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Quale latino? Differenziazioni regionali: azioni dei substrati (ad esempio quello celtico) Differenziazioni sociali: latino letterario ben diverso da quello.

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2 Quale latino? Differenziazioni regionali: azioni dei substrati (ad esempio quello celtico) Differenziazioni sociali: latino letterario ben diverso da quello volgare, ossia correntemente utilizzato Differenziazioni diacroniche: influenze di adstrato e superstrato (lingue germaniche)

3 Iscrizioni pompeiane (62 d. C. -79 d
Iscrizioni pompeiane (62 d.C.-79 d.C) qvisqvis ama valia peria qvi nosci amare bis tanti peria qvisqvis amare vota Versione in latino classico: Quisquis amat valeat, pereat qui noscit amare. Bis tanti pereat quisquis amare vetat. Traduzione: Viva chiunque ama, a morte chi non sa amare. Muoia al doppio chiunque impedisca di amare.

4 Origini romanze Processo di formazione di nuovi sistemi linguistici a partire dal latino, con nuove tradizioni letterarie Due macro-fenomeni (in parte consecutivi) Formazione e stabilizzazione delle parlate romanze Formazione e affermazione di tradizioni letterarie romanze

5 Formazione dei sistemi linguistici
Lingue romanze = sistemi linguistici distinti dal latino, come tali anche nella coscienza dei parlanti (almeno dal sec. IX) In realtà distinzione già in essere anche precedentemente (VII sec.); non più distinzione diastratica (tra latino volgare e latino letterario) o diatopica (divergenze regionali all’interno della Romània), ma vera e propria distinzione tra sistemi (diglossia e diasistema)

6 Letterature romanze Sistemi organizzati di tradizioni letterarie (ferma restando la supremazia culturale del latino): a partire dall’XI secolo, con ampio sviluppo nel XII sec. per l’area galloromanza (Francia), nel secolo successivo in area iberica (poesia galego-portoghese e epica del Cid in castigliano) e in area italiana (poesia siciliana)

7 Fonti per l’affermazione linguistica dei volgari romanzi:
attestazioni scritte Fonti per l’affermazione letteraria dei volgari: - Individuazione di tradizioni di scrittura

8 Differenziazioni linguistiche
Diff. diacronica: evoluzione rispetto al tempo Diff. diastratica: differenze sociali Diff. diatopica: differenza areale e regionale Diasistema: a partire dalla concezione di lingua come sistema, il d. è un supersistema oppure un sistema di compromesso tra due o più sistemi. Nei testi: somma di varianti dialettologiche diverse

9 Tipologie di testo Documento / monumento: distinzione introdotta da Paul Zumthor (1963) Documento: testo che fornisce indicazioni e informazioni per una specifica ricerca; fornisce dati Monumento: testo depositario di una «memoria», quindi conservato e da conservare con determinati aspetti formali (per esempio un testo letterario); il monumento può far parte di una tradizione culturale

10 Aspetti della trasmissione scritta dei testi nel Medioevo:
Concetto di scripta = insieme delle tradizioni grafico-scrittorie vigenti in un dato ambito o territorio; convenzione di trascrizione (in assenza di norme precise anche usus del singolo copista - i sistemi ortografici sono in via di formazione I testi manoscritti sono assai spesso diasistemi culturali e linguistici La trascrizione non solo interviene più o meno superficialmente a modificare il testo copiato, ma la scrittura non corrisponde alla pronuncia del parlato Problemi legati all’edizione dei testi medievali in volgare

11 Circolazione dei testi:
Trasmissione orale: esecutori professionisti, giullari, specializzati in determinati repertori Copia manoscritta

12 Oralità e auralità nel Medioevo
Natura orale di molti dei testi letterari Diffusione della memoria culturale attraverso l’oralità Fino al XIII secolo la maggior parte dei testi scritti in volgare era destinata a essere letta e ascoltata in pubblico, recitata o cantata Auralità: condizione del testo scritto ma diffuso oralmente (lettura, recitazione, ecc.)

13 L’affermazione delle parlate romanze
L’affermazione delle parlate romanze. Avvertita a livello di coscienza linguistica e confermata dai primi documenti scritti, precede di molto l’apparizione dei primi testi letterari romanzi (da tenere presente comunque uno iato tra fenomeno linguistico-letterario documentazione)

14 Ruolo del latino: Barriera nei confronti delle lingue romanze: per lungo tempo unico veicolo per la trasmissione culturale e l’istruzione; limiti imposti alla diffusione del volgare (per esempio dalla censura ecclesiastica) Modello per i primi testi romanzi: l’impianto grafico-scrittorio è quello del latino, i generi e i testi letterari di riferimento sono spesso quelli latini (es. agiografia). Il latino ha carattere strutturante I primi testi romanzi sono addirittura ibridi (testi latini con parti in volgare); diasistema latino-volgare Non bisogna immaginare una distinzione tra gli scrittori e il pubblico del latino e quelli del volgare: condivisione di temi, motivi, miti, forme espressive

15 Tradizioni letterarie:
Tradizione culturale latina (latino-cristiana): testi classici e testi mediolatini (poesia latina, esegesi biblica, storiografia, ecc.) Tradizione profana e volgare: temi e motivi legate alle figure del guerriero, del cavaliere, della dama, della cortesia, dell’amore; utilizzo di temi e motivi del folklore; forme metriche popolari (prima poesia volgare è cantata) In realtà anche la cultura mediolatina non è immune da prestiti dal folklore e dalla cultura profana Problema delle origini letterarie romanze: tradizione colta vs. tradizione popolare

16 IV-V secolo d.C.: disgregazione politico e culturale dell’impero romano d’Occidente e ascesa dei regni romano-barbarici Crollo del sistema urbano Distruzione di parte del patrimonio librario e culturale Frazionamento del territorio (es. regno carolingio tra Neustria e Austrasia) Impoverimento del latino; le numerose situazioni di diglossia (germanico-latina) tolgono al latino il dominio (quasi) incontrastato dei secoli precedenti

17 Poiché le popolazioni germaniche che si insediarono nel mondo latino erano diverse e parlavano dialetti differenti, l’influenza che questi hanno avuto sugli idiomi romanzi è stata tutt’altro che uguale dovunque: del francone sul francese, del goto sulle parlate iberiche (e, in una prima fase, su quelle italiche), del longobardo sulle lingue italiche, e così via. Di norma si tratta solo di influenza lessicale, la più esterna al sistema linguistico; solo nei dialetti francesi si ha qualche riflesso fonetico (fr. haïr ‘odiare’ < germ. hatjan (ted. Hassen; a Nord-Est, l’introduzione di [w] per cui wàrder ‘guardare’ e Walonie).

18 Le invasioni hanno reso irreversibile la dislocazione politica dell’Impero, determinando la formazione di spazi politici più ridotti (i regni barbarici). Diventa dunque astratta (confinata all’uso scritto) la nozione stessa di norma linguistica comune: il punto di riferimento dei parlanti diventa l’uso orale dei centri provinciali, delle nuove capitali, delle sedi vescovili, dei principali mercati, dei potenti del luogo. Il crollo di una norma comune e l’imbastardimento di quelle locali determina una forte accelerazione della dinamica linguistica. L’orizzonte dei parlanti non oltrepassa più il livello locale: si formano dunque delle identità sociali regionali che si riflettono negli usi linguistici.

19 Tre fasi per le «origini romanze»:
Evoluzione dei sistemi linguistici: il latino tardo parlato (il latino classico è solo un punto di riferimento ideale, in quanto ricco di attestazioni) evolve e si differenzia sul territorio della Romània (con tempistiche differenti) Presa di coscienza dell’evoluzione avvenuta: percezione della diversità tra latino e volgare (locale) e tra gli stessi volgari romanzi Trasferimento nello scritto della nuova oralità

20 Modello di Arrigo Castellani

21 Modello di Ernst Pulgram

22 Modello di Roger Wright

23 Modello di Walter Berschin

24 Modello di Ángel López García
Ruolo della Bibbia tradotta da Gerolamo (Vulgata) nella trasformazione della sintassi latina (sec. IV) Le prime traduzioni della Bibbia risalgono alla seconda metà del II secolo Varie versioni antecedenti a quella di Gerolamo: Itala, Afra Le traduzioni bibliche contribuiscono a riordinare la sintassi del latino scritto (a maggior ragione con l’espansione del cristianesimo) secondo i modi della sintassi che sarà romanza

25 Iohannes, Et prope erat pascha Iudaeorum et ascendit Hierosolyma Iesus. Et invenit in templo vendentes boves et oves et columbas et nummularios sedentes et, cum fecisset quasi flagellum de funiculis, omnes eiecit de templo, oves quoque et boves, et nummulariorum effudit aes et mensas subvertit. Et his qui columbas vendebant dixit: «Auferte ista hinc, nolite facere domum Patris mei domum negotiationis».

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27 Rinascita carolingia (fine VIII sec. – IX sec.)
Gallia: sviluppo delle parlate volgari tra VII e VIII secolo Età carolingia: riforma del potere imperiale franco operato da Carlo Magno (re dei Franchi dal 768, imperatore dall’800, morte nell’814) Riforma = rifondazione classicista della cultura Ripresa della produzione libraria, allestimento di biblioteche monastiche e apertura di scuole Ripristino di modalità grafiche per il latino uniformi per tutto l’impero Restaurazione della norma linguistica antica per il latino

28 La riforma culturale causa una presa di coscienza della differenziazione tra lingua corrente e latino Il latino carolingio viene progressivamente riconosciuto come lingua altra rispetto a quella volgare Si pone il problema della comprensione da parte del più largo pubblico di quanto viene detto e scritto in latino (omelie, vite dei santi, ecc.) Nozione della diversità dei sistemi linguistici

29 Concilio di Tours (813) Il concilio si preoccupa di emanare norme di carattere pastorale, dottrinario, pratico Vi partecipa il corpo episcopale dell’Impero carolingio, sia dall’area romanza che dall’area germanica La gerarchia ecclesiastica prende coscienza dell’irriducibilità dei sistemi linguistici correnti e quindi dell’esistenza accanto al latino di una vera e propria lingua parlata dal volgo

30 Concilium Turonense, comma 17
Visum est unanimitati nostrae, ut quilibet episcopus habeat omilias continentes necessarias ammonitiones, quibus subiecti erudiantur, id est de fide catholica, prout capere possint, de perpetua retributione bonorum et aeterna damnatione malorum, de resurrectione quoque futura et ultimo iudicio et quibus operibus possit promereri beata uita quibusque excludit. E’ parso opportuno a tutti noi che ogni vescovo pronunci omelie che contengano gli insegnamenti necessari all’educazione degli inferiori, cioè della fede cattolica, perché se ne possano impadronire, della perpetua ricompensa dei buoni e dell’eterna dannazione dei malvagi, della resurrezione e del giudizio finale e di quali azioni e opere possano garantire la vita eterna e quali invece causarne la perdita.

31 Et ut easdem omelias quisque aperte transferre studeat in rusticam Romanam linguam aut Thiotiscam, quo facilius cuncti possint intelligere quae dicuntur. Ed anche [è parso opportuno a tutti noi] che quelle stesse omelie ciascuno di essi [i vescovi] si applichi a tradurle apertamente nella lingua latina parlata dai ‘rustici’ ovvero in [lingua] tedesca, affinché tutti senza eccezione possano comprendere senza difficoltà ciò che viene detto loro.

32 Le prescrizioni del Concilio sono dettate pensando sia alla massa dei fedeli sia al basso clero: tutti coloro che entro una gerarchia culturale carolingia potevano essere globalmente considerati come illetterati - il verbo transferre (nell’espressione: aperte transferre studeat) è impiegato nel suo significato proprio di “tradurre” ed implica il riconoscimento della diversità delle lingue, tra le quali non è possibile una forma di mediazione; l’avverbio aperte aggiunge una connotazione specifica, quella della limpidezza dell’espressione

33 Tipologia dei primi testi romanzi (con valore documentario)
Testi latini o contesti latini che presentano singole unità innovative Testi che documentano il lento passaggio verso autonome manifestazioni scritte di un’espressione orale ormai prossima all’essere romanza Testi chiaramente romanzi

34 Prima tipologia Elementi romanzi s’insinuano in testi latini Fenomeni di acquisizione di neologismi Non si tratta di testi bassi, bensì di testi di varia destinazione (leggi, esegesi biblica, ricettari, trattati di medicina e veterinaria) Importante è il caso dei glossari: essi implicano una sensibilità specifica alla natura linguistica dei testi glossati

35 Seconda tipologia Scritti che hanno alle spalle modelli di oralità che preannunciano il volgare Necessità comunicativa Le modificazioni morfosintattiche e stilistiche acquistano peso e finiscono con l’incidere profondamente sulla fisionomia linguistica dei testi Latino «circa romançum» (latino che imita il volgare) e testi composti «iuxta rusticitatem» (secondo la maniera della rusticità; entrambe le definizioni sono di d’Arco Silvio Avalle) Esempi: Giuramenti di Strasburgo, Placiti capuani

36 Appendix Probi 5 scritti grammaticali latini conservati da un solo ms. oggi a Napoli (Biblioteca Nazionale, lat. 1, ex Vindobonensis 17), proveniente dall’abbazia di Bobbio; disposti a seguito di un trattato assai più ampio, gli Instituta grammaticae, attribuiti al grammatico Valerio Probo, vissuto nel I sec. d.C., con cui non hanno nessuna relazione diretta; copiati da una mano tipicamente bobbiese e dell’inizio del sec. VIII. La sezione dell’Appendix Probi qui esaminata (la terza) si presenta come un elenco di 227 parole seguite dalla forma erronea.

37 Sincope di vocali postoniche
speculum non speclum masculus non masclus uetulus non ueclus uitulus non uiclus uernaculus non uernaclus articulus non articlus calida non calda oculus non oclus tabula non tabla uiridis non uirdis

38 Vocali anteriori brevi → semiconsonanti se precedono vocale
fenomeno confermato in alcuni casi dalla correzione di grafie ipercorrette e per i:  uinea non uinia cauea non cauia lancea non lancia e all’inverso:  ostium non osteum

39 Evoluzione di ŭ in /o/, ovvero confusione tra ŭ e ō
colŭmna non colomna fōrmica non furmica colŭber non colober robigo non rŭbigo

40 Perdita di -m finale triclinium non triclinu numquam non numqua pridem non pride olim non oli idem non ide

41 Riduzione del nesso -ns- a semplice sibilante
ansa non asa [t]ensa non tesa e all’inverso, presenza di ipercorrettismi: hercules non herculens formosus non formunsus occasio non occansio

42 Terza tipologia: antichi testi romanzi
Attestazioni nello scritto di modalità linguistiche coerenti che possano dirsi romanze I più antichi testi letterari Sviluppo nella seconda metà dell’XI secolo (area gallorom.) Prima è possibile comunque individuare nella regione gallorom. testi che si distanziano dai precedenti per la qualità della scrittura e l’impegno formale; componimenti in versi, per il canto o la declamazione; utilizzo di una versificazione romanza

43 Glossari Glosse = spiegazioni, talvolta traduzioni, di termini o passaggi testuali di problematica comprensione (spesso scritte a margine del testo). Glossari = repertori e raccolte di glosse - Glossari lessicali (IX-X secolo): Gl. di Kassel (latino-romanzo-tedesco), Gl. di Monza (greco-latino-romanzo), Gl. di Reichenau (latino-romanzo)

44 Glossario di Reichenau (IX secolo; manoscritto del X sec.)
Abbazia benedettina di Reichenau (isola del lago di Costanza – Germania) 5.000 lemmi Glossario biblico (testo latino della Vetus latina) con elencazione di termini difficili che vengono esplicati Il 10% delle glosse presenta un’impronta protoromanza

45 onustus : carcatus [“caricato”; il derivato di carrum + suff
onustus : carcatus [“caricato”; il derivato di carrum + suff. –icare, qui già indicato con avvenuta sincope, sostituisce la forma aggettivale antica, legata alla base onus “peso”; cfr. a.fr. chargié, it. caricato, a fronte di cultismi come it. onere e oneroso, nonché l’iper-letterario it. onusto] binas : duas et duas [“a coppie”] aper : salvaticus porcus [“cinghiale”, ma alla lettera “porco dei boschi, selvaggio”; la forma salvaticus preannuncia, rispetto al più corretto silvaticus < silva “foresta”, la forma fr. sauvage; la designazione fr. del “cinghiale”, porc sanglier, è costruita in maniera simile a quella qui attestata, ma sulla base singularis, “solitario”]

46 hiems : hibernus [“inverno”]
caseum : formaticum [“formaggio”, cfr. i cult. it. caseario, caseificio, caseina e al contrario sp. queso e it. cacio] canere : cantare [“cantare”; cfr. il cult. it. canoro] lamento : ploro [“piango, lamento” - fr. pleurer, sp. llorar] sopor : sumpnus [“sonno”, con inserimento di una consonante epentetica di transizione tra le due nasali della forma corretta somnum e conseguente rafforzamento del gruppo consonantico centrale; cfr., come cultismo, it. soporifero]

47 neoformazioni attraverso la costruzione con suffissi o prefissi regolari
anus : vetulae [“vecchie”: anus è una parola della 4a decl. lat., soppiantata da una forma creata sull’agg. vetus + suff. dimin. , vetula “vecchietta”; cfr. già anucla nell’ Appendix Probi, fine sec. V] ungues : ungulas [“unghie”] flare : suflare [“soffiare”]

48 Termini propri dell’area galloromanza
isset : ambulasset [cong.impf. 3 s. - fr. aller “andare” < lat. ambulare, oggi (il) allât] profertus : alatus factus [“fatto muovere, mandato avanti”] transgredere : ultra alare [“andare oltre”, fr. aller] oves: berbices [“pecore” - a.fr. berbis, fr. brebis] opilio : custos ovium vel berbicarius [“pecoraio” - fr. berger] vomere : cultro [“vomere” – fr. coutre] dem : donem [cong.pres. 1 s.– fr. donner “dare” < lat. donare, (que je) donne]

49 Germanismi respectant : rewardant [“guardano”, 3 pl. pres.ind. - fr. regarder] castro : heribergo [“accampamento fortificato”, cfr. afr. hauberge, it. albergo, antic. nel significato di “alloggio”] galea : helme [“elmo”] pignu : wadius [“pegno” - fr. gage, da cui it. ingaggio, ingaggiare] Italia : Longobardia Gallia : Francia

50 Crisi dei superlativi optimos : meliores [“i migliori, i più buoni”: estensione del comparativo sintetico in luogo del superlativo, questo poi recuperato come cultismo] saniore : plus sano [“più sano”]

51 Lex Salica e parodia La Legge salica, raccolta di leggi degli antichi Franchi Salii (tribù) La più antica versione risale a Clodoveo, re dei Franchi (inizio VI secolo) Base per alcune norme del diritto di successione nel corso del Medioevo (ereditarietà solo in linea maschile) Parodia: contenuta in un unico manoscritto risalente all’VIII secolo, al seguito della stessa Lex Salica; burla di un copista Elementi romanzi (area orientale della lingua d’oïl)

52 Parodia della Lex Salica (seconda metà dell’VIII sec.)
In nomine Dei, Patris omnipotentis. Sit placuit uoluntas Laidobranno et Adono, ut pactum Salicum, de quod titulum non abit, gratenter suplicibus aput gracia Fredono una cum uxore sua et obtimatis eorum, in ipsum pactum titulum unum, cum Deo adiutorio, pertractare debirent: ut, si quis homo aut in casa aut foris casa plena botilia abere potuerint, tam de eorum, quam de aliorum, in cuppa non mittant ne gutta. Se ullus hoc facire presumserit, malobergo leodardi, sol(idos) quindecim con(ponat) et ipsa cuppa frangant la tota, ad illo botiliario frangant lo cabo, at illo scanciono tollant lis potionis. Sic conuinit obseruare: aput staubo bibant et intus suppas faciant. Cum senior bibit duas uicis, sui uassalli la tercia, bonum est.

53 Traduzione: In nome di Dio, Padre onnipotente
Traduzione: In nome di Dio, Padre onnipotente. Si è deciso che sia fatta la volontà di Laidobranno e Adono, che la legge Salica, per quanto riguarda una materia non contemplata, su domanda fatta di buon cuore con la grazia di Fredono assieme a sua moglie e al loro seguito, in questo stesso patto debbano, con l’aiuto di Dio, ammettere un (nuovo) titolo: che, se qualcuno o in casa o fuori casa potrà avere una bottiglia piena, che non ne versi neanche una goccia nella coppa né loro né di altri. Se qualcuno oserà fare questo paghi XV soldi e gli si infranga la coppa interamente, che si spacchi la testa al bottigliere e si tolgano le bevande ai capo dei coppieri. Così si proceda: bevano con la coppa e ci facciano la zuppetta. Quando il signore beve due volte, il suo vassallo la terza, e così va bene. Io che ho scritto il mio nome non ho scritto. Sia giudicato colpevole.

54 de quod: «poiché», cfr a. fr. de ce que
abit = habet nel senso di «c’è», cfr fr. il y a botilia e botiliario: da butic(u)la (in basso latino flasco), fr. bouteille, it. bottiglia mittant: mittere «versare», voce già tardo-latina, ampliamento di significato uso di ille (e derivati) in funzione di articolo: la tota, ad illo botiliario, at illo scanciono, lo cabo, lis potionis aput staubo: apud con significato strumentale senior: antico comparativo, ora sostantivato, «signore»

55 Giuramenti di Strasburgo
Quattro giuramenti pronunciati a Strasburgo nell’incontro di Carlo il Calvo, re di Francia, alla testa del suo esercito, con Ludovico il Germanico, re di Germania, alla testa delle sue truppe (14 febbraio 842). 1. Ludovico, in francese, alle truppe di Carlo; 2. Carlo, in tedesco, alle truppe di Ludovico; 3. L’esercito di Carlo, in francese, a Ludovico; 4. L’esercito di Ludovico, in tedesco, a Carlo; I giuramenti sono riportati dall’Historia filiorum Lhudovicii Pii di Nithard (Nitardus, Nitardo; † ), tramandata dal solo ms. Paris, BnF, fr (vergato intorno all’anno 1000); l’Historia narra il conflitto tra i figli di Ludovico il Pio dalla morte del padre (840) al trattato di Verdun (843).

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57 Il documento è molto affidabile: il redattore conosce il testo e sembra volerlo trasmettere fedelmente il testo scritto è sostanzialmente contemporaneo all’atto comunicativo che viene riportato il manoscritto relatore sembra una copia diretta della cronaca originale Tuttavia, si tratta di un testo a forte carattere monumentario: «L’impronta latina è da interpretare come il risultato di una ben comprensibile volontà di conferire al testo del giuramento in volgare una solennità formale adatta all’occasione e che non era associata alla ‘semplice’ e ‘piana’ espressione in “lingua romana”» o “lingua rustica” (la rusticitas non si addice ad un sovrano e soprattutto in una occasione solenne)

58 Giuramenti di Strasburgo (testo 1)
Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, d'ist di in avant, in quant Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo et in aiudha, et in cadhuna cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dift, in o quid il mi altre si fazet; et ab Ludher nul plaid numquam prindrai qui, meon vol, cist meon fradre Karle in damno sit. Per l’amore di Dio e per la comune salvezza del popolo cristiano e nostra, da oggi in poi, in quanto Dio mi possa dare sapere e potere, io m’impegnerò a soccorrere questo mio fratello Carlo nel caso [abbia bisogno] di aiuto o di qualsiasi altra cosa, così come è giusto che si debba soccorrere il proprio fratello, purché egli faccia altrettanto verso di me. E con Lotario non concluderò mai nessun accordo che, me volente, possa essere di danno a questo mio fratello Carlo.

59 Giuramenti di Strasburgo (testo 2)
Si Lodhuvigs sagrament que san fradre Karlo jurat conservat et Karlus, meos sendra, de suo part non lo·s tanit, si io returnar non l'int pois, ne io ne neuls cui eo returnar int pois, in nulla aiudha contra Lodhuwig nun li iv er. Se Ludovico rispetta il giuramento, che ha prestato al proprio fratello Carlo, e Carlo, mio signore, per parte sua lo infrange, se io non posso farlo recedere, né io, né altri che io possa distogliere da ciò, non gli sarò in ciò in nessun modo d’aiuto contro Ludovico.

60 La lingua dei Giuramenti di Strasburgo
- eo < ego, jurat < iurat, iv < ibi; - signif. prindrai < prehendere + habeo); savir < sapere, a. fr. saveir; podir < potere, a. fr. podeir; dift < debet, a. fr. deit , con f per la /b/ lat.; - caduta delle vocali finali: amur < amorem; christian < christianum; commun salvament < communem salvamentum; - conservazione della -a- sia tonica (fradra, fradre < fratrem), sia finale (dunat, aiudha, ecc.); tratto dialettologico o resistenza del sistema grafico? - si notino le vocali finali in forma lat. di poblo; nostro; Karlo (c.o.), ma Karlus al c.r. = declinazione bicasuale come antico fr. - nuovi futuri romanzi derivati dalla perifrasi v. all’infinto + -habeo (salvarai, prindrai); mentre er < ero; sotto il profilo sintattico, notevole la costruzione impersonale con om(/on) < homo - sendra < senior = caduta della voc. finale; arresto della palatalizzazione (nj) con rafforzamento dell’elemento dentale (n); introduzione di due elementi eufonici: l’epitesi della e e l’epentesi di una dentale sonora [d] nel nesso -n+r Le diverse soluzioni nelle vocali d’uscita (incoerenza) sembra facciano intravvedere il passaggio alla e centrale [ə], poi tipica delle parlate oitaniche Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, d'ist di in avant, in quant Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo et in aiudha, et in cadhuna cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dift, in o quid il mi altre si fazet; et ab Ludher nul plaid numquam prindrai qui, meon vol, cist meon fradre Karle in damno sit. Si Lodhuvigs sagrament que san fradre Karlo jurat conservat et Karlus, meos sendra, de suo part non lo·s tanit, si io returnar non l'int pois, ne io ne neuls cui eo returnar int pois, in nulla aiudha contra Lodhuwig nun li iv er. - lenizioni consonantiche: poblo < populum; savir < sapere; sagrament < sacramentum; neuls < nec + ullus; cadhuna < cata + unam, fradra < fratrem, ecc. - [jt] < -ct- (dreit < directum; plaid < placitum); - -z- per l’affricata dentale (fazet < faciat); cosa < causa.

61 Placiti cassinesi (o campani, o capuani)
Quattro formule testimoniali volgari all’interno di quattro ampie sentenze giuridiche (appunto: placiti) latine degli anni ; Capua, Sessa Aurunca, Teano (prov. di Caserta); principato longobardo di Capua e ducato di Benevento; Le sentenze assegnano al monastero di Montecassino e ad altri monasteri della sua orbita (Santa Maria di Cengla e San Salvatore a Capua) terre contese da signori laici.

62 Teano, 26 luglio 963: giudice Bisanzio
Kella terra, per kelle fini que bobe mostrai, Sancti Marie è, et trenta anni la posset parte Sancte Marie. “Quella terra, entro quei confini che vi indicai, è di Santa Maria, e trenta anni la possedette il patrimonio di Santa Maria.” Teano, ottobre 963: giudice Bisanzio Sao cco kelle terre, per kelle fini que tebe mostrai, trenta anni le possette parte Sancte Marie. “So che quelle terre, entro quei confini che ti indicai, trenta anni le possedette il patrimonio di Santa Maria.”

63 ko (< quod), kelle (< eccu + illae), ki (< eccu + hic): [kw] → [k];
caduta delle consonanti finali; la conservazione della è di contene (non c’è dittongazione) sao: in Campania abbiamo la forma saccio < *sapio (documentazione quasi unanime); la forma sao è forse analogica su sai, so. Prestito settentrionale (le cancellerie longobarde avevano centro a Pavia): grafia sao per [‘sò].

64 Sequenza di Sant’Eulalia (880 ca.)
Ms. Valenciennes, Bibliothèque Municipale, 150: codice pergamenaceo di 143 fogli proveniente dal monastero benedettino di Saint-Amand, nei pressi di Valenciennes; lì dalla fine del IX secolo (880 ca.) traduzione latina dei Sermoni teologici di San Gregorio di Nazianzo (ff ): parte esemplata in territorio germanico, sulla riva sinistra del Reno (prima metà del sec. IX), poi trasportato a Saint-Amand ff : quattro testi aggiunti alla fine del IX secolo.

65 Sequenza latina di Sant’Eulalia, Cantica virginis Eulalie (f. 141r);
Sequenza francese di Sant’Eulalia (880 ca.) in distici isocoli assonanzati (f. 141v); Ludwigslied tedesco, Rithmus Teutonicus de piae memoriae Hluduuico Rege ecc. (ff. 141v-143), vergato dalla medesima mano della Sant’Eulalia e composto a ridosso della vittoria di Ludovico re dei Franchi sui vichinghi (Saucourt 881); Sequenza latina Vis fidei tanta est (f. 143).

66 Saint-Amand è centro in quegli anni di un’importante scuola di musica, promossa dall’abate Hucbald;
siamo nelle immediate vicinanze del luogo di conservazione delle reliquie di Eulalia (monastero femminile di Hasnoné, presso Saint-Amand); è comprensibile che nel monastero vi fosse un interesse speciale per il ricordo dell’impresa del re Ludovico che, sbaragliando i vichinghi, aveva vendicato il saccheggio dell’abbazia e garantito la sua sicurezza; la comunità annoverava tra i propri membri monaci originari di territori sia romanzi sia germanici.

67 La sequenza – o prosa nella terminologia metrico-musicale – è un tipo di componimento costruito su una base musicale formata da coppie di unità simmetriche ripetute, su cui vengono armonizzate coppie di versicoli (testo); all’origine della sequenza vi è l’uso di intonare semplici unità testuali sui melismi dell’ultima sillaba dell’Alleluia. La Sequenza di Sant’Eulalia è composta di 14 periodi ritmici di lunghezza diseguale, ciascuno dei quali è costituito di due unità pari tra loro per computo sillabico, legate da assonanza (distici isocoli assonanzati). La sequenza ricalca metricamente la Cantica: ci troviamo dunque di fronte ad un probabile es. di contraffattura (= composizione su musica preesistente).

68 Traduzione della Sequenza latina della Sant’Eulalia
Il canto della vergine Eulalia / intona con cetra dal dolce suono, / poiché è meritorio / celebrare con una canzone il martirio. / La tua melodia seguirò con la mia voce / e imiterò gli inni ambrosiani. / Con le corde suona un’eccelsa melodia, / offrirò l’accompagnamento di voci. / Tanto la Pietà, tanto l’animo umano / costringiamo a versare lacrime spontanee, / infatti questa fanciulla nella sua giovinezza, / quando non era ancora in età da marito, / il Nemico del bene avvolse in fiamme di fuoco / (e) subito stupì per il volo di una colomba. / Era lo spirito di Eulalia / immacolato, leggero e veloce, senza colpa. / Per nessuna azione dispiacque al Re dei re, / pertanto si unì alle stelle del firmamento. / Preghiamola affinché protegga i suoi fedeli / che intonano lieti un’armonia. / Cantiamo con animo devoto ritmi virtuosi, / perché (ella) pia ci concilii Nostro Signore / e ci guadagni aiuto di Colui / al cui comando tremano il sole e la luna. / Noi stessi mondi dai peccati / e ci collochi benigna tra le stelle, che con la corona della loro luce dorata / al Signore rendono servizio.

69 Testo volgare Perfetta fanciulla fu Eulalia, / bello ebbe il corpo, ancor più bella l’anima. | Vollero vincerla i nemici di Dio, / vollero farle servire il diavolo. | Ella non ascoltò i malvagi consiglieri, / che volevano farle rinnegare Dio, che regna nei cieli, | né per oro, né per argento, né per abiti lussuosi, / (né) per minaccia (fatta in nome) del re, né per lusinga; | nessuna cosa non la poté mai piegare / (a che) lei fanciulla non amasse sempre il servizio di Dio. | Essa pertanto fu condotta davanti a Massimiano, / che regnava a quel tempo sui pagani. | Egli la esorta – cosa di cui a lei non importa nulla – / ad abbandonare la fede cristiana. | Ella ne rafforza il proprio spirito (?): / sopporterebbe ogni supplizio | piuttosto che perdere la propria purezza. / Per questo subì una morte gloriosa. | Dentro al fuoco la gettarono per bruciarla rapidamente. / (Ma) ella non aveva colpe, e perciò il fuoco non la toccò. | Davanti a questo segno non volle convincersi il re pagano,/ ordinò che con una spada le tagliassero la testa. | La fanciulla non si oppose a tale cosa,/ volle lasciare il mondo, (di questo) supplica Cristo. | In forma di colomba salì al cielo. /Preghiamola tutti, che voglia intercedere per noi | affinché Cristo possa usarci misericordia / dopo la morte e ci lasci venire a lui, | per sua clemenza.

70 1 Buona pulcella fut Eulalia,
2 Bel auret corps, bellezour anima. 3 Voldrent la veintre li Deo inimì, 4 Voldrent la faire diaule seruir. 5 Elle no’nt eskoltet les mals conselliers, 6 Qu’elle Deo raneiet chi maent sus en ciel, 7 Ne por or ned argent ne paramenz, 8 Por manatce regiel ne preiement; 9 Niule cose non la pouret omque pleier 10 La polle sempre non amast lo Deo menestier 11 E por o fut presentede Maximiien, 12 Chi rex eret a cels dis soure pagiens. 13 Il li enortet, dont lei nonque chielt, 14 Qued elle fuiet lo nom christiien. 15 Ell’ent adunet lo suon element: 16 Melz sostendreiet les empedementz 17 Quelle perdesse sa virginitet. 18 Por o’s furet morte a grand honestet. 19 Enz enl fou lo getterent com arde tost. 20 Elle colpes non auret, por o no’s coist. 21 A czo no’s voldret concreidre li rex pagiens, 22 Ad une spede li roveret tolir lo chief. 23 La domnizelle celle kose non contredist, 24 Volt lo seule lazsier, si ruovet Krist. 25 In figure de colomb volat a ciel. 26 Tuit oram que por nos degnet preier 27 Qued auuisset de nos Christus mercit 28 Post la mort et a lui nos laist venir | 29 Par souue clementia. tratti conservativi: le geminate (1 pulcella, 2 bellezour, 10 polle, 17 perdesse, ecc.); conservazione saltuaria delle vocali finali: 1 buona pulcella ... Eulalia, 2 anima; il dativo di possesso compare in 3 li Deo inimi “i nemici di Dio” e in 10 lo Deo menestier tratto distintivo dell’isoglossa oitanica: -A- tonica libera > /ε/ e fonema palatale + /ε/ > /ie/ (11 presentede < presentatam, 14 christien, 18 honestet (< honestatem), 22 spede (< spatham); e per l’evoluzione condizionata da palatale 8 regiel (< regalem), 9 pleier (<plicare), 11 Maximiien (< maximianum), 12 pagiens (< paganos), 13 chielt (< calet), 22 chief (< caput), 24 lazsier (< laxare), 26 preier (<*precare) riduzione di /a/ finale a /e/: 5 Elle, 13 enortet, 13 nonque (< numquam), 18 morte, nonché 2 bellezour (< bella + tiorem)

71 Esiti gallo-romanzi di -a- tonica in sillaba libera:
latino a mare taliare, cara francese è mèr -ier- taillier, chiere provenz. mar -ar- talhar, cara franco-prov. pittavino e mer -er- tailler, chere

72 dittongamento delle vocali in posizione tonica e in sillaba libera: di a: maent < manet; di ĕ: 6, 25 ciel; di ĭ / ē: 16 sostendreiet < *sustinere + habébat, 21 concreidre < concredere; di ŏ: 1 buona, 24 ruovet (< rogat); di ō / ŭ : 2 bellezour (< bellatiorem); non dittongano le vocali in: 6 raneiet, 13 lei, 16 melz, 20 coist (mancati dittongamenti, a causa di uno yod adiacente) e 3 Deo, 24 seule (< saeculum), 19 fou (mancati dittongamenti causati dalla presenza della semivocale finale -u): entrambi i fenomeni sono caratteristici dell’area (piccardo-) vallone; lenizione delle occlusive intervocaliche: 11 presentede (< presentatam), 27 auuisset (< habuisset) e in particolare della velare sorda interna davanti ad /a/ in 26 preier (< precare) e della sonora in 8 regiel (< regalem); Riduzione del dittongo -au- > o (es. 9 cose);

73 sistema di declinazione bicasuale; soggetti: 6 chi, 12 rex, 13 il, 21 li rex pagiens, 27 Christus e plurali: 3 li inimi, 26 tuit; obliqui: 10 lo menestier, 14 lo nom, 15 lo suon element, 24 Krist e 5 les mals conseillers, 12 pagiens; perfetti forti o rizotonici (evidenzio gli accenti): 2 àuret < habuerat, 9 póuret < potuerat, 20 còist < coxit, 21 vòldret < voluerat e una prima attestazione di condizionale: 16 sostendreiet, con la funzione specifica di fututo nel passato; Assenza dell’articolo: 2 auret corps, bellezour anima, 4 faire diaule servir, 25 volat a ciel; ma 3 li Deo inimi, 5 les mals conseillers, 10 la polle, 10 lo Deo menestier, ecc.

74 Letterature romanze Tappe: apparizioni isolate fino all’anno 1000 (Sequenza di Sant’Eulalia) sviluppo sull’arco del sec. XI per l’area galloromanza e poco più tardi per l’area iberica e quella italiana nell’area gallorom. si raggiunge un grado notevole di compiutezza formale nelle altre aree il fenomeno è ancora di carattere episodico

75 Tipologia dei testi galloromanzi
Generi di ispirazione religiosa: innologia, agiografia Testi destinati alla recitazione e al canto, in occasione di festività o ricorrenze Testi con funzione liturgica I generi profani (lirica amorosa, canzone di gesta, romanzi cavallereschi) appaiono di colpo già formati alla fine del XI secolo: assai probabile gestazione latente delle tradizioni

76 Problemi sulle «origini romanze»
Quale sia lo stato e la condizione delle presunte tradizioni latenti Come valutare l’improvvisa comparsa di queste tradizioni Quale sia il rapporto con la produzione agiografica (in latino e in volgare)

77 Letteratura latina medievale e nascita delle tradizioni volgari
Tra IX e XII secolo sono significative la rinascenza carolingia e quella ottoniana (in Germania) Riscoperta dei classici, riorganizzazione delle biblioteche, scuole cattedrali connesse alle cancellerie, università Apertura della cultura latina a una cultura di diverso tipo, non tradizionalmente veicolata dal latino Utilizzo di metri ritmici in poesia (la prosodia latina classica è di tipo quantitativo)

78 Testi mediolatini con tracce di tradizioni volgari
Nota Emilianensis: breve testo latino rinvenuto in un manoscritto proveniente dalla Rioja (Spagna nord-orientale); seconda metà del sec. XI accenno a materia epica a sfondo carolingio

79 «Nell’anno 778 re Carlo venne a Saragozza
«Nell’anno 778 re Carlo venne a Saragozza. A quell’epoca aveva dodici nipoti, ciascuno dei quali comandava tremila cavalieri muniti di corazza, e i loro nomi erano Rolando, Bertrando, Oggieri dalla spada corta, Guglielmo dal naso curvo, Olivieri e il vescovo monsignore Turpino. Ognuno di loro serviva il re per un mese all’anno con il primo seguito. Accadde che il re si fermò a Saragozza assieme al suo esercito; poco dopo gli fu consigliato dai suoi di accettare molti doni affinché l’esercito non morisse di fame e potesse ritornare a casa, e così fu fatto. In seguito il re decise che, per garantire la salvezza degli uomini dell’esercito, Rolando valoroso guerriero venisse con i suoi nella retroguardia. Ma quando l’esercito superò il passo di Cisera, a Roncisvalle Rolando fu ucciso dai Saraceni».

80 Frammento dell’Aia Breve testo incompleto trasmesso da un manoscritto di uso probabilmente scolastico databile all’inizio dell’XI secolo Frutto di un esercizio scolastico: versione in prosa latina di un testo versificato (si individuano tracce di esametri latini) Tracce di un racconto con protagonisti personaggi dell’epica francese

81 Tracce epigrafiche e iconografiche
NEPI - VITERBO Lapide di Nepi (1131) Riporta la pax giurata da milites e consules della città. Nel testo si ricorda la leggenda di Roncisvalle minacciando ai traditori il destino di Galeone cioè Gano di Maganza.

82 Duomo di Modena Archivolto del portale laterale settentrionale (prima metà XII secolo), opera di Wiligelmo Raffigurazioni in rilievo di episodi del ciclo arturiano

83 Ipotesi sulle origini delle letterature romanze
Modello «colto»: riferimento agli ambienti scolastici, monastici, clericali; valore formativo ai testi di letteratura religiosa, modelli per i testi profani e volgari Modello «popolare»: funzione della tradizione popolare, della memoria e dell’oralità, come veicolo di temi, motivi e perfino di componimenti interi

84 Primo modello: Riferimento all’intervento strutturante della tradizione colta e scritta Centri della produzione della letteratura latina Secondo modello La rielaborazione scritta è solo la fase finale della tradizione Modelli della tradizione popolare e folklorica

85 Esempio: origini dell’epica romanza
Gaston Paris (Histoire poétique de Charlemagne, 1865) ipotizza l’esistenza di “cantilene” (canti popolari) coeve ai fatti storici (dunque in età carolingia) Pio Rajna (Le origini dell’epopea francese, 1884) ritiene che i poemi giunti sino a noi siano l’ultimo prodotto di una tradizione già formata in epoca merovingia e legata a remote tradizioni germaniche Joseph Bédier (Les légendes épiques, recherches sur la formation des chansons de geste, ) collega l’origine dell’epopea francese alla collaborazione tra giullari e fondazioni monastiche a partire dall’XI sec. sulle vie dei pellegrinaggi e delle fiere

86 TESTI OITANICI ANTERIORI AL XII SEC.
Sequenza di Sant’Eulalia, ca. anno 880, 29 versi disposti in 14 periodi di 2 versi ciascuno, con l’ultimo irrelato, in struttura di sequenza Sermone su Giona o Sermone di Valenciennes, testo latino-francese, con le due lingue alternate, composto nel pieno X sec., e conservato in un codice ora a Valenciennes, Bib. Municipale, ms Stessa regione da cui proviene la Sant’Eulalia (Francia nord-orientale). Testo in forma di appunti di carattere omiletico ed esegetico. Vie de Saint Léger (Vita di San Leodegario: X sec.), 240 octosyllabes in strofe di 6 versi assonanzati; testo vallone, trascritto nel Poitou, con sovrapposizione di tratti linguistici di questa regione. Passion (X sec.), 516 octosyllabes in 129 strofette di 4 versi assonanzati a due a due; testo originario della fascia meridionale dell’area oitanica, proposta di localizzazione nell’area pittavina. Sponsus (XI secolo), dramma religioso bilingue. Tropo Quant li solleiz converset en leon (fine XI sec.?); Vie de Saint Alexis o meglio Chanson de Saint Alexis, testo dell’XI secolo, forse, ma senza sicurezze, ca Chanson de Sainte Catherine, fine XI sec. (o inizi XII), ma forse ca , di 194 vv. assonanzati.

87 Primi testi della letteratura occitana
Formule augurali per la guarigione dalle ferite, ms. del IX-X sec., mano della seconda metà del X sec.; Passione di Augsburg con notazione musicale per il canto; provenienza dalla Francia orientale o nord-orientale; ms. del X sec.; Alba religiosa bilingue o Alba di Fleury, componimento su tre strofe in latino, ciascuna delle quali è seguita da refrain (ritornello) in volgare costante; ms. vaticano del X sec.; Boeci (XI secolo), frammento iniziale di 255 versi di un poemetto narrativo-didattico sulla vita del filosofo tardo-romano Severino Boezio; testo in lasse brevi di décasyllabes rimati, concepito per il canto individuale; ms. sec. XI; Canzone mariana bilingue In hoc anni circulo … Mei amic e mei fiel (XI sec.); Versus Sanctae Mariae, inc. O Maria deu maire … (XI sec.); Tropo noto come Tu autem; Due minimi testi lirici della seconda metà del sec. XI.

88 UN ESEMPIO LIRICO OCCITANO: Le strofi volgari del codice Harley 2750 (ultimo terzo del sec. XI) Recentemente scoperte, due esigue strofe volgari trascritte a f. 94v del ms. Harley 2750 della BL di Londra (minuscola carolina, notazione neumatica, mano tedesca) Primo frammento: provenienza pittavina (conserva-zione di a tonica in repasar, er/ar < -are); tracce dell’antica scripta merovingica (u per o chiusa e i per e protonica seguita da nasale: sintil, imbracher). Scripta francese settentrionale: serie di versi in -er

89 Las, qui n(on) sun sparvir astur, qui podis a li vorer,
Jaufre Rudel, Quan lo rius de la fontana, vv Amors de terra lohdana, per vos totz lo cors mi dol, e non puosc trobar meizina, si non vau al sieu reclam, ab atraich d’amor doussana… ‘Amore di terra lontana, per voi tutto il mio essere è sofferente; e non posso trovar rimedio, se non accorro al suo richiamo, nell’attrattiva d’un dolce amore…’ *** Bernart Marti, Bel m’es lai latz la fontana, vv l’esparvier ab bel semblant va del Pueg ves leis volant: la longua trencada, pren lai sa volada. ‘Lo sparviero dal bel sembiante s’innalza in volo dal Puy* verso di lei; tagliata la lunga**, prende là il volo’. Las, qui n(on) sun sparvir astur, qui podis a li vorer, la sintil imbracher, se buchschi duls baser, dussuri e repasar tu dulur. ‘Ahimè, perché non sono sparviero o astore che potesse da lei volare, la gentil (dama) abbracciare, la sua dolce bocca baciare, placare e lenire ogni dolore?’ *presso il Puy Sainte-Marie (o Puy-en-Velay) aveva sede un cenacolo letterario, la Cort del Pueg, che organizzava concorsi di poesia premiando il vincitore appunto con uno sparviero. **striscia di cuoio che tiene legato il rapace alla pertica.

90 LIRICA ROMANZA DELLE ORIGINI
Le Kharǧat (singolare: kharǧa , parola araba che significa «finale») Le kharǧat sono la parte finale dei componimenti arabi detti muwassahat. Si tratti di componimenti colti che terminavano con una parte a carattere lirico e popolareggiante in lingue differenti dal contesto (arabo popolare, mozarabo, ebraico) Le kharǧat sono composizioni liriche popolari  che venivano composte da poeti andalusi in dialetto ispano-popolare o nella lingua mozaraba. Sotto l’occupazione araba tra XI e il XII secolo, i cristiani (linguisticamente romanzi) nella penisola iberica parlavano questa forma dialettale, che nella forma scritta era molto influenzata dalle parole arabe (mozarabo significa arabizzato). I temi delle kharǧat sono assai simili a quelli della lirica galego-portoghese: si tratta di lamenti femminili, di canzoni di donna.

91 ya mam(m)a si no lesa al-ginna allora mor(r)ey traïde el mio bino min ga’far ‘asà sanarey
traduzione: Oh madre, se non cessa la pazzia (dell’amore) allora moriró. Portami il vino dalla casa di Ga’far cosí potró curami.

92 Precisazioni metriche
La maggior parte dei testi delle origini in lingua oitanica e in lingua occitana sono componimenti poetici che presentano forme e tecniche compositive peculiari. Strofa: unità metrica costituita da un numero fisso di versi, monometrici o polimetrici. Lassa: unità metrica costituita da un numero variabile di versi, non fissato; i versi sono rigorosamente monometrici (in alcuni casi, il verso finale può avere una misura differente). Forma metrica galloromanza, utilizzata nelle chansons de geste e nella poesia agiografica (es. Sancta Fides occitano).

93 Assonanza: identità tra le sole vocali toniche delle parole finali di verso (identità anche della parte post-tonica nel caso della rima). Décasyllabe: verso con accento dominante sulla decima sillaba. Il decasyllabe epico prevede un secondo accento dominante collocato in quarta sede, prima della cesura (pausa). Octosyllabe: v. con accento dominante sull’ottava sillaba. Può avere anch’esso cesura dopo l’accento in quarta sede. Alessandrino: v. con accento dominante in dodicesima sillaba.

94 Tropo: dal gr. tropos, nella retorica antica indicava il «traslato», ossia una generica figura di pensiero, il senso figurato (la metafora per esempio). Nel medioevo indica un componimento musicale che è una variazione di elementi preesistenti. Dal tropus medievale deriva anche la parola trovatore. Versus (lat.) / vers (occ.): componimenti della scuola aquitana dell’abbazia di Saint-Martial di Limoges. Si caratterizzano per la loro originalità rispetto ai tropi. Sono componimenti in strofe che fungono da modelli per i vers della prima produzione trobadorica e per la canzoni liriche provenzali.

95 Analisi del corpus dei testi più antichi galloromanzi
Aree di maggior rilievo: area pittavina (o comunque della Francia centro-occidentale), con ramificazioni nel limosino (oc) e nella valle della Loira (oïl); area franco-provenzale; area nord-orientale. Dimensione sempre più grande dei componimenti (lo stesso dicesi delle forme metriche) L’ambito d’origine dei testi è pressoché sempre religioso e monastico, quindi si tratta di testi legati a ricorrenze o festività di santi. Rimane il problema della comunicazione sottolineato dal concilio di Tours dell’813.

96 Tradizione manoscritta
A parte il Saint Alexis, i testi delle origini sono in testimone unico, a dimostrazione della precarietà della tradizione dei primi testi volgari. Tuttavia la stratificazione delle scriptae in singoli testi documenta l’ampia circolazione di questi manoscritti, copiati in luoghi diversi da quelli d’origine. Notevole il livello di ambiguità linguistica di molti di questi testi: o si tratta di mistioni dialettali (magari in aree linguistiche di confine) oppure di sorta di koinè (lingue poetiche sovraregionali costruite).

97 Da sottolineare ancora il rapporto con la letteratura mediolatina
Da sottolineare ancora il rapporto con la letteratura mediolatina. I testi agiografici volgari sono modellati su quella latini, ma fungono anche in rari casi da modello: per esempio il Saint Alexis, la cui fortuna in Francia e oltre è notevole, funge da modello per composizioni in latino. Si tratta di testi con funzioni liturgiche o para-liturgiche Alcune tipologie di metri romanzi possono avere alle spalle metri mediolatini

98 Tipologia di scrittura
Testi romanzi trascritti su un supporto occasionale, che funge da semplice appoggio, che è spesso il primo supporto scrivibile a disposizione (in questo caso testi brevissimi, con basso grado di organizzazione formale) Testi romanzi inseriti in spazi casualmente vuoti in manoscritti latini. Sicura l’intenzionalità della trascrizione, al fine della conservazione; testi con un buon grado di levigatezza formale. Testi romanzi integrati originariamente all’interno di manoscritti latini.

99 Chanson de Saint Alexis (seconda metà XI secolo)
Testo volgare di notevole qualità letteraria, ospitato in manoscritti pregiati dal punto di vista materiale Ampia fortuna manoscritta con rifacimenti e rimaneggiamenti (in particolar modo nell’Inghilterra anglonormanna e in Francia) Strofe pentastiche con tendenza a essere trasformate in lasse Linguaggio e retorica assimilabile a quello delle chansons de geste

100 Sviluppo delle letterature romanze
Modalità e tempi (modello Armando Petrucci): tracce: attestazioni sparse, dipendenti anche formalmente dalla cultura latina, spesso isolate macchie: attestazioni che tendono a raggrupparsi intorno ad aree e centri culturali tessuto: definizione di una tradizione letteraria che tende ad assumere caratteri nazionali strati: articolazioni interne alla tradizione, sviluppo non solo diatopico ma anche diacronico e diastratico

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