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ALESSANDRO MANZONI Milano 1785-1873
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Il periodo dell’attività letteraria (1812-1827)
(1801, a soli 16 anni, poemetto Il trionfo della libertà, esaltazione degli ideali illuministi) : INNI SACRI: La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione 1819: Osservazioni sulla morale cattolica (risposta allo storico Sismondi) : TRAGEDIE: Il conte di Carmagnola 1820: Lettre à Monsieur Chauvet sur l’unité de temps et de lieu…
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(...continua) : tragedia Adelchi, ODI CIVILI Marzo 1821, Il 5 Maggio, prima redazione del ROMANZO col titolo Fermo e Lucia 1823: inno sacro La Pentecoste; Lettera Sul Romanticismo al marchese C. D’Azeglio (“utile per scopo, vero per soggetto, interessante per mezzo”) : I Promessi Sposi (ediz. «ventisettana») : Del romanzo storico, e, in genere, de’ componimenti misti di storia e d’invenzione (in cui “rinnega” il genere del romanzo storico) dal 1840 (in dispense) I Promessi Sposi (ediz. «quarantana»)
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LA POETICA MANZONIANA M. Non rinnega le idee illuministe, ma le integra e le tempera con i nuovi principi romantici, in particolare del Romanticismo lombardo caratterizzato da Istanze educative Istanze patriottiche (cf. Conciliatore) Rivalutazione del sentimento e della fede religiosa (pur contemperata dalla ragione)
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Da In morte di Carlo Imbonati (1806)
Sentir, riprese, e meditar: di poco Esser contento: da la meta mai Non torcer gli occhi: conservar la mano Pura e la mente: de le umane cose Tanto sperimentar, quanto ti basti Per non curarle: non ti far mai servo: Non far tregua coi vili: il santo Vero Mai non tradir: né proferir mai verbo, Che plauda al vizio, o la virtù derida.
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Manzoni sente l’esigenza di conferire alla sua opera letteraria uno scopo educativo
elevare il livello culturale e morale della società contribuire alla creazione di una coscienza nazionale
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MA i generi letterari che aveva a disposizione nella tradizione italiana
TRAGEDIA LIRICA ALTA (ODE) NON lo soddisfacevano per LINGUAGGIO troppo COLTO, COMPLESSO, ANTIQUATO, comprensibile a pochi «eletti» PERSONAGGI e VICENDE ECCEZIONALI GENERI d’ELITE, NON ADATTI a parlare al VASTO PUBBLICO BORGHESE che egli voleva raggiungere
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La Lettera sul Romanticismo a C. D’Azeglio (1823)
La letteratura (in partic. la poesia) deve avere Il VERO per OGGETTO L’UTILE per SCOPO L’INTERESSANTE per MEZZO
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La Lettre à Monsieur Chauvet (1820)
Oggetto dell’arte è il VERO STORICO La poesia è rappresentazione della realtà e, tramite l’invenzione artistica, integra la storia con il VERO POETICO POESIA VERO STORICO VERO POETICO
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Rapporto tra storia e poesia: cos'è allora che distingue lo storico dal poeta? - lo storico si limita a raccontare fatti già noti "dal di fuori" - Il compito del poeta è invece quello di cercare di interpretare i pensieri, le sensazioni, le speranze, le paure di quegli uomini che ne sono stati protagonisti, quello insomma di narrare la storia "dal di dentro"
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Da Il Cinque Maggio (1821) [...] Tal su quell’alma il cumulo Delle memorie scese! Oh quante volte ai posteri Narrar se stesso imprese, E sull’eterne pagine Cadde la stanca man! Oh quante volte, al tacito Morir d’un giorno inerte, Chinati i rai fulminei, Le braccia al sen conserte, Stette, e dei dì che furono L’assalse il sovvenir! E ripensò le mobili Tende, e i percossi valli, E il lampo de’ manipoli, E l’onda dei cavalli, E il concitato imperio, E il celere ubbidir. Ahi! forse a tanto strazio Cadde lo spirto anelo, E disperò: ma valida Venne una man dal cielo, E in più spirabil aere Pietosa il trasportò; [...] Dopo la sconfitta definitiva a Waterloo Napoleone è mandato in esilio a Sant’Elena, un’isoletta lunga sedici chilometri e larga undici. I giorni passavano probabilmente tutti uguali e monotoni. Manzoni immagina cosa dovesse pensare e provare il grande condottiero durante le sue passeggiate, quando lo sguardo scrutava l’orizzonte, al ricordo delle passate avventure e dell'effimera gloria...
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GENERE scelto ROMANZO STORICO opera narrativa in prosa
basata sulla rappresentazione di fatti e personaggi appartenenti a epoche storiche ben definite, che vengono ricostruite dall’autore nelle caratteristiche sociali e culturali. colloca personaggi inventati in un momento storico reale e ricostruito fedelmente GENERE scelto
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IL MODELLO L’opera considerata caposcuola
del romanzo storico è Ivanohe (1819) dello scozzese Walter Scott, ambientato nell’Inghilterra del XII secolo sullo sfondo delle rivalità tra Sassoni e Normanni. MA da questo modello M. si distacca per PERSONAGGI UMILI VICENDA VEROSIMILE
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MA in ITALIA il genere ROMANZO NON ESISTEVA ancora!
considerato con snobismo e disprezzo dalla elite culturale italiana perché in Italia era troppo forte la secolare tradizione dei generi “alti” LIRICA TRAGEDIA unico esempio romanzo epistolare Ultime lettere di J. O.
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MENTRE in EUROPA ROMANZO = NUOVA EPOPEA BORGHESE
genere in cui la emergente classe borghese protagonista di RIVOLUZIONI - ECONOMICHE - POLITICHE rispecchia i propri modi di vita, valori, ideali cerca svago, intrattenimento
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TEMATICHE ROMANZI EUROPEI ‘700 – ‘800
amori contrastati (cf. La Nouvelle Eloise…) viaggi, avventure, naufragi... (cf. Robinson Crusoe…) oppressione di un malvagio su un buono (cf. Tom Fielding…)
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IL ROMANZO STORICO: LE ORIGINI E IL CONTESTO STORICO-CULTURALE
Il R.S. nasce in epoca romantica, cioè nei primi anni dell’Ottocento Il suo sviluppo si collega strettamente alla passione dei romantici per la storia e per lo studio del passato La storia viene percepita come insostituibile strumento di analisi della realtà e dell’uomo Gli scrittori e i filosofi ritengono, insomma, che nel passato sia contenuta anche la chiave interpretativa del presente
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L’ambientazione Lombardia, ducato di Milano 1628-1630
Dominazione spagnola: esempio negativo di potere basato sul sopruso e sull’arbitrio.
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LA VICENDA dei PROMESSI SPOSI
Il romanzo è ambientato nella Lombardia della prima metà del Seicento, al tempo della dominazione Spagnola. Le vicende private di Renzo e Lucia si intrecciano agli eventi realmente accaduti in quel periodo: la carestia, la sommossa popolare di Milano (i “tumulti di S. Martino”), la guerra per la successione del ducato di Mantova, la peste Per spiegare questi eventi, l’autore interviene spesso nella narrazione con ampie digressioni, dalle quali emerge la sua costante attenzione al vero storico. Si alternano nel romanzo, fatti veri e fatti verosimili.
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LA VICENDA dei PROMESSI SPOSI
Con la formula del romanzo storico M. illuminò la storia vera attraverso una storia inventata. A suo parere storia e invenzione letteraria devono avere per oggetto il vero, ma - mentre la prima riferisce solo i grandi eventi - la seconda indaga le passioni che muovono gli uomini nelle loro azioni, e e si sofferma sulla sorte degli umili. Il modello manzoniano di romanzo si fonda sulla accuratezza della ricostruzione della realtà storica e sul profondo sentimento morale e religioso.
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LA STRUTTURA del romanzo
3 livelli narrativi: - narratore immagina di aver “rifatto” una storia del ‘600 redatta da un autore... - anonimo che afferma di averla udita dal - protagonista espediente che garantisce credibilità alla storia
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LA STRUTTURA ESORDIO (cap. I) con rottura dell’equilibrio x danneggiamento provocato dall’antagonista PERIPEZIE (capp. II – XXXVI) SCIOGLIMENTO e raggiungimento di un NUOVO EQUILIBRIO(cap. XXXVII) FINALE che racchiude il senso dell’intera vicenda
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LE SEQUENZE Il romanzo è suddiviso in 6 MACRO-SEQUENZE:
Cap. I-VIII : la cacciata dei personaggi dall’eden del paesello natìo (cd. “sezione borghigiana” del romanzo). Cap. IX-X: funge da cerniera storica – Monaca di Monza Cap. XI- XVII: Renzo a Milano. Cap. XVIII-XXVII: cerniera storica – rapimento di Lucia, Innominato Cap. XXVIII-XXXII: cerniera storica – carestia, guerra e peste. Cap. XXXIII-XXXVIII: Renzo e Lucia si ritrovano nel lazzaretto e fine della vicenda con il matrimonio.
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La struttura così organizzata dà armonia ed equilibrio al racconto
a differenza della struttura rigida e monotona del Fermo e Lucia n.b. capitoli XVIII – XIX (DIGRESSIONE sull’INNOMINATO) si trovano a metà esatta del romanzo E segnano la SVOLTA DECISIVA nella trama
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Lo SPAZIO nel romanzo serve ad ambientare i fatti nel contesto storico – sociale, mediante particolari relativi all’epoca, agli usi e costumi...) a volte crea l’atmosfera adeguata (cf. incipit, la passeggiata di don Abbondio) crea ritmo nel racconto (es. dopo una sequenza ricca d’azione una descrizione provoca un rallentamento: cf. il chiaro di luna dopo la “notte degl’imbrogli”, cap. VIII) funge da specchio del personaggio e aggiunge indizi alla sua caratterizzazione, specialm. se è la sua casa (cf. studio azzeccagarbugli, palazzotto don Rodrigo, castellaccio innominato...) funge da specchio degli eventi e a volte si carica di significati simbolici (cf. pioggia purificatrice alla fine)
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LE “COPPIE SPAZIALI” SPAZIO CHIUSO / SPAZIO APERTO
spazio della sicurezza spazio dell’avventura e dei pericoli ALTO / BASSO potere umili indifesi CITTA’ / CAMPAGNA negativo ma non del tutto casa strada palazzotto casetta uomo natura - la natura NON è PARADISO incontaminato al sicuro dal male - la CITTA’ è descritta come un inferno, ma è il luogo dove Renzo impara a rapportarsi col mondo degli uomini e acquisisce MATURITA’ positivo
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Il XVIII cap. divide il romanzo in 2 grandi “blocchi”:
IL TEMPO nel romanzo La vicenda si svolge dal 7 novembre 1628 alla fine di novembre 1630 Trama e intreccio NON coincidono, per la presenza di - molte analessi (che recuperano fatti anche antecedenti alla vicenda narrata) - rare prolessi (anche riferimenti al presente che mettono a cf. Lombardia del ‘600 con quella dell’epoca manzoniana) Tempo della storia e tempo del racconto NON coincidono, per l’utilizzo di ellissi, sommari, scene, analisi, pause... Il XVIII cap. divide il romanzo in 2 grandi “blocchi”: - primi 17 capitoli: narrati gli avvenimenti di soli 7 giorni - 18°: brusca accelerazione: narrati i fatti di 20 gg. - seconda metà del romanzo: narrati quasi 2 anni di storia! Cmq. in generale TR > TS per prevalenza di scene, analisi, pause
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N.b. anche il tempo è usato in chiave SIMBOLICA:
La scelta della stagione, dell’ora del giorno, del tempo meteorologico in cui sono ambientate le vicende sottolinea, per analogia / contrasto, situazioni, caratteri, stati d’animo: es. la PRIMAVERA (simbolo del risveglio della vita, dell’amore...) sembra assente dal romanzo es. COPPIA TEMPORALE in opposiz. - don Abbondio compare al tramonto (tranquillità, ozio) - fra Cristoforo compare all’alba (lavoro, operosità, sacrificio)
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IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
PROTAGONISTI - VITTIME Renzo Lucia MEDIATORI - AIUTANTI - fra Cristoforo - Cardinale Borromeo ANTAGON. - OPPRESSORI Don Rodrigo Innominato MEDIATORI - OPPOSITORI - don Abbondio - Monaca di Monza Oggetto del desiderio N.B. I MEDIATORI sono sempre RELIGIOSI funzione della Chiesa è FONDAMENTALE NELLA SOCIETà: quando deviano dal loro compito CONSEGUENZE DISASTROSE
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I GRANDI TEMI LA SCELTA DEGLI UMILI: scelta innovativa
- sia per una questione di ordine religioso, il messaggio evangelico porta in primo piano gli UMILI, gli OPPRESSI, - sia per una critica alla STORIA, che è sempre e solo storia dei GRANDI. IL SEICENTO: è il secolo dei grandi squilibri sociali, delle ipocrisie e dell’oppressione. LA PROVVIDENZA: è il filo conduttore che lega e dà senso a tutte le vicende narrate dal romanzo; la storia è lo svolgimento del dramma eterno di PECCATO e REDENZIONE, e la poesia coglie e svela la valenza religiosa e salvifica delle vicende: “provvida sventura”.
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La caratterizzazione dei personaggi (fisica, psicologica, sociale, culturale, ideologica)
Il narratore fornisce indizi sui personaggi - direttamente attraverso lo stesso personaggio attraverso altri personaggi Qualsiasi elemento può essere un indizio per caratterizzare il personaggio: sue azioni, gesti, discorsi, abbigliamento, arredamento dell’ambiente in cui vive, discorsi e azioni di altri nei suoi cf.
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La presentazione dei personaggi
Per i personaggi più importanti il narratore usa una tecnica particolare di presentazione: prima che il personaggio entri in scena egli è presentato da un altro personaggio ovviamente la presentazione è condizionata dall’opinione che quel personaggio ha di lui e NON CORRISPONDE quasi mai ALLA REALTA’ (es. Agnese definisce Azzeccagarbugli “cima d’uomo”)
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