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PRE-ANALITICA E DATO DI LABORATORIO. IMPORTANZA E CORRELAZIONE

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Presentazione sul tema: "PRE-ANALITICA E DATO DI LABORATORIO. IMPORTANZA E CORRELAZIONE"— Transcript della presentazione:

1 PRE-ANALITICA E DATO DI LABORATORIO. IMPORTANZA E CORRELAZIONE
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara PRE-ANALITICA E DATO DI LABORATORIO. IMPORTANZA E CORRELAZIONE 01

2 PROCESSO DIAGNOSTICO 13.3% 68.2% 18.5% % errori 02
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara PROCESSO DIAGNOSTICO 68.2% 13.3% 18.5% La fase preanalitica occupa un tempo più lungo di quella analitica. Pertanto non sorprende il fatto che la fase preanalitica rappresenti una fonte di errori significativa. Fase preanalitica al di fuori del laboratorio 20.2% Scelta dei dispositivi per il prelievo del sangue Identificazione del paziente Trasporto dei campioni al laboratorio Fase preanalitica nel laboratorio 37,1% Registrazione dei campioni Centrifugazione Distribuzione dei campioni alle stazioni analitiche Conservazione dei campioni Fase analitica % Fase post-analitica laboratorio 13.6% Invio dei risultati ai/dai reparti 3.7% Priorità dei soggetti interessati La fase preanalitica è una parte fondamentale del processo diagnostico, che coinvolge diversi soggetti con diverse priorità: Il paziente: Prelievo indolore del campione, Volume minimo di sangue prelevato, Procedura di prelievo rapida Il medico: Più informazioni possibili dal minor numero possibile di campioni, procedura di prelievo rapida, risultati rapidi dei test, basso grado di rischio per il paziente e per chi esegue il prelievo Il laboratorio: Volume adeguato del campione (la quantità adeguata deve essere stabilita e comunicata), campione di alta qualità privo di potenziali interferenze (ad es. emolisi, lipemia, micro-coagulazioni), rapporto corretto tra sangue e additivo Guder WG, Narayanan S, Wisser H, Zawta B. Samples: From the patient to the laboratory: The impact of preanalytical variables on the quality of laboratory results. 3rd ed. Wiley-VCH, 2003. 2. Plebani M, Carraro P. Mistakes in a stat laboratory: types and frequency. Clin Chem 1997;43: % errori 02 Plebani M, Carraro P. Mistakes in a stat laboratory: types and frequency. Clin Chem 1997;43: 2 2

3 Variabili preanalitiche - relative al prelievo del campione
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Variabili preanalitiche - relative al prelievo del campione Possono essere introdotte in ogni momento del processo di prelievo del campione venoso 1 Fase pre-preanalitica 2 Fase preanalitica 2a Preparazione del Paziente 2b Tecnica di prelievo del campione 2c Manipolazione, trasporto, conserva- zione del campione 03 3 3

4 2a. Preparazione del paziente
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara 2a. Preparazione del paziente Trigliceridi Glicemia Fattore VIII DIGIUNO (8-12 ore) NO Alcool, Zuccheri, Caffè, Fumo DIETA CPK LDH AST Fattore VIII ESERCIZIO FISICO (evitare nelle 8-12 ore precedenti) 2a Preparazione del Paziente Hb Calcio Bil Colesterolo Proteine Tot POSTURA (orto-clino statismo) NO ASSUNZIONE FARMACI Come nella slide precedente, incoraggiare una discussione di gruppo. Invitare i partecipanti a condividere le proprie esperienze. Compilare sulla lavagna un elenco di suggerimenti chiave. Sottolineare l'importanza del ruolo dell'operatore sanitario, ad es. che deve essere attento al linguaggio del corpo e ad altri segni che possano indicare che il paziente non è stato sincero (ad es. non ha digiunato o si presenta con un odore evidente di sigaretta o caffé). Si noti che questa sezione del modulo base si concentra sull'identificazione del paziente. Fare riferimento al modulo satellite di training sulle Best practice nella Fase Preanalitica (preparazione del paziente) se è necessaria un'istruzione più approfondita circa gli altri argomenti elencati. VARIAZIONI DEL RITMO CIRCADIANO (7-10 del mattino) 04 4 4 4

5 2b.Tecnica e prelievo del campione
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara 2b.Tecnica e prelievo del campione Prevenzione delle infezioni Uso DPI/Idonea preparazione della cute Corretto utilizzo del laccio emostatico 2b Tecniche e prelievo del campione Idonea scelta del materiale per il prelievo Ordine (sequenza) di prelievo delle provette Eccessivo o scarso riempimento delle provette MODERATORI: ORGANIZZATE UNA DISCUSSIONE DI GRUPPO E INVITATE IL GRUPPO A CONDIVIDERE LE PROPRIE ESPERIENZE E A ELENCARE PUNTI CHIAVE SULLA LAVAGNA. Ciascuno degli argomenti sopra trattati sarà discusso dettagliatamente in slide successive nel modulo base. Fonti di emolisi 05 Manipolazione del campione 5 5 5

6 Uso errato del laccio emostatico
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Uso errato del laccio emostatico Causa comune di errore preanalitico Sono errori spesso difficili da identificare in laboratorio e sono dovuti a: Tempo troppo lungo di applicazione del laccio emostatico Eccessiva pressione esercitata dal laccio emostatico Implicazioni per la qualità del campione: Emoconcentrazione Reflusso di sangue dalla provetta nella vena del Paziente Attivazione piastrinica dovuta a stasi venosa Una costrizione del braccio per più di un minuto può causare "emoconcentrazione". Questo termine viene usato per descrivere un cambiamento nelle concentrazioni relative di vari componenti ematici all'interno della vena e di conseguenza nel sangue prelevato. Se il sangue non rappresenta più lo stato in vivo del paziente, i risultati potrebbero essere fuorvianti e dare luogo a decisioni errate da parte del medico.   Il riflusso è un'altra complicazione potenziale dovuta a un uso eccessivo del laccio emostatico. Quando l'orientamento del braccio e della provetta sono errati (fondo delle provette non orientato verso il basso), cambiamenti repentini della pressione del laccio emostatico possono causare riflusso miscelando l'additivo con il sangue della provetta che rifluisce nella vena del paziente. Il riflusso può anche causare la contaminazione di additivi da una provetta a un'altra. Un'applicazione prolungata del laccio emostatico, che causa stasi ematica, è una fonte potenziale di attivazione piastrinica. Oltre ad aumentare la possibilità di agglutinamento piastrinico, di micro-coaguli o perfino di coagulazioni evidenti dei campioni anticoagulati, l'attivazione piastrinica può essere una fonte significativa di errore pre-analitico per i test sulla coagulazione. 06 6 6 6

7 Uso errato del laccio emostatico
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Uso errato del laccio emostatico Ulteriori informazioni sull’EMOCONCENTRAZIONE Aumento fino al 14% della concentrazione nel siero delle molecole più grandi (ad es. enzimi, immunoglobuline, bilirubina, albumina, proteine totali, colesterolo, trigliceridi, emoglobina,) ed elementi corpuscolati Riduzione fino al 4% della concentrazione nel siero di cloro, potassio, creatinina, urea, glucosio Venule Arteriole Capillare Vena Maggiori informazioni sull'emoconcentrazione Con l'aumentare della tensione del laccio emostatico e del tempo di applicazione, la pressione differenziale tra i vasi sanguigni e il tessuto circostante aumenta. Ciò comporta un movimento di componenti liquidi e a bassa dimensione molecolare del sangue venoso dallo spazio intravascolare (all'interno dei vasi sanguigni) attraverso le pareti dei vasi* verso gli spazi interstiziali nel tessuto circostante. Il risultato è una riduzione della concentrazione di questi componenti nel sangue venoso. Le specie molecolari più grandi (ad es. proteine, anticorpi, analiti legati ad anticorpi) e le cellule ematiche sono troppo grandi per penetrare nelle pareti dei vasi sanguigni. Di conseguenza, le loro concentrazioni aumentano nel sangue venoso (con il fluido che si sposta verso gli spazi interstiziali) con l'aumentare della tensione del laccio emostatico e del tempo. * vene e capillari Sono stati riferiti aumenti fino al 14% della concentrazione di analiti di peso molecolare più elevato quando il laccio viene lasciato in tensione per 6 minuti1. Con un tempo analogo di tensione del laccio emostatico, sono state riferite riduzioni fino al 4% di analiti di peso molecolare basso1. Tempi di costrizione del laccio pari ad un minuto, con rilascio dello stesso non appena il sangue inizia a fluire all’interno della provetta, sembrano non avere effetti su gran parte delle concentrazioni di analiti e dei fattori di coagulazione1. 1. Guder WG, Narayanan S, Wisser H, Zawta B. Samples: From the patient to the laboratory: The impact of preanalytical variables on the quality of laboratory results. 3rd ed, Wiley-VCH, 2003:18-19. 07 Guder WG, Narayanan S, Wisser H, Zawta B. Samples: From the patient to the laboratory: The impact of preanalytical variables on the quality of laboratory results. 3rd ed, Wiley-VCH, 2003:18-19. 7 7 7

8 Contaminazione da EDTA (in seguito a reflusso di sangue)
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Contaminazione da EDTA (in seguito a reflusso di sangue) In una Provetta con EDTA : 1 μlitro di sangue contiene: 0,0089mEq di K Range di normalità del dosaggio del K: 3,5-5,1 mEq/L cioè 0,0035-0,0051 mEq/ml In una Provetta da siero da 5 ml avrò: da (0,0035x5) cioè 0,0175 a (0,0051x5) cioè 0,0225 mEq in paziente sano Aggiungo 1 μlitro di sangue contenente 0,0089mEq di K: (0,0175+0,0089) cioè 0,0264 a (0,0255+0,0089) cioè 0,0344 mEq in 5 ml In 1 ml di siero di paziente sano avrò un range: 0,0058-0,00688 mEq/ml quindi 5,8-6,88 mEq/L 08 1 μl di campione in EDTA ↑ il dosaggio del K di circa 2 mEq 8 8 8

9 ERRATO USO DEL LACCIO EMOSTATICO
CAMPIONE COAGULATO: SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara ERRATO USO DEL LACCIO EMOSTATICO ATTIVAZIONE PIASTRINICA DOVUTA A STASI VENOSA CAMPIONE COAGULATO: COAGULO COAGULO 09

10 CAMPIONI EMOLIZZATI 10 SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA
Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara CAMPIONI EMOLIZZATI 10

11 CORRETTO RIEMPIMENTO DELLE PROVETTE TAPPO AZZURRO:
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara CORRETTO RIEMPIMENTO DELLE PROVETTE TAPPO AZZURRO: RIEMPIMENTO CORRETTO: Campione idoneo RIEMPIMENTO SCORRETTO: Campione non idoneo per eseguire i test coagulativi 11

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13 SERVIZIO SANITARIO REGIONALE
EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Ordine di prelievo Il motivo per cui può essere utile seguire un preciso ordine (sequenza) di prelievo delle provette (come raccomandato da CLSI1), “è di evitare eventuali potenziali errori dei risultati dei test dovuti a contaminazioni incrociate tra gli additivi contenuti nelle provette.” MODERATORE: SPIEGARE CHE L'ORDINE DI PRELIEVO È TRATTATO DETTAGLIATAMENTE NEL MODULO SATELLITE PRINCIPI DELLE VARIABILI PRE-ANALITICHE Materiale cartaceo: Il corretto ordine di prelievo offre una sequenza specifica affinché il processo di prelievo riduca al minimo l'effetto della trasmissione o contaminazione incrociata che potrebbe verificarsi quando l'additivo di una provetta di raccolta si trasferisce alla provetta successiva. La trasmissione potrebbe verificarsi quando il sangue in una provetta, contenente un additivo specifico, entra in contatto con l’estremità dell’ago presente all’interno della camicia di prelievo quando essa fora il tappo interno della provetta durante il prelievo di campioni multipli con un sistema sottovuoto. Le seguenti precauzioni riducono al minimo la possibilità di trasmissione di un additivo a un'altra provetta: 1. seguire il corretto ordine di prelievo raccomandato dal fabbricante delle provette o dalle regole e procedure della propria struttura sanitaria. 2. Adottare misure a garanzia che il contenuto della provetta non entri in contatto con il tappo interno e con la porzione di ago all’interno della camicia per prelievo. Il modo migliore è accertarsi che il braccio del paziente sia sempre orientato verso il basso, così che la provetta si riempia dalla base verso l'alto. La porzione di ago all’interno della camicia per prelievo è un collegamento diretto tra la vena del paziente e la provetta sottovuoto. Se la provetta non è orientata correttamente, il sangue miscelato con l'additivo potrebbe penetrare nella vena del paziente quando la pressione nella vena è inferiore a quella della provetta. 13 13 Clinical and Laboratory Standards Institute. Procedures for the Collection of Diagnostic Blood Specimens by Venipuncture; Approved Standard – 6th Edition; H3-A6, Vol. 27, No. 26. 13 13

14 Ordine di prelievo 14 Colore del tappo Provetta per prelievo
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Ordine di prelievo Colore del tappo Provetta per prelievo Provette ematiche BD Vacutainer®(PET) Emocolture - SPS Provetta con sodio citrato* BD Vacutainer® SSTTM II Advance Provetta con gel separatore Provetta per siero Provetta con eparina BD Vacutainer® PSTTM II Provetta con gel separatore e con eparina Provetta con EDTA Provetta con fluoruro (per glicemia) oppure oppure Note sulle provette con citrato. Poiché i flaconi emocolturali non vengono sempre prelevati, la provetta con citrato è spesso la prima provetta della sequenza del prelievo. In alcune situazioni ciò può richiedere una provetta di scarto. Per i test di routine sulla coagulazione (ad es. aPTT e PT/INR, fibrinogeno, TCT), non serve alcuna provetta di scarto (si veda riferimento CLSI H3-A6). Per alcuni test speciali sulla coagulazione dove il basso livello di attivazione del sistema di coagulazione potrebbe essere di particolare interesse, si consiglia l'uso di una provetta di scarto priva di additivo (si veda riferimento CLSI H3-A6). Ciò è dovuto al fatto che il flusso iniziale di sangue contiene una piccola quantità di liquido interstiziale (tessuto)*. Anche nel caso in cui si utilizzi per il prelievo un ago a farfalla, sarebbe opportuno usare una provetta di scarto poichè lo"spazio morto" presente nel raccordo dell’ago epicranico comporta l’aspirazione di un volume di sangue inferiore rispetto al volume di aspirazione della provetta, andando ad inficiare il corretto rapporto additivo/sangue, particolarmente critico nelle provette con sodio citrato a ‘basso volume di aspirazione’ (1,8mL, 2,7mL). * Il liquido contiene un fattore tissutale (tromboplastina tissutale), che viene introdotto nel flusso iniziale del campione quando l'ago attraversa il tessuto subcutaneo. Il fattore tissutale può attivare il sistema di coagulazione del sangue. Altre provette che contengono citrato (ad es. VES) possono essere prelevate nell'ordine delle provette dal tappo azzurro. Se si tratta di una provetta con additivi combinati, questa deve seguire alla fine –(spiegare questo argomento). L'ordine di prelievo delle provette per prelievo capillare è diverso da quello delle punture endovenose. CLSI raccomanda di riempire prima la provetta EDTA per garantire un volume adeguato e risultati di test ematologici accurati, e per evitare agglutinamenti e micro-coaguli piastrinici. Devono seguire altre provette di micro-prelievo con ‘additivi’, e le ultime devono essere le provette con il solo siero. Le raccolte di colture ematiche sono trattate dettagliatamente nel modulo satellite ‘Campioni di colture ematiche’. CLSI H3-A6. Procedures for the Collection of Diagnostic Blood Specimens by Venipuncture; Approved Standard—Sixth Edition. oppure 14 1. CLSI Document H3-A6, Procedures for the Collection of Diagnostic Blood Specimens by Venipuncture; Approved Standard – 6th Edition. 2. CLSI Document H4-A5, Procedures and Devices for the Collection of Diagnostic Capillary Blood Specimens; Approved Standard – 5th Edition. 14 14 14

15 Esempi di effetti indesiderati dovuti a ordine di prelievo errato
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Esempi di effetti indesiderati dovuti a ordine di prelievo errato I test influenzati da contaminazione con EDTA delle provette contenenti sodio citrato e nelle provette per chimica clinica comprendono: tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) tempo di protrombina (PT, INR) potassio calcio ferro sierico alcuni saggi enzimatici I test influenzati da contaminazione con eparina delle provette con sodio citrato comprendono: I test influenzati da contaminazione con fluoruro/potassio ossalato ed EDTA delle provette con sodio citrato e delle provette per chimica clinica includono: La provetta con EDTA ha probabilmente la maggiore probabilità di causare problemi se collocata nella sequenza errata nell'ordine di prelievo. L'effetto di un ordine errato di prelievo è illustrato con maggiore dettaglio nel modulo satellite Principi delle variabili preanalitiche. 15 15 15 15

16 OMOGENIZZAZIONE DEI CAMPIONI
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara OMOGENIZZAZIONE DEI CAMPIONI Lasciare riempire la provetta fino a quando il ‘vuoto’ è completamente esaurito e il sangue smette di scorrere nella provetta. Il volume di prelievo determinerà la quantità di aria che rimane tra il tappo interno e il livello di sangue (‘spazio di testa’).   Rimuovere la provetta riempita dalla camicia. A questo punto, l'estremità dell'ago a contatto con la camicia viene coperta immediatamente dalla guaina in gomma e senza applicare pressione ‘a vuoto’ alla vena attraverso l'ago, la guaina mantiene il sangue del paziente nell'ago, senza flusso di sangue nel supporto. È fondamentale che la provetta venga capovolta per il numero di volte indicato, per miscelare adeguatamente il sangue e l'anticoagulante e prevenire la formazione di coaguli. Miscelare ciascuna provetta, subito dopo averla rimossa dalla camicia, per il numero di volte richiesto. In questo modo l'integrità biologica del campione sarà preservata al meglio. Mentre si provvede alla miscelazione, si può inserire la provetta successiva nella camicia (seguendo "l'ordine di prelievo" indicato).  Evitare l'emolisi capovolgendo lentamente la provetta e lasciare che la bolla d'aria attraversi la provetta in tutta la sua lunghezza. Ciascun capovolgimento della provetta deve essere un movimento per inversione a 180o. Non scuotere energicamente. 16 16 16 16

17 Numero corretto di capovolgimenti
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Numero corretto di capovolgimenti Colore del tappo Additivo Capovolgimenti Azzurro Citrato di sodio 3-4x Rosso Attivatore della coagulazione 5x Tappo giallo Attivatore della coagulazione + gel Verde chiaro/PST Eparina + gel 8x Verde Eparina Lilla o viola EDTA K2 o K3 Rosa Grigio Fluoruro Ossalato Beige Attivatore della coagulazione CAT Giallo chiaro ACD Arancio Trombina Blu Metalli in tracce Come regola generale: da 3 a 4 capovolgimenti per citrato e CTAD (inibitore dell'aggregazione piastrinica); 5 capovolgimenti per SST provette con gel separatore e siero con attivatore della coagulazione; da 8 a 10 capovolgimenti per tutte le altre provette. Le provette per siero con chiusura BD HemogardTM colore rosso contengono un attivatore della coagulazione, e devono essere capovolte 5 volte per garantire una miscelazione adeguata. Le provette con chiusura azzurro (citrato) non devono essere capovolte più di 3-4 volte. Una miscelazione eccessiva potrebbe provocare attivazione piastrinica che potrebbe influenzare negativamente i risultati dei test sulla coagulazione. 17 17 . Guida BD Vacutainer® alle provette 17 17

18 Trasporto dei campioni venosi
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Trasporto dei campioni venosi Minimizzare il tempo di trasporto di sangue intero (non centrifugato) per mantenerne inalterata la stabilità Si raccomandano temperature tra 10 e 22ºC, sopra i 35°C devono essere evitate. Alte temperature accelerano il deterioramento dei costituenti ematici. Se non appropriatamente imballato, anche il trasporto ad una temperatura inferiore agli 0°C deve essere evitato poiché fonte di emolisi. In posizione verticale per evitare spargimenti 18 18 NCCLS H18-A3 Vol. 24 No. 38 “PROCEDURE FOR THE HANDLING AND PROCESSING OF BLOOD SPECIMENS”; Approved Guideline – 3rd Edition”

19 Trasporto dei campioni venosi
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Trasporto dei campioni venosi Direttiva CEE 679 del 26/11/1990 Circolare Min.San # 16/1994 Circolare Min.Sal # 03/2003 Direttiva UNI EN 829/98 Nelle attività connesse con la spedizione ed il trasporto di campioni diagnostici vanno seguite appropriate procedure per: Garantire la sicurezza degli O.S. coinvolti nelle attività di trasporto Impedire la dispersione di agenti infettanti o potenzialmente tali nell’ambiente far si che il materiale giunga a destinazione nei tempi e nelle condizioni ottimali al fine di poter essere analizzato garantendo la sicurezza per gli O.S. di laboratorio e l’attendibilità dell’esito. ADR ediz. 2003 ediz. 2005 Il confezionamento deve essere effettuato secondo il sistema a 3 involucri. Deve prevedere la presenza di materiale assorbente e di etichettatura idonea.Il sistema contenitore primario + contenitore secondario deve superare test di caduta e di resistenza 19 19

20 Ridurre gli errori preanalitici
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara Comprendere le ricadute delle variabili preanalitiche sulla qualità dei campioni e quindi sull’attendibilità dei dati analitici: Ridurre gli errori preanalitici Ridurre le ripetizioni dei prelievi Migliorare l’assistenza ai Pazienti Ridurre i costi Il training sulle Best Practice nella Fase Preanalitica è un programma ideato per migliorare le vostre conoscenze nelle aree più critiche di questa fase. Poiché il sangue viene raccolto in molte aree dell'ospedale, potenzialmente da personale di laboratorio, infermieri, medici, ecc., è importante che tutti gli Operatori Sanitari coinvolti nel prelievo del sangue comprendano l'impatto e le conseguenze sull'assistenza dei pazienti conseguenti a risultati derivanti da campioni non idonei. A quel punto è possibile adottare decisioni informate su quali pratiche debbano essere modificate. La formazione sulle Best Practice nella Fase Preanalitica ha 2 obiettivi: fornire un corso formativo sulle ‘migliori pratiche’ e far comprendere la necessità di adottare le tecniche e le linee guida suggerite in merito dagli standard internazionali fornire gli strumenti, le conoscenze e le risorse per istruire gli altri sul posto di lavoro e creare il cambiamento dove questo è necessario Il training sulle Best Practice nella Fase Preanalitica è stato ideato per creare conoscenza in maniera sequenziale, da un'abilità a quella successiva . 20 20 20


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