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PubblicatoFranco Giuseppe Modificato 6 anni fa
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MICRONOTIZIE Progetto legalità “I.C. Govanni Cena” giornalino della scuola “Daniele” a cura degli alunni della 5^A A scuola coi bulli? No grazie!!! Cos’è, come si manifesta e come si combatte Non basta parlare di bullismo ma bisogna vincere l’indifferenza. scoprendo che si tratta di un problema molto diffuso tra i bambini e i ragazzi di tutte le scuole del mondo. In classe il problema è stato affrontato più volte dalle nostre maestre che ci hanno presentato anche la signora Patrizia, una volontaria che si occupa di problematiche giovanili. Anche lei ci ha fatto capire che il bullismo è un fenomeno che si manifesta in diversi modi. In modo diretto: attraverso atti di intimidazione ( minacce, botte etc.) da parte di un bambino o un ragazzo prepotente nei confronti di un altro più In questi mesi a scuola abbiamo affrontato il tema del bullismo,
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MICRONOTIZIE insicuro e debole.
In modo indiretto:attraverso atteggiamenti che tendono ad escludere un bambino o un ragazzo rispetto ad un gruppo di coetanei, perché viene percepito dal gruppo come il “perdente” di turno. Patrizia ci ha fatto riflettere proprio su quest’ ultima forma di bullismo perché, ad un tratto, molti di noi si sono sentiti chiamati in causa, in quanto spesso anche nella nostra classe alcuni bambini tendono ad escludere altri dal gioco, dall’invito a una festa, da una conversazione. Abbiamo indagato anche altri comportamenti che in verità ci appartengono, ad esempio le risatine di tutti noi quando un compagno sbaglia.Tutti atteggiamenti questi da evitare, se si vuole combattere il fenomeno dilagante del bullismo. Inoltre, il 19 Marzo scorso, siamo stati invitati a partecipare nell’aula magna della nostra scuola “I.C. G. Cena” ad un intervento sul tema del bullismo, che ha visto come relatore il Maggiore dei Carabinieri Paolo Befera, il quale oltre a parlare di bullismo “tradizionale” ci ha informati su una nuova forma di bullismo dilagante nell’era dei social, il “cyberbullismo”, molto più subdolo e pericoloso rispetto a quello tradizionale perché in questo caso manca la relazione diretta tra la vittima e il bullo. Si manifesta con la
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MICRONOTIZIE nella sua intimità, violando la sua privacy e minando la sua autostima. Questo molto spesso porta la vittima a tentare il suicidio e quindi alla morte. Questi incontri ci hanno fatto capire diverse cose sul bullismo e suoi protagonisti. Abbiamo concluso che, il bullo molto spesso è una persona problematica, debole e insicura, che si comporta in modo aggressivo con gli altri per sentirsi più sicuro delle sue capacità, che sempre agisce aiutato da un gruppo di giovani che si spalleggiano a vicenda. Inoltre alcuni comportamenti del bullo possono essere paragonati a veri e propri reati che potrebbero avviarlo in futuro ad una vita criminale. La vittima del bullo viene molto spesso individuata tra i bambini o i ragazzi che hanno un carattere debole e tendono ad isolarsi dal gruppo per insicurezza diventando cosi facili bersagli. A ben vedere sia il bullo che la vittima sono persone che mostrano problemi di relazione con gli altri. Sconfiggere questo fenomeno si può in primo luogo facendo emergere le prepotenze del bullo, parlandone con gli insegnanti e gli adulti, e poi cercando di vincere l’indifferenza che spesso circonda la vittima. Infatti essa diventa vittima proprio perché lasciata al suo destino dagli altri forse per paura, forse per vergogna. Il bullismo si può vincere solo se ognuno di noi smette di essere indifferente nei confronti degli altri, di tutti gli altri, perché tanto il bullo quanto la vittima sono il risultato della nostra società, concentrata più sull’apparire che sull’essere. La 5^ A diffusione attraverso i social di immagini e informazioni sulla vittima, la quale molto spesso si trova ad essere bersaglio dei suoi coetanei senza sapere il motivo, e scoprendo poi che alcuni suoi “amici” hanno diffuso notizie imbarazzanti sul suo conto, che risultano il più delle volte false. Il cyberbullismo è meno diretto, di quello tradizionale ma più insidioso e violento, perché tende ad attaccare la vittima
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Con la L.I.S. abbiamo imparato un nuovo modo di comunicare
MICRONOTIZIE SUONI ... RUMORI E SILENZIO il linguaggio del silenzio...comunicare con la lingua dei segni Con la L.I.S. abbiamo imparato un nuovo modo di comunicare LIS è l’acronimo di Lingua italiana segni e dal punto di vista sociologico è una vera e propria lingua. La lingua dei segni, utilizzata come lingua madre dalla maggior parte delle persone sorde, consente al bambino o all’adulto di acquisire rapidamente e naturalmente una lingua con cui comunicare con l’ambiente circostante, a partire dai genitori. Tenendo ben chiari questi criteri l’insegnante con il prezioso e costante supporto dell’equipe docenti delle classi quinte dei due moduli, hanno avviato un percorso didattico inclusivo, con incontri calendarizzati in cui gli alunni hanno imparato l’alfabeto dattilologico ed hanno acquisito un primo vocabolario di parole-segno di uso comune, ad esempio: i nomi della famiglia, alcuni verbi come “giocare” o “mangiare”, per poter avviare una conversazione con il loro compagno. Nel corso dell’anno scolastico 2015/2016 gli alunni e le docenti delle classi quinte A, B, C e D del plesso “ O. Montiani” dell’Istituto Comprensivo G. Cena di Latina, hanno partecipato ad un percorso di sensibilizzazione e alfabetizzazione nella LINGUA DEI SEGNI ITALIANA (LIS). L’iniziativa proposta dall’insegnante di sostegno, nella scuola primaria “ O. Montiani”, Valentina Durazzo, nasce dall’esigenza di mettere tutti nelle condizioni di poter comunicare al meglio, con un loro compagno di scuola che utilizza questa lingua per potersi esprimere , quindi crescere sviluppando tutti gli aspetti: didattici, sociali , personali, e dal desiderio di incuriosire gli alunni, coinvolgendoli in attività che gli avrebbero permesso di scoprire abilità ancora non sperimentate. Ma che cos’è la LIS?cosa significa? Quando è nata? Chi la usa? Ne esiste una sola?
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MICRONOTIZIE Le classi si sono esibite ai genitori in canti “segnati”in occasione dei saluti per le festività natalizie e con uno spettacolo teatrale sul tema del bullismo nel mese di Giugno ampliato inserendo al suo interno canzoni in Lingua dei segni italiana. Per gli alunni e per le docenti coinvolte è stato un percorso non solo di ampliamento nell’offerta formativa ma soprattutto un momento di crescita personale che ha permesso di scoprire una realtà, quella della Lis, fatta di corporeità, emozioni e di un nuovo modo di fare “musica”. L’insegnante Valentina Durazzo Immagine parola/segno “mamma” con le sue caratterisicche Alfabeto dattilologico Un esempio di breve frase composta da immagine-segno
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FRUTTA A SCUOLA CHE BONTA' impariamo a mangiare bene...
MICRONOTIZIE FRUTTA A SCUOLA CHE BONTA' impariamo a mangiare bene... I bambini delle classi prime del plesso Daniele ci presentano le loro “Nuvole Croccanti” Il progetto interdisciplinare“Frutta a scuola... che bontà!” è stato sviluppato nell’intero anno scolastico, da ottobre a maggio, e ha affrontato molteplici tematiche inerenti l’alimentazione e la sostenibilità del pianeta. Attraverso divertenti attività didattico-manipolative, i bambini hanno potuto scoprire le proprietà della frutta e riflettere sulle principali regole del “mangiar sano”. Per la realizzazione del progetto sono stati utilizzati percorsi diversificati tenendo in considerazione le esigenze, gli interessi e i diversi stili apprenditivi degli alunni.
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MICRONOTIZIE Ecco il foyer del teatro Ponchielli di Latina addobbato con i lavori preparati nel corso dell’anno scolastico, dai bambini delle due classi prime, del plesso “Daniele”.
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MICRONOTIZIE In evidenza ancora i lavori preparati dai bambini. Un momento durante le prove dello spettacolo…e poi finalmente tutto è pronto per andare in scena... LE INSEGNANTI DELLE CLASSI 1^ A, 1^B
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