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I Figli non hanno “cariche”.
Il Regno non è una serie di “misteri” in cui credere, comandamenti a cui obbedire perché minacciati, gerarchie a cui sottomettersi, riti da compiere. Il Regno è vivere con gioia il quotidiano. Forse è proprio questa la sua maggior novità: il Regno è la quotidianità, tutto può essere “il Regno”, non ci vuole altro che viverlo da Figli. Nel Regno non ha spazio quanto è “incarico”, “retribuzione”, “castigo”, “vendetta”. Tutto ciò vale in altri ambiti; il Regno non ha precedenze. I Figli non hanno “cariche”. Comportarsi come Figlio non è un merito, ma un dono. Non ci si impegna per ottenere ma perché già abbiamo ricevuto. José Enrique Ruiz de Galarreta. Testo: Matteo 6, Tempo Ordinario –A- Commenti e presentazione: M.Asun Gutiérrez. Musica: Mozart. Divertimento in Do.
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Gesù sale sul monte, si avvicinano per ascoltarlo ed Egli insegna
Gesù sale sul monte, si avvicinano per ascoltarlo ed Egli insegna. Presenta la vera felicità delle Beatitudini (Mt 5,1-12), dell’impegno fraterno (Mt 5,21-26); dell’amore per i nemici (Mt 5,43-48); del riconoscere e tendere a Dio come Padre (Mt 6,5-13). E ora, continuando il Sermone della Montagna, va al fondo: Amore e fiducia assoluta in Dio... ; questa dev’essere la prima preoccupazione dei suoi seguaci, la preoccupazione centrale, quella vera e importante. Vista dalla cima del monte delle beatitudini
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Matteo 6, Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. DIO Denaro Gesù sa che la seduzione della ricchezza presenta la vita dal punto di vista del guadagno e dell’accumulare sempre di più, ignorando gli altri. Questo mette a confronto la fedeltà a Dio e l’idolatria del danaro. Si deve scegliere. Seguire Gesú è incompatibile con il seguire due padroni così diversi come Dio e l’idolo della ricchezza. Abbiamo atteggiamenti tolleranti o indifferenti rispetto al terribile idolo del capitalismo e posizioni molto accomodanti in temi dottrinali, sessuali, morali..? Coincide questo atteggiamento con i comportamenti e le raccomandazioni di Gesù?
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Gesù sa che cibo e vestito sono necessari e sono per tutti un diritto.
Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Gesù sa che cibo e vestito sono necessari e sono per tutti un diritto. Il testo è un invito a distinguere il fondamentale dal secondario. A vivere in modo più sereno dando a ogni cosa l’importanza che ha davvero. Ci sono cose che valgono ben di più di ciò che si può acquistare, come l’amicizia, la famigliarità, i “momenti speciali" con gli amici, la capacità di gioire delle cose più semplici e profonde che ci vengono offerte dalla vita, dalle persone, dalla natura.
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Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Gesù mi ripete: non lasciarti “preoccupare”, non inquietarti. Sono libero in relazione al denaro e ai beni materiali? Che cosa mi preoccupa? Che cosa mi sconvolge? Si tratta di non fissarmi solo sulle cose mie per essere libero e restare attento e disponibile ai bisogni altrui. Non preoccuparmi, senza tralasciare di “occuparmi”.
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E perché vi affannate per il vestito
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Gesù è convinto che la felicità non dipende dai beni materiali, per quanti siano. La voglia di accaparrare, usurpare, accumulare possessi e privilegi rende schiavi, allontana dall’amore generoso e gratuito del Padre e rompe la solidarietà tra i fratelli. Gesù ci assicura che l’avidità, l’ansietà, l’ambizione, la voracità, la prepotenza, l’affanno per dominare non è la via per la felicità. Il rispetto di se stessi e degli altri fa felice l’uomo; praticare la generosità, la bontà, l‘amore..., ponendo le attese nelle sue mani ci fa veri cristiani. Solo l’amore è sicuro costruttore di uomini.
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Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo. Che cosa berremo
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Gesù non ci spinge ad essere passivi, alla irresponsabilità, a incrociare le braccia aspettando l’azione della provvidenza divina. E’ un invito alla fiducia piena e attiva in Dio, collaborando al suo progetto di costruire un mondo più giusto, più solidale, più amabile, più umano per tutti.
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Cercando prima di tutto il Regno di Dio, e Dio ci darà il resto.
La chiave fondamentale di questo testo è la chiamata a cercare prima il regno di Dio e quanto gli appartiene: la giustizia, la austerità, la solidarietà..., tutto quanto trasforma il mondo secondo il punto di vista e il desiderio di Dio, per cambiare ogni situazione di ingiustizia e di egoismo fin dalla radice con il sistema che le produce. Cercare e costruire il Regno è continuare il compito di consolare, ascoltare, curare, liberare, accarezzare, lavare piedi, dar da mangiare, dar da bere, avere compassione, regalare gioia e speranza..., affidando il presente e il futuro nelle mani di Dio. Come Gesú.
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Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà
già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. Ogni giorno è un dono nel quale posso godere della vicinanza e della tenerezza di Dio. Condividere l’amore, il buonumore, i propri sentimenti migliori. Adoperare il gioco, il riso, la musica, il passeggio, il tempo con le persone che cerco e che incontro sulla via. Ogni giorno è una chiamata a seguire Gesù, a seminare, a costruire i valori del Regno lasciando che Dio, Padre/Madre, programmi liberamente il mio futuro.
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UNA BUONA NOTIZIA Signore, Rabbunì e Maestro:
Ogni giorno, ogni notte, bussi alla nostra porta per chiamarci alla presenza del Dio vivo. Ma vedendoci preoccupati, e ossessionati, per quelle che chiamiamo necessità fondamentali - il mangiare, il vestire, la salute, il lavoro ...-, ti sorprende la nostra sofferenza, e ci parli del Padre con un linguaggio e un tono che rompe il nostro ritmo di vita. “Egli si occupa dei passeri e li nutre. E osserva i fiori del campo lodandone la bellezza... Egli conosce sempre le nostre necessità. E per Lui valiamo molto più dei passeri e dei fiori, non vuole che camminiamo appesantiti nella vita. Cerchiamo prima, però, che regni la sua giustizia...” ...//... Egli si interessa di quanto ci preoccupa e ci chiede che ci occupiamo di quanto interessa Lui. Singolare scambio, comprensibile solo nella povertà e nell’insoddisfazione che proviamo e nell’amore suo che riceviamo gratuitamente! Ulibarri Fl.
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