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La pratica della Mediazione familiare
Prof.ssa Ritagrazia Ardone
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Mediazione familiare :
La mediazione familiare è un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione, al divorzio o alla rottura della coppia a qualsiasi titolo costituita. E’ un percorso rivolto a promuovere e sostenere la genitorialità favorendo la ripresa del dialogo e la ricerca di accordi condivisi. Essa si propone di offrire un intervento finalizzato a riaprire o facilitare il dialogo fra genitori perché possano giungere ad elaborare in prima persona accordi di separazione soddisfacenti per se stessi e per i loro figli, con l’aiuto di un terzo neutrale, il mediatore familiare.
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Gli obiettivi della mediazione familiare
Favorire la riapertura dei canali comunicativi tra i genitori per portare avanti un progetto educativo condiviso per una comune responsabilità genitoriale Favorire la continuità dei legami genitoriali Favorire l’assunzione di responsabilità condivisa nelle decisioni da prendere verso i figli, valorizzando la competenza e l’esercizio unitario della genitorialità in un clima di responsabilità comune Stabilire un equilibrio tra diritti/ doveri dei genitori verso i figli
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Prerequisiti della mediazione
Partecipazione consapevole e volontaria dei genitori; Autodeterminazione: gli accordi e le decisioni vengono presi dalla coppia genitoriale, è quindi indispensabile la presenza congiunta dei due genitori
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Le caratteristiche della M.F.
Acquisizione di competenze (la coppia apprende a negoziare e acquisisce un metodo da utilizzare nel tempo); Durata limitata nel tempo(8/12 sedute); Clima di fiducia ( dialogo e rispetto); Garanzia di riservatezza rispetto al contenuto e all’esito del percorso (segreto professionale)
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Ostacoli alla mediabilità
Situazioni in cui vi siano stati episodi di violenza o maltrattamento; Le situazioni in cui vi siano denunce penali in atto perseguibili d’ufficio; Situazioni d’abuso nei confronti dei figli; Presenza di patologie e/o dipendenze in uno o entrambi i genitori, che inficino l’esercizio della genitorialità; Situazioni in cui sia in corso una consulenza tecnica d’ufficio.
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Mediazione e promozione della genitorialità
Obiettivi: Aprire canali di comunicazione tra i genitori Attivare le risorse presenti nella coppia genitoriale Incentivare la collaborazione Facilitare l’elaborazione dell’ostilità Sviluppare la fiducia e il rispetto Accogliere la sofferenza e il disagio
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Efficacia della mediazione
Prevenzione:quando la mediazione agisce prima che il contenzioso giunga in sede giudiziaria e/o produca eccessiva sofferenza familiare Riduzione del danno: quando la mediazione interviene nei casi giudiziari o nelle situazioni in cui è presente una cronicizzazione del conflitto con disagi manifesti nei figli
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Caratteristiche distintive della mediazione
La mediazione è un processo relazionale che modifica dinamicamente i rapporti conflittuali; La mediazione è diversa da una scuola del buon genitore (informativa, indicativa o prescrittiva); La mediazione è diversa da una terapia; La mediazione è diversa da una CTU.
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Mediazione e promozione della genitorialità
Creare un clima di imparzialità Creare un clima di confidenzialità Sostenere le competenze genitoriali Favorire un dialogo concreto Avviare i negoziati utili a stabilire accordi durevoli e soddisfacenti per entrambi
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Caratteristiche del percorso
un primo colloquio informativo con la coppia o con i singoli genitori per chiarire gli obiettivi una fase di valutazione degli ostacoli e delle risorse da cui emerge che: i genitori possono iniziare subito il percorso i genitori possono avvalersi di un altro tipo di intervento a loro più idoneo i genitori possono avviare una fase di premediazione per favorire il loro orientamento motivazionale verso la mediazione
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Fasi del percorso di mediazione
Contratto: disponibilità, impegno genitoriale e condivisione delle finalità della mediazione (numero di incontri- setting- modalità del percorso- regole di conduzione del mediatore e regole di comportamento in seduta) Obiettivi dei genitori da raggiungere Negoziati per la formulazione degli accordi Sperimentazione in itinere degli accordi raggiunti Verifica degli accordi Follow-up a sei mesi e a un anno dal termine
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La ritualità caratterizza il setting della mediazione
Solo in un tempo scandito da fasi può svolgersi un processo di cambiamento nelle relazioni genitoriali La ritualità caratterizza il setting della mediazione Lo scenario è definito attorno al patto genitoriale attraverso il quale i genitori assumono l’impegno a collaborare
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Strategie del processo mediativo
Prospettiva temporale centrata sul futuro Equivicinanza del mediatore Focalizzazione sui bisogni del figlio Esplorazione delle soluzioni creative Attivazione delle risorse e capacità di coping Rinuncia alla delega e responsabilizzazione Valorizzazione delle differenze
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Il Mediatore Familiare (secondo la definizione S. I. Me. F
Il Mediatore Familiare (secondo la definizione S.I.Me.F. nel percorso di formazione biennale dell’Istituto di Ricerca e Formazione in Mediazione Familiare - I.R.Me.F. di Roma) Il Mediatore Familiare è un professionista qualificato che si adopera, quale figura terza, affinchè i genitori nella fase di riorganizzazione delle relazioni familiari a seguito della cessazione del rapporto di coppia,raggiungano in prima persona accordi direttamente negoziati, rispetto a bisogni e interessi da loro stessi definiti, con particolare attenzione ai propri figli e al fine del mantenimento della comune responsabilità genitoriale.
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Funzione del mediatore
E’ attento alla storia e ai legami delle persone E’attento a ristabilire la fiducia nei legami Sollecita processi di riconoscimento tra le parti E’ un catalizzatore delle risorse e promuove le competenze dei genitori e la loro autostima Focalizza l’attenzione e il dialogo sui figli Sostiene lo scambio comunicativo efficace Delimita l’ampiezza degli scambi distruttivi
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L’expertise del mediatore familiare si coniuga attraverso competenze specifiche di gestione relazionale, che rendono il mediatore particolarmente idoneo a: Promuovere il dialogo tra le parti Creare un clima di fiducia Dare significato alla crisi Valorizzare i bisogni dei figli Promuovere il benessere Prevenire i rischi Rispetto agli adulti Rispetto ai minori - Favorire continuità dei legami - Attivare le risorse - Aprire prospettive sul futuro - Capitalizzare risorse comuni
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Il mediatore ha l’obiettivo di riaprire la comunicazione fra le parti
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deontologia e terzietà
Il mediatore: deontologia e terzietà Segreto professionale; Capacità di accogliere le difficoltà; Clima di confidenzialità; Setting strutturato; Capacità di self monitoring.
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I COMPITI DEL MEDIATORE:
- TERZO NEUTRALE - CATALIZZA RISORSE E DECISIONI - VALORIZZA L’AUTONOMIA DEI SOGGETTI - RIMANDA LA SOLUZIONE ALLE PARTI PRESERVA L’EQUILIBRIO DI POTERE FACILITA I CANALI COMUNICATIVI NELLA COPPIA INCENTIVA NUOVE RISORSE - FACILITA L’ESPRESSIONE DEI SENTIMENTI - FORNISCE SOSTEGNO EMOTIVO - FA PRENDERE COSCIENZA DELLE RISORSE DELLE OPZIONI - INDIRIZZA VERSO NUOVE RISORSE
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Compiti comunicativi del mediatore
Aprire gli incontri chiarendone gli scopi. Mantenere la discussione entro l’argomento principale, controllando le eventuali “divagazioni”. Regolare la discussione in modo che eviti spunti polemici e che sia condotta in modo chiaro per tutti. Riassumere l’andamento della discussione. Concludere l’incontro sintetizzando il percorso fatto ed indicando quello da fare.
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Caratteristiche umane del mediatore
Flessibilità il mediatore sa adattarsi alle variazioni impreviste o a interlocutori incostanti. Non gli fa perdere di vista il rigore su valori o regole, ma gli consente di analizzare rapidamente le situazione. Umiltà necessaria per accostarsi alle persone senza pretendere di sapere già tutto, ma apprendendo dagli altri gli elementi del problema. Pazienza sa attendere il momento giusto. Autorevolezza si pone come un interlocutore valido ma non autoritario né direttivo.
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Dotato senso dell’umorismo Rigore morale, ma non rigidità
Ubiquo/empatico sa mettersi nei panni degli altri pur restando al proprio posto. Dotato senso dell’umorismo Rigore morale, ma non rigidità Rispetto delle “regole del gioco” condivise con le parti. Convinto che si possono trovare soluzioni ai problemi
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Caratteristiche cognitive
Conoscenza approfondita del contesto all’interno del quale lavora Realismo per leggere le situazioni nella loro reale complessità Visione globale della situazione per non perdere di vista l’obiettivo Astensione dal giudizio e consapevolezza delle proprie ideologie
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