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Chiara Carabelli referente integrazione IPC Falcone Gallarate

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Presentazione sul tema: "Chiara Carabelli referente integrazione IPC Falcone Gallarate"— Transcript della presentazione:

1 Chiara Carabelli referente integrazione IPC Falcone Gallarate
Il modello bio-psico sociale di ICF: un’opportunità per favorire la qualità dell’integrazione scolastica Progetto I CARE Rete di Gallarate Rete di Busto Arsizio a.s. 2007/2009 Chiara Carabelli referente integrazione IPC Falcone Gallarate

2 Rete di Gallarate: 14 scuole, 1 C. F
Rete di Gallarate: 14 scuole, 1 C.F.P, il servizio di NPIA di Gallarate, La Provincia S.M. Majno di Gallarate S.M. Lega Ponti di Gallarate I.C. Majer di Cairate I.C. Toscanini di Casorate Sempione I.C. Dante di Cassano Magnago I.C. Fermi di Cassano Magnago I.C. B. croce di Ferno I.C. Carminati di Lonate Pozzolo I.C. Da Vinci di Somma Lombardo I.C. Galvaligi di Solbiate Arno IPC Falcone Gallarate Liceo Scientifico e Classico di Gallarate ITC –ITPA Gadda di Gallarate TIIS – IPSIA di Gallarate CFP di Gallarate

3 Per comprendere: le premesse Rete di Gallarate
2005: convegno “la diagnosi funzionale promuove l’integrazione o favorisce la distanza” 2007: progetto Bussola H: uno strumento per descrivere e orientare (ICF) 2008: progetto I CARE: ricerc-azione per l’individuazione di uno strumento per progettare in rete

4 Riparlare di integrazione
Docenti curricolari Docente di sostegno INTEGRAZIONE Famiglia Compagni di classe Personale educativo

5 Dal Profilo al PEI – Il progetto I CARE
Un piano di intervento individualizzato, deve: rispondere a bisogni individuali, Trovare coerenza con quelli del gruppo dei compagni Chiara Carabelli referente integrazione IPC Falcone Gallarate

6 non è uno strumento utile per l’insegnante
ELEMENTI CRITICI CONSEGUENZE DIAGNOSI FUNZIONALE SECONDO ICD La diagnosi clinica definisce la patologia ma non è uno strumento utile per l’insegnante Non descrive le modalità d’intervento necessarie La diagnosi funzionale prende avvio da una certificazione medica, dunque risente in partenza di un approccio medico: - nella definizione del problema - nella sua descrizione

7 ELEMENTI CRITICI IL PROGETTO CONSEGUENZE I progetti formulati centrati sulla disabilità: - rimarcano le differenze - non individuano gli elementi formativi che l’attività svolta in classe può avere anche per l’alunno disabile. è consueto osservare ricerca di percorsi paralleli, che: - non consentono l’interazione con la classe, Delegano l’intervento all’insegnante di sostegno, non aiutano a rimuovere gli ostacoli

8 ELEMENTI CRITICI ASSENZA DI SINERGIE CONSEGUENZE
I progetti centrati sui contenuti disciplinari non permettono l’azione sinergica di tutte le discipline per il conseguimento di obiettivi formativi Non ci si avvale del contributo di sguardi diversi Non si chiariscono le caratteristiche dei diversi contesti Non si riesce a “ridurre la separazione” dalla classe

9 Obiettivi del Progetto I CARE Reti di Gallarate e Busto Arsizio
definire uno strumento per 1. Condividere l’analisi dei bisogni formativi: è necessaria una lente per descrivere caratteristiche di funzionamento; 2. definire le aree di sviluppo prossimale; 3. individuare gli interventi sinergici nei diversi ambiti disciplinari; 4. descrivere le caratteristiche dei contesti

10 Focus dell’attività di formazione
attività di formazione per il personale docente della scuola, per promuovere sguardi realizzare interventi sul sistema acquisire competenze sul funzionamento

11 Ma cos’è ICF ICF: classificazione internazionale del funzionamento (OMS – 2007): L’ICF cambia lo sguardo: Legge il funzionamento di un individuo come da una interazione complessa fra la condizione di salute e i fattori contestuali L’ICF offre: una descrizione delle situazioni che riguardano il funzionamento umano e le sue restrizioni, un MODELLO di riferimento per l’ORGANIZZAZIONE delle informazioni, Struttura le informazioni in modo significativo, interrelato e facilmente accessibile

12 Interazione dinamica di Concetti
ICF 2001 /ICF-CY 2007 Condizioni di salute (disturbo/malattia secondo la classificazione ICD 10) Funzioni e strutture corporee (Menomazione) Attività (Limitazio- ne) Partecipazione (Restrizione) Fattori Ambientali Fattori Personali Chiara Carabelli referente integrazione IPC Falcone Gallarate

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14 ICF e il “sistema” scuola
attraverso ICF è possibile: Intervenire sul singolo ma anche sul contesto definire meglio i ruoli di tutti gli operatori che partecipano al progetto, identificando le aree in cui: è necessaria una mediazione della proposta disciplinare questa può essere realizzata attraverso la predisposizione di materiali da parte del docente o nell’interazione coi compagni, o sono necessari ausili (livello 1) è necessaria una mediazione che richiede l’intervento diretto di un adulto (livello 2 e 3) è necessario prevedere attività diverse rispetto a quelle previste per il gruppo classe (livello 4)

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16 Il lavoro di ricerc - azione
Costruzione della scala per descrivere il funzionamento dell’alunno Ricorso ad ancore esempi e descrizioni comprensibili che evitano etichettamenti Attraverso l’uso della scala - definire l’obiettivo :“zona di sviluppo prossimale” competenza attesa individuata nel livello immediatamente superiore a quello valutato all’avvio dell’attività

17 Per fare un esempio

18 I fattori ambientali Per ciascun codice analizzato ICF prevede che vengano analizzati i fattori ambientali Essi costituiscono un facilitatore o un ostacolo alla performance permettono di creare un ambiente favorevole favorendo l’integrazione

19 esempio

20 Conclusione progetto I CARE
Attraverso ICF abbiamo visto che è possibile migliorare la qualità dei processi di integrazione fornire agli insegnanti uno strumento efficace ed efficiente per costruire un progetto scolastico condiviso e attento al contesto Far uso di un linguaggio e di una struttura concettuale comune Possedere un criterio di valutazione che permette di misurare la qualità dell’intervento

21 Struttura del PEI secondo ICF
Scelta della funzione o dell’attività su cui si intende lavorare Scelta della zona di sviluppo prossimale (fatta in automatico dalla piattaforma) Identificazione dei fattori contestuali facilitanti o ostacolanti Scelta delle discipline che sono contesti funzionali al conseguimento dell’obiettivo Descrizione delle azioni dell’insegnante finalizzate al conseguimento dell’obiettivo Descrizione del risultato atteso in termini di competenza dell’alunno (che definirà il profilo in uscita)

22 Insegnante di lettere Docente di storia Insegnante di sostegno Un esempio Nella capacità di acquisire concetti l’alunno presenta in ingresso il livello 3 che indica una limitazione grave in questa attività di apprendimento. Il docente di storia, preso atto dei facilitatori messi in evidenza dall’insegnante di scienze, ha individuato una modalità attraverso la quale far partecipare, l’alunno alle attività della classe. Il docente di sostegno descrive l’attività che intende fare a supporto dell’attività del docente disciplinare: entrambi indicano ciò che si attendono l’alunno sia in grado di fare grazie alle mediazioni messe in atto

23 OGGI IL SERVIZIO NPIA DI GALLARATE 5 SCUOLE PRIMARIE 4 SCUOLE MEDIE
3 SCUOLE SUPERIORI HANNO AVVIATO ATTIVITA’ CHE PREVEDONO L’USO DI ICF PER LA STESURA DEL PROFILO E DEL PROGETTO

24 Verso il futuro di I CARE
Uso di una piattaforma on line strutturata con ICF- Y per: - la compilazione del PDF, del PEI e la tenuta del registro dell’insegnante di sostegno - condividere la medesima scala, il medesimo linguaggio, - guidando le modifiche al contesto che si rendono necessarie per migliorare la qualità dell’integrazione

25 VI ASPETTIAMO OGGI POMERIGGIO
WORK SHOP:


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