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LO SHOCK.

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Presentazione sul tema: "LO SHOCK."— Transcript della presentazione:

1 LO SHOCK

2 SHOCK: Definizione Sindrome da insufficienza circolatoria acuta con perfusione tissutale inadeguata rispetto ai fabbisogni metabolici

3 Conseguenze dello shock
Alterata produzione trasporto ed utilizzazione di energia Alterato funzionamento pompe di membrana Alterato metabolismo cellulare Edema e acidosi intracellulare Disfunzione di organi e tessuti Danno e morte cellulare Morte del paziente

4 Risposta di difesa emodinamica (classicamente nello shock ipovolemico)
Aumento frequenza Aumento contrattilità cardiaca Vasocostrizione periferica Ritenzione idrosalina Lo scopo dell’attivazione dei meccanismi di regolazione della PA è quello di mantenere la PA e di ridistribuire il flusso ematico verso i circoli distrettuali degli organi vitali (CNS, cuore, etc.) a spese di altri organi e apparati (cute, muscoli, etc.)

5 Integrazione tra risposta nervosa e ormonale: attivazione neuro-ormonale

6 Ormone antidiuretico (vasopressina)

7

8 Shock: fasi cliniche Preshock o shock “compensato” (non ipotensione in clinostatismo). I meccanismi di compenso cardiocircolatori sono ancora in grado di mantenere un certo grado di omeostasi circolatoria (per es. una perdita del 10% del volume ematico può associarsi a normotensione o ipotensione lieve  concetto di golden hour per la terapia) Shock vero e proprio o fase di “Scompenso circolatorio acuto”. I meccanismi di regolazione della pressione arteriosa non sono più sufficienti a mantenere l’omeostasi e compaiono ipotensione in clinostatismo e segni di insufficienza di organo (reversibile). La comparsa di questi segni consegue, a seconda della patogenesi dello shock, a uno o più dei seguenti: riduzione del 20-25% della volemia efficace, una riduzione della gittata cardica, effetto dei mediatori della sepsi Shock irreversibile: sono presenti segni di insufficienza d’organo non reversibili in tempi brevi o a volte irreversibili (oliguria da necrosi tubulare acuta, coma da ipoperfusione cerebrale, insufficienza respiratoria da distress respiratorio etc).

9 Shock: diagnosi e terapia precoce aumentano la sopravvivenza del paziente

10 Mortalità % EGDT: entro le prime 6 ore dal ricovero

11 Shock Concetti emodinamici fondamentali
Perfusione sistemica Perfusione periferica Trasporto e utilizzazione dell’ossigeno a livello sistemico Trasporto e utilizzazione dell’ossigeno a livello distrettuale

12 Perfusione sistemica: fattori emodinamici in causa
Portata cardiaca Freq card x gittata sistolica La gittata sistolica dipende da precarico, contrattilità miocardica e postcarico (impedenza al flusso) Resistenze periferiche Lunghezza dei vasi Viscosità ematica Diametro dei vasi

13 Classificazione patogenetica dello shock
Shock ipovolemico Shock cardiogeno Shock distributivo

14 Shock ipovolemico (riduzione del precarico da deficit acuto di volume circolante, ematico o plasmatico) SHOCK EMORRAGICO Traumi penetranti o contusivi ( aperti o chiusi) toracici, addominali, pelvici Fratture ossee Emorragie del tratto gastroenterico superiore o inferiore Rottura di aneurisma aortico Etc SHOCK DA PERDITA DI FLUIDI Perdite insensibili (ustioni, colpo di calore etc.) Perdite gastroenteriche (vomito, diarrea, fistole intestinali etc.) Perdite renali (diabete insipido, insufficienza surrenalica, poliurie in genere etc.) Sequestro in 3° spazio (occlusione intestinale, peritonite, ischemia mesenterica, pancreatite acuta etc.)

15 Risposte cliniche all’emorragia acuta
Lieve (< 15%)* < 750 ml ( 15-30%)* ml Moderata (20-40%)* ml Severa (> 40%)* >2000 ml PA FC Freq respir Normale Ipotens ortost Tachicardia Tachipnea Ipotensione Tachicardia Dispnea grave Cute normale Normale o fredda e unida Fredda, umida, sudata, ritardato riemp capillare Pallida, fredda, cianosi, marezzatura Diuresi 35 ml/h > 0.5 ml/Kg/h Normale o iniziale contrazione oliguria Oliguria o anuria Stato di coscienza o lieve ansia Normale o ansia moderata Agitazione, confusione Confusione, obnubil, letargia, coma * del volume ematico totale (70 ml/Kg)

16 Shock emorragico: la risposta clinica è differente anche in base alla velocità di perdita

17 Attenzioni nello shock emorragico
La diagnosi di shock emorragico è più spesso anamnestica e clinica prima che di laboratorio (anemia) o sulla base di parametri emodinamici Il paziente traumatizzato ipoteso e tachicardico è da considerare in shock emorragico fino a prova contraria

18 CONSIDERAZIONI GENERALI
EMORRAGIE DIGESTIVE CONSIDERAZIONI GENERALI Non si tratta di una malattia ma di vari processi morbosi Si tratta di una problematica abbastanza frequente, con un tasso di mortalità di circa il 10% L’emorragia può essere da acuta e massiva a lieve, subclinica Una tempestiva valutazione rappresenta l’elemento critico per un appropriato trattamento

19 QUADRI CLINICI RIGURGITO EMATICO
Emissione di sangue a bocca piena, senza vomito (provenienza esofagea) EMATEMESI Emissione di sangue col meccanismo del vomito (provenienza esofagea, gastro-duodenale) MELENA Emissione di sangue frammisto a feci liquide; appare piceo, a “posa di caffè” (provenienza gastro-duodenale, digiuno-ileale, colica) RETTORAGIA Provenienza da sigma distale e retto. Le feci, già formate a tale livello, vengono “verniciate”. Può essere indipendente dall’evacuazione

20 CLASSIFICAZIONE - 1 ACUTE Episodi clinicamente evidenti, di intensità variabile (l’Hb scende al di sotto di 9 g/dl in breve tempo) Se massiva, il quadro è dominato dall’instabilità emodinamica sino allo shock emorragico conclamato CRONICHE Stillicidi emorragici, spesso occulti Segni riflessi: anemia sideropenica, pallore, dispnea, palpitazioni, etc. (SOF ++, melena +)

21 ALTE (origine prossimale al Treitz)
CLASSIFICAZIONE - 2 ALTE (origine prossimale al Treitz) ESOFAGO, STOMACO, DUODENO, fegato, pancreas BASSE (origine distale al Treitz) TENUE, COLON, RETTO

22 EZIOLOGIA - E.D. ALTE ESOFAGO
Varici, esofagite peptica, ulcere non peptiche, tumori benigni e maligni, diverticoli, corpi estranei, lesioni da caustici, STOMACO Ulcera peptica, gastriti acute erosive (da stress, da farmaci), tumori benigni e maligni, DUODENO Ulcera peptica, duodeniti,

23 EMORRAGIE DIGESTIVE ALTE
CAUSE PIU’ FREQUENTI Ulcera peptica gastro-duodenale Gastrite acuta erosiva-emorragica Varici esofagee

24 EMORRAGIE DIGESTIVE ALTE
TRATTAMENTO VARICI ESOFAGEE Emostasi endoscopica. Scleroterapia endoscopica. ULCERA PEPTICA Farmaci: antiacidi, antiH2, inibitori pompa protonica (favoriscono la guarigione ma non arrestano il sanguinamento). Emostasi endoscopica.

25 EZIOLOGIA - E.D. BASSE TENUE
Diverticoli, tumori benigni e maligni, m. di Crohn, infarto intestinale, COLON-RETTO Malattia diverticolare, tumori benigni e maligni, coliti infiammatorie e ischemiche, ulcera solitaria del retto CANALE ANALE Emorroidi, ragadi, tumori maligni, traumi

26 EMORRAGIE DIGESTIVE BASSE
CAUSE PIU’ FREQUENTI Malattia diverticolare Tumori benigni (polipi) e maligni Malattie infiammatorie croniche intestinali

27 Valutazione della severità del sanguinamento
EMORRAGIE DIGESTIVE VALUTAZIONE INIZIALE Valutazione della severità del sanguinamento Supporto emodinamico Localizzazione delle sede Diagnosi e trattamento della specifica lesione (trattamento eziologico)

28 SEVERITA’ DEL SANGUINAMENTO
EMORRAGIE DIGESTIVE SEVERITA’ DEL SANGUINAMENTO Emorragia massiva: shock, ipotensione supina (perdita del 20-25% del volume ematico circolante) Emorragia moderata: ipotensione ortostatica (perdita del 15-20% del volume ematico circolante) Emorragia lieve: non significative variazioni dei parametri vitali (perdita inferiore al 15% del volume ematico circolante)

29 Prelievo per Hb, Hct, piastrine, PT e aPTT, prova crociata
EMORRAGIE DIGESTIVE SUPPORTO EMODINAMICO Almeno due accessi venosi di grosso calibro, SNG (E.D. alte), catetere vescicale Prelievo per Hb, Hct, piastrine, PT e aPTT, prova crociata Infusione di cristalloidi fino alla disponibilità di sangue Emotrasfusione in caso di evidenza di importante perdita ematica, Hct<25% con sanguinamento in atto Correzione coagulopatie (plasma fresco congelato, piastrine)

30 LOCALIZZAZIONE DELLA SEDE
EMORRAGIE DIGESTIVE LOCALIZZAZIONE DELLA SEDE Distinzione tra E.D. alte e basse Segni clinici: ematemesi -> E.D. alta; melena -> più spesso E.D. alta ; ematochezia/rettoragia -> E.D. bassa SNG: se lavaggio positivo -> E.D. alta

31 TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL SNG
PREPARAZIONE: – Controllare la prescrizione ed il piano di assistenza del paziente per inserire un S.N.G.; – determinare il calibro del sondino in base alla durata della sua permanenza in sede, alla corporatura del paziente e alla necessità terapeutiche (drenaggio, NPT, somministrazione di farmaci); – discutere la procedura col paziente: l´esposizione e la dimostrazione dei passaggi che verranno effettuati aiuterà  a calmare le ansie del paziente, ad ottenerne la cooperazione e a rendere più semplice e meno traumatica la manovra di inserimento; – predisporre un ambiente tranquillo e riservato.

32 EMORRAGIE DIGESTIVE ALTE
DIAGNOSI - 1 Storia clinica: precedenti sanguinamenti; sintomi da malattia peptica; anamnesi positiva per assunzione di farmaci e/o tossici (FANS, ASA, alcool) Esame obiettivo: stigmate di cirrosi (spider nevi, ittero, ginecomastia, eritema palmare, atrofia testicolare, splenomegalia); cicatrici chirurgiche; esplorazione rettale

33 EMORRAGIE DIGESTIVE BASSE
DIAGNOSI - 2 Colonscopia

34 TERAPIA MEDICA TERAPIA ENDOSCOPICA TERAPIA CHIRURGICA TRATTAMENTO
EMORRAGIE DIGESTIVE TRATTAMENTO TERAPIA MEDICA TERAPIA ENDOSCOPICA TERAPIA CHIRURGICA

35 EMORRAGIE DIGESTIVE - TRATTAMENTO
TERAPIA MEDICA RIPRISTINO VOLEMIA Cristalloidi, emazie concentrate FARMACI Riduzione secrezione acido-peptica (antiH2, inibitori pompa protonica) Riduzione flusso splancnico (somatostatina, octreotide, vasopressina) SNG

36 Shock cardiogeno (insufficienza di pompa)
MIOPATICO IMA VS (> 40%) IMA VD Miocardite Agenti cardiotossici Contusione miocardica MECCANICO Disfunzione protesi valvolare IM da rottura dei papillari o corde tendinee IA da dissezione aorta asc. nell’anello valv Rottura aneur ventric ARITMICO Tachi- e bradiaritmie OSTRUTTIVO* Embolia polmonare massiva Tamponamento pericardico Pneumotorace iperteso Pericardite costrittiva * Hanno anche una componente di shock ipovolemico perché il precarico è ridotto

37 Shock distributivo (riduzione delle resistenze vascolari periferiche con o senza aumento della portata cardiaca) Shock settico Shock anafilattico Shock neurogeno (les. SNC o mid. Spinale) Tossici (Cianuro, ossido di carbonio) Dopo bypass cardiopolmonare

38 Shock anafilattico

39 Shock settico: meccanismi dell’ipotensione

40 Anamnesi — Nel paziente in shock difficilmente può essere eseguita una anamnesi completa; più spesso le notizie vengono fornite dalla famiglia o vengono ricavate dalla documentazione sanitaria se disponibile. Le condizioni generali del paziente prima dello shock, e problemi di salute recenti possono aggiungere importanti informazioni. Altre notizie importanti:     Allergie a cibo e farmaci    Recenti modificazioni nell’assunzione di farmaci     Intossicazione acuta o cronica con farmaci     Patologie preesistenti     Immunosoppresione     

41 Segni clinici dello shock: Parametri vitali
Stato di coscienza Frequenza card. e Pressione art. Frequenza respiratoria (ed SaO2 art) Temperatura Diuresi

42 Stato di coscienza Può essere normale nelle fasi iniziali Confusione
Irrequietezza ed agitazione Stato soporoso Coma Valutazione più precisa (quantificazione) e monitoraggio mediante la scala di Glasgow

43 Frequenza cardiaca e press. arteriosa
Il polso nello shock è piccolo e frequente Fra le anomalie dei parametri vitali la frequenza cardiaca è l’indice più sensibile di deplezione di volume L’ipotensione (PA sist. < 90 mmHg o PAM < 60 mmHg) si può manifestare in una fase successiva alla tachicardia (in caso di shock emorragico nel paziente adulto sano in posizione supina, la perdita di volume tale da provocare ipotensione può essere pari ad almeno il 30% del volume ematico) Se i parametri vitali in posizione supina sono normali e le condizioni generali lo consentono (ad es. stato di coscienza normale, non traumi alla colonna vertebrale o pelvici)  valutare presenza di eventuale ipotensione ortostatica (PA e frequenza dopo 2-3 min supino poi dopo 1 min di ortostatismo  test positivo se lipotimia, vertigini, variazione di frequenza > 30 b/m o riduzione P sist > 30 mmHg)

44 Parametri respiratori
Frquenza respiratoria (tachipnea, bradipnea) Dispnea Saturazione arteriosa in O2 (desaturazione  attenzione alla presenza di vasocostrizione  lettura inattendibile della saturimetria noninvasiva)

45 Diuresi Contrazione della diuresi (necessità di monitoraggio diuresi)  diuresi 24 ore < 400 ml o diuresi oraria < 0.5 ml/Kg/h Urine concentrate (scure) Peso specifico elevato (> 1020)

46 Segni clinici nello shock: Cute
Cute fredda, umida Pallore Sudorazione fredda Riempimento capillare prolungato Cute calda, rubeosica, asciutta nello shock settico (fasi iniziali)

47 Parametri per la diagnosi ed il monitoraggio nello shock (1)
EMODINAMICI Pressione arteriosa (invasiva e noninvasiva) Frequenza cardiaca Pressione venosa centrale Portata o indice cardiaco Resistenze vascolari perif e polmonari URINARI Diuresi oraria o bioraria Diuresi 24 ore Peso specifico EMOGASANALITICI pH art, PaO2, PaCO2, HCO3 LABORATORIO Emocromo (Hb, Hct, piastrine, GB, GR etc.) Creatininemia, azot Glicemia Coagulazione completa (PTT, AP etc.) Acido lattico Markers di necrosi miocardica (CK-MB, troponina, mioglobina etc.) ECG Nello shock ipovolemico richiedere sempre gruppo sanguigno; anche prove crociate se shock emorragico


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