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Chi è questa che vèn di Guido Cavalcanti

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Presentazione sul tema: "Chi è questa che vèn di Guido Cavalcanti"— Transcript della presentazione:

1 Chi è questa che vèn di Guido Cavalcanti
Roberto Rea Chi è questa che vèn di Guido Cavalcanti

2 Benvenuto da Imola (1338-1383), Com. Inf. X,
«quod Guido filius suus deberet esse cum Dante, quia fuerunt duo lumina Florentiae, unus philosophus, alter poeta» Giovanni Boccaccio ( ), Dec. VI, 9: «Egli fu uno de’ migliori loici che avesse il mondo e ottimo filosofo naturale» Francesco De Sanctis ( ), Storia della letteratura it. «a Guido (…) lingua e poesia erano cose accessorie, semplici ornamenti, sostanza era la filosofia»

3 Cantico dei Cantici 6, 9 «Quae est ista quae progreditur quasi aurora consurgens pulchra ut luna electa ut sol terribilis ut acies ordinata....» Isaia 63, 1 «Quis est iste qui venit...» Cavalcanti XIX, 1-3 I’ prego voi che di dolor parlate che, per vertute di nuova pietate, non disdegnate - la mia pena udire. Lamentationes 1, 12 «O vos omnes qui transitis per viam adtendite et videte si est dolor sicut dolor meus...»

4 Dante Alighieri Vita nova 2, 14 O voi che per la via d’Amor passate,
attendete e guardate s’elli è dolore alcun, quanto ’l mio, grave Francesco Petrarca Rvf 1, 1-6 Voi che ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond’io nudriva ’l core […] ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono.

5 Guinizzelli, Tegno de folle ’mpres’, 33-35
quand'apare 'nfra l'altre più adorna, ché tutta la rivera fa lucere e ciò che l'è d'incerchio allegro torna. Dante, Inferno 1, 48 Questi parea che contra me venisse con la test' alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l'aere ne tremesse.

6 Cavalcanti VIII, 1-4 Tu m’hai sì piena di dolor la mente, che l’anima si briga di partire, e li sospir’ che manda ’l cor dolente mostrano agli occhi ch’e’ non può soffrire. Dante, Tanto gentile 12-14 e par che de la sua labbia si mova un spirito soave pien d' amore, che va dicendo a l' anima: Sospira.

7 Cantico dei Cantici 6, 4 averte oculos tuos a me quia ipsi me avolare fecerunt Cavalcanti I 21-31 Dio, quanto aventurosa fue la mia disïanza! (...) tanto adorna parete ch’eo non saccio contare: e chi poria pensare – oltra natura?

8 Guittone (ed. Leonardi) 35, 1-2
Gioiosa Gioi, sovr’onni gioi gioiva, onni altra gioi ver’ voi noia mi senbra Rt 3, 11 «scit enim omnis populus qui habitat intra portas urbis meae mulierem te esse virtutis» Lc 1, «et ait Maria Magnificat anima mea Dominum et exsultavit spiritus meus in Deo salutari meo quia respexit humilitatem ancillae suae ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes» Iacopone 2, 68-69 La sua umilitate prender umanetate, pare superbietate onn’altra ch’è pensata

9 Dante, Tanto gentile 6-7 Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta Dante, Gli occhi dolenti 21-23 ché luce de la sua umilitate passò li cieli con tanta virtute, che fé maravigliar l’eterno Sire. Dante Era venuta (primo cominciamento) Era venuta nella mente mia la gentil donna, che per suo valore fu posta dall’Altissimo Signore nel ciel dell’umiltate, ove è Maria,

10 Cavalcanti IX, 15-18 Di questa donna non si può contare: ché di tante bellezze adorna vène, che mente di qua giù no la sostene sì che la veggia lo ’ntelletto nostro. Cavalcanti XXXIV, 8-10 Non è rimaso in me tanta balìa, ch’io de lo su’ valore possa comprender nella mente fiore Giacomo da Lentini 19c, 1-4 Amor è uno desio che ven da core per abondanza di gran piacimento; e li occhi imprima generan l’amore e lo core li dà nutricamento

11 La mente aristotelica


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