellerio, Né qui né altrove. Una notte a Bari, Bari, Laterza, Le perfezioni provvisorie, Palermo, Sellerio, Il silenzio dell'onda, Milano, Rizzoli, Il bordo vertiginoso delle cose, Milano, Rizzoli, La casa nel bosco, con Francesco Carofiglio. Milano, Rizzoli, Una mutevole verità, Torino, Einaudi, La regola dell'equilibrio, Torino, Einaudi, L'estate fredda. Torino, Einaudi, 2016.
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La regola dell’equilibrio
Un’altra storia, legata al giallo legale, e ambientata a Bari. L’avvocato Guerrieri dubita di voler continuare la professione, per la quale sembra dotato e competente, quando si rivolge a lui, per essere difeso dall’accusa di corruzione un noto magistrato della città, un uomo insospettabile e potente.pag Le indagini che l’avvocato Guerrieri intraprende, servendosi di una detective molto attraente, lo porteranno a confrontarsi con una verità sorprendente; ma soprattutto pervade il libro una riflessione sul concetto di giustizia, analizzato sia dal punto di vista dell’avvocato (di chi difende un imputato), sia dal punto di vista del giudice Pag La verità è che il giudice è veramente corrotto, ma quello che per Guerreri è più grave è la sua auto-assoluzione, il disprezzo per chi lo “giudica”, la capacità di mentire a se stesso. La regola dell’equilibrio Chi mente a se stesso e presta ascolto alle proprie menzogne arriva al punto di non distinguere più la verità, né in se stesso, né intorno a sé. P
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Una mutevole verità Nel suo appartamento viene trovato senza vita e in un mare di sangue il corpo di un uomo dalla condotta non proprio pulita. La sua vicina di casa ha visto uscire di gran corsa un giovane che portava un sacchetto in mano, sacchetto che poi la stessa vicina ha visto gettato in un cassonetto. Ha inoltre osservato poi il giovane salire su una vettura parcheggiata proprio di fronte e andar via a tutta velocità. La donna poiché ha ravvisato nella scena qualcosa di poco chiaro, ha annotato la targa che poi ha con diligenza consegnato ai carabinieri, nella mani del maresciallo Fenoglio (il protagonista del breve romanzo). Individuato il proprietario della vettura, recuperato il sacchetto con tanto di impronte digitali appartenenti proprio al giovane che guidava l’auto, abbiamo avuto in un attimo il colpevole. Un’indagine lampo che sa quasi del miracoloso… troppo bello per essere vero! E infatti Fenoglio comincia a farsi venire dei dubbi. È tutto troppo perfetto, ma il giovane sembrava proprio una brava persona, mentre il cadavere non apparteneva certo ad una persona degna di stima. Che non ci sia dell’altro da scoprire? Fenoglio prosegue le indagini e il suo intuito si dimostra vincente: il colpo di scena c’è davvero.
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Una mutevole verità letture
Pag 10 – 11 Pag 52 «Ottimo quando un’indagine prende un’accelerazione così immediata e rapida. Però il rischio, in questi casi, è di mettere a fuoco una cosa soltanto, e di tralasciare ogni altro dettaglio, che magari è importante o addirittura decisivo. E lì c’era qualcosa fuori posto, che non era riuscito a identificare. Un’incoerenza, un elemento dissonante. La dote fondamentale dello sbirro è proprio questa, Fenoglio lo aveva sempre pensato. «
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Carofiglio e le indagini poliziesche
Qual è l’utilizzo del genere «giallo» per Carofiglio, un uomo che ha visto da vicino delitti, stragi mafiose, che conosce l’iter giudiziario dal di dentro? Nella prima storia: affronta la denuncia dei vizi del sistema giudiziario italiano, le storture dei professionisti del «delitto» (avvocati, pubblici ministeri, giudici), la pericolosità per il sistema giustizia di personaggi «insospettabili» come Larocca… Nella seconda: inventa un suo «commissario» malinconico, ma attento, lettore appassionato di Sherlock Holmes, che rifiuta la soluzione facile e si lascia guidare dal dubbio, dal dettaglio trascurato (il profumo, la verifica della teste…)
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E come dimenticare Gadda e Quer pasticciaccio brutto di Via Merulana
E come dimenticare Gadda e Quer pasticciaccio brutto di Via Merulana? Per Gadda tutto il mondo è un garbuglio, un pasticciaccio, la verità è quasi impossibile da conoscere. La forma del «giallo» viene usata per mostrare l’inconoscibilità del reale. Egli rifugge dallo schema rassicurante tipica del poliziesco: ci sono i delitti ma non sempre vengono risolti e i colpevoli puniti.
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Riassumendo? Fruttero & Lucentini una città/la borghesia
Leonardo Sciascia la Sicilia/la società/la mafia che non ha più paura di nascondersi Umberto Eco la cultura come monopolio di pochi sui tanti/il labirinto del mondo/la filosofia e il ruolo dell’intellettuale Andrea Camilleri La Sicilia come metafora dell’Italia/i mali sociali Gianrico Carofiglio il mondo della giustizia attraverso gli occhi di avvocati o di giudici
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