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Il Padre misericordioso
Rientrate nel vostro cuore! Dove volete andare lontano da voi? Perché vi mettete su strade deserte? Rientrate dal vostro vagabondaggio che vi ha portato fuori strada; ritornate al Signore. Egli è pronto. Prima rientra nel tuo cuore, tu che sei diventato estraneo a te stesso a forza di vagabondare fuori: non conosci te stesso, e cerchi colui che ti ha creato? Torna, torna al cuore. Agostino d’ Ippona,
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LUCA 15, «Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni. Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. 2
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«Solo chi ama spreca. E Dio con l’uomo …sciala!»
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Le tre figure della storia.
La prima è quella del padre. «Chi è questo padre e madre dell’amore? Gesù ha voluto confidarci qual è il volto del Padre, indicandone cinque caratteristiche: 4
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1. L’umiltà. Solo Lui poteva abbassarsi così tanto, circoscrivere la sua onnipotenza «di fronte al mistero della persona da Lui creata» e amata. 5
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2. La speranza di Dio. «Il cuore di Dio è pieno di speranza in attesa del ritorno del Figlio». Negare questa speranza vuol dire negare la fiducia che Lui ha nella sua creatura. 6
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3. L’amore materno. Il Padre non esita a correre incontro al figlio atteso, esprimendo commozione, ma anche coraggio perché non ha paura di perdere la faccia. 7
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4. La gioia. Per il Padre il primo gesto dopo l’accoglienza al figlio è la festa, una grande festa perché quel figlio è tornato in vita, ed è stato ritrovato. 8
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5. La sofferenza. «Non c’è gioia se prima non c’è stata sofferenza, questa è la legge dell’amore» a questa legge nemmeno Dio si è voluto sottrarre. 9
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Chiediamoci se questo sia il volto del Dio in cui crediamo: un Padre-Madre di misericordia, speranzoso, coraggioso, capace di gioire e soffrire. 10
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Le figure dei due figli La figura del figlio più giovane può rappresentare proprio noi quando ci allontaniamo da Dio, prendiamo quel che ci spetta e finiamo per ridurci a mangiare il cibo dei porci. La sua è la storia di un ritorno. Una storia comune alla nostra conversione che il vescovo definisce in cinque tappe: 11
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1. Percepire l’esilio esteriore, la lontananza da Dio
1. Percepire l’esilio esteriore, la lontananza da Dio. Prima tappa della conversione. 12
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2. Ricordo della patria, cioè della casa del Padre, dove c’è pane in abbondanza.
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3. Percezione dell’esilio interiore
3. Percezione dell’esilio interiore. Riconoscere che la radice profonda del male è la separazione da Dio. 14
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4. Il no al passato e il sì al futuro di Dio per noi.
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5. Andare effettivamente dal Padre
5. Andare effettivamente dal Padre. È l’ora del perdono che viviamo nella riconciliazione. 16
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C’è infine la figura del figlio maggiore, che è sempre restato accanto al Padre, eppure non è sempre stato vicino al suo cuore. «Quel che conta veramente è la vicinanza del cuore, è l’essere interiormente innamorati di Dio». 17
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A questo figlio, ugualmente amato, il Padre spiega le ragioni della logica dell’amore: «Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita. Era perduto ed è stato ritrovato». 18
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Testo: Sr. Enrica Rosanna, FMA PPT: Sr Alba Vernazza, FMA
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