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PubblicatoGilberto Poli Modificato 6 anni fa
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Seneca il retore Padre del più famoso seneca il filosofo, seneca il retore fu detto anche “seneca il vecchio” per distinguerlo appunto dal figlio
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ORATORUM ET RHETORUM SENTENTIAE DIVISIONES COLORES
È questa l’opera che ci è pervenuta di Seneca il retore e che testimonia il mutamento che l’avvento del principato aveva prodotto sull’attività retorica a Roma: se prima la retorica aveva funzioni civili, ai tempi di Seneca fungeva invece solo da spettacolo pubblico, impoverita da futili esercitazioni (le cosiddette ‘declamazioni’) vertenti su temi fittizi e argomenti romanzeschi solo per fare sfoggio di sé e della propria arte del saper parlare in pubblico. Le esercitazioni retoriche allora più in voga erano di due tipi: la controversia (un dibattito su una causa fittizia) e la suasoria (il tentativo da parte dell’oratore di orientare l’azione di un personaggio famoso di fronte a una situazione difficile o incerta). Seneca il retore vuole riportare la retorica alla sua antica importanza affinché essa non sia più non solo una forma di intrattenimento pubblico volto a strappare l’applauso del pubblico. Per far questo compone la sua opera intitolata: “Oratorum et rhetorum sententiae divisiones colores”.
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Significato del titolo
Dato il carattere fittizio delle situazioni presentate, ai tempi di Seneca il retore, lo scopo degli oratori non era più quello di convincere (persuadēre), bensì quello di stupire il pubblico degli uditori. Seneca invece desidera ridare importanza al testo attraverso: le SENTENTIAE (che poi riprenderà suo figlio Seneca il filosofo) = ovvero frasi ad effetto (come appunto la celebre sentenza del figlio: “protinus vive!” cioè: “vivi intensamente!”), le DIVISIONES = ossia le modalità di articolazione della vicenda, tipo sequenze, e infine i COLORES = oggi diremmo le ‘coloriture’ stilistiche, le sfumature che si intendono dare ad un testo per renderlo più espressivo ed incisivo; quest’ultima espressione in particolare (i ‘colores’) era un termine tecnico usato per indicare la voluta ricerca dell’imprevedibile e dell’immaginario nel testo. PS) In realtà Seneca il retore non fu affatto famoso ai suoi tempi ed è ricordato solo per essere stato il padre del ‘filosofo’. È vero però che suo figlio dovette molto a lui per aver acquisito una sicura tecnica di padroneggiare la parola sia scritta che orale.
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