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PubblicatoFabrizio Serra Modificato 6 anni fa
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Prof. Paolo Jedlowski Teoria sociale e modelli culturali europei a. a
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La parola «teoria» deriva dal verbo greco theoréin, che significa grosso modo «contemplare qualcosa riconoscendovi un ordine».
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Teoria sociale: insieme di modelli mentali che rappresentano la realtà sociale o delle sue parti al fine di padroneggiarne la conoscenza.
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I modelli corrispondono a processi di generalizzazione (o astrazione), e non sono mai esaustivi rispetto alla realtà cui si riferiscono.
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Fare teoria è una pratica situata, determinata e indeterminata ad un tempo.
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Scriveva Anthony Giddens: «io faccio uso del termine “teoria sociale” per circoscrivere una serie di questioni che ritengo riguardino tutte le scienze sociali…
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…Tali questioni hanno a che fare con la natura dell’azione umana e del soggetto agente; con il modo in cui vanno concettualizzati l’interazione e i suoi rapporti con le istituzioni; e con il modo di affrontare le dimensioni pratiche dell’analisi sociale». (A. Giddens, The Constitution of Society, Berkeley, University of California Press, 1984, pp. XVI)
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Ma gli oggetti di riflessione della teoria sociale non sono definibili a priori. La teoria sociale è anche il luogo in cui si mettono a punto e si discutono in modo ricorrente i presupposti, i concetti fondamentali e i procedimenti conoscitivi delle scienze sociali. Quali di volta in volta si esaminino dipende da molti fattori: non c’è alcuna norma in proposito.
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Presupposti, concetti fondamentali e metodi conoscitivi delle scienze sociali sono parte di una cultura.
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Scrive Gerard Delanty:
“The critical question today as far as the social theory of modernity is concerned is its relevance to global transformations and whether it can escape Eurocentrism. One of the main objections to the notion of modernity [is] its allegedly Eurocentric nature.”
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“In the most straightforward and literal sense of the term, Eurocentrism is the assumption that Europe or the West constitutes the centre of the world.”
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Mappa di Al Idrisi («tabula rogeriana», 1154) (particolare)
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“In a stronger sense, the term is an attack on the claim to the inherent superiority of Europe over the rest of the world. Identifying imperialism as the dark side of European civilization, proponents of anti-Eurocentricism argue that there is nothing morally superior about the West”.
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«In another sense again, Eurocentrism is an ethnocentric way of thinking about the Other”.
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Il concetto di etnocentrismo rimanda al privilegiamento da parte di un gruppo dei propri costumi, dei propri valori e delle proprie credenze, unito alla svalutazione di quelli degli altri. (Il concetto venne messo a punto da William G. Sumner nel 1906).
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“… the concept Eurocentrism is not theoretically clear […]; it is best seen in the context of a reflexive discourse of anti-Eurocentrism entailing to varying degrees a critique of the West and in particular a critique of ideologies that distort the relation of the West to the rest of the world”.
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Far interagire tra loro la teoria sociale e il concetto di eurocentrismo significa domandarsi se e quanto i concetti che usiamo siano inficiati dalla sopravvalutazione implicita della nostra visione del mondo rispetto a quella di altri.
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In altri termini, significa mettere in questione alcuni aspetti del nostro senso comune.
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