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VARIETA’ DEI CAPITALISMI

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Presentazione sul tema: "VARIETA’ DEI CAPITALISMI"— Transcript della presentazione:

1 VARIETA’ DEI CAPITALISMI
MODELLO INTERPRETATIVO CHE NON MISURA LA SUPERIORITA’ DELL’UNO SULL’ALTRO MA SI TRADUCE IN UNO STRUMENTO ANALITICO CHE CONSENTE DI LEGGERE LE DIFFERENZE TRA I SINGOLI PAESI (E I CAPITALISMI)

2 FINO ALLA FINE DEGLI ANNI OTTANTA
SUPERIORITA’ DEL MODELLO RENANO- NIPPONICO SU QUELLO ANGLOSASSONE: DOVUTA ALLA CAPACITA’ DI COMBINARE MEGLIO CRESCITA ECONOMICA E PROTEZIONE SOCIALE

3 LA DIFFERENZE AMPIEZZA DEL WELFARE STABILITA’ DELL’IMPIEGO VS.
FACILITA’ DI LICENZIAMENTO RELAZIONI INDUSTRIALI COORDINATE VS DECENTRATE INCENTIVI ALLA VALORIZZAZIONE DELLE IMPRESE VS VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE AZIONARIO

4 CAPITALISMO DI BORSA O DI WELFARE (DORE)
CENTRATO SUGLI AZIONISTI (SHAREHOLDERS) OPPURE SUGLI INTERESSI CHE A VARIO TITOLO GRAVITANO INTORNO ALLE IMPRESE (STAKEHOLDERS)

5 AGGIORNARE LA TIPOLOGIA BASE
ECONOMIE LIBERALI DI MERCATO (USA E ALTRI) ECONOMIE COORDINATE DI MERCATO (GERMANIA, GIAPPONE, PAESI NORDICI ECONOMIE AUTORITARIE DI MERCATO (CINA E INDIA) CENTRALITA’ DELLO STATO E DELLE ELITES INDUSTRIALI (FRANCIA)

6 RAGIONARE SUI CAPITALISMI INTERMEDI
MIXED-MARKET ECONOMIES AD ESEMPIO QUELLI MEDITERRANEI CARATTERIZZATI DA UNA PRESENZA PIU’ FORTE DELLO STATO IN ECONOMIA DAL CAPITALISMO FAMIGLIARE DAL DUALISMO TRA SETTORI PROTETTI E SETTORI FLESSIBILI

7 E’ POSSIBILE COMPLICARE
VARIE TIPOLOGIE CHE TENGONO CONTO DEI PAESI EMERGENTI SI AFFERMA L’IDEA DI EQUILIBRI MULTIPLI IN CUI CIASCUN CAPITALISMO PRESENTA PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DIVERSI PRESENZA DI TIPI ETEROGENEI CHE NON CONTENGONO UNA SOLA LOGICA ISTITUZIONALE

8 PERCHE’ IL BOOM USA NEGLI ANNI NOVANTA
INTEGRAZIONE RICERCA/IMPRESE PRIMATO NELLE TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA E CUMULAZIONE DEGLI EFFETTI POSITIVI DI INTERNET FLUIDITA’/MOBILITA’ DEI MERCATI DISPONIBILITA’ DI VENTURE CAPITAL NUOVO EQUILIBRIO TRA BORSE E STRATEGIE DI LUNGO PERIODO

9 ASPETTI CARATTERIZZANTI DELLE EMC
GOVERNANCE A PIU’ VARIABILI (MAGGIORE COORDINAMENTO) IMPRESE CON FINANZIAMENTI A LUNGO TERMINE CHE CONSERVANO LA FORZA LAVORO TENDENZA STRUTTURALE AD UN PROCESSO DECISIONALE CONSENSUALE RELAZIONI INDUSTRIALI PROTETTIVE E COOPERATIVE CHE INCENTIVANO I LAVORATORI AD ACQUISIRE ABILITA’ TECNICHE

10 ASPETTI CARATTERIZZANTI LE EML
IL COORDINAMENTO TRA LE IMPRESE AVVIENE ATTRAVERSO LA GERARCHIA E SCAMBI IN MERCATO IMPERSONALE LE IMPRESE DANNO PRIORITA’ A PROFITTI CORRENTI LE RELAZIONI INDUSTRIALI SI BASANO SUL PRIMATO MANAGERIALE L’INNOVAZIONE SI BASA SULLA MOBILITA’ DEGLI SCIENZIATI

11 CONVERGENZA O VARIETA’
LA GLOBALIZZAZIONE PRODUCE UNA PRESSIONE VERSO LA CONVERGENZA? UNA LETTURA DINAMICA VEDE I CAPITALISMI LIBERALI PIU’ IN SINTONIA CON L’INTEGRAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI E I CAPITALISMI COORDINATI SOTTOPOSTI A PROGRESSIVA EROSIONE

12 TREND COMUNI MA… DENTRO UN QUADRO CHE FAVORISCE IL PRIMATO DEL MERCATO PURE RIMANGONO TRAIETTORIE DIVERSE SONO ADDEBITABILI PIU’ CHE ALLE ISTITUZIONI DEL PASSATO ALLE SCELTE DIFFERENTI DI POLITICA ECONOMICA (BACCARO E PONTUSSON)

13 INFATTI STUDI RECENTI (BURRONI E SCALISE) MOSTRANO CHE RESTANO IN PIEDI DIFFERENZE DI FONDO TRA I DIVERSI CAPITALISMI DOVUTE NON SOLO ALLE EREDITA’ DEL PASSATO MA ANCHE ALLA DIVERSA EFFICACIA DELL’AGENCY

14 L’AGENCY LA CAPACITA’ DEGLI ATTORI NAZIONALI DI PROMUOVERE E REALIZZARE RIFORME RIGUARDA TANTO IL LIVELLO POLITICO CHE QUELLO AMMINISTRATIVO MA ANCHE IL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI DI INTERESSI (ATTORI COLLETTIVI) RESTA RILEVANTE PUR ESSENDO AUMENTATI I VINCOLI EUROPEI

15 L’AGENCY VARIABILE FONDAMENTALE DELLE TRAIETTORIE DEL CAPITALISMO CONTEMPORANEO MISURATE SULLA BASE DELLA CRESCITA ( ECONOMIA E INNOVAZIONE) E INCLUSIONE ( EGUAGLIANZA E PROTEZIONI SOCIALI)

16 UN AGGIORNAMENTO DELLA TIPOLOGIA
(BURRONI E SCALISE, 2017) ANGLOSASSONE : IRLANDA E REGNO UNITO CONTINENTALE: BELGIO GERMANIA FRANCIA LUSSEMBURGO PAESI BASSI AUSTRIA MEDITERRANEO: GRECIA SPAGNA ITALIA PORTOGALLO

17 UN AGGIORNAMENTO NORDICO: DANIMARCA FINLANDIA SVEZIA ISLANDA NORVEGIA
BALTICO: ESTONIA LETTONIA E LITUANIA VISEGRAD : REPUBBLICA CECA UNGHERIA POLONIA E SLOVACCHIA

18 COSI’ RESTANO FUORI TRA I PAESI UE
BULGARIA CROAZIA MALTA CIPRO ROMANIA E SLOVENIA CHE SONO PAESI CARATTERIZZATI DA ‘RILEVANTI SPECIFICITA’ ‘

19 IN EFFETTI IL PRODOTTO INTERNO LORDO E’ PIU’ ALTO NEL NORD EUROPA E NELL’EUROPA CONTINENTALE ANCHE IL MODELLO ANGLOSASSONE RECUPERA VELOCEMNTE DOPO LA CADUTA DEL

20 INVECE TASSI PIU’ BASSI NEI PAESI MEDITERRANEI ( CHE NON HANNO RAGGIUNTO I LIVELLI PRE-CRISI) BUONE PERFORMANCE DEL GRUPPO VISEGRAD GRANDE CRESCITA DEI PAESI BALTICI FINO AL 2008 E DOPO UNA FORTE CADUTA NOTEVOLE REATTIVITA’ NEGLI ANNI RECENTI

21 ANCHE SUL VERSANTE DELL’OCCUPAZIONE
I TASSI PIU’ ELEVATI NEI PAESI NORDICI E NEL MODELLO ANGLOSASSONE MA CRESCIUTE LE CRITICITA’ E I DUALISMIIN DIVERSE REALTA’ DALLA GERMANIA AI PAESI BALTICI ELEVATI RISCHI DI PRECARIZZAZIONE NEL MODELLO ANGLOSASSONE

22 SUL PIANO DELLE DISUGUAGLIANZE
QUESTE SONO CRESCIUTE NEL MODELLO ANGLOSASSONE E IN QUELLO BALTICO SONO TENUTE SOTTO CONTROLLO NEI PAESI NORDICI E IN MISURA MINORE NEL MODELLO VISEGRAD E IN QUELLO CONTINENTALE

23 ANCHE SUL PIANO DELLA POVERTA’
LINEE DI TENDENZA POSITIVE PER MODELLO NORDICO CONTINENTALE E VISEGRAD RISCHI AUMENTATI E NUMERI CRESCENTI NEI PAESI MEDITERRANEI E BALTICI ELEVATI RISCHI DI ESCLUSIONE SOCIALE NEL MODELLO ANGLOSASSONE

24 QUINDI DIFFERENZE PERSISTENTI
I RISULTATI MIGLIORI – BUONA COMBINAZIONE DI CRESCITA E INCLUSIONE – NEI PAESI CONTINENTALI E IN QUELLI NORDICI INVECE IL MODELLO ANGLOSASSONE E’ CARATTERIZZATO DA ALTA CRESCITA E BASSA INCLUSIONE

25 DIFFERENZE BASSA CRESCITA E BASSA INCLUSIONE PER IL MODELLO MEDITERRANEO E BALTICO OLTRE CHE PER UNGHERIA E POLONIA ALTA INCLUSIONE BASSA CRESCITA INVECE IN REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA E SLOVENIA

26 IL FATTORE CRUCIALE IL RUOLO DELLO STATO E DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI
UNO STATO STRATEGICO CHE SOSTIENE I SETTORI CHIAVE PER L’INNOVAZIONE LA COMPETITIVITA’ E LO SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE IN PRIMO LUOGO NEI PAESI NORDICI MA ANCHE NELL’EUROPA CONTINENTALE

27 IL RUOLO DELLO STATO NEI PAESI ANGLOSASSONI SPENDE MENO MA BENE
INVECE NEI PAESI MEDITERRANEI INTERVENTO MIOPE BASATO SU MENO SPESA E MENO EFFICIENTE NEI RISULTATI RIDOTTE POLITICHE SOCIALI NEI PAESI BALTICI E VISEGRAD (CON QUALCHE ECCEZIONE)

28 LE TRAIETTORIE DELLO SVILUPPO
SONO INFLUENZATE ANCHE DALLE ORGANIZZAZIONI DI INTERESSI LA FRONTIERA E’ TRA QUELLE CHE AIUTANO L’INNOVAZIONE INSIEME ALL’INCLUSIONE SOCIALE E QUELLE CHE INVECE PERSEGUONO LOGICHE PIU’ RISTRETTE E DIFENSIVE

29 INFATTI NEI PAESI NORDICI E CONTINENTALI QUESTO AIUTA A PERSEGUIRE LA VIA ALTA ALLA COMPETITIVITA’ ( ALTO SVILUPPO E ALTA INCLUSIONE) NEI PAESI ANGLOSASSONI SONO LE IMPRESE A FAVORIRE LO SVILUPPO( ALTA COMPETITIVITA’ MA BASSA INCLUSIONE)

30 INVECE NEI CAPITALISMI MEDITERRANEI LE IMPRESE TRAINANO UN MODELLO BASATO SULLA RIDUZIONE DEI COSTI E PIU’ VICINO ALLA VIA BASSA ALLA COMPETITITIVITA’ IN QUESTI CASI SI HA BASSO SVILUPPO E LIMITATA INCLUSIONE

31 SUL PIANO DELLE IMPRESE
SECONDO BERGER LE DIFFERENZE RESTANO AMPIE PERCHE’ CI SONO VARI MODI DI COMPETERE NEI MERCATI GLOBALI LE IMPRESE HANNO UNA SORTA DI PATRIMONIO EREDITARIO CHE MANTIENE LA DIVERSIFICAZIONE DELLE TRADIZIONI E PRATICHE ORGANIZZATIVE

32 IL PASSATO ISTITUZIONALE
NON SPIEGA DA SOLO LE SCELTE COMPIUTE PERCHE’ SI PUO’ TRANSITARE VERSO UNA OPZIONE ALMENO IN PARTE DIVERSA DAL PASSATO : ESEMPIO LA GERMANIA CHE SCEGLIE CON NETTEZZA DI LEGARSI AL TRAINO DELLE ESPORTAZIONI (MODELLO EXPORT LED) E SI ALLONTANA DAL DRIVER DELLA DOMANDA INTERNA

33 NELLA FINANZA (DORE) STRATEGIE PIU’ SIMILI A QUELLE ANGLOSASSONI
IBRIDAZIONE DOVUTA ALLA POSSIBILITA’ DI AUMENTARE I PROFITTI A BREVE CRESCENTE INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA CULTURA ECONOMICA

34 AUMENTA LA COMPETIZIONE GLOBALE
CRESCITA NON ELEVATA E MAGGIORE CONCORRENZA PER AGGIUDICARSI QUOTE DI MERCATO AUMENTANO GLI INVESTIMENTI ALL’ESTERO INTEGRAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI

35 COSA AIUTA LA CONVERGENZA
RIDUZIONE DELL’AUTONOMIA DEGLI STATI NELLA POLITICA ECONOMICA SPINTA A SEGUIRE IL MODELLO DOMINANTE NELLA CAMPO DELLA FINANZA L’INTRODUZIONE DI MECCANISMI SOVRANAZIONALI CHE USANO REGOLE COMUNI (UNIONE EUROPEA)

36 COSA FACILITA LE DIFFERENZE
LA PERSISTENZA DEI CONDIZIONAMENTI ISTITUZIONALI DEL PASSATO (PATH DEPENDENCE) PERMANGONO MODELLI DI COMPETIZIONE TRA LE IMPRESE DIFFERENTI MA EQUIVALENTI DIFFICILE MODIFICARE SINGOLE PARTI DELL’ASSETTO NORMATIVO DI UN PAESE

37 AMBIGUITA’ DEI PROCESSI REALI
CROUCH E STREECK DICONO CHE L’INDEBOLIMENTO DELLO STATO PRODURRA’ DIFFICOLTA’ IN ALTRE SFERE COME IL WELFARE INOLTRE QUESTO COMPORTA MAGGIORE DEBOLEZZA DEL CAPITALISMO ORGANIZZATO E LA CRESCITA DI DISUGUAGLIANZE

38 AMBIGUITA’ LA DEREGOLAMENTAZIONE NON E’ L’UNICA OPZIONE PERSEGUITA A LIVELLO MICRO RESTANO SPAZI PER MECCANISMI DI CONCERTAZIONE EFFETTI DELLA CRISI DEL 2008 DOVUTA ALLA CRESCITA DI INVESTIMENTI SPECULATIVI IN RAPPORTO ALLA PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI

39 ESITI LA CRISI RALLENTERA’ LA FINANZIARIZZAZIONE E FACILITERA’ LA PERSISTENZA DELLE ECONOMIE COORDINATE? LA GLOBALIZZAZIONE CREERA’ PRESSIONI CHE SARANNO FILTRATE ATTRAVERSO SPECIFICI CONTESTI ISTITUZIONALI

40 IN REALTA’ NONOSTANTE LA CRISI SI E’ ASSISTITO ALLA STRANA ‘NON MORTE’ DEL NEO-LIBERISMO CHE CONTINUA AD ESSERE EGEMONE NELLE ISTITUZIONI CHE CONTANO E NELLE REGOLE DEL GIOCO E LE GRANDI IMPRESE TRANSNAZIONALI MANTENGONO LE LORO POSIZIONI EGEMONI NEL PROCESSO DECISIONALE

41 NEL LUNGO PERIODO SONO PREVALENTI GLI IMPERATIVI LIBERISTI CHE MANTENGONO I SALARI SOTTODIMENSIONATI AUMENTANO LE DISUGUAGLIENZE I SINDACATI VENGONO MESSI SULLA DIFENSIVA ED EROSI DALLA PRESSIONE DEI MERCATI INTERNAZIONALI

42 COME MAI NONOSTANTE LA CRISI DEL 2008 ED UN CRESCENTE DISAGIO SOCIALE L’IMPOSTAZIONE ECONOMICA DI ‘AUSTERITA’ RESTA EGEMONE DETERMINANDO PERALTRO UN RALLENTAMENTO NELLA CRESCITA EUROPEA E NELLA LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE RISPETTO AGLI USA

43 COME MAI NEI PAESI PIU’ IMPORTANTI RESTANO MAGGIORITARIE COALIZIONI SOCIALI FAVOREVOLI A QUESTO ASSETTO DI REGOLE CHE SI BASANO SU UNA ALLEANZA IN PARTE NUOVA TRA CETI MEDI PIU’ DINAMICI E SETTORI PIU’ O MENO AMPI DI WORKING CLASS


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