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Abramo L’amico di dio
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Preghiera LETTERA AD UN AMICO Carissimo amico, Ti scrivo per dire quanto io ci tenga a te. Prima di tutto desidero che la nostra comunione diventi sempre piú grande. Poi desidero che tu mi conosca meglio. Infatti, quando ti sei svegliato stamattina, io mi sono manifestato con un brillante sorgere del Sole attraverso la tua finestra, sperando di attirare la tua attenzione. Ma tu non ti sei accorto di me. Piú tardi, mentre camminavi con i tuoi amici, ti ho avvolto in una calda luce solare e ho profumato l’aria con l’odore di molti fiori. Ancora una volta non ti sei accorto di me. Allora mi sono presentato in un temporale e in una pioggia ristoratrice, dipingendo un bellissimo arcobaleno. Ma tu non l’hai nemmeno guardato. Questa notte ho inviato un raggio di luna sul tuo viso e ho fatto scendere una brezza fresca per rinfrescarti. Ma tu eri troppo stanco per scorgermi. Mentre tu dormivi, io vigilavo su di te, prendendo parte ai tuoi pensieri, e guidavo il tuo sereno respiro. Ma tu hai ignorato la mia presenza. Quando sarai disposto, spero che tornerai a rivolgermi la tua parola; allora saprai che sono stato sempre accanto a te. Ti aspetto, il tuo amico Gesú.
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La storia di Abramo La storia di Abramo viene raccontata nel libro della Genesi. Abram vive nel nord della Mesopotamia con la moglie Sarai. Un giorno Dio parla ad Abram e gli chiede di lasciare la sua terra con la moglie, promettendogli in cambio una discendenza numerosa, nonostante la sterilità di Sarai, e un territorio per la sua discendenza. Abram accetta e Dio li guida nella terra di Canaan (la Palestina), a Sichem. Lí assegna a loro due nuovi nomi: Abramo e Sara. Presto i due hanno un figlio, Isacco. Dio, peró, quando Isacco diventa un ragazzo, chiede ad Abramo di sacrificarlo. Abramo, anche se a malincuore, accetta, ma,nel momento in cui sta per uccidere il figlio, un angelo ferma la sua mano, salvando la vita di Isacco. Dio garantisce quindi ad Abramo e alla sua famiglia una vita serena.
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Dio chiama Abramo DAL LIBRO DELLA GENESI Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan.
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DOMANDE Cosa ne pensi della decisione di Abramo? Avresti avuto lo stesso coraggio di Abramo? Saresti partito? Abramo fa una scelta che lo fa diventare amico di Dio. Cosa vuol dire essere amico di Dio nella vita di tutti i giorni?
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Il sacrificio di Isacco
DAL LIBRO DELLA GENESI Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. l terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme; così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio».
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DOMANDE Ancora una volta Abramo dà prova della sua amicizia a Dio. Qual è la caratteristica/ qualità piú importante di questa amicizia? Quali sono le cose che rendono un’amicizia vera? Quando, invece, l’amicizia tra due persone non si puó definire vera amicizia? Hai mai avuto degli amici che ti hanno deluso? E amici veri, dai quali non ti vorresti mai separare?
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