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CONTO ECONOMICO A) Valore della produzione:

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Presentazione sul tema: "CONTO ECONOMICO A) Valore della produzione:"— Transcript della presentazione:

1 CONTO ECONOMICO A) Valore della produzione: 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni; 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; 3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione; 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; 5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio. Totale. B) Costi della produzione: 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci; 7) per servizi; 8) per godimento di beni di terzi; 9) per il personale: a) salari e stipendi; b) oneri sociali; c) trattamento di fine rapporto; d) trattamento di quiescenza e simili; e) altri costi; 10) ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali; b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali; c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni; d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide; 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; 12) accantonamenti per rischi; 13) altri accantonamenti; 14) oneri diversi di gestione. Differenza tra valore e costi della produzione (A - B).

2 C) Proventi e oneri finanziari:
15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e collegate; 16) altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti; b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni; c) da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti; 17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti; 17-bis) utili e perdite su cambi. Totale ( – bis). D) Rettifiche di valore di attività finanziarie: 18) rivalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti all'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; 19) svalutazioni: c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni. Totale delle rettifiche (18-19). E) Proventi e oneri straordinari: 20) proventi, con separata indicazione delle plusvalenze da alienazioni i cui ricavi non sono iscrivibili al n. 5); 21) oneri, con separata indicazione delle minusvalenze da alienazioni, i cui effetti contabili non sono iscrivibili al n. 14), e delle imposte relative a esercizi precedenti. Totale delle partite straordinarie (20-21). Risultato prima delle imposte (A - B + - C + - D + - E); 22) imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate; 23) utile (perdite) dell'esercizio.

3 23) utile (perdite) dell'esercizio.
CONTO ECONOMICO A) Valore della produzione: B) Costi della produzione: Diff. tra valore e costi della produzione (A - B). C) Proventi e oneri finanziari: D) Rettifiche di valore di attività finanziarie: E) Proventi e oneri straordinari: Risultato prima delle imposte (A - B + - C + - D + - E); 22) imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate; 23) utile (perdite) dell'esercizio.

4 Aree del conto economico civilistico.
Area della produzione; Area finanziaria (valori realizzati e stimati); Area straordinaria; Area tributaria.

5 Per sondare il II profilo
Capacità dell’azienda di generare una redditività in linea con quella media del settore e durevole (qualità del reddito) – è necessario confrontare Reddito e Capitale che ha concorso a generare il primo: R/C

6 È necessario ricercare omogeneità tra C e R;
L’omogeneità esiste se Capitali e redditi si riferiscono a medesime tipologie di operazioni; Stato patrimoniale e Conto economico devono essere riclassificati secondo criteri omogenei.

7 Necessità di individuare classi di operazioni omogenee
ne consegue: Necessità di individuare classi di operazioni omogenee Vanno ricondotti a ciascuna classe, ove possibile: fonti generate dallo svolgimento delle operazioni; investimenti strumentali all’attivazione delle operazioni; Costi e Ricavi generati dallo svolgimento delle operazioni.

8 AREA ACCESSORIA/PATRIMONIALE
AREE DI GESTIONE AREA CARATTERISTICA AREA ACCESSORIA/PATRIMONIALE AREA FINANZIARIA AREA STRAORDINARIA

9 AREA CARATTERISTICA Investimenti tipici
Fonti generate dalle operazioni tipiche = debiti di funzionamento Componenti – e + di reddito suscitati dallo svolgimento delle operazioni caratteristiche

10 AREA EXTRA-CARATTERISTICA I interpretazione (in senso lato)
Investimenti di natura finanziaria e patrimoniale ( se non tipici) ed eventuali correlate passività Componenti – e + di reddito suscitati dallo svolgimento delle operazioni di investimento in attività di natura finanziaria (ove non tipiche) e patrimoniali

11 AREA FINANZIARIA I interpretazione (in senso stretto)
Fonti generate da operazioni di natura finanziaria = raccolta di capitali di rischio e di credito (debiti di finanziamento), negoziazioni sui mercati finanziari Componenti – di reddito suscitati dallo svolgimento delle operazioni di raccolta del cap. di credito

12 AREA EXTRA-CARATTERISTICA II interpretazione (in senso stretto)
Investimenti di natura patrimoniale e eventuali connesse fonti (F.di manutenzione etc.) Componenti – e + di reddito suscitati dagli investimenti di natura patrimoniale

13 AREA FINANZIARIA II interpretazione (in senso lato)
Investimenti di natura finanziaria ( se non tipici) Fonti generate da operazioni di natura finanziaria = raccolta dei cap. di rischio e di credito (debiti di finanziamento) Componenti – e + di reddito suscitati dallo svolgimento delle operazioni di raccolta del cap. di credito e di investimento in attività di natura finanziaria (ove non tipiche)

14 La collocazione delle attività di natura finanziaria e i correlati
L’opzione riguarda: La collocazione delle attività di natura finanziaria e i correlati flussi di reddito !

15 AREA STRAORDINARIA Straordinario “…non allude all’eccezionalità o anormalità dell’evento…bensì all’estraneità, della fonte del provento o dell’onere, all’attività ordinaria” Quindi un componente di reddito è straordinario quando non deriva da operazioni o eventi connessi all’attività ordinaria, intesa come quella usuale e continuativa che l’impresa svolge per raggiungere i propri fini

16 AREA STRAORDINARIA plusvalenze e minusvalenze patrimoniali da alienazione di fattori non strumentali o per operazioni inusuali; prescrizioni di crediti o debiti; liberalità ricevute; determinati risarcimenti assicurativi; furti; espropri; elementi relativi a esercizi precedenti: - errori materiali di calcolo o di omissione - imposte esercizi precedenti

17 Ai fini dell’analisi… Il concetto straordinario può assumere significato più ampio Poiché attraverso l’analisi dei dati storici si intende prospettare il livello di redditività che l’azienda sarà presumibilmente capace di riprodurre in futuro, servono dati storici non inquinati da componenti di reddito estemporanei, di non regolare manifestazione nel tempo

18 quindi… Diventano straordinari i componenti di reddito non ricorrenti, ossia anche quelli eccezionali per natura o per frequenza «la gestione straordinaria, che può riguardare tanto l’area operativa quanto quella dell’esercizio di attività atipiche, si traduce in operazioni non ricorrenti produttive di effetti, positivi o negativi, il cui isolamento soddisfa all’esigenza di non alterare il significato dei risultati propri dell’area ordinaria, sia essa operativa o atipica (si pensi ai realizzi di investimenti nell’ambito delle due aree)» (Ferrero, Dezzani, Manuale delle analisi di biancio…, p. 238)

19 La riclassificazione del C.E.
1.Segmentazione del reddito in aree di gestione; 2. All’interno dell’area caratteristica scelta tra lo schema: a valore della produzione a costi e ricavi della produzione venduta.

20 La riclassificazione del C.E.
3. Progressiva deduzione dei C dai R, ossia distinzione di due diverse classi di Costo da dedurre in progressione per determinare margini intermedi: Costi interni/esterni; Costi variabili/costanti

21 1. Segmentazione del reddito in aree di gestione
Gestione caratteristica Ricavi caratteristici – Costi caratteristici Gestione extra-caratteristica Ricavi accessori + Proventi finanziari – Costi accessori Gestione finanziaria oneri finanziari (+proventi finanziari) Gestione straordinaria Proventi straordinari- oneri straordinari Gestione delle imposte Imposte sul reddito

22 2. Opzione nell’area car. per lo schema a valore della produzione ottenuta
Ricavi vendite e prestazioni Variazione rimanenze prodotti Variazione lavori in corsi su ordinazione incrementi di imm.ni per lavori interni Altri ricavi e proventi Costi della produzione ottenuta (-)

23 Costi della produzione ottenuta (-)
Materie prime, suss., di consumo e merci Servizi Godimento di beni di terzi Spese per il personale Ammortamenti e svalutazioni Variazioni rimanenze materie prime, merci… Accantonamenti per rischi Altri accantonamenti Oneri diversi di gestione (parte caratteristica) REDDITO OPERATIVO

24 Costo della produzione venduta
Fondamentale la somma algebrica: Costo della produzione realizzata nell’esercizio + Esistenze iniziali prodotti – Rimanenze finali prodotti.

25 2. Opzione nell’area car. per lo schema a C e R del venduto
1. Ricavi di vendita Ricavi vendite e prestazioni Variazione lavori in corsi su ordinazione Altri ricavi e proventi 2. Costi della produzione ottenuta (-)

26 2. Costi della produzione ottenuta (-)
Materie prime, suss., di consumo e merci Servizi Godimento di beni di terzi Spese per il personale Ammortamenti e svalutazioni Variazioni rimanenze materie prime, merci… Accantonamenti per rischi Altri accantonamenti

27 Oneri diversi di gestione (parte caratteristica)
Variazione rimanenze prodotti (-) incrementi di imm.ni per lavori interni (-) 3. REDDITO OPERATIVO

28 SCHEMA A RICAVI E COSTI DEL VENDUTO
RICAVI NETTI (ricavi lordi-sconti, abbuoni e resi) Rimanenze iniziali di materie e merci Acquisti (Rimanenze finali di materie e merci) Consumi di materie e merci (a+b-c) Rimanenze iniziali semilavorati e prodotti Costi dl lavoro industriale g. Ammortamenti industriali e. Costruzioni interne (rimanenze finali semilavorati e prodotti) COSTO DEL VENDUTO (d+∑e...j) RISULTATO LORDO INDUSTRIALE (1-2) Costo del lavoro di R&S Ammortamenti R&S Costi di R&S Costo del lavoro commerciale Ammortamenti commerciali Altri costi commerciali Costi commerciali Costo del lavoro amministrativo Ammortamenti amministrativi Altri costi amministrativi Costi amministrativi REDDITO OPERATIVO ( )

29 RISULTATO DELLA GESTIONE EXTRA-CARATTERISTICA
8. RISULTATO DELL’AREA FINANZIARIA 9. PROVENTI E ONERI STRAORDINARI 10.RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE ( ) 11. IMPOSTE

30 3. DISTINZIONE DEI COSTI IN INTERNI/ESTERNI
Fattori “strutturali”, ossia fattori che permangono durevolmente in impresa e ne determinano la capacità produttiva e i caratteri di fondo (Montrone, Il sistema delle analisi di bilancio, p. 136) Costi interni

31 Consumo materie: Acquisti materie + Esistenze iniziali materie – Rimanenze finali materie.

32 3. DISTINZIONE DEI COSTI IN INTERNI/ESTERNI
Fattori che attivano la struttura produttiva, da combinare, cioè, con il lavoro e gli impianti per avviare i cicli di produzione Costi esterni

33 SCHEMA DI CE A VALORE AGGIUNTO
Ricavi netti di esercizio Variazione scorte semilavorati e prodotti finiti Valore delle commesse interne (capitalizzazioni) 1. VALORE DELLA PRODUZIONE OTTENUTA (a+/-b+c) Acquisti netti Variazione scorte materie prime Canoni per concessioni Spese per prestazione servizi 2. VALORE AGGIUNTO (1-d-e-f-g) h costo del lavoro i Accantonamento TFR 3. MARGINE OPERATIVO LORDO (2-h-i) j Ammortamenti immobilizzazioni materiali e immateriali L Accantonamenti per rischi e spese future 4. REDDITO OPERATIVO o GEST. CARATTERISTICA (margine operativo netto) (3-j-l)

34 5. REDDITO DELLA GESTIONE EXTRACARATTERISTICA
6. RISULTATO DELL’AREA FINANZIARIA 7. PROVENTI E ONERI STRAORDINARI 8. RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE ( ) 9. IMPOSTE 10. REDDITO NETTO (8-9)

35 Valore della produzione
Valore aggiunto Valore della produzione - Costi esterni Capacità dell’azienda di creare nuova ricchezza rispetto ai fattori acquistati da terzi e consumati grazie ai propri processi di trasformazione.

36 Il valore aggiunto Può essere analizzato non solo sotto il profilo della sua produzione ma anche della sua distribuzione e allora diventa un indicatore di distribuzione di ricchezza tra i vari stakeholder (economicità sociale)

37 «Il valore aggiunto, mettendo assieme capitale, lavoro e imprenditorialità si mostra più adeguato del profitto – tradizionale antagonista del salario – a rappresentare nella produzione industriale il clima che ha sostituito, nel corso degli ultimi decenni il tradizionale approccio dialettico fra lavoro e capitale che aveva caratterizzato lo sviluppo industriale dei decenni precedenti» (Rispoli, Il valore aggiunto nel controllo della strategia aziendale, p )

38 Valore aggiunto utile stipendi ammortamenti Imposte dirette
Oneri finanziari

39 Margine operativo lordo (EBITDA)
Valore aggiunto - Costo del lavoro = Margine operativo lordo (EBITDA) Ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti Reddito operativo (MON)

40 MOL (EBITDA) ha rilevanza:
Sul piano economico: Non risente delle politiche del bilancio così come il MON o Reddito operativo; Sul piano finanziario: Misura i flussi di cassa potenziali generati dalla gestione corrente., intesa come operazioni ripetitive di acquisto, trasformazione e vendita

41 Il MOL è una efficace approssimazione del flusso di cassa operativo corrente, ossia delle Entrate e Uscite monetarie generate dalle operazioni ripetitive di acquisto dei fattori di consumo e del fattore lavoro e dalla vendita dei prodotti (gestione corrente) Per meglio dire è un indicatore del potenziale flusso di cassa operativo corrente, ossia dei flussi in E e in U che si sarebbero avuti se tutte le operazioni ripetitive della gestione tipica fossero state regolate in contanti.

42 (Brugger, L’analisi della dinamica finanziaria dell’impresa, p. 13)
Gestione corrente “… operazioni che vanno sotto il nome collettivo di gestione corrente: si tratta delle attività ripetitive di acquisto-trasformazione-vendita attraverso le quali l’impresa realizza giorno dopo giorno la sua funzione economica” (Brugger, L’analisi della dinamica finanziaria dell’impresa, p. 13) Si tratta di operazioni tipiche di cessione del prodotto e di acquisizione dei fattori correnti. Tali operazioni si riflettono sullo SP e sul CE


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