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PubblicatoOlimpia Mariani Modificato 7 anni fa
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Fare Centro fra diversi soggetti coinvolti per immaginare nuovi servizi alla persona Coopetizione e collaborazioone 8 luglio 2016-sala assistenza pubblica –parma sottogruppo centri diurni anziani/disabili Progetto Esprit
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Il contesto La sfida al rinnovamento che investe tutto il settore del welfare può avere un potente ambito di sperimentazione nel settore dei servizi agli anziani e ai disabili e alle loro famiglie. La popolazione anziana è in costante aumento e presenta una sfaccettatura di bisogni e di necessità per cui è fondamentale trovare risposte. Allo stesso modo anche le politiche attuate a favore delle persone con disabilità hanno bisogno di un profondo ripensamento. E’ urgente, a fronte dell’emergenza dei bisogni ma anche della più diffusa domanda, immaginare e realizzare politiche che diano risposte innovative e differenziate.
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IL problema I Centri Diurni per anziani sono sottoutilizzati;
È aumentata l’attenzione delle famiglie alla spesa per l’assistenza; È evidente la mancanza di servizi che facciano da “ponte” tra le diverse età della vita delle persone con disabilità; Si avverte la necessità di strutturare il periodo di tirocinio formativo/alternanza scuola-lavoro; Si riscontra una mancanza di progetti strutturati che coinvolgano le Assistenti Familiari; E’ innegabile la fatica delle famiglie e dei caregivers che si occupano di anziani e di persone con disabilità, e dei servizi che si occupano di non autosufficienza, di fronte alle rigidità del sistema;
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L’Idea/1 Il progetto assume, come idea portante, la relazione che diventa il fulcro per una nuova impostazione del rapporto tra servizi e risorse, tra operatore e persona. La relazione è la competenza da coltivare, esercitare e praticare, e la strutturazione di un sistema di relazione fra i soggetti coinvolti è decisiva per la riuscita del percorso. Si vuole individuare una dimensione dialogante e non più autoreferenziale per creare servizi differenti da ciò che sono stati finora: la logica sarà quella della coopetizione (e non della competizione) che condurrà a una nuova fisionomia del servizio. Si prevede la messa in rete dei soggetti coinvolti (centro diurno per anziani, centri socio-occupazionali, assistenti familiari, servizi sociali-territoriali, istituto scolastico Giordani, famiglie, associazioni) con una prima sperimentazione destinata ai quartieri San Leonardo e San Lazzaro. Si tratta della creazione di vantaggi secondari di socialità in cui tutti gli attori partecipano e diventano coproduttori del cambiamento che rivitalizza e riempie di significato e di senso il servizio. L’idea è creare connessioni virtuose e utili a tutti i soggetti coinvolti che diventano a turno fruitori- utilizzatori/soggetti attivi dell’esperienza (in un ruolo duplice), creando virtuose sinergie.
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L’Idea/2 Il Centro Diurno per anziani diventa un luogo aperto dove gli ospiti diventano protagonisti e vedono riconosciuto, nonostante l’affievolirsi delle proprie capacità; L’istituzione scolastica diventa un luogo aperto, dove le persone con disabilità apprendono ma allo stesso tempo insegnano; Gli studenti dell’Istituto Superiore Giordani, impegnati nelle ore di tirocinio, coadiuvati da personale esperto dei CSO, progettano e realizzano attività laboratoriali e di condivisione le associazioni di volontariato apportano valore aggiunto con le loro competenze, date le loro capacità ancora quasi del tutto integre; i CSO (Centri socio-occupazionali) partecipano al percorso, ospitano i giovani tirocinanti nella loro sede , entrano nella scuola, favoriscono così l’incontro fra la loro realtà, e i ragazzi disabili, possibili futuri fruitori dei loro servizi e allo stesso tempo partecipano attivamente al percorso formativo degli studenti tirocinanti o in alternanza scuola/lavoro; i familiari che hanno volontà e desiderio di fermarsi presso il Centro Diurno anziani possono dare una mano e, oltre che accompagnatori, diventare fruitori/elaboratori di nuove proposte (di gioco, di lettura, di divertimento); le assistenti familiari possono accompagnare i loro assistiti, che sono altri anziani residenti nel quartiere e che non frequentano abitualmente il centro, e possono “imparare” a gestire meglio la socialità dell’anziano e a confrontarsi; gli anziani che non frequentano abitualmente il Centro Diurno entrano in contatto con i loro pari e, in tal modo, si favorisce la socialità; gli studenti dell’Istituto Superiore Giordani, impegnati nelle ore di tirocinio, entrano nel Centro Diurno per anziani e apportano una ventata di giovinezza e vitalità (connessi alla loro età) e imparano tecniche assistenziali ma sono impegnati in altre attività
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I soggetti coinvolti Si propone una sperimentazione su due quartieri della città: per il quartiere San Leonardo: Centro Diurno Molen Bass (via Firenze), Aurora Domus, Istituto Superiore Giordani, associazioni di volontariato presenti nel quartiere, CSO Fiorente, polo sociale-territoriale San Leonardo; per il quartiere San Lazzaro: Centro Diurno di via del Campo, Pro.Ges, Istituto Superiore Giordani, associazioni di volontariato presenti nel quartiere, CSO La Bula, polo sociale-territoriale Lubiana.
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