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Il principio del Bene comune
Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa nn°
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Il principio del Bene Comune
Dignità, unità, uguaglianza di tutte le persone Gaudium et Spes (26): «L’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente»
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Matrice individualista e utilitarista
Il Bene Comune Non è la somma dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo sociale E’ di tutti e di ciascuno: rimane comune perché indivisibile e soltanto insieme è possibile raggiungerlo. Matrice individualista e utilitarista
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Il principio del Bene Comune
Logica della SOMMA: = 10 = 11 Logica della MOLTIPLICAZIONE (o indivisibilità): 2 X 3 X 5 = 30 0 X 30 X 50 = 0 Azzeramento di un addendo Azzeramento di un fattore Non necessariamente diminuisce il totale!!! Nonostante l’aumento degli altri fattori il totale si AZZERA!!!
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Bene comune, bene delle persone
I “fattori” nella società sono gli esseri umani che la compongono: gli esseri umani non possono essere azzerati perchè sono persone e la persona è intangibile: perciò ogni società è al servizio degli esseri umani. BENE COMUNE: BENE DI TUTTO L’UOMO E DI TUTTI GLI UOMINI
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Bene comune e persona umana
Il bene comune è connesso al rispetto e alla promozione della persona e dei suoi diritti fondamentali. La dimensione fondamentale della persona umana è la dimensione spirituale. La persona non può trovare compimento solo in se stessa, a prescindere cioè dal suo essere «con» e «per» gli altri (natura “sociale” e “relazionale” della persona umana).
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Esigenze del bene comune
Meta prioritaria di ogni corpo sociale non può che essere il bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo. Bene Comune obiettivo di tutti i corpi sociali, dalla famiglia alla comunità dei popoli e delle nazioni. Va perseguito il bene “comune” anche alle generazioni future.
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Il Bene comune ha valore solo in riferimento al fine ultimo della persona (e della creazione):
DIO “Per nessun motivo si può privare il bene comune della sua dimensione trascendente, che eccede ma anche dà compimento a quella storica. Una visione puramente puramente storica e materialistica finirebbe per trasformare il bene comune in semplice benessere socio-economico, privo di ogni finalizzazione trascendente ovvero della sua più profonda ragion d’essere”.
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Responsabilità per il bene comune
Impegna tutti i membri della società Ricerca del bene comune come fosse proprio a seconda delle proprie capacità no visione riduttiva subordinata a vantaggi di parte “Arduo” Bene comune conseguente alle più elevate inclinazioni dell’uomo. Per S. Tommaso “conoscere la verità su Dio” e “vivere in società”.
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Ragion d'essere dell'autorità politica
Bene comune Ragion d'essere dell'autorità politica
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La società civile Uomo singolo Famiglia Corpi intermedi
non sono in grado di pervenire da se stessi al loro pieno sviluppo necessità delle istituzioni politiche
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Compiti della Comunità politica Autorità politica/Stato
Garantire: coesione unitarietà organizzazione della società civile… …di cui è espressione in modo che il bene comune possa essere conseguito con il contributo di tutti i cittadini
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Compiti della Comunità politica Autorità politica/Stato
Rendere accessibili alle persone i beni necessari (materiali culturali, morali, spirituali) alle persone per condurre una vita veramente umana. Armonizzare con giustizia i diversi interessi settoriali. “Funzione delicata”. Bene di tutti i membri della comunità, non solo della maggioranza
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LA NOZIONE di POLITICA nel Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa
384 La comunità politica scaturisce dalla natura delle persone, la cui coscienza « rivela e ordina perentoriamente di seguire » 777 l'ordine scolpito da Dio in tutte le Sue creature: « un ordine etico-religioso, il quale incide più di ogni altro valore materiale sugli indirizzi e le soluzioni da dare ai problemi della vita individuale ed associata nell'interno delle comunità nazionali e nei rapporti tra esse ».778 Tale ordine deve essere gradualmente scoperto e sviluppato dall'umanità. La comunità politica, realtà connaturale agli uomini, esiste per ottenere un fine altrimenti irraggiungibile: la crescita più piena di ciascuno dei suoi membri, chiamati a collaborare stabilmente per realizzare il bene comune,779 sotto la spinta della loro tensione naturale verso il vero e verso il bene. 777Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 258. 778Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961) 450. 779Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 74: AAS 58 (1966)
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LA NOZIONE di POLITICA nel Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa
385 La comunità politica trova nel riferimento al popolo la sua autentica dimensione: essa « è, e deve essere in realtà, l'unità organica e organizzatrice di un vero popolo ».780 Il popolo non è una moltitudine amorfa, una massa inerte da manipolare e strumentalizzare, bensì un insieme di persone, ciascuna delle quali — « al proprio posto e nel proprio modo »781 — ha la possibilità di formarsi una propria opinione sulla cosa pubblica e la libertà di esprimere la propria sensibilità politica e di farla valere in maniera confacente al bene comune. Il popolo « vive della pienezza della vita degli uomini che lo compongono, ciascuno dei quali ... è una persona consapevole delle proprie responsabilità e delle proprie convinzioni ».782 Gli appartenenti ad una comunità politica, pur essendo uniti organicamente tra loro come popolo, conservano, tuttavia, un'insopprimibile autonomia a livello di esistenza personale e dei fini da perseguire. 780Pio XII, Radiomessaggio natalizio (24 dicembre 1944): AAS 37 (1945) 13. 781Pio XII, Radiomessaggio natalizio (24 dicembre 1944): AAS 37 (1945) 13. 782Pio XII, Radiomessaggio natalizio (24 dicembre 1944): AAS 37 (1945) 13.
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