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DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA' (DDAI)

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Presentazione sul tema: "DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA' (DDAI)"— Transcript della presentazione:

1 DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA' (DDAI)
Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (DDAI)

2 e nel regolare il livello della propria attività
Il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività è uno specifico quadro di DIFFICOLTÀ: nel mantenere la propria attenzione orientata ad un compito, nel controllare l’impulso ad agire e nel regolare il livello della propria attività

3 DDAI Impulsività Iperattività Disattenzione

4 Disattenzione Spesso non riesce a prestare attenzione ai dettagli o commette errori di distrazione nei compiti scolastici. Spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente. Spesso ha la difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle altre attività. E’ distratto facilmente da stimoli estranei. Spesso è sbadato nelle attività quotidiane.

5 Iperattività Irrequieto, muove mani e piedi, si dimena sulla sedia.
Spesso parla eccessivamente. Difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo. Spesso lascia il proprio posto in classe o in altre situazioni in cui ci sia spetta che sia seduto.

6 Impulsività Risponde con impeto alle domande anche quando non sono rivolte a lui o prima ancora che vengano formulate. Ha spesso difficoltà ad aspettare il proprio turno o a stare in fila. Spesso interrompe gli altri o è invadente.

7 CRITERI DIAGNOSTICI (DSM-IV American Psychiatric Association,1995):
i soggetti devono presentare dei sintomi specifici per almeno 6 mesi ed in almeno 2 contesti; è necessario che tali manifestazioni siano comparse prima dei 7 anni di età; e che compromettano il rendimento scolastico e sociale.

8 Equivoci frequenti(1) <<iperfocalizzarsi>>
Sognano ad occhi aperti e si distraggono, ma non lo fanno né volutamente né per cattiva educazione DDAI e non essere iperattivo

9 non esiste nessuna cura
Come si cura il DDAI??? metilfenidato Riduzione di alcuni sintomi non esiste nessuna cura

10 Non insegna l’autocontrollo, ma inibisce chimicamente certi comportamenti.
Non insegna quelle abilità sociali in cui il bambino è spesso carente. Non innalza la sua motivazione e non favorisce il senso di autoefficacia

11 Lavoro di terapia comportamentale sul bambino.
Un lavoro di sostegno ai genitori. Consulenza sistematica alla scuola.

12 PROFILI DI COMORBILITA’:
Disturbi della Condotta (DC) (danni fisici a persone o animali)=condotta aggressiva. Disturbi Affettivi= scarsa empatia e scarsa attenzione per i sentimenti, i desideri e il benessere degli altri. Disturbi dell’Apprendimento.

13 Capire e valutare il comportamento
In che modo si può DIAGNOSTICARE il DDAI ? Capire e valutare il comportamento Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (DDAI)

14 Uno sguardo al comportamento
L’apprendimento basato sulle conseguenze. L’apprendimento osservativo. L’apprendimento basato sull’associazione tra stimoli neutri e stimoli incondizionati.

15 L’ABC dei programmi di modificazione del comportamento
Evento antecedente comportamento conseguenze

16 Strumenti per la valutazione del comportamento
Questionario per l’analisi funzionale. L’osservazione sistematica del comportamento (5/8gg). <<Comportamento motorio>> <<effettuare rumori di disturbo>>

17 Interventi basati sugli antecedenti tentativi di cambiare l’ambiente
Interventi basati sugli antecedenti tentativi di cambiare l’ambiente. Sistemazione della classe

18 Principi per la costruzione delle regole

19 Approcci centrati sul bambino

20 Approcci centrati sull’insegnante

21 Interventi basati sulle conseguenze positive

22 Interventi basati sulle conseguenze negative

23 Punizioni utili e dannose
Iperattività e motivazione Esortare un alunno iperattivo a impegnarsi più energicamente non farà altro che intensificare la sua frustrazione.

24 Strategie educative avanzate
Un sistema a punti strutturato Time out

25 QUALE TERAPIA ? Approccio farmacologico Approccio psicoeducativo

26 APPROCCIO FARMACOLOGICO
I farmaci “stimolanti” si sono dimostrati capaci di normalizzare le Difficoltà di Attenzione, i Comportamenti Impulsivi e l’ Iperattività.

27 Effetti collaterali dei farmaci stimolanti…
Comuni : iporessia, insonnia, ansia Aumento gittata cardiaca e pressione arteriosa Tic, logorrea, iperacusia, allucinazioni Tossicità “cognitiva” (iperfocalizzazione attenzione) Tossicità comportamentale (ipercontrollo, isolamento) Rischio di sviluppare tossicodipendenza

28 APPROCCIO PSICOEDUCATIVO
Ambiente scolastico e familiare Scoraggiamento delle modalità comportamentali inadeguate Rinforzo di comportamenti più strutturati ed adeguati

29 CONVINZIONI ERRONEE sull’alunno iperattivo diffuse tra Insegnanti …
“E’ colpa dei genitori se il ragazzo manifesta queste difficoltà” “Il ragazzo lo fa apposta a comportarsi male” “Non ho nessun controllo sul ragazzo. Mi arrendo” “Questo ragazzo è un caso patologico, non ci dovremmo aspettare troppo da lui, perché è troppo problematico”. “Questo alunno dovrebbe comportarsi come tutti gli altri. Non dovrei essere sempre pronto ad intervenire per insegnargli come comportarsi; non devo trattarlo diversamente da tutti gli altri alunni” “Ricompensare l’alunno iperattivo per i comportamenti positivi non è educativo”.

30 Quali ACCORGIMENTI DIDATTICI possono essere utili per insegnare all’alunno iperattivo?

31 Per incrementare la propria efficacia nell’insegnamento …
Creare un AMBIENTE SCOLASTICO adatto:

32 Fornire le giuste CONSEGUENZE

33 Le più efficaci CONSEGUENZE NEGATIVE per i Comportamenti inappropriati
1. IGNORARE PIANIFICATO 2. RIMPROVERI 3. CONSEGUENZE LOGICHE: “Se …….. Allora …..” 4. COSTO DELLA RISPOSTA

34 …ACCORGIMENTI DIDATTICI…
... ULTERIORI ACCORGIMENTI DIDATTICI ...

35 Per AIUTARE l’alunno nell’affrontare COMPITI complessi, è bene:
1.DIVIDERE il compito del ragazzo in unità più piccole che richiedono poco tempo (in quanto vengono maneggiate meglio dal ragazzo iperattivo e disattento), tali da far sperimentare al ragazzo un successo. Per stabilire i piccoli Segmenti di Compiti in cui frazionare il compito, è necessario che l’insegnante CONOSCA bene la Capacità di attenzione del ragazzo (cioè, QUANTI MINUTI il ragazzo riesce a Non distrarsi da ciò che sta facendo e per quanto tempo riesce a Stare Seduto).

36 2. RINFORZARE e PREMIARE l’allievo per ogni segmento del compito terminato (cercando di variare le Ricompense, naturalmente tra quelle gradite all’allievo. Ad esempio, “farlo passeggiare” alla fine di ogni segmento per qualche minuto prima di riprendere col 2° segmento). 3. CONCORDARE i Rinforzi/Premi più consistenti per il completamento dell’intero compito. In seguito, può essere introdotto un leggero AUMENTO nel carico di lavoro, facendo sì che l’alunno si impegni in un segmento di compito che richiede più tempo. Se l’alunno mostra qualche difficoltà nell’affrontare un carico di lavoro più elevato, si torna un passo indietro al carico di lavoro minore o a una parte di lavoro + semplice, in modo da permettergli di sperimentare ugualmente un successo. In questo modo si sviluppa una graduale approssimazione verso un risultato più desiderabile.


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