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PSICOPATOLOGIA GENERALE I
Evoluzione del pensiero sistemico e psicopatologia Cenni della psicopatologia secondo le categorie psichiatriche Psicopatologia secondo la prospettiva sistemica 1
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Dai primi anni tra la fine degli anni 40 e i primi anni 50 cominciò a definirsi un approccio della malattia mentale e della sua psicoterapia in termini di osservazione ed intervento con la famiglia Le relazioni famigliari sembravano essere il terreno nel quale crescevano i comportamenti disturbati, postulando rapporti tra malattie e cure familiari, I primi studi si centrarono sulle relazioni familiari degli schizofrenici
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
L’approccio sistemico familiare nascente si concentrò sulle relazioni familiari patologiche come causa di malattia mentale in un paziente designato Wynne lavorò con la famiglia già dal 1947 ed elaborò una teoria sulla struttura familiare dei pazienti schizofrenici, contatti con Bowen e poi con Ackerman, Lidz, Jackson Bowen, nel 1954 con Wynne, avviò un progetto di ricerca sulle famiglie di giovani schizofrenici, seguiva famiglie di pazienti schizofrenici, istituì uno dei primi corsi di formazione in psicoterapia della famiglia
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Il gruppo di Palo Alto: Bateson, Haley, Weakland, Jackson, Satir, iniziò gli studi sugli aspetti paradossali della comunicazione, basandosi sulla teoria dei tipi logici di Russell e Whitehead L’ipotesi di partenza era quella di considerare la famiglia come un sistema cibernetico nel quale le comunicazioni portavano a specifici comportamenti da parte dei suoi membri
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Si spiegavano così affermazioni come “io sto mentendo”, con due livelli logici: il contenuto e il meta-messaggio (mi aspetto che tu creda a quello che dico) Nel 1956 Bateson, Jackson, Haley e Weakland pubblicarono “Toward a theory of schizophrenia”, introducendo il concetto di “doppio legame” come determinante familiare della schizofrenia
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Il gruppo di Filadelfia: Boszormenyi-Nagy e collaboratori fondarono il Family Institute di Filadelfia, un altro centro che si occupò dei problemi di sofferenza mentale legati alle relazioni familiari (Bozszormeny-Nagy, approccio psicoterapeutico Contestuale) Le manifestazioni patologiche venivano viste come frutto di relazioni famigliari fra più livelli inter- generazionali
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Dagli anni 60 alla fine degli anni 70 New York: Ackerman aveva fondato il Family Institute, un secondo centro prese vita presso l’Albert Einstein College; un terzo fu il Wiltwyck School for boys dove Minuchin e altri lavorarono con giovani delinquenti e le loro famiglie (Family of the Slums) Filadelfia: Minuchin, con Montalvo e Rosman, poi raggiunti da Haley, iniziarono la supervisione in diretta, da qui nacque la Terapia Strutturale La struttura assunta dalla famiglia, attraverso i comportamenti dei suoi elementi era all’origine dei disturbi
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Speck, allievo del Centro di Filadelfia fu l’iniziatore della Terapia di Rete, intervento a breve termine che prevedeva almeno una volta la convocazione di tutta la famiglia estesa e della sua rete, per poi proseguire con parti di essa: la rete di relazioni di un soggetto, oltre la famiglia, come matrice di salute o malattia mentale
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Palo Alto: Watzlawick, Beavin, Jackson, elaborarono La Pragmatica della comunicazione umana (1967) che ordinava il discorso sul ruolo della comunicazione nelle relazioni Dopo il 1967 Watzlawick, Weakland, Fisch, Bodin costituirono il Brief Therapy Center del MRI e il modello di terapia breve, che si fondava sulle interazioni comunicative strategicamente rivolte a risolvere i problemi creati da comunicazioni creatrici di problemi Dal 1974 Sluzki affinò il concetto di doppio legame Le relazioni familiari non più causa del problema ma contesto di co-evoluzione
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LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA
Dall’opera di P. Watzlawick, J. H. Beavin e D. D. Jackson, “Pragmatica della comunicazione umana” (1967), possiamo trarre cenni sulle caratteristiche di ogni interazione tra persone, come quella che si realizza nella relazione psicoterapeutica. Tali regole della comunicazione sono state definite assiomi ed andiamo a descriverli per sommi capi 10
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LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA
1. Impossibilità di non comunicare. Se consideriamo la comunicazione come un comportamento occorre riconoscere che non esiste un non comportamento. Qualsiasi manifestazione umana è evidente ai nostri occhi, anche la più passiva ed indifferente. Ogni comportamento ci comunica quindi qualcosa, anche, all’estremo, la volontà di non comunicare. Anche tale atteggiamento dice qualcosa: la persona non vuole o non può comunicare e ciò ci influenza, perché di solito rispettiamo tale messaggio. Questo è quindi il primo assioma, che si può definire metacomunicativo: non si può non comunicare. 11
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LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA
2. Livelli comunicativi di contenuto e relazione. Ogni comunicazione riguarda un contenuto che viene trasmesso, ma anche una modalità di esprimerlo che evidenzia a chi lo riceve, ma anche a chi osserva, una relazione, un modo di considerare l’interlocutore della nostra comunicazione. Tale relazione classifica il contenuto, per cui costituisce un livello metacomunicativo. Accade cioè che uno stesso messaggio possa essere interpretato come pacifico o ironico od offensivo, a seconda della relazione che il parlante definisce o ha definito con l’ascoltatore. Il secondo assioma afferma che ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione, in modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicativo 12
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LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA
3. Punteggiatura della sequenza delle comunicazioni come organizzazione degli eventi interattivi e quindi della natura della relazione. In una sequenza interattiva tra due attori si susseguono in modo alternato uno stimolo, una risposta ed un rinforzo come reazione alla risposta, il quale diviene a sua volta uno stimolo che genera a sua volta una nuova risposta e così via. Si tratta di un’interazione nella quale risulta praticamente impossibile ricostruire una catena di causa ed effetto. La punteggiatura organizza quindi l’interazione in corso e lo fa in modi diversi a seconda delle culture o dei codici comportamentali e sociali. Il terzo assioma riporta dunque che la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze comunicative tra i partecipanti 13
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LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA
4. Comunicazione numerica e analogica; la prima ha una sintassi logica ed efficace per il contenuto ma non spiega il significato della relazione; la seconda possiede una semantica per la relazione, ma non ha una sintassi per definire in modo non ambiguo la natura dei contenuti. Coesistono e sono complementari in ogni comunicazione e agiscono in modo diverso: la comunicazione analogica è praticamente quella non verbale. Ha la caratteristica di non poter negare se stessa, di essere positiva e di esprimersi in “qualità” che si riferiscono ad un oggetto ma in modo impreciso. La comunicazione analogica è più arcaica rispetto a quella numerica ed è più adatta a comunicare le emozioni e le relazioni. Nella comunicazione analogica non è quindi facile mentire come succede in quella numerica in cui le parole possono riferirsi a contenuti falsi 14
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LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA
5. Interazione complementare e simmetrica; l’interazione complementare si basa sulla differenza di comportamento tra i partecipanti alla relazione; la relazione simmetrica prevede l'uguaglianza dei comportamenti tra i partecipanti e minimizza le differenze. La relazione complementare vede due diverse posizioni: una superiore o primaria e l’altra inferiore o secondaria (è quello che succede tra medico e paziente per esempio). La relazione simmetrica invece è formata da due interlocutori che sono sullo stesso livello (due medici con lo stesso ruolo per continuare l’esempio di prima). In ogni comunicazione gli scambi sono simmetrici o complementari (tra amici in un caso, tra padre e figlio in un altro) a seconda che siano fondati su di un’uguaglianza o su di una differenza 15
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Modello sistemico familiare e psicopatologia
Teoria dei sistemi, prima cibernetica, epistemologia: Bateson e il gruppo di Palo Alto La famiglia come sistema cibernetico, omeostasi, sistema governato da regole, es. il sintomo può essere funzionale a mantenere il sistema familiare unito in caso di possibilità di cambiamento vissute come minacciose Il membro sintomatico come delegato che regola l’omeostasi del sistema
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Modelli sistemico familiari e psicopatologia
Comunicazione e metacomunicazione nella famiglia, teoria dei tipi logici, analogico e digitale: l’uno “meta” rispetto all’altro La teoria del doppio legame: persona che lega, persona vittima, ingiunzione primaria negativa, ingiunzione secondaria che è in conflitto con la prima ad un livello più astratto e come la prima è rinforzata da segnali di minaccia
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Modelli sistemico familiari e psicopatologia
Ingiunzione terziaria negativa che proibisce alla vittima di abbandonare il campo La serie di elementi che si ripete nel tempo, non è più necessaria una volta che la vittima ha imparato a vedere il mondo in termini di doppio legame Critiche alla teoria: circolarità e non causa lineare, interazione triadica, altri correlati interattivi come alta intensità affettiva (alta E. E. o ipercoinvolgimento emotivo); difficoltà di provare la causalità del doppio legame Resta comunque un concetto fondamentale per la sistemica
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Modelli sistemico familiari e psicopatologia
Problemi: posizione di potere del terapeuta, causalità lineare o circolarità Dalla morfostasi alla morfogenesi: dalla retroazione negativa a quella positiva, l’amplificazione della deviazione attivata da eventi normativi e non Il cambiamento: 1° ordine (morfostasi) ritorno ad un equilibrio; 2° ordine (morfogenesi) evoluzione verso nuovi comportamenti, il secondo può avvenire a volte se avviene il primo Processo di relazioni e significati attribuiti o di variazioni casuali?
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Modelli sistemico familiari e psicopatologia
Diversi Modelli per diversi concetti di psicopatologia: Modello psicoanalitico Modello boweniano Modello strutturale Modelli strategici: terapia strategica, terapia breve MRI Modelli sistemici: Milano, Ackerman Institute Modelli epistemologici estetici e pragmatici
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Modello Sistemico di Milano e concezione della psicopatologia Coppia e famiglia a transazione schizofrenica: la simmetria coperta e il gioco che non può finire, la relazione non può essere definita è un modello appreso nella relazione con l’altro (apprendimento 2) e costruito nel linguaggio, regole di controllo della relazione verso cui c’è uno sforzo 21
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Evitare di rischiare il fallimento e stare nel paradosso saltando da una classe logica al membro della stessa (è il nostro sistema logico linguistico a portarci a questo) Risposte di non definizione: disconferma, che salva da paura alimentata da relazione hybris-simmetria che è frutto di un errore dettato dalla logica-linguistica lineare La disconferma è diversa dalla squalifica 22
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Paziente designato all’interno di un sistema più ampio che comunica in modo patogenico dove ognuno deve non essere ciò che è, per costringere qualcun altro a essere ciò che non è Gioco infinito di cambiare una definizione della relazione che non è definita e quindi impossibile decidere come cambiare, come impossibile decidere chi è più potente tra lo schizofrenico e coloro che possono cambiarlo al punto da sentirsi colpevoli se non ci riescono 23
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Gli stadi del processo psicotico: 1) stallo di coppia coniugale, 2) invischiamento del figlio nel gioco della coppia, 3) il comportamento inusitato del figlio, 4) il voltafaccia del presunto alleato, 5) l’esplosione del sintomo psicotico, 6) le strategie basate sul sintomo che concorrono a mantenere il gioco relazionale patologico, con la partecipazione del sistema fratria Il disturbo psicopatologico come comportamento all’interno di un sistema di relazioni complesso, con regole e con una evoluzione nel tempo 24
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
La psicopatologia nell’approccio sistemico non viene vista come succede nel tradizionale ambito medico psichiatrico, cioè come oggettiva rilevazione di caratteristiche patologiche nel comportamento di un paziente. Si parla di problemi non connotati come malattie quanto piuttosto di sintomi che hanno un loro significato, funzionale al sistema, anche adattivi secondo particolari condizioni psicologiche e relazionali dei componenti del sistema, secondo le fasi del ciclo vitale 25
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
I sintomi e i comportamenti stessi che li automantengono costituiscono i principi organizzativi del sistema: assicurano rituali, identità e specificità nei quali il sistema si riconosce e spiega la sua esistenza. Si evidenzia la funzione adattiva del sintomo e la sua comprensione è legata alla ricerca delle regole all’interno della logica del sistema 26
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Colui che esprime il comportamento sintomatico non è più solo un paziente ma piuttosto il paziente designato, che porta il disagio di un intero sistema. I sintomi vengono presi in considerazione all’interno di un contesto di retroazioni ricorsive che li auto mantengono: comportamenti comunicativi che tendono ad evitare il cambiamento, in una famiglia che tende a mantenere un proprio equilibrio omeostatico 27
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il sintomo può esprimere il tentativo di andare oltre lo status quo, in un’ottica morfogenetica. Può essere anche un’esperienza di crescita e di individuazione all’interno del sistema. Segnali di malessere utili, un sistema di allarme in un processo di evoluzione fatto di equilibri e squilibri costanti 28
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il sintomo patologico è collegato quindi ad una normalità del percorso di vita, implicando un circuito normalità/patologia più stretto e complementare. Non un normale disagio, ma una reazione adatta ad un sistema di relazioni abnorme che diventa disturbo per frequenza e intensità Per alcuni autori (Clark, Dell) tale risultato è legato a limiti troppo stretti imposti dal mito e dalla storia familiare alla quale i componenti fanno riferimento 29
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Questa premessa ha riflessi fondamentali sul concetto di diagnosi. La diagnosi di un funzionamento patologico della psiche e del comportamento non è un’osservazione oggettiva, ne tanto meno una proprietà del paziente, quanto piuttosto la descrizione da parte di un osservatore Tale descrizione ha dei significati che vengono letti dai pazienti e che hanno quindi conseguenze a loro volta significative 30
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Le critiche sistemiche al concetto di diagnosi sono diverse: etichetta senza tempo che blocca la realtà etichetta che sottolinea la patologia a scapito delle risorse uno strumento per separare l’osservatore dall’osservato una modalità per interrompere una conversazione, imponendo il controllo sul paziente un modo per imporre il punto di vista del terapeuta un modo per autodeterminare le proprie profezie un alibi quando non si trovano altre spiegazioni un modo per ricondurre ad una norma 31
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
L’osservatore che compie la diagnosi non può considerarsi separato dall’oggetto di osservazione, ma è associato , come dice Varela, con il funzionamento dell’unità in quanto componente che la co-determina. Si rifiuta una categorizzazione semplificata ed esterna 32
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
La diagnosi viene vista come un’ipotesi, non un assioma dal quale si parte. E’ necessario fare distinzioni per riconoscere differenze e capire. Tali distizioni riguardano le relazioni, temporalmente e storicamente definite, che includono la posizione dell’osservatore: diagnosi autoriflessive, relazionali e complesse. La diagnosi è conoscenza, si esplica in un’azione per cui è essa stessa intervento e l’intervento è compiuto da qualcuno che varia il suo comportamento, il che non lascia indifferente l’altro e la situazione che si crea 33
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Ugazio a proposito, riporta che una via privilegiata per comprendere l’organizzazione sistemica che abbiamo davanti è analizzare le relazioni tra sistema osservante e sistema osservato, il che comporta per l’equipe porsi in una posizione autoriflessiva. Il pattern di collegamento tra sistema terapeuta e sistema paziente e le aspettative verso la terapia permettono di ricostruire le dinamiche del sistema osservato e di formulare ipotesi per le indicazioni di trattamento 34
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Come tale l’ipotesi è soggetta a esami successivi, può essere arricchita o modificata, ma è la costruzione dell’osservatore nella relazione con l’osservato e non può tenere tutto sotto controllo In linea con quanto sostenuto da Bateson, troppa coscienza e controllo razionale possono bloccare il processo Si tratta di un sistema terapeutico in azione, non di un soggetto che registra delle caratteristiche o comportamenti su di un oggetto di osservazione sempre uguale a se stesso 35
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Si aggiunge che non è epistemologicamente corretto parlare di malfunzionamenti, perché si implicherebbe un modo ottimale di funzionare del sistema. Il concetto di patologia appartiene all’osservatore, mentre i sistemi si comportano in maniera coerente alla loro logica interna, alla loro organizzazione in rapporto con i loro contesti Il sintomo diviene una necessità del sistema emergente in un certo passaggio evolutivo. Tale sintomo può essere un disequilibrio per una logica interna al sistema, ma può essere un equilibratore per il contesto più allargato. 36
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Secondo l’ottica costruttivista, abbandonando il modello omeostatico per quello evolutivo, non si parla tanto di psicopatologia ma di problemi che organizzano il comportamento di un sistema, come dice Goolishian. Non si da’ una conoscenza oggettiva della patologia, anzi il tentativo di scoprirla contribuisce alla sua creazione 37
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Scopo della terapia non è correggere ciò che non funziona, ma reinnescare il flusso evolutivo del sistema. Un modo utile per iniziare a osservare il sistema può essere quello di chiedere chi vuole cominciare a parlare del problema Permette di prendere in considerazione i soggetti e le relazioni che sono coinvolti nel problema e che collaborano a mantenerlo 38
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Occorre distinguere i modelli di terapia sistemica che pongono ipotesi linearità tipo causa – effetto: sintomi visti come il risultato di alleanze invisibili, miti familiari che producono ruoli rigidi, di influenze generazionali e di carenze di differenziazione (primi modelli) Si tratta di descrizioni che riportano una logica lineare nel considerare problemi circolari e complessi 39
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il sintomo non è causato dalla organizzazione familiare. La scelta del sintomo può essere anche casuale, ma perché venga scelto e mantenuto deve colludere con le dinamiche del sistema in cui il paziente è immesso Ogni comportamento può essere definito desiderabile o indesiderabile socialmente e così vale anche per la psicopatologia 40
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il problema può essere addirittura mantenuto e rinforzato attraverso l’influenza del consenso sociale (magrezza) Un comportamento classificato come dannoso, nel momento in cui viene proibito, risalta il suo significato, come succede per la tossicodipendenza o l’alcolismo Quale struttura connette il mondo che ci rappresentiamo attraverso il linguaggio e come si connette con i pazienti e gli altri attori in gioco? Si tratta di nostre distinzioni e descrizioni più che di una oggettiva situazione esterna 41
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
D’altronde un certo grado di linearità non è eliminabile, se non altro per il livello logico e linguistico delle nostre descrizioni, che sono delimitate dalla loro forma Come tali vanno sempre distinte da quanto osservato (possiamo rappresentare e con questo ridurre i fenomeni, non possiamo riportarli così come li viviamo, anche con linguaggi analogici che sono più immediati). 42
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Una descrizione come quella presente in un’ipotesi è sempre una scelta, una punteggiatura operata dall’osservatore e conoscere vuol dire tener conto del come si conosce Con questo non si vuol dire di rinunciare ad avere visioni anche lineari dei problemi presentati, ma di essere consapevoli della loro parzialità e di utilizzarle come griglie non definitive e assolute 43
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Del resto considerare il sistema determinato dal problema può essere a sua volta limitativo e lineare. Quello che osserviamo avviene nell’interazione e in essa si succedono comportamenti diversi che prendono vita nella relazione stessa Tutte le ridondanze che osserviamo sono date dai nostri criteri di distinzione e dalle nostre categorie descrittive, costruzioni socialmente avallate. Non si rinuncia alla diagnosi differenziale, anzi è bene conoscere le griglie diagnostiche, ma considerandole un punto di vista possibile 44
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Nella ricostruzione di una situazione problematica, dalla visione concentrata sul paziente si passa alla osservazione delle relazioni familiari, per analizzare poi la danza delle definizioni reciproche che mantiene il problema Il passo successivo è quello di considerare anche noi terapeuti come partecipanti alla definizione del problema e al suo tentativo di soluzione che può contribuire a mantenerlo e quindi continuare con l’autoriflessione sui nostri criteri per tentare altre ipotesi 45
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Osserviamo il problema e il tipo di configurazione che assume il sistema nelle sue interazioni e nelle descrizioni che i suoi componenti ne fanno. La prospettiva sistemica enfatizza l’essere autonomi e attivi dei sistemi, con aspetti adattivi ed evolutivi Aspetti che evolvono nel tempo, anzi co-evolvono nella relazione con i contesti. Aspetti di tipo biologico, psicologico, sociale che sono ormai accettati comunemente nell’ambito delle scienze psicologiche e dei servizi sanitari 46
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Le sindromi psicopatologiche secondo la prospettiva sistemica e dei processi relazionali Osserviamo i significati che emergono dalle descrizioni dei pazienti e da quelle dei terapeuti Le descrizioni dei sistemi pazienti si costruiscono nel tempo sulla base di esperienze che si compiono in un contesto di apprendimento, che primariamente è quello familiare 47
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il sintomo, con il significato che si porta dietro, emerge da contesti interattivi che si ripetono, ma può essere scelto anche su basi casuali, in qualche maniera comunque legato al disagio attraversato 48
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
I contesti di apprendimento permettono alla persona di costruirsi un significato, una spiegazione che può essere plausibile o utile per il soggetto che la opera (apprendimento 2) La relazione che si crea nel tempo e in diverse situazioni ambientali, con se stessi e con il mondo esterno, è unica come esperienza e come descrizione che l’individuo si costruisce 49
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Non si parla quindi di comportamenti criterio che ci danno informazioni sulla presenza o meno di patologia, ma di modalità di relazione ed esperienza Tali modalità coesistono in contesti interattivi in cui ogni persona si spiega ciò che vive in un certo modo, tale da influenzare i suoi comportamenti, con un significato adattivo e/o evolutivo rispetto a quanto vissuto Seguono cenni di descrizioni sistemiche e processuali- relazionali di alcuni disturbi più diffusi 50
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Disturbi alimentari psicogeni Il modello sistemico di Milano alla fine degli anni 80, ha elaborato una prima ipotesi di processo a sei stadi nel gioco delle relazioni familiari, nello sviluppo di disturbi alimentari gravi: come nelle psicosi, dallo stallo di coppia al mantenimento dell’omeostasi Il contesto sociale e culturale concorre a creare le condizioni di significatività dell’idea di cibo abbondante, della magrezza come desiderio, del benessere dei figli al centro, della dipendenza dai genitori per realizzarlo 51
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
In un’ottica sistemica e processuale si nota un comportamento sintomatico con marcata tendenza ad alterare il peso corporeo ad ogni variazione emotiva di rilievo La comunicazione emotiva è imprecisa e vaga, indefinita, come anche la sessualità ed il rapporto con le sensazioni corporee Spesso è il corpo a parlare per chi soffre di questi disturbi 52
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Nelle relazioni familiari si osserva oscillazione tra iperprotettività e indifferenza che si traduce in ambiguità tra attaccamento e distacco affettivo Il desiderio di coinvolgimento, il bisogno di essere approvati nelle relazioni è contraddetto dalla paura dell’abbandono, della critica Vi è il timore di deludere e di rimanere delusi, per cui si ricerca una perfezione impossibile e si fugge il rischio di non valere niente 53
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il sistema familiare e relazionale è caratterizzato da relazioni di protezione e di distacco contraddittorie tra loro, che partecipano al vissuto di non definizione e confusione tra: desiderio di protezione e timore della solitudine da una parte e capacità di autoaffermazione e autonomia dall’altra Ne emerge un’oscillazione tra desiderio di approvazione/perfezione/vicinanza affettiva e paura della critica e del rifiuto/delusione e timore di deludere Tale oscillazione si esprime attraverso alterate percezioni delle sensazioni interne del corpo che sono confuse: fame, fatica, termoregolazione 54
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Fobie Inizialmente sono stati descritti due modelli nelle coppie con fobici: il primo con rigida complementarietà, con il paziente in posizione one-down; il secondo con il paziente in posizione one-up, iperattivo e fuggitivo Sono distinte in due tipi: la prima è definita agorafobia (bisogno di iperprotezione) e la seconda claustrofobia (bisogno di libertà). In realtà vengono riportati spesso casi misti rispetto a queste due polarità. 55
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
I significati di perdita di protezione e di perdita di libertà/indipendenza sembrano centrali nella percezione dell’esperienza del paziente, che risponde con paura e ansia Attaccamento protettivo ed esplorazione indipendente sono vissuti come inconciliabili: l’uno esclude l’altro allo stesso tempo, rinunciare alla presenza dell’altro è libertà, ma anche solitudine di fronte ai pericoli, mentre rinunciare ad essere liberi in cambio di protezione diviene soffocante Il conflitto fondamentale è tra il sé e la relazione con l’adulto, vissuti come reciprocamente escludentisi 56
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Disturbo ossessivo compulsivo I significati in conflitto sono “buono” vs “cattivo”. Dal punto di vista emotivo si osserva alternanza tra la paura e la rabbia. Se prevale la prima si ha uno sviluppo più depressivo, se prevale la seconda è più paranoideo. Si osserva l’incapacità di tollerare l’espressione diretta di ostilità in sé e negli altri. I genitori sono spesso essi stessi ossessivi, non tollerano l’espressione di ostilità. 57
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il problema fondamentale è di evitare l’impatto di sé sugli altri e viceversa, cosa temuta per le sue implicazioni nell’interazione e in definitiva per la scarsa stima di sé, cercando mantenere l’innocenza mediante i processi cognitivi. L’affetto erompe internamente in un’implosione affettiva che impedisce ai processi cognitivi di elaborare le esperienze emotive che potrebbero minacciare l’autostima. Tali processi cognitivi vengono usati per mantenere integro il sé nel rapporto con l’altro escludendo la parte emotiva 58
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Depressione Gli studi sulla depressione si sono concentrati primariamente sulle coppie in cui era presente un depresso Diverse ricerche hanno riscontrato una maggior presenza di depressi nelle coppie sposate, con un partner non depresso che aumenta la sua autostima. In queste coppie sembra esserci una forte complementarietà. 59
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Forme comunicative frequenti sono la squalifica ed il paradosso, che nelle famiglie con paziente depresso assumono forme particolari. Con la squalifica si riduce o si annulla l’atto comunicativo precedente La squalifica si osserva anche nella famiglia dello schizofrenico ma è incongruente e contemporanea con diversi canali comunicativi La squalifica del depresso è invece sequenziale, cioè due affermazioni contenute nella stessa interazione che si contraddicono apertamente (senza ambiguità) 60
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Entrambi i coniugi sembrano utilizzarla per auto squalificarsi e squalificare l’altro, anche se con modalità differenti I messaggi paradossali vedono il partner del depresso invitare lo stesso a prendere iniziative, per cui è in una situazione indecidibile (prende iniziative solo se non le prende, non prende iniziative solo se le prende). Il depresso non si limita a ricevere il messaggio ma risponde mantenendo la situazione: “dimmi tu cosa devo fare” 61
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Psicosomatica La malattia è intesa come comunicazione del corpo all’interno di un contesto interattivo di apprendimento nel quale appare bloccata la verbalizzazione delle emozioni Il conflitto non può essere detto, c’è una costrizione della funzionalità emozionale 62
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Caratteristiche delle relazioni: invischiamento, iperprotettività, rigidità, resistenza al cambiamento, soglia molto bassa di tolleranza del conflitto, evitamento, raccolti nei sintomi del paziente designato C’è un fattore biologico facilitante 63
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Isteria La disfunzione si manifesta a livello fisico ma la struttura sottostante è psichica Il rapporto fra le due strutture, fisica e psichica è l’oggetto di osservazione Bateson e Jackson la definiscono come un errore di ritraduzione dal messaggio numerico a quello analogico, un ritorno all’analogico: in altre parole il pensiero ritraduce in termini analogici i suoi contenuti e ciò può comportare degli errori che danno origine alla sintomatologia fisica 64
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Il linguaggio numerico ha una sintassi logica efficace ma manca di una semantica Il linguaggio analogico, arcaico e primario nell’uomo, ha la semantica ma non dispone di una sintassi adeguata, il messaggio rimane ambiguo senza una specificazione contestuale, per cui occorre una traduzione dall’uno all’altro E’ stato ipotizzato che i disturbi alimentari possano essere una forma attuale di isteria 65
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Tratti personali dissociati, ma non frammentati come nella schizofrenia, sono considerati caratteristici dell’isteria, secondo varie forme ed intensità In alcuni casi si parla anche di personalità multiple Le emozioni, come negli stati ipnoidi, possono bloccare le associazioni mentali e formare una parte psichica separata carica di affettività, come nello sdoppiamento di personalità 66
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Dipendenze Patologiche Primi studiosi in questo campo: Minuchin e Haley Minuchin: modello di lettura della devianza in famiglie svantaggiate Haley: processo di distacco dalla famiglia non riuscito 67
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Con Minuchin si sono fatte alcune ipotesi sulla famiglia del tossicodipendente: disimpegnate oppure eccessivamente invischiate Altre ipotesi parlavano di funzionalità del sintomo all’interno del conflitto della coppia genitoriale, caratterizzata da perifericità del padre e centralità della madre 68
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Alcune caratteristiche: Alto grado di conflittualità nei rapporti interpersonali Madri iperprotettive ed indulgenti Padri deboli e passivi, freddi e ostili Tossicodipendenti come soggetti che non sono riusciti ad integrare la loro crisi adolescenziale 69
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Genitori con l’abitudine ad abusare di alcol e di farmaci Stanton e Todd hanno condotto molte ricerche sulla struttura familiare del tossicodipendente: Il paziente designato è strettamente coinvolto con il genitore del sesso opposto, mentre c’è una frattura conflittuale con quello dello stesso sesso e fra i due genitori 70
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PSICOPATOLOGIA GENERALE SISTEMICA
Diversamente dalle famiglie a transazione schizofrenica, i conflitti e le alleanze sono dichiarati e agiti apertamente I comportamenti sintomatici costituiscono una pseudo- individuazione, creando una mediazione tra autonomia e dipendenza con la famiglia di origine Contribuisce all’illusione di individuazione il comportamento competente nella sottocultura del tossicodipendente 71
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Dalle ricerche emerge che la tossicodipendenza costituisce un disturbo non specifico, che si mette a disposizione dei conflitti interpersonali e/o intrapsichici più diversi L’uso delle sostanze, sul piano motivazionale, può essere considerato come un tentativo di autoterapia 72
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La famiglia del borderline L'esperienza nella famiglia di origine sembra caratterizzata da una relazione nella quale la separazione viene vista come una minaccia alla quale i genitori rispondono con un aumento della protezione o punendo i tentativi di essere indipendente. Se il bambino si mostra dipendente viene al contrario premiato Si parla di stile di vita sado-masochistico nel quale il soggetto si difende da un esperienza che non integra oggetti buoni e cattivi, in un ruolo forzato dove impara a proteggere i genitori dalle loro ansie, apprendendo un modello di comportamento passivo-aggressivo, che reprime le emozioni salvo esplodere negli acting out 73
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Il paziente borderline è terrorizzato dall'idea che coltiva di abbandonare il suo ruolo ed è perseguitato dai sensi di colpa ogni volta che ci prova Si forma un'immagine negativa di sé con atteggiamenti critici verso se stesso ed auto-distruttivi, che sono così insopportabili da essere negati. La negazione è uno dei meccanismi principali che persiste a lungo e che ostacola la costruzione di una relazione di fiducia con se stesso e con gli altri 74
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Schizofrenia Riferimenti: 1) teoria del doppio legame (Bateson e al.); 2) disconferma del sé; 3) pseudo reciprocità (Wynne); 4) complementarietà dei bisogni patologici (Bozsormenyi-Nagy); 5) bassa differenziazione del sé lungo almeno tre generazioni (Bowen); 6) divorzio emotivo tra una madre dominatrice e un padre inadeguato (dove la coppia non c'è e i genitori stanno in rapporto con i figli) (Whitaker e al.) Haley parlava di tentativo di controllare la relazione senza assumersene la responsabilità Selvini Palazzoli e colleghi parlavano di hibris simmetrica e evitamento della definizione della relazione nei membri coinvolti dal gioco psicotico, descrivendo un processo di costruzione a sei stadi del disturbo all’interno del gioco relazionale familiare 75
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Bibliografia Gurman A. S., Kniskern D. P., (1991) Manuale di terapia della famiglia, Boringhieri 1995, Torino Malagoli Togliatti M., Telfener U., (1991) Dall'individuo al sistema, Boringhieri, Torino Selvini Palazzoli M., Boscolo L., Cecchin G., Prata G., (1975) Paradosso e controparadosso, Feltrinelli, Milano Selvini Palazzoli M., Cirillo S., Selvini M., Sorrentino A. M.,(1988) I giochi psicotici nella famiglia, R. Cortina, Milano Telfener U., (2011) Apprendere i contesti, R. Cortina, Milano Watzlawick P., Beavin J. H., Jackson D. D. (1967) La pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio (1971), Roma 76
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Grazie 77
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