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I Longobardi
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I LONGOBARDI GIUNGONO IN ITALIA
Verso la metà del VI secolo i longobardi, una popolazione di origine germanica, occuparono vari territori dell’Italia del nord. Quando, nel 568 il re longobardo Alboino si presentò ai confini nord occidentali d’Italia, i bizantini opposero una debole resistenza e furono sconfitti, mentre le popolazioni locali, che avevano subito il governo avido e dispotico di Bisanzio, rimasero quasi indifferenti. I bizantini si ritirarono lungo le fasce costiere dell’Adriatico e del Tirreno: in tal modo poterono conservare i principali porti della penisola e quindi il collegamento con Bisanzio e il dominio incontrastato sul commercio marittimo.
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Dilagarono attraverso l' Emilia, nella Tuscia, l'attuale Toscana.
Le bande si diressero verso l'Italia centrale e vi fondarono il ducato di Spoleto. e giunsero quasi fino a Roma,, non la invasero grazie all’intervento del Paga Gregorio Magno,la superarono e occuparono Benevento. Primo duca fu Zottone.
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Dilagarono attraverso l' Emilia, nella Tuscia, l'attuale Toscana.
Le bande si diressero verso l'Italia centrale e vi fondarono il ducato di Spoleto. e giunsero quasi fino a Roma,, non la invasero grazie all’intervento del Paga Gregorio Magno,la superarono e occuparono Benevento. Primo duca fu Zottone.
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I Longobardi, dominarono la penisola italiana dal VI d. c
I Longobardi, dominarono la penisola italiana dal VI d.c. fino alla fine del VIII sec d.C. Amavano definirsi “ Winnili “ cioè guerrieri. Dopo aver diviso in “ducati” il territorio conquistato, scelsero Pavia come capitale e sede del re e dei parlamenti generali. Nel VI sec., il re Agilulfo, e sua moglie Teodolinda si convertirono al cattolicesimo seguiti dal loro popolo. introduzione
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Benevento divenne così la capitale della Longobardia meridionale “Langobardia minor”
Il territorio, con i Longobardi si estese moltissimo e il ducato si arricchì di altri bellissimi luoghi. Ne fecero parte l’Abruzzo, la Puglia la Lucania , parte della Campania e la Calabria, che contribuirono a far raggiungere grande splendore al Ducato di Benevento.
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Fu durante il dominio longobardo che nacque la leggenda delle streghe.
Le donne longobarde celebravano riti pagani riunendosi fuori dalle mura, intorno al noce sacro a Wothan,ballando frenetiche danze . Nel 663, un vescovo beneventano, S.Barbato, alla felice conclusione dell'assedio posto alla città dall'imperatore Costante II, convinse il duca Romoaldo II e la sua gente ad abbattere il noce sacro a Wothan e porre fine ai riti.
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Il I duca di Benevento fu Zottone.
Alla morte di Zottone, avvenuta nel 592, la guida del Ducato di Benvento fu affidata al valoroso Arechi I. Ma nonostante questa data coincidesse con la conversione al cattolicesimo del nuovo sovrano longobardo Agilulfo, al contrario, per meglio sottolineare l'indipendenza del suo Ducato, Arechi non si convertì mai.
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ARECHI II: UN GRANDE PRINCIPE
Arechi sposò la figlia dell’ultimo re longobardo Desiederio e fu nominato dal suocero duca di Benevento nel 758. Dopo la vittoria di Carlo Magno nel 774 e la fine della Langobardia Maior, Arechi assunse il titolo di princeps, proponendosi come l'erede delle tradizioni, della cultura e dell'identità nazionale del proprio popolo. Trasferì la corte a Salerno, dove tra il 770 e il 774 aveva costruito nelle vicinanze delle mura meridionali e affacciata sul mare una splendida Reggia, dotata di una cappella palatina. Attualmente è l'unica Reggia longobarda ancora esistente..
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Arechi II costruisce la
Con il principato di Arechi II, intelligente ed abile sovrano, il Ducato di Benevento visse la sua epoca d'oro. Si arricchì di monumenti preziosi , di filosofi e sapienti provenienti da ogni parte diventando centro culturale di grande prestigio. Il sovrano amò circondarsi di artisti e uomini del sapere tra i quali Paolo Diacono, storico della Longobardia, che lo celebrò come elargitore di gioia, di prosperità , di grandezza,esempio di immensa virtù. Arechi II costruisce la chiesa di Santa Sofia Nel 762 fondò la chiesa di Santa Sofia, vero gioiello dell'arte medievale europea.
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Salerno:il castello di Arechi II
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Benevento:la chiesa di Santa Sofia
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Arechi II, genero del Re Desiderio, dopo la sconfitta dei Longobardi contro Carlo Magno si considera rappresentante della gente e della patria longobarda in Italia, e si pone sullo stesso piano di un Re, cercando di resistere ai Franchi e di mettersi in contatto con Adelchi, suo cognato, il figlio di Desiderio fuggito a Costantintopoli. Ma la sua morte improvvisa nel 786 vede l’ascesa al trono del figlio Grimoaldo III che, in un primo momento, si arrende ai Franchi, accettando la franchizzazione del suo popolo, pur di rimanere duca di Benevento. Arechi dux
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Una rappresentazione della
Successivamente, quando Adelchi tenta di riconquistare il regno paterno, Grimoaldo III si schiera dalla sua parte. Dopo la sconfitta di Adelchi, i Franchi proveranno altre volte a venire a riconquistare il ducato di Benevento ma senza esito. Sotto il principato di Sicone (m. 832) e del figlio Sicardo (m. 839), Benevento raggiunge l’apice delle proprie fortune politiche: viene imposto un tributo a Napoli ed è conquistata Amalfi, di cui una parte degli abitanti è trasferita di forza a Salerno. Ma queste operazioni erano in corso quando Sicardo, privo di figli, è ucciso in una congiura. Una rappresentazione della noce di Benevento
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La guerra civile fra due pretendenti alla successione di Sicardo terminò con la divisione del ducato in due principati: quello di Benevento — con il Molise e la Puglia settentrionale e quello di Salerno.Il confine trai due principati cadeva proprio in Irpinia, tra Rocca San Felice e Frigento.
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Furono abilissimi cesellatori ed artigiani in tutti i campi
Furono abilissimi cesellatori ed artigiani in tutti i campi. Armi, scudi,vestiti, costruiti sempre con ricchezza di particolari. Splendide opere d’ artigianato che esprimevano l’amore per la natura: aquile, cervi, cinghiali spesso sono rappresentati su croci, incastonate di pietre preziose. Abilissimi nella scultura, a Benevento è possibile ammirarne una nel chiostro della chiesa di Santa Sofia , dove era badessa Guniberga, sorella di Arechi . .
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L’arte longobarda fu raffinata e splendida come dimostrano tutti i reperti ritrovati .
Stupende sono le monete d'oro che raffigurano il duca Arechi II. Anche i codici , furono vere opere d’arte in miniatura ed entrano a far parte della biblioteca del signore longobardo. Tra le sue letture preferite le miscellanee, i libri liturgici, gli scritti agiografici ed i trattati.
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Idearono tecniche originali, come la filigrana, l'agemina, argento laminato su ferro o su bronzo
Costruirono, preziosi gioielli, monili meravigliosi con cui amavano abbellire le loro donne. Collane, orecchini, anelli, fibule, cinture,arricchiti da pietre preziose , trovati nelle tombe ,sono reperti che testimoniano l’elevato livello di lavorazione e creatività raggiunto nell’arte orafa dal raffinato popolo dei Longobardi.
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Paolo Diacono scrive la Storia dei Longobardi a Montecassino; un altro monaco cassinese, Erchemperto, nel secolo IX, ne continua l’opera narrando la storia dei longobardi dell’Italia Meridionale. Una grafia particolare è elaborata nei centri culturali della regione, poi nota come "scrittura beneventana". Infine, va ricordato che la prima testimonianza scritta del volgare italiano è in un placito capuano del 960, conservato, appunto, a Montecassino.
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