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LO SFRUTTAMENTLO MINORILE
Il lavoro minorile o infantile è un fenomeno che coinvolge i minori fino all’età di 18 anni ,salvo diversa legislazione locale.
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Infanzia rubata! Anche nel 2003 i bambini hanno continuato a essere impiegati come soldati, schiavi sessuali, lavoratori di fatica, facchini e spie. Questo fenomeno - secondo un rapporto di 50 pagine reso pubblico dalla Coalizione Stop all’uso dei bambini soldato in occasione del dibattito del Consiglio di Sicurezza su bambini e conflitti armati - è stato una caratteristica tanto delle guerre già in corso quanto di quelle scoppiate negli ultimi dodici mesi. Il rapporto della Coalizione denuncia i governi e i gruppi armati che hanno arruolato bambini soldato e chiede al Consiglio di Sicurezza di agire per porre fine a questa tragedia. “Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha reso noti i nomi dei governi e dei gruppi armati che usano i bambini nel corso delle guerre. Ora il Consiglio di Sicurezza deve fare la sua parte, chiamando quei governi e quei gruppi armati a rendere conto delle loro azioni” – ha dichiarato Davide Cavazza, Segretario della Coalizione italiana “Stop all’uso dei bambini soldato!”.
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Paesi in cui è presente lo sfruttamento minorile
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Chi, come, dove e quanti Quanti per paese India 55- 60 milioni Cina
decine di milioni Pakistan 8 milioni Bangladesh 15 milioni Thailandia 5 milioni Nigeria 10 milioni Brasile 7 milioni Egitto 1,4 milioni ** Filippine 5,7 nei soli settori industriale e commerciale Italia centinaia di migliaia ** stima governativa
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Le principali cause del lavoro minorile
Il lavoro minorile è un prodotto della povertà; ma contribuisce anche a riprodurla. La povertà è allo stesso tempo causa e conseguenza dello sfruttamento minorile. Altra causa è la sete di profitto: i proprietari preferiscono assumere bambini perchè sono più docili, costano meno proprio perché si lasciano sfruttare senza opporre resistenza e sono più abili e adatti per alcuni lavori. Altra importante causa del lavoro minorile è l’ignoranza, per molti è possibile anche andare a scuola ma l’istruzione può costare parecchio ad alcuni genitori. L’istruzione di un figlio, ai loro occhi, è uno spreco di denaro, difficile da guadagnare, ma anche di tempo dal momento che, invece di andare a scuola, il minore potrebbe portare a casa un salario, seppur misero.
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La protezione sociale è un diritto umano ma è anche un elemento costitutivo di ogni politica economica e sociale solida. La sicurezza sociale apre l’accesso all’istruzione, alle cure mediche e all’alimentazione, e il suo ruolo è fondamentale nella lotta contro il lavoro minorile. Quest’anno, la Giornata mondiale contro il lavoro minorile mette in risalto il ruolo della protezione sociale per allontanare in modo permanente i minori dal lavoro. Nel 2013, durante la III Conferenza globale sul lavoro minorile di Brasilia, la comunità internazionale ha adottato la Dichiarazione di Brasilia, che sottolinea la necessità del lavoro dignitoso per gli adulti, dell’istruzione gratuita e obbligatoria per i bambini, e della protezione sociale per tutti. La Giornata mondiale 2014 ribadisce queste priorità e chiede: Un impegno per introdurre, migliorare e estendere la protezione sociale, in linea con la Raccomandazione dell’ILO n. 202 sui sistemi di protezione sociale di base. Sistemi nazionali di sicurezza sociale adatti ai bisogni dei bambini e che contribuiscano al contrasto del lavoro minorile. Una protezione sociale per i minori particolarmente vulnerabili.
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Un’importante esempio è la storia vera di un ragazzo pakistano diventato in tutto il mondo il simbolo contro lo sfruttamento del lavoro minorile per essersi ribellato ai soprusi e alla violenza ovvero Iqbal Masih.
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REALIZZATO DA: ANNARITA COPPETA LIDIA ROMANO CLASSE: 2°AS ANNO:2016/2017
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