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Contrattualismo/giusnaturalismo e repubblicanesimo
Schematizzazione di massima
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Contrattualismo: caratteri generali
Origine del potere politico in un contratto (tacito o espresso) Avviene tra individui Segna l’uscita dallo stato di natura Proprio della filosofia politica moderna, in senso lato da Althusius ( ) a Kant ( ) Esponenti significativi: Ugo Grozio ( ), Thomas Hobbes ( ), Samuel Pufendorf ( ), John Locke ( ), Jean-Jacques Rousseau ( ) Con Rousseau e Kant il “modello” cambia natura e si avvia a un declino teorico Critici dalla fine del XVIII sec. in poi (i primi sono Hume e Bentham); poi i romantici tedeschi e Hegel; Tre modi di concepire il contratto: fatto storico (→ studi antropologici e di antropologia culturale); ipotesi logica (per la giustificazione dell’obbligo politico); strumento di azione politica (→ limiti costituzionali al potere) Il secondo tipo è quello specifico del mondo moderno: dominio del livello giuridico = il diritto è l’unica forma di razionalizzazione dei rapporti o di “organizzare” e “regolamentare” la forza
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Contrattualismo moderno: specificità
Si basa sul tema del consenso (l’obbligo è accettato se vi è consenso) Il C. in questa prospettiva si collega al giusnaturalismo (d. interno ed esterno; d. “costituzionale” e d. orinario) Comporta una prospettiva fortemente individualistica Si collega al problema della difesa della proprietà come proprietà privata (antifeudalesimo, ma anche freno all’assolutismo) È in relazione alla nascita dello Stato moderno Comporta una concezione laica della politica Tuttavia esistono versioni legate a prospettive religiose soprattutto protestanti
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Contrattualismo: elementi teorici di base
La teoria delle stato di natura nelle sue varie modulazioni e fasi Differenti giudizi su di esso Una antropologia variabile Differenti “filosofie della storia” Una teoria del contratto molto differenziata (→ differenza principale tra pactum associationis e pactum subjectionis) → problema della obbligatorietà del patto e funzione di legge di natura e diritto di natura C e potere limitato
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Repubblicanesimo: possibili tipologie
per alcuni il repubblicanesimo è la teoria di una forma di governo non monarchica, in cui sia garantita un’ampia partecipazione di cittadini. In questa versione è più facile identificare i filosofia repubblicani, ma non si ha un criterio molto selettivo per altri è la ripresa di una filosofia morale e politica , basata sul primato della vita activa sulla contemplativa e sulla partecipazione dei singoli alla res publica. In questa prospettiva possono essere considerati repubblicani anche teorici che vivessero in Stati assoluti, ma che difendessero una loro scelta privata e morale di indipendenza personale.
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Repubblicanesimo e Machiavelli
Teorie machiavelliane: ruolo positivo dei conflitti; nessuna nozione sostantiva del bene comune; antropologia negativa; modello di Roma; = il modello non è Aristotele. Teorie non machiavelliane: ruolo negativo dei conflitti; nozione del bene comune condivisa; antropologia positiva; modello di Venezia; = l’unico modello possibile non è detto sia Aristotele.
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Sintesi dei caratteri del Repubblicanesimo (I)
da res publica, come forma di governo non monarchica, che garantisce: a.la libertà; b. la partecipazione dei cittadini al governo; i modelli di riferimento sono, a seconda delle correnti, Roma, Venenzia, Sparta; la libertà è infatti il valore principale per i teorici del R e coincide con l’autogoverno (in politica interna ed estera); libertà collettiva e individuale non possono essere disgiunte; primato della vita activa e posto preminente della virtù politica e militare; qualunque potere personale tende verso la tirannide; critica del burocraticismo, della divisione verticale del potere, della chiusura nella sfera privata;
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Sintesi dei caratteri del Repubblicanesimo (II)
nel R si può individuare a. una corrente che risale a J. Pocock (origini nell’Umanesimo civile fiorentino; radici teoriche nella filosofia politica aristotelica → collegamento con la filosofia politica neo-comunitarista); b. una seconda corrente che ha il suo teorico in Q. Skinner (origini nei retori italiani dei comuni del XIII secolo; centralità di Machiavelli; negazione del filone di continuità con Aristotele) c. una terza corrente iniziata da P. Pettit , che insiste in particolare sul concetto di libertà non-dominio (concetto diverso e più ampio della non interferenza). dal punto di vista del percorso storico, se accettiamo il punto di origine in Machiavelli. La corrente si sviluppa soprattutto in Inghilterra (J. Harrington, A. Sidney) e poi in una reinterpretazione delle origini della rivoluzione americana (N. B. all’interno di questo dibattito si pone l’interpretazione del R legato a Rousseau); il riferimento alla e nella rivoluzione americana sposta il discorso dalle piccole repubbliche ai grandi Stati nazionali.
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