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Umanesimo e rinascimento Un quadro generale
Appunti a cura del prof. Giovanni Godio (tranne l’ultima slide e i due link qui sotto) L’età umanistica e rinascimentale: ipertesto file:///F:/L'et%C3%A0%20umanistica.htm file:///F:/l'et%C3%A0%20rinascimentale.htm
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Umanista e Umanesimo Il termine umanista venne introdotto dalla fine del ‘400 per indicare i giovani studenti / professori che si occupavano degli studia humanitatis (grammatica, retorica, storia, poesia, filosofia morale) Il termine umanesimo venne coniato in Germania nel primo decennio dell’800 per indicare quel movimento che, tra XV e XVI secolo, aveva promosso lo studio della cultura classica e la riscoperta dei valori profondi della natura umana
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La formazione umanistica L’Umanesimo porta con sé una trasformazione sul piano pedagogico: le materie letterarie diventano propedeutiche per ogni altro genere di studi Attraverso la scuola l’umanesimo si diffonde in tutti i ceti sociali (principi, religiosi, uomini d’affari, statisti…)
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Rinascimento L’età dell’Umanesimo, cioè il XV secolo, e in particolare la prima metà di esso, fu un periodo in cui prevalse non tanto l’elaborazione di idee e opere nuove, quanto l’assimilazione di quelle antiche. Alla riscoperta degli antichi seguì ben presto l’emulazione e una straordinaria rifioritura di ogni attività nei campi dell’arte e del pensiero.
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Rinascimento Dalla sintesi e dalla contaminazione degli ideali greci e latini con l’esperienza cristiana nacque il Rinascimento. Sogno degli umanisti: non solo di emulare con le opere d’arte lo splendore delle opere antiche, ma anzi di superarle Il Rinascimento è quest’idea: la rinascita della grandezza culturale di Roma, dalle ceneri della classicità latina allo splendore di una nuova e superiore civiltà, umanistica e cristiana.
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Periodizzazione Umanesimo
Periodizzazione dell’Umanesimo 1. primo Umanesimo, : riscoperta dei classici, predominio assoluto della letteratura latina, grazie a scrittori come Lorenzo Valla e Poggio Bracciolini, principi e mecenati come Alfonso d’Aragona, Cosimo de’ Medici, Pio II, Francesco Sforza 2. secondo Umanesimo, : emulazione dei classici, diffusione del platonismo, ripresa della letteratura in volgare con sperimentazioni e risultati di alta qualità, esemplificati dalle opere di Matteo Maria Boiardo, Luigi Pulci, Angelo Poliziano, Lorenzo il Magnifico, Iacopo Sannazaro
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Umanesimo civile Si instaura un legame molto forte tra i protagonisti della vita intellettuale e le istituzioni politiche. Agli umanisti, in particolare, venne affidata la gestione di incarichi diplomatici di grande responsabilità: toccavano a loro, in quanto esperti dell’arte della parola, la cura della corrispondenza con i capi di stato stranieri, la redazione dei documenti ufficiali e la stesura delle leggi.
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Umanesimo civile Si instaura così un forte nesso tra cultura e vita civile, tra letteratura e società, nello sforzo di utilizzare il nuovo sapere umanistico come strumento per il miglioramento delle istituzioni politiche e per il progresso morale e intellettuale della comunità cittadina.
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Periodizzazione Rinascimento
3. primo Rinascimento, : apogeo della nuova letteratura in volgare, con la canonizzazione dei modelli di Petrarca e Boccaccio; affermazione della letteratura di corte. Intorno al 1530 ruota la pubblicazione a stampa dei quattro massimi capolavori della letteratura del Rinascimento: le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo nel 1525, Il libro del Cortegiano di Baldassarre Castiglione nel 1528, Il principe di Niccolò Machiavelli e l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto nel 1532; 4. secondo Rinascimento, : sperimentazione nei campi della prosa e della poesia, con le opere di Michelangelo, Aretino e delle prime donne scrittrici.
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La trattatistica comportamentale e la poesia petrarchista
Alcuni scrittori si dedicano alla composizione di trattati specifici sulle «buone maniere»; in particolare ricordiamo: Pietro Bembo: gli Asolani, «Il buon amore è di bellezza disìo» (pag.164) Baldassarre Castiglione: il Cortigiano, «Grazia e sprezzatura» (pag.170) Giovanni Della Casa: il Galateo, «Le buone maniere» (pag.175) Sempre sull’esempio del Bembo, che nelle «Prose della volgar lingua» cita Petrarca (e non Dante) come modello da imitare nella poesia (≠ Boccaccio invece per la prosa), si sviluppa poi un filone a sé stante sulla poesia petrarchista, che annovera anche i nomi di alcune poetesse fra cui Veronica Gambara, Vittoria Colonna e Gaspara Stampa --> vedi testi delle poesie a pag.180 e 183
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