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LA LOTTA PER LE INVESTITURE E LE CROCIATE
CRISI E RIFORMA DELLA CHIESA TRA XI E XIII SECOLO
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La crisi della Chiesa A partire dal x sec. la Chiesa attraversò una profonda crisi, perché spesso sulla spiritualità prevalevano gli interessi materiali. Tale crisi si esprimeva con: corruzione del clero mancato rispetto del celibato (concubinato dei preti) simonia (commercio delle cariche ecclesiastiche) Ciò derivava anche dal fatto che l’imperatore concedeva ad alcuni vescovi l’investitura feudale: dato che i vescovi non potevano avere figli, alla loro morte il feudo tornava all’imperatore. Questi vescovi- conti erano più simili a signori feudali che a pastori della Chiesa. Il patriarca di Costantinopoli, poi, entrò in disaccordo col papa perché non lo considerava capo di tutta la Chiesa. Nel 1054 la Chiesa di Costantinopoli si separò da quella di Roma (definendosi “Chiesa Ortodossa”): questa separazione è detta “Scisma d’Oriente”. Celibato: divieto per i sacerdoti di sposarsi Concubinato: condizione di chi convive come marito e moglie senza essere però sposato
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I nuovi ordini monastici
Per rispondere a questa situazione, nacquero nuovi ordini monastici: cluniacense: prende il nome dall’Abbazia di Cluny (in Borgogna), fondata nel 910. I monaci di Cluny seguivano rigorosamente la regola di s. Benedetto, accentuando però l’aspetto della preghiera rispetto a quello del lavoro. Per evitare interferenze da parte dei signori feudali, l’ordine si mise direttamente alle dipendenze del papa. In breve Cluny divenne molto ricca, perché i signori facevano spesso ricche donazioni all’abbazia in cambio di preghiere. In Francia, Italia e Spagna nacquero monasteri che si ispiravano al modello di Cluny. cistercense: nacque nel 1089 quando venne fondato il monastero di Citeaux (in latino “Cistercium”) in un’area paludosa della Borgogna. I cistercensi, pensando che l’abbazia di Cluny stesse diventando troppo ricca e potente, riproposero la centralità del lavoro manuale dei monaci, che dovevano mantenersi grazie alla loro operosità. Essi diedero un grande impulso all’agricoltura, bonificando molti terreni aridi o paludosi. Il più importante monaco cistercense fu san Bernardo. certosino: nacque a Chartreuse (Francia), sempre nell’XI sec. È un ordine che unisce aspetti eremitici e aspetti comunitari: ogni monaco vive da solo in una casetta all’interno del monastero, ma alcuni momenti vengono vissuti tutti insieme nel chiostro o in chiesa.
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La Grande Chartreuse, primo monastero certosino, come appare oggi.
Abbazia di Cluny (disegno ricostruttivo. L’abbazia fu quasi completamente distrutta durante la Rivoluzione Francese. La Grande Chartreuse, primo monastero certosino, come appare oggi.
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L’abbazia di Chiaravalle Milanese, fondata da san Bernardo nel 1135
L’abbazia di Chiaravalle Milanese, fondata da san Bernardo nel Gli edifici attuali furono costruiti tra il sec. XIII e il sec. XIV
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Nicolò II e Gregorio VII
Anche i papi si resero conto che era necessaria una riforma della Chiesa, soprattutto per liberarla dalle interferenze dell’imperatore. Papa Nicolò II convocò un concilio che abolì il Privilegium Othonis e stabilì che il pontefice doveva essere eletto dai cardinali e non, come era avvenuto fino ad allora, dal clero e dal popolo di Roma. Condannò inoltre simonia e concubinato. Papa Gregorio VII nel 1075 emanò il Dictatus Papae (ordine del papa), in cui dichiarava che il potere del papa è universale, quindi superiore anche a quello imperiale. Se i sovrani imponevano leggi contrarie agli insegnamenti della Chiesa, il popolo poteva sciogliere il giuramento di fedeltà fatto al proprio signore. Il papa confermò il celibato dei preti e proclamò l’autorità della Chiesa di Roma su tutte le Chiese locali, che lasciate a se stesse rischiavano di cadere sotto il controllo dei signori feudali: la nomina dei vescovi spettava al papa, non all’imperatore. Infine istituì i tribunali ecclesiastici per giudicare i reati commessi dal clero.
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Il Dictatus Papae Tra le affermazioni del documento troviamo:
Che il Pontefice Romano è l'unico che può essere di diritto chiamato universale. Che Egli solo può deporre o reinsediare i vescovi. Che ad Lui è permesso di deporre gli imperatori. Che Egli possa liberare i sudditi dall'obbligo di obbedienza ai principi che hanno imposto il loro potere con la forza.
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La lotta per le investiture
Al Dictatus Papae si oppose l’imperatore Enrico IV, che voleva mantenere il diritto di nominare i vescovi dando loro anche un’investitura feudale. Lo scontro tra Gregorio VII ed Enrico IV prese il nome di lotta per le investiture. Enrico IV cercò di convincere i vescovi tedeschi a ribellarsi alla Chiesa di Roma, così nel 1077 Gregorio VII scomunicò l’imperatore, proibendogli di ricevere i sacramenti. Enrico IV, escluso dalla Chiesa, rischiava di non venir più riconosciuto come sovrano dai sudditi: l’imperatore perciò fu costretto a chiedere il perdono del papa, che in quel periodo si trovava in visita a Canossa, presso la contessa Matilde. Pochi anni dopo però Enrico IV marciò contro Roma e la assediò per tre anni, costringendo il papa a rifugiarsi a Castel Sant’Angelo fino all’arrivo del normanno Roberto il Guiscardo, che lo liberò. Scomunica: pena che si applica nei confronti di chi ha commesso gravissimi peccati contro la dottrina della Chiesa. Prevede l’esclusione della comunità cristiana e dai sacramenti.
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L’imperatore Enrico IV invade l’Italia per raggiungere Roma.
Alcune scene della vita di papa Gregorio VII
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Il concordato di Worms (1122)
La lotta si concluse solo dopo la morte dei due protagonisti, quando il papa Callisto II e l’imperatore Enrico V fecero un accordo, chiamato Concordato di Worms (dal nome della città tedesca dove fu firmato). Il documento stabiliva che il papa aveva diritto di consacrare i vescovi e conferire così il potere spirituale, mentre l’imperatore poteva concedere l’investitura politica. Si stabilirono però due procedure diverse: in Germania la cerimonia feudale avrebbe preceduto quella religiosa, in Italia sarebbe avvenuto il contrario. Il Concordato di Worms fu un compromesso, dettato dalla volontà di far cessare le lotte, ma non risolse il problema dell’influenza del potere imperiale nella vita della Chiesa.
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La Prima Crociata Nel 1095 papa Urbano II, dalla città francese di Clermont- Ferrand, lanciò un appello a tutti i signori europei perché partissero alla conquista della Terra Santa, che era caduta in mano ai Turchi.I territori arabi in Medio Oriente erano stati infatti conquistati dal popolo turco, che si convertì all’Islam e vietò ai pellegrini cristiani l’accesso alla Palestina, la terra dove aveva vissuto Gesù.Anche l’Impero Bizantino era minacciato dai Turchi, quindi l’imperatore di Costantinopoli chiese l’aiuto del papa, promettendo in cambio la riunificazione della Chiesa Ortodossa con quella di Roma. I primi a rispondere all’invito del papa non furono però i sovrani, bensì folle di poveri privi di preparazione militare, che nel 1096 si mossero disordinatamente verso Gerusalemme sotto la guida di un predicatore, Pietro l’Eremita: questa spedizione, chiamata “crociata dei poveri” o “dei pezzenti”, durante il viaggio in Europa fu colpevole di numerosi saccheggi e atti di violenza, in particolare contro gli Ebrei (considerati infedeli), e per questo non fu approvata dalla Chiesa. Arrivate in Oriente, queste bande popolari furono tutte massacrate dai Turchi. Nello stesso anno, sotto la guida di Goffredo di Buglione, partì anche la prima “spedizione ufficiale”, formata da nobili e cavalieri. Tale spedizione, che nel Medioevo era chiamata semplicemente iter (in latino “viaggio”) o peregrinatio, a partire dal Settecento viene chiamata Crociata, perché i soldati portavano una croce rossa cucita sulle tuniche. La Prima Crociata si concluse nel 1099 con la conquista di Gerusalemme.
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Goffredo di Buglione guida l’esercito (miniatura del XIII sec.)
I Crociati conquistano Gerusalemme grazie ad una torre d’assedio (miniatura del XIII sec.)
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I Regni Crociati in Oriente
Gerusalemme venne affidata a Goffredo di Buglione, che però rifiutò il titolo di re e preferì quello di “Difensore della Chiesa del Santo Sepolcro”. Altri condottieri conquistarono vari territori dell’Asia Minore, formando ciascuno il proprio regno. Da quel momento il problema fu quello di respingere i contrattacchi dei Turchi. Nei Regni Crociati venne istituito il sistema feudale e furono costruite numerose fortezze, come il famoso Krak dei Cavalieri. Il Krak dei Cavalieri, in Siria
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La carta mostra i Regni fondati dai Crociati sulle coste dell’Asia Minore: il principale era il Regno di Gerusalemme, poi c’erano anche la Contea di Tripoli, la Contea di Edessa e il Principato di Antiochia.
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Le altre Crociate Tra XII e XIII sec. si combatterono altre sette Crociate, causate dalla progressiva riconquista della Terra Santa da parte dei Turchi. La Terza Crociata ( ), guidata da Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra, Filippo Augusto, re di Francia e Federico Barbarossa imperatore di Germania, fu causata dalla riconquista di Gerusalemme da parte del condottiero turco Saladino dopo la Battaglia di Hattin. I crociati non riuscirono a riprendersi la città, ma ottennero il permesso di accesso alla città per i pellegrini cristiani. La Quarta Crociata ( ) finì per dirigersi verso Costantinopoli, e non verso Gerusalemme: i Veneziani, infatti, offrirono ai Crociati la loro flotta ma, poiché essi non avevano abbastanza denaro per pagarli, decisero di recarsi nella capitale bizantina, rivale commerciale di Venezia. Nonostante le proteste del papa, i soldati si abbandonarono a saccheggi e massacri. A Costantinopoli fu proclamato il Regno Latino d’Oriente, che crollò nel 1261, quando i Bizantini riconquistarono la città, aiutati da Genova. La Sesta Crociata si risolse con un accordo tra l’imperatore Federico II e il sultano d’Egitto, che restituì Gerusalemme ai cristiani per un periodo di dieci anni. Alla Settima e all’Ottava Crociata partecipò san Luigi IX, re di Francia. Esse non ottennero i risultati sperati. Nel 1291 cadde l’ultima città crociata in Medio Oriente, san Giovanni d’Acri: l’epoca delle Crociate era finita, Gerusalemme rimase definitivamente in mano ai Musulmani.
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L’imbarco dei Crociati (miniatura del XIII sec.)
Re Luigi IX parte per la Crociata (miniatura del XIII sec.)
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Le motivazioni delle Crociate
Tra i motivi che spinsero molti nobili e cavalieri a partire come crociati ci sono sicuramente anche ragioni politiche ed economiche: i figli cadetti, cioè non primogeniti, spesso cercavano in Oriente la possibilità di conquistare terre, perché la legge garantiva la proprietà del feudo solo al primo figlio maschio (legge del maggiorascato) la borghesia mercantile cercava nuovi sbocchi commerciali e voleva liberarsi della concorrenza dei Bizantini e degli Musulmani Le Crociate, però, non si spiegherebbero senza la forte motivazione religiosa: i soldati volevano infatti riavere l’accesso ai Luoghi Santi e ottenere l’indulgenza, cioè la cancellazione della pena che un cristiano deve scontare in conseguenza dei peccati commessi. La motivazione religiosa prevalse nella Prima Crociata. Invece in quelle seguenti (soprattutto nella Quarta) prevalsero purtroppo le motivazioni economiche e politiche.
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Le conseguenze delle Crociate
Le Crociate non riuscirono nel loro intento, ma ebbero comunque importantissime conseguenze: le Repubbliche Marinare consolidarono il loro ruolo commerciale nel Mediterraneo e con l’Oriente si introdussero in Europa nuove manifatture (per esempio per la lavorazione della seta) e nuove colture (riso, limoni, canna da zucchero, albicocco) la borghesia mercantile e finanziaria ricavò grossi vantaggi dalle spedizioni, mentre la nobiltà si indebolì a causa delle grandi spese sostenute. gli Europei progredirono molto nella tecnica militare i viaggi verso l’Asia Minore favorirono la conoscenza di nuove terre e nuovi popoli.
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Gli Ordini Cavallereschi
All’epoca delle Crociate nacquero alcuni ordini religiosi con caratteristiche militari, per difendere i pellegrini cristiani in Terra Santa: sono chiamati Ordini Monastico- Cavallereschi perché univano le regole della cavalleria ai voti del monachesimo (povertà castità, obbedienza). I più importanti furono gli Ospedalieri di san Giovanni (poi di Malta), i Cavalieri Teutonici e i Templari. L’Ordine dei Templari nacque a Gerusalemme nel 1118 e prese come sede il luogo in cui, in passato, sorgeva il Tempio di Salomone. Il suo motto era: “Non nobis Domine, sed nomini Tuo da gloriam” (non a noi Signore, ma al Tuo nome dà gloria). Nel giro di duecento anni l’ordine divenne molto ricco, grazie alle donazioni a loro favore e per questo, una volta finita l’epoca delle Crociate, attirò su di sé molte invidie. Il re di Francia Filippo IV il Bello, per impossessarsi dei beni dei Templari, li accusò di eresia e fece pressione sul papa perché sopprimesse l’ordine. I Templari furono torturati e uccisi: l’ultimo Gran Maestro (capo dell’Ordine) fu bruciato vivo a Parigi nel 1314. La fama dei Templari però dura ancora oggi, grazie alle numerose testimonianze architettoniche che hanno lasciato in tutta Europa.
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Miniatura con Cavalieri Templari
Il re di Francia Filippo il Bello assiste al rogo dei Templari sigillo dei Templari
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