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LA CAPACITA’ CONVERSAZIONALE
RISORSA E STRUMENTO NELLA COPPIA CAREGIVER-PAZIENTE L. Borgia , L. A. Nava A.M.A.P. Associazione Malattia d’Alzheimer Padova in collaborazione con C.S.V. Provincia di PD SCOPO: Il Conversazionalismo distingue due funzioni autonome nell’attività del linguaggio: la funzione comunicativa e la funzione conversazionale. Nell’Alzheimer fin dalle prime fasi della malattia la funzione comunicativa si frammenta, al contrario la funzione conversazionale, fino a fasi molto avanzate, si mantiene intatta, con la possibilità per il paziente di intrattenere conversazioni, in cui le regole della cortesia conversazionale siano facilmente osservate(1). La possibilità più importante che il Conversazionalismo ci propone, è quella di considerare il malato di Alzheimer come “conversante” a pieno titolo, e di individuare nelle sue parole delle linee di senso non immediatamente evidenti che, se colte e restituite al paziente (nella forma della restituzione del “motivo narrativo”) permettono di “accompagnarlo nel suo mondo possibile”(2). Lo scopo di questo lavoro è quello di ristabilire una relazione comunicativa tra la paziente e chi se ne prende cura, dove malattia e razionalità si possano amalgamare lasciando spazio a un contatto più emotivo e più possibile. L’intervento si è svolto con la paziente attraverso un ciclo di colloqui basati sulla tecnica conversazionale e parallelamente con i caregivers attraverso il sostegno psicologico, la formazione e l’addestramento all’approccio conversazionale. MATERIALI E METODI Paziente: Signora di 72 anni, da 5 diagnosi di A.D. scolarità 5 anni. Valutazione neuropsicologica pre e post trattamento (Esame Neuropsicologico Breve, MMSE T0 19,03 T1 16,03) dalla quale è emerso un peggioramento nelle prestazioni delle diverse abilità, soprattutto a carico della memoria episodica e di lavoro, è preservata la comprensione del linguaggio mentre la capacità di produzione linguistica seppure alterata al confronto con la prima valutazione appare meno compromessa rispetto al quadro generale. I colloqui conversazionali con la psicologa sono stati audioregistrati e successivamente trascritti parola per parola ai fini dell’analisi degli indicatori testuali. Il trattamneto complessivo ha previsto 10 colloqui conversazionali distribuiti in circa 3 mesi. Grafico 1: Numero di Parole Caregiver L’intervento è stato rivolto alla coppia di caregivers, figlia (58 aa) e genero (60 aa) della paziente che la seguono quotidianamente. Il bisogno espresso dai caregivers di essere informati sulla malattia e aiutati a comprenderla nelle sue diverse manifestazioni, di essere sostenuti psicologicamente e soprattutto di essere aiutati a ristabilire una nuova relazione comunicativa ed emotiva con la paziente, ci ha portato a strutturare l’intervento attraverso le seguenti fasi: colloqui di sostegno, inserimento nei gruppi psicoeducazionali e addestramento alla tecnica conversazionale. Per valutare il carico di stress dovuto all’assistenza ai caregivers è stato somministrato il Caregiver Burder Inventory. Grafico 2: Tasso dei Nomi Grafico 3: Indice di Riferimento Tabella 1: Indicatori testuali RISULTATI Paziente I colloqui conversazionali con la signora hanno portato ad un miglioramento di alcuni indicatori conversazionali. Dall’analisi dei testi si evidenzia un aumento progressivo della durata dei colloqui, cosi come un numero maggiore di parole e di turni verbali. Risultati che si sono tradotti in una variazione positiva del Tasso dei Nomi (T0 7%, T1 11%) e dell’Indice di Riferimento (T0 0,49 T1 0,93). Caregiver I risultati al Caregivers Burder Inventory in merito al lavoro svolto evidenziano una diminuzione del carico assistenziale percepito (T0 49/96 T0 58/96;T1 42/96 T1 53/96). CONVERSAZIONE 1° Colloquio 5° Colloquio 10° Colloquio Durata della conversazione 11’ 12’ 15’ Numero di parole della signora 432 547 890 Numero di parole del conversante 861 855 766 Numero totale di parole della conversazione 1293 1402 1974 N. di turni della signora 66 108 101 N. di turni verbali del conversante 89 92 97 Numero dei nomi 32 42 95 Numero dei predicati 65 70 114 Tasso dei nomi 7%* 8% 11% Tasso dei predicati verbali 15% 13% Indice di riferimento 0,49* 0,60 0,93 * Nei pazienti Alzheimer i sostantivi sono presenti <10%, indice di riferimento <0,50 (Vigorelli P., 2004) Tabella 2: Punteggi Medi Caregiver Burder Inventory T0 T1 Punteggio Totale 53,5/96 47,5/96 Burder Assistenziale 13,5/20 16,5/20 Burder Evolutivo 14/20 15/20 Burder Fisico 9,5/16 7,5/16 Burder Sociale 5,5/20 3,5/20 Burder Emotivo 10,5/20 6° colloquio CONVERSANTE: … Ma soprattutto la ringrazio per averci raccontato di questi suoi ricordi, di quando era piccola, di suo fratello, della sua mamma … ROSY: Ma di tutti … io sono felice di lei che mi parla così … CONVERSANTE: Grazie molte, ci rivediamo la prossima settimana ROSY: Senz’altro, grazie CONCLUSIONI La conversazione da prima più incoerente, ripetitiva ed interrotta, povera di parole (onomapenia), diventa con l’applicazione della tecnica conversazionale più fluida, si registra un maggior utilizzo di nomi. L’esperienza di una conversazione felice, una situazione in cui il paziente non viene giudicato, non viene corretto, non viene interrotto, non si sente inadeguato, è un’esperienza che sembra creare uno stato di grazia nel paziente e che lascia una traccia profonda positiva e durevole(3) Nella nostra esperienza abbiamo potuto notare come l’approccio conversazionale e le attività di sostegno e psicoeducazionali rivolte ai caregivers abbiano mitigato l’impatto negativo del loro comunicare. L’intervento ha permesso di ritrovare alla paziente un senso di libertà comunicativa, pur negli evidenti limiti cognitivi e, all’intera famiglia la possibilità di ricreare una nuova sintonia nella relazione che la malattia aveva interrotto. Bibliografia: 1 Liscio M. R., Cavallo M. C., (1999), La comunicazione non verbale nel malato di Alzheimer, McGraw-Hill, Milano; 2 Lai G. (2001), Cambiamenti nella teoria della conversazione e cambiamenti nella relazione con i pazienti Alzheimer, Psicoterapia e scienze umane, Vol 2, 56-68; 3 Vigorelli P., (2004), La conversazione possibile con il malato Alzheimer, Franco Angeli, Milano.
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