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PubblicatoEvangelina Andreoli Modificato 6 anni fa
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E U R O PA Intervento di Davide Bonagurio
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Indice 1. La crisi ha vanificato i progressi a lungo termine 2. L’Europa deve reagire per evitare il declino 3. Il nostro margine di manovra è limitato 4. Dobbiamo imparare dall’esperienza e guardare al futuro 5. Che Europa vogliamo nel 2020? 6. Uscire dalla crisi e avviare una ripresa duratura 7. Tre priorità per la crescita sostenibile e l’occupazione
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La crisi ha vanificato i progressi
Crescita del PIL: -4% nel 2009, il peggior risultato dagli anni ‘30 Produzione industriale: -20% a causa della crisi, ritorno al livello degli anni ‘90 Dati sulla disoccupazione: – 23 milioni di disoccupati – 7 milioni di disoccupati in più in 20 mesi – tasso di disoccupazione previsto al 10,3% nel (ritorno al livello degli anni ‘90) – disoccupazione giovanile superiore al 21%
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La crescita dell’Europa è stata messa a dura prova
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La disoccupazione è aumentata
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L’Europa deve reagire per evitare il declino
Il nostro potenziale di crescita è stato dimezzato dalla crisi: se non interveniamo, il decennio si concluderà con una crescita economica molto bassa L’invecchiamento della popolazione accelera: la popolazione in età lavorativa diminuirà di circa 2 milioni di persone entro il 2020 e il numero di ultrasessantenni aumenta a una velocità doppia rispetto a prima del 2007 La produttività rallenta: due terzi del nostro divario di reddito con gli Stati Uniti sono dovuti alla bassa produttività
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Il nostro margine di manovra è limitato
I conti pubblici hanno subito pesantissime ripercussioni: deficit pari al 7% del PIL in media e indebitamento superiore all’80%; in soli 2 anni sono stati vanificati 20 anni di risanamento Il nostro sistema finanziario ha ancora bisogno di misure correttive: la ridotta disponibilità di prestiti bancari continua a frenare la ripresa La concorrenza mondiale è accanita: la quota UE delle esportazioni mondiali sta diminuendo rispetto a Cina e India
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La concorrenza mondiale è accanita
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Dobbiamo imparare dall’esperienza
Le nostre economie sono interdipendenti: il 70% delle componenti di ciascuna auto prodotta nell’UE proviene da altri Stati membri; nel complesso, per ogni euro di crescita in uno Stato membro, circa 200 euro vanno ad altri Stati membri attraverso gli scambi intra-UE La crisi ha dimostrato l’importanza del coordinamento, che è ancora più cruciale per la ripresa: le decisioni prese in uno Stato membro hanno conseguenze negli altri L'UE crea valore aggiunto: dobbiamo sfruttare i nostri punti di forza (il mercato interno, l'euro) e la nostra capacità di leadership all'interno del G20
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Gli scambi intra-UE sono elevati e in crescita
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I nostri destini sono indissociabili
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Che Europa vogliamo nel 2020?
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Uscire dalla crisi e avviare una ripresa duratura
Uscire dalla crisi significa entrare in un’economia diversa: non torneremo alla situazione precedente alla crisi Dobbiamo affrontare le sfide a lungo termine –globalizzazione, pressione sulle risorse, invecchiamento, tendenze tecnologiche – e sfruttare appieno le nostre potenzialità Il 2020 inizia oggi: i nostri sforzi di ripresa devono creare le condizioni per la crescita sostenibile e il risanamento di bilancio
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L’azione comune a livello di UE paga
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Tre priorità per la crescita sostenibile e l’occupazione
Una crescita basata sulla conoscenza e sull’innovazione – Innovazione – Istruzione – Società digitale Una società inclusiva con alti tassi di occupazione – Occupazione – Competenze – Lotta alla povertà Crescita verde: un’economia competitiva e sostenibile – Lotta al cambiamento climatico – Energia pulita ed efficiente – Competitività
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Una crescita basata sulla conoscenza e sull’innovazione
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Una società inclusiva con alti tassi di occupazione
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Crescita verde: un’economia competitiva e sostenibile
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“A strategy for smart, sustainable and inclusive growth” COM(2010)2020
Dal 2020: 75 % tasso di occupazione (% della popolazione di età compresa tra I anni); 3% di investimento in ricerca e sviluppo (% del PIL UE); “20/20/20” clima/energia targets conseguiti (incl. 30% di riduzione delle emissioni); < 10% di abbandoni scolastici & min. 40% diplomati della scuola media superiore; Meno di 20 milioni di persone a rischio di povertà
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