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Venne senza cani, senza baccano né servitori,
Testo: Giovanni 10, Pasqua 4 domenica –C- Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez Musica: Bruch. Adagio. Violoncello e Orchestra. Venne senza cani, senza baccano né servitori, senza mercenari o intermediari, senza bastone... Venne solo con atteggiamento di clemenza, con le insegne dell’amore. San Ambrogio
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Il testo di oggi è collegata ad un precedente capitolo: la guarigione del cieco nato.. Si è creato un conflitto con accuse durissime dei Capi Religiosi. I falsi pastori gettano fuori Il cieco dalla sinagoga.. Gesù, al contrario,non contraaddice ma accoglie, E’ aiuta a vedere. È’ una situazione piena di Tensione. La storia del Buon Pastore è una lunga esposizione (Gv 10, 1-18) contenente più parti. In primo luogo, Gesù legittima la sua intenzione di prendere i suoi seguaci tra i seguaci della istituzione ebraica (vv 1-6). Poi parla di se stesso come unica alternativa di vita (vv 7-10). Infine, si presenta come modello di pastore (vv 11-18). I versi raccolgono la reazione che le sue parole hanno causato nei capi ebrei.
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Le mie pecore ascoltano la mia voce.
Ascoltare e seguire Gesù è quanto caratterizza i suoi seguaci. E’ necessario saper distinguere la sua voce in mezzo a tante chiacchiere, voci, rumori, suggestioni... ed è fondamentale conoscere la differenza tra “udire” e “ascoltare”. Ascolto la mia voce interiore? Ho bisogno di momenti di silenzio interiore ed esteriore? Mi interssa mettermi in ascolto degli altri?
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Io le conosco ed esse mi seguono
Conoscere nel linguaggio biblico significa amare, amore reciproco e generoso, conoscenza mutua, comprensione senza bisogno di parole, intima comunione, relazione profonda e personale, abbandono incondizionato, piena accettazione e confidenza. Mi preoccupo di conoscere e rispettare le persone, al modo di Gesù? Che sentimenti e atteggiamenti provoca in me sapermi incondizionatamente conosciuto e amato da Gesù? Sapere che come me conosce ed ama ogni creatura? Seguirlo è fare la scelta di partecipare a trasformare il mondo, volerlo riempire di speranza, renderlo più abitabile, più degno, più umano, più felice per tutti.
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Io do loro la vita eterna e non moriranno mai; nessuno me le può portare via.
Gesù ci trasforma e ci dona l’immortalità. Non parla di dare qualcosa di diverso, del bisogno continuo di chiedere perdono, del poco che meritiamo e del molto che pecchiamo. Neppure i padri e le madri parlano così ai loro figli. Neanche noi parliamo così alle persone amate. Gesù ci manifesta gli atteggiamenti che mantiene: conoscere – vicinanza, confidenza, intimità -; dare la vita eterna – e ha già cominciato -; non lasciare strappare - sicurezza, aiuto, protezione...- Continuando l’esempio di Gesù, anch’io posso trasmettere e dare vita. Se il mio modo di agire fa sì che le persone che vivono e entrano in contatto con abbiano più pace e gioia, speranza, felicità..., allora sto donando vita, quella che non muore, che nessuno e niente può rapire. Proprio come fa Gesù.
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Gesù non solo ci conosce, ci protegge e ci dà vita, ma in più ci dona l’unità di amore con il Padre. Ci dimostra il suo amore senza limiti (Jn 15,13). Ha allontanato definitivamente da noi ogni pericolo di morte, dandoci vita piena. La vita che gli comunica il Padre suo, Gesù la comunica a noi. Siamo sempre nelle sue mani. Mio Padre, che me le ha date è al di sopra di tutti, e nessuno le può rubare dalla mano di mio Padre.
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Messaggio fondamentale: guardando Gesù conosciamo Dio
Messaggio fondamentale: guardando Gesù conosciamo Dio. Gesù ci rivela Dio nella sua totalità. Gesù cura, vince la fame e la sete, dice parole che fanno vivere, preferisce gli ultimi, è capac e di seminare e di seminarsi, è crescita, via, luce… per gli altri. Gesù arrischia la vita, lotta perla giustizia, libera, dà dignità; si commuove, si compiace, dona gioia, non poò passare distratto davanti al dolore indiferente. Guardandolo impariamo a vivere. E’ l’unico in cui possiamo vedere e ascoltare Dio. A noi spetta accogliere e credere nella sua parola e seguirlo riproducendo la sua immagine nella nostra vita e nel nostro mondo. Come mostro il volto di Gesù, nelle mie relazioni familiari; nel lavoro, nella società..? Il Padre e Io siamo uno.
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Nella comunità di Gesù non ci sono superiori e inferiori, pastori e pecore. Siamo tutti fratelli e su tutti noi incombe la responsabilità! Il brano evangelico ci parla del Buon Pastore che è Gesù e del popolo di Dio, con il quale siamo tutti corresponsabili. Se sbagliato è sentirsi “pastori”, considerando gli altri membri della comunità di Gesù “pecore”, non è meglio sentirsi “pecora”, considerando gli altri “pastori”. Questi falsi atteggiamenti non aiutano a costruire né la comunità né il Regno di Gesù. “Uno solo è il vostro Padre, quello del cielo, e voi tutti siete fratelli” (Mt 23,9)
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Il Signore è il mio Pastore
Il Signore è il mio pastore: nulla manca ad ogni attesa; in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque. È il ristoro dell'anima mia, in sentieri diritti mi guida per amore del santo suo nome, dietro lui mi sento sicuro. Pur se andassi per valle oscura non avrò a temere alcun male: perché sempre mi sei vicino, mi sostieni col tuo vincastro. Quale mensa per me tu prepari sotto gli occhi dei miei nemici! E di olio mi ungi il capo: il mio calice è colmo di ebbrezza! Bontà e grazia mi sono compagne quanto dura il mio cammino: io starò nella casa di Dio lungo tutto il migrare dei giorni. Ulibarri, Fl.
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