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LA SCELTA DEMOCRATICA e IL DISCERNIMENTO ASSOCIATIVO

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Presentazione sul tema: "LA SCELTA DEMOCRATICA e IL DISCERNIMENTO ASSOCIATIVO"— Transcript della presentazione:

1 LA SCELTA DEMOCRATICA e IL DISCERNIMENTO ASSOCIATIVO

2 Scelta • Indicazione o attuazione della propria preferenza per qualcuno o qualcosa dopo una selezione, una valutazione delle altre possibilità disponibili • Libero atto di volontà per cui, tra due o più offerte, proposte, possibilità o disponibilità, si manifesta o dichiara di preferirne una (in qualche caso anche più di una), ritenendola migliore, più adatta o conveniente delle altre, in base a criterî oggettivi oppure personali di giudizio, talora anche dietro la spinta di impulsi momentanei, che comunque implicano sempre una decisione (Treccani)

3 Discernimento • Capacità di valutare i termini di una questione, i caratteri di una situazione, così da poter operare scelte corrette, oculate. • La facoltà e l’esercizio del discernere, cioè del distinguere il bene e il male, e per estens. giudizio, criterio.

4 Democrazia • forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione, su base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico

5 Associazione • Unione di più persone che si propongono di perseguire uno scopo comune

6 Scelta - Democrazia (possibilità umana) Discernimento - Associazione (criteri di valutazione)

7 Da «conoscersi decidersi giocarsi» del Card. Marini
Il Nuovo Testamento presenta appunto la struttura del discernimento come un distinguere tra ciò che è bene e ciò che non lo è, tra ciò che Dio vuole e ciò che non vuole. «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono a lui gradito e perfetto». Rom 12,2 L’oggetto del discernimento è il piacere a Dio, è quello che lui vuole, ama, quello che è perfetto in quanto ci rende simili al Padre. Possiamo capirlo dall’espressione di Paolo “rinnovando la mente”; il termine usato nel testo greco è dokimàzein, che indica lo sforzo, il tentativo di imparare sondando o saggiando, mediante esperimenti, la genuinità di qualche cosa. Il verbo ha lo stesso significato nel linguaggio profano, per esempio nel racconto di Luca sulla scelta degli invitati, dove un tale rifiuta l’invito a cena dicendo: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli (dokimàsai)” per capire se sono adatti all’aratro, se vanno bene (cf. Lc14,19).

8 Da «il discernimento» di M. Rupnik • Il Discernimento
È un’arte attraverso la quale il cristiano giunge ad assaporare e sperimentare in pienezza la redenzione come amore personale di Cristo. Come arte di seguire Cristo, sia nelle grandi scelte di vita, di lavoro, che nelle piccole opzioni del quotidiano Consiste nello smascherare le illusioni e nell’orientarci al realismo e all’oggettività di Cristo, nostro Signore e Salvatore Porta ad una maturità ecclesiale, ad una fedeltà provata. Il discernimento non è una tecnica per risolvere i problemi della vita spirituale, ma una realtà collocata tra uomo e Dio.

9 In “Sentieri di speranza”
tra gli obiettivi formativi sono indicati: Interiorità la fraternità la responsabilità l’ecclesialità

10 l’Interiorità è contrassegnata da dei “stili interiori”: Conversione continua, Sana inquietudine e Discernimento. Si tratta di maturare l’attitudine a leggere le situazioni alla luce della fede, con la capacità di sapersi interrogare sul senso di quanto accade in noi e intorno a noi. (Sentieri di speranza, pag. 212).

11 discernimento comunitario
Circa il metodo di attuazione della vita associativa è indicato il discernimento comunitario: • essere e fare laboratorio • la lettura sapienziale della realtà • la riflessione teologica

12 La vita associativa La vita associativa si configura come
un’occasione formativa unica nel suo genere che consiste nel condividere e camminare insieme a tante persone. Essa è allora uno dei luoghi di formazione privilegiati e distintivi dell’apostolato dell’ Azione Cattolica. La vita associativa rappresenta un fondamentale luogo la cui valenza formativa va ulteriormente sottolineata con riferimento a tutti i livelli (nazionale e diocesano), e ai diversi momenti anche istituzionali (assemblea, consigli), importanti per l’esercizio del discernimento e della corresponsabilità Continua..

13 La vita associativa Valorizzare queste occasioni significa
far sperimentare il senso del “camminare insieme”, condividendo lo stesso stile, all’interno della Chiesa e rafforzare la qualità della proposta formativa. Le diverse esperienze risultano formative nella misura in cui vengono curati i rapporti tra le persone e la crescita di una mentalità di servizio, la condivisione nell’amicizia, al di là degli aspetti meramente operativi e funzionali.

14 Da “La vocazione all’AC”
card. Ballestrero, pag. 18 • È necessario liberare la nostra nozione di Chiesa, la nostra fede nella Chiesa da ogni angelismo, da ogni disincarnazione e da ogni perfezionismo nello stesso tempo. La Chiesa è santa e non è santa perché la facciamo santa noi con la nostra santità, ma è santa perché la santità di Cristo dilaga in noi nella misura in cui la lasciamo dilagare. Continua…

15 Da “La vocazione all’AC”
card. Ballestrero, pag. 18 Dobbiamo accettare, dobbiamo vivere l’esperienza della Chiesa, nella sua realtà di incarnazione, in cui c’è posto per le esperienze beatificanti e trasfiguranti, ma c’è anche posto per delle esperienze dolorose e faticose, proprio questa è la Chiesa. E l’Azione Cattolica vivendo dal di dentro il mistero della Chiesa, è con la Chiesa in un rapporto di particolare intimità, fa propria l’esperienza della Chiesa, così com’è, così come secondo i nostri piani dovrebbe essere.

16 Da “La vocazione all’AC”
card. Ballestrero, pag. 28 l’A. C. è un’associazione di Chiesa, è un’associazione ecclesiale che vive la comunione ecclesiale. La vive credendola, la vive sperandola, la vive cercardola. La dimensione di fede e la sacra mentalità della comunione ecclesiale è il contenuto specifico dell’associazionismo di A.C., il cui impegno di vita è proprio realizzare la comunione. Come?

17 Da “La vocazione all’AC”
card. Ballestrero L’AC in una parrocchia non può considerarsi quel gruppetto privilegiato, che porta via la maggior parte del tempo al suo clero!!! 1. Qualunque sia la situazione concreta all’interno di una parrocchia, l’atteggiamento, l’impegno e la responsabilità dell’associazione di AC è quella di operare nel senso della comunione, a vantaggio della comunione, nell’interesse della comunione. (pag. 32) 2. A livello interparrocchiale (vicariale) 3. A livello diocesano

18 Applicazioni concrete:
Discernimento Personale-comunitario Nella prospettiva Vocazionale (circa le persone)

19 Applicazioni concrete:
Sinodale • Dialogo-confronto (con assistente-parroco) • Tra i soci • Privilegiare gli ambiti associativi: Consiglio, Assemblea

20 Applicazioni concrete:
Responsabilità • Nella Chiesa (abitare, non occupare la parrocchia; condivisione con altri gruppi della comunità parr.) • Per la Chiesa (servizio, formazione personale e non di ruolo) • Corresponsabilità (responsabilità condivisa)

21 Grazie per l’ascolto


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