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“Alimenta chi muore di fame, perché, se non li nutri, li uccidi”

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Presentazione sul tema: "“Alimenta chi muore di fame, perché, se non li nutri, li uccidi”"— Transcript della presentazione:

1 “Alimenta chi muore di fame, perché, se non li nutri, li uccidi”
“Alimenta chi muore di fame, perché, se non li nutri, li uccidi”. Vaticano II - G.S. 69 Testo: Luca 9, 11b-17. Corpo e Sangue di Gesú –C- Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez Cabriada. Musica: Ginastera. La danza del grano.

2 il Corpo e il Sangue di Gesú

3 Gesù li accolse e parlava loro del Regno di Dio, mentre guariva chi ne aveva bisogno.
Gesù accoglie, insegna, cura, dà da mangiare. Non si limita a parlare del Regno, lo mette in pratica dando da mangiuare e curando chi ne ha bisogno. Uno dei tratti caratteristici del Vangelo di Luca è quello dei pasti di Gesù con i pubblicani e i peccatori. In quelli, accogliendo tutti, fa sperimentare a quanti accoglie a mensa che Dio già sta adempiendo le sue promesse di totalità e di consolazione.

4 Quando il giorno iniziò a declinare, i Dodici gli vennero vicino e dissero: –Congeda la folla perché cadano in fattorie e villaggi incerca di ospitalità e di pasti, perché qui siamo in luogo deserto. Pace che per chi è vicino a Gesù le persone siano un fastidio, più che motivo di gioia. Gesù non condivide il criterio di chi si considera “gruppo prescelto”, con più diritto a tenerlo solo per sé per stargli vicino senza interessarsi degli altri.

5 Gesù dice loro: Date voi stessi da mangiare.
“Date loro voi stessi da mangiare”. L’invito è rivolto a ciascuno di noi. La raccomandazione di Gesù, di condividere il pane, continua ad essere attuale. Le persone continuano ad avere fame. Dar da mangiare fa parte del compito di annuncio del Regno. Gesù stabilisce una stretta relazione tra il pane spirituale e l’alimento materiale. Ci sono alimenti sufficienti , per tutta l’umanità; Ci sono i mezzi per creare un mondo più degno e giusto per tutti. Oggi non ci sarebbe bisogno di moltiplicare il pane, basterebbe condividerlo con giustizia, solidarietà e con egualità.

6 “Date loro voi stessi da mangiare!”
Il dramma della fame nel mondo è la tragedia più grave. I mass-media si fanno ormai eco della scarsità di cibo che minaccia giò oggi nel mondo milioni di persone. Adire milioni è far capire la moltitudine che ogni giorno muore per la fame. Ricordiamo le parole molto chiare di Jean Ziegler, che parla del “silenzioso assassinio di massa” a cui porta l’attuale aumento dei prezzi. E non possiamo tacere che “abbiamo una moltitudine di imprenditori, speculatori e banditi finanziari che hanno creato un mondo di disuguaglianze e do orrore”. per cui non sembra che né la compassione per i poveri né la paura dello squilibrio provocato nel mondo ricco, buona parte del quale si dichiara cristiano, provochi una reazione seria, dcisa, efficace, per cambiare l’attuale stato delle cose. Com’è possibile che questa costatazione non si traduca in impegni concreti, in percorsi di amore e di giustizia? La campagna “Povertà Zero” ci dice che “l’umanità ha oggi in mano la capacità di far sparire la fame dal mondo E ci ha invitato a considerare: “Come la Storia giudicherà un mondo che avrebbe potuto farla finita con la fame nel mondo e non lo fece?” Jean Ziegler Ti invito a crecare con altre persone, credenti o non credenti, canali e gesti di solidarietà verso le persone più bisognose del nostro mondo. Metteremo così in pratica la raccomandazione di Gesù: “Date loro voi stessi da mangiare!”

7 Condividere è far crescere le nostre possibilità.
Essi risposero: –Non abbiamo che cinque pani e due pesci, Come possiamo comperare cibo per tanta gente? Erano circa cinquemila uomini. Disse allora Gesù ai suoi discepoli: dite loro che si seggano a gruppi di cinquanta. Così fecero, e tutti sedettero. Si manifesta l’atteggiamento relistico dei discepoli: Hanno cibo sufficiente per loro stessi; gli altri, quelli che non hanno niente, che si arrangino come possono. I loro valori continuano ad essere quelli della società ingiusta a cui Gesù invita a rinunciare: “Non portate né bastone, né sacca, né denaro...” e l’atteggiamento utopistico di Gesù: date da mangiare a tutti. Non conservate niente per voi. La soluzione non si trova “nell’acquisto”. La soluzione sta nel condividere. E’ questa la logica del Regno. Condividere è far crescere le nostre possibilità. .

8 Spezzare e condividere è il segno del compito dei seguaci di Gesù
Spezzare e condividere è il segno del compito dei seguaci di Gesù. l’annuncio del Regno comporta pure la soluzione dei bisogni materiali dell’uomo. Il gesto di Gesù ricorda i suoi pasti e la sua osservazione a donare vita, in memoria di Lui, il suo esempio di accoglienza, di solidarietà, di amore vicendevole, di vita condivisa, il suo invito ad esere alimento e respiro per gli altri. Si tratta di fare come Lui ha fatto e di vivere come è vissuto. Comunicare e far vivere la sua Buona Notizia. Poi Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, pronunció la benedizione, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero fra la gente.

9 Mangiarono tutti a sazietà, e dei pezzi rimanenti raccolsero
dodici canestri . Quando si condivide e si distribuisce ce n’è per tutti. Ogni atto di fede e di bontà, ogni gesto di amore, ogni parola di tenerezza e di perdono, ogni sorriso di gioia, si moltiplica e rende la nostra vita più felice, e anche quella degli altri. Risanare, accogliere, liberare, condividere il pane materiale e quello della gioia, della speranza, della Buona Notizia è l’unico modo per seguire la raccomandazione di Gesù: “fate questo in Memoria di Me”.

10 Costruiamo l’utopia E le guerre, le battaglie, le contese,
i combattimenti i pugni, le lotte, le pallottole, i battibecchi, le dispute le opposizioni, i concorsi, le tra entre gli uni e gli altri, tra il forte e il debole, passeranno... perché ci attirerà di più la unione e l’appoggio, L’ andare assieme, il gustare gli abbracci che essere lupi contrspposti…  Arriverà un giorno quando noi, tu e io e loro... saremo tutti per tutti; e non ci saranno muri, nè doppie contabilità, né fondi neri, né casse forti, nè burocrazia interminabile... non ci sarà, infatti, niente da nascondere, n<è segreti da conservare né proprietà da difendere... perché il mondo sarà la casa di tutti, e la luce brillerá in tutti, e tutti produrremo il bene per tutti, e ci sentiremo felici vivendo liberi, come fratelli e uguali...

11 E non ci saranno vincitori né vinti, né poveri né ricchi,
né sapienti, né ignoranti, né cittadini, né stranieri... infatti saremo tutti FIGLI, e vivremo da fratelli. Ma, adesso, nell’attesa, Bisogna fare in modo che giunga quel giorno, praticando, con fede e speranza, l’utopía, e lasciando che il Vangelo fruttifichi, e ponga nei nostri cuori, e nel cuore della società, il futuro che Tu, ogni giorno, ci prometti... Florentino Ulibarri


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