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LA RINASCITA DELLE CITTÀ
Secoli XI-XIII a cura di Laura Vignati
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DALLA CITTÀ DEL VESCOVO E DEL SIGNORE ALLA CITTÀ DEI BORGHESI
Nel Medioevo ogni città faceva parte di un feudo e si sviluppava intorno alla torre del signore e alla cattedrale del vescovo. L’aumento demografico, conseguente alla rivoluzione agraria, portò ad un aumento della popolazione urbana. La cerchia muraria si allargò fino a comprendere i borghi dove si tenevano i mercati ed erano sorte le botteghe artigiane e i magazzini dei mercanti. Le città avevano bisogno di manodopera per laboratori e botteghe, perciò attirarono sempre nuovi abitanti (feudatari minori che si inurbano e servi della gleba che si affrancano) Nasce la classe borghese, cioè gli uomini del denaro e delle idee libere (mercanti, banchieri, artigiani, avvocati, medici, giudici, notai)
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Gli effetti del buon governo di Ambrogio Lorenzetti, dipinto nel 1338
Un contadino giunge in città con un maiale da vendere La città è ricca di botteghe e attività commerciali I contadini entrano in città per vendere i loro prodotti La città è popolosa , con edifici ordinati e ben costruiti
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Le corporazioni di arti e mestieri
Per difendere i loro interessi mercanti e artigiani si riunirono in corporazioni, cioè associazioni, dette anche arti (in Italia) o gilde (nel nord Europa), di cui facevano parte tutti coloro che esercitavano lo stesso mestiere. Le corporazioni si occupavano di mutuo soccorso (a favore dei soci ammalati, vedove e orfani) e di istruzione professionale.
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Le città sono centri di cultura
Durante l’Alto Medioevo e fino al XII secolo la cultura e l’istruzione erano nelle mani degli uomini di chiesa (scuole dei monasteri e delle chiese cattedrali). Con la rinascita delle città e lo sviluppò della borghesia si diffondono le scuole laiche (non tenute da religiosi), dove i figli di mercanti e artigiani imparavano a leggere a scrivere a fare i conti, a riconoscere pesi e misure, a tenere i libri dei conti e ad imparare lingue straniere. In queste scuole si insegna in latino, ma per usi pratici i mercanti usano già il volgare.
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LE UNIVERSITÀ Con la rinascita dei centri urbani cominciano a comparire maestri privati (laici e religiosi), che insegna a pagamento: teologia, medicina, matematica, diritto I maestri più famosi riunirono intorno a sé molti studenti. Dalla associazione di insegnanti e studenti nacquero le Università, collettività o corporazioni di insegnati e maestri (le più antica fu quella di Bologna del 1088). Nelle università si insegnava in latino. Al termine degli studi lo studente otteneva la licenza e diventava dottore.
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IL COMUNE In un primo momento le città erano sottoposte all’autorità del signore feudale, come il resto del contado . Successivamente i borghesi si riunirono in un’associazione detta Comune, con lo scopo di liberarsi dall’autorità del feudatario , cioè dal suo potere di banno [ potere che un tempo era stato dell’imperatore e poi passato ai feudatari = potere di imporre le tasse, amministrare la giustizia, effettuare la leva militare]. i Comuni riuscirono ad ottenere privilegi economici e concessione di carattere politico (p.es. fare leggi proprie, dette Statuti, amministrare la giustizia, eleggere magistrati) i Comuni si resero autonomi, cioè si poterono governare da soli e si diedero leggi proprie.
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La piazza di Cremona La piazza di Lodi Il Comune di Fabriano
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Le fasi istituzionali del Comune
COMUNE CONSOLARE Assemblea dei cittadini elegge i Consoli I consoli governano con l’aiuto di due Consigli COMUNE PODESTARILE Podestà Capitano del popolo SIGNORIA Signore
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Le classi sociali al governo del Comune
All’inizio gli uomini di governo erano scelti fra una ristretta cerchia di famiglie nobili e potenti. Nella seconda metà del sec. XIII la borghesia riuscì ad allontanare i nobili dal governo. Finirono però per prevalere alcune famiglie borghesi più ricche (popolo grasso) che era una minima parte della popolazione urbana. Il resto della popolazione borghese costituiva il popolo minuto ( piccoli artigiani, commercianti, apprendisti, operai), esclusi dal governo. Le famiglie borghesi più ricche diedero vita a delle vere e proprie faide per il governo della città. Si ricorse così alla figura del Podestà, cioè un unico magistrato forestiero, che doveva essere imparziale. La popolazione restò divisa in fazioni nemiche: vi erano continue lotte sia tra famiglie rivali sia tra magnati e i popolani (o popolo grasso e popolo minuto). I popolani in alcuni casi elessero un Capitano del popolo che si opponeva alle decisioni del podestà. Verso la fine del XIII secolo alcune città diedero vita alla Signoria, in cui il potere è accentrato nelle mani di un unico signore.
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LA VITA NELLE CITTÀ Le città erano murate e turrite.
Di notte le porte della città venivano chiuse. Al centro delle città cerano : il palazzo del vescovo, la cattedrale, il palazzo del comune. In città c’erano: le case signorili, le botteghe, le chiese, i conventi, gli ospizi. Le strade non erano selciate ed erano sudice, sporche e fangose, non c’erano fognature e le condizioni igieniche erano pessime. Frequenti erano le malattie infettive. Le case erano in legno per cui divampavano spesso gli incendi. Le case erano fredde: i camini furono introdotti solo dal sec. XIII.. E i vetri solo dal XII nelle case dei signori. L’igiene e la pulizia personale erano scarsissime. Ci fu comunque un’attenzione per il decoro dell’ambiente urbano. Si passò dallo stile romanico al GOTICO, che si può notare nelle chiese cattedrali e in alcuni elementi dei palazzi comunali.
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