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PubblicatoLeopoldo Gerardo Damiani Modificato 6 anni fa
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Realizzato da Chiara Amodeo IV D a.s. 2016/2017
THOMAS HOBBES Realizzato da Chiara Amodeo IV D a.s. 2016/2017
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LA VITA Thomas Hobbes nasce il 5 aprile 1588 a Malmesbury (Inghilterra). Il padre è il vicario di Westport, ma abbandona la famiglia. E' lo zio paterno Francis Hobbes a prendersi cura della sua educazione universitaria, che avviene a Magdalen Hall in Oxford dal 1603 al Terminati gli studi diventa precettore di William Cavendish, figlio del barone di Hardwick. Compie una serie di viaggi in Europa, che lo mettono in contatto con l'ambiente culturale e scientifico del primo Seicento. Si reca in Francia e in Italia, dove probabilmente conosce Galileo Galilei. Negli anni '20 entra anche in contatto con Bacone, per il quale svolge opera di segretario. La sua opera principale è il “Leviatano”, pubblicato nel 1651.
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RAGIONE E SAPERE Il filosofo ritiene che la ragione è la capacità di progettare a lungo termine il proprio comportamento e i mezzi per raggiungere i propri scopi. Alla base del ragionamento vi è in linguaggio, inteso come un calcolo, che attraverso segni convenzionali ci permette di comunicare agli altri le nostre esperienze. Hobbes ritiene che il sapere consista nel conoscere le cause generatrici della realtà, poiché senza di esse non può esistere la filosofia. Tuttavia non si possono conoscere le cause generatrici di Dio e delle cose incorporee. Hobbes ritiene che esistano due diversi modi di filosofare: dimostrazioni a priori, che permettono di giungere a conclusioni necessarie, e dimostrazioni a posteriori che permettono invece di giungere a conclusioni probabili.
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MATERIALISMO MECCANICISTICO ED ETICO
Il materialismo di Hobbes è definito “corporeismo”, poiché solo i corpi possono agire o subire un’azione. Il filosofo ritiene che bene e male siano due qualità soggettive in quanto un uomo definisce ‘bene’ ciò che gli piace e gli è utile, mentre definisce ‘male’ ciò che gli dispiace. La libertà non consiste nel libero arbitrio, dice Hobbes, ma nella libertà di azione. Inoltre un uomo è libero in quelle azioni che il sovrano non si è preoccupato di regolare con una legge, infatti: “La libertà dipende dal silenzio della legge”.
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LA POLITICA E IL LEVIATANO
Secondo Hobbes l’uomo per natura non è un animale socievole e politico ed è spinto ad avere rapporti con gli altri non per amore ma per bisogno. Questa condizione dell’uomo è definita “stato di natura”. L’uomo è allora lupo per l’altro uomo (homo homini lupus). Nello stato di natura vi è un continuo timore della morte e l’uomo vive in condizioni di miseria, ma grazie alle leggi di natura egli riesce ad ottenere condizioni di vita migliori. Le leggi di natura sono: cercare la pace, garantire che anche gli altri vivano in pace e rispettare i patti. Hobbes paragona lo stato al Leviatano, il mostro che secondo le Scritture è la creatura più terribile e potente esistente sulla terra. Nel frontespizio della sua opera infatti, il sovrano è rappresentato come un individuo immenso formato dalle teste di tutti gli altri individui.
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