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la GOVERNANCE nella politica sociale

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Presentazione sul tema: "la GOVERNANCE nella politica sociale"— Transcript della presentazione:

1 la GOVERNANCE nella politica sociale
In generale, il concetto di governance richiama un modello di gestione delle relazioni basato sui principi della collaborazione, della condivisione, del consenso e del coordinamento GOVERNMENT sistema di relazioni basato su un assetto di tipo gerarchico GOVERNANCE sistema di relazioni basato sull’interazione cooperativa tra una molteplicità di attori la GOVERNANCE nella politica sociale modello di gestione dei processi di programmazione in cui la efficacia dell’azione pubblica dipende non solo dalla attività tipicamente politico-amministrativa ma deriva dal raccordo tra una varietà di attori istituzionali e attori sociali e dalla loro capacità di condividere obiettivi e cooperare per raggiungerli.

2 La moltiplicazione degli attori determina una ridefinizione dei processi di decisione politica e la conseguente diffusione di “nuovi modelli” di gestione. Un aspetto centrale è caratterizzato dal passaggio da una logica di government – in cui l’azione politica è top-down e gestita esclusivamente dagli attori pubblici – ad una logica di governance – in cui l’azione politica è il risultato di una regolazione negoziata tra una pluralità di attori pubblici e privati. Il ruolo dei diversi attori, così come le differenti relazioni fra di loro e i molteplici obiettivi perseguiti, determinano una serie di modelli di governance assimilabili a sei tipologie principali: clientelare, corporativo, manageriale, pluralista, partecipativo e populista

3 modello di governance clientelare: caratterizzato da relazioni particolaristiche fra la politica e i diversi stakeholder mossi dal perseguimento di benefici specifici. In questo modello, il perseguimento di obiettivi di interesse pubblico passa in secondo piano rispetto all’attenzione per gli interessi individuali e privati che vengono raggiunti attraverso scambi di risorse materiali e simboliche. Gli attori politici partecipano attivamente alle azioni di contrattazione tra i diversi interessi in campo conferendo favori e risorse a gruppi specifici in cambio di supporto politico. modello di governance corporativo: i diversi attori pubblici e privati siedono allo stesso tavolo ma non con pari dignità. In questo modello gli attori pubblici e privati sono coinvolti in attività di negoziazione per il raggiungimento di compromessi tra interessi diversi. Il perseguimento di tali obiettivi è però realizzato attraverso la definizione di coalizioni esclusiviste. Vi è insomma la presenza di soggetti privati dominanti che rischia di non dare adeguato spazio agli interessi di soggetti più deboli che perseguono obiettivi settoriali.

4 modello di governance manageriale: introduce principi regolativi volti all’efficacia e all’efficienza nella gestione degli interessi pubblici. La competizione fra fornitori di servizi e la valorizzazione della scelta dell’utente rappresentano i temi guida del “New Public Management” che caratterizza questo modello di governance. Le relazioni fra attori politici e gli interessi privati dei fornitori dei servizi si distinguono per la formalità e la dimensione contrattuale burocratica. modello di governance pluralista: si distingue per l’elevata competizione fra i diversi interessi in campo con l’attore istituzionale che ricopre il ruolo di mediatore. A causa degli alti livelli di tensione fra le opposte posizioni politiche viene data particolare enfasi alla capacità di gestione dei conflitti. La volontà e la capacità di contrattazione diventano aspetti fondamentali nella cultura politica.

5 modello di governance partecipativo: si caratterizza per l’inclusione di ampia parte della società civile nella definizione, gestione e implementazione delle politiche. La logica messa in campo dall’attore istituzionale è di tipo democratico-inclusivo finalizzata ad incoraggiare la partecipazione di individui e gruppi ai processi di governo. Gli attori chiave sono i politici eletti democraticamente e gli attivisti appartenenti ai diversi gruppi sociali che cercano di istituzionalizzare i meccanismi di controllo popolare delle politiche. modello di governance populista: si caratterizza, invece, per la mobilitazione del supporto popolare nella definizione e implementazione delle politiche. La logica che guida l’attore istituzionale è anche in questo caso di tipo democratico inclusivo, ma finalizzata alla creazione del consenso. Gli attori chiave sono i politici, eletti democraticamente, e gli attivisti appartenenti ai diversi gruppi che cercano di allargare il controllo popolare attraverso meccanismi di creazione e gestione del consenso

6 la governance nei processi di programmazione sociale risponde a tre esigenze
in primo luogo concretizza il principio della sussidiarietà orizzontale realizzando il coinvolgimento (e quindi promuovendo il ruolo) delle autonomie sociali presenti su un territorio in secondo luogo sostiene la funzione di integrazione tra le diverse politiche e le variegate istanze presenti in una comunità e valorizza la loro tensione strategica in terzo luogo permette che, attraverso il confronto e la dialettica, vi sia una ampia legittimazione degli esiti del processo decisionale e pone le condizioni per prevenire/gestire condizioni di criticità sociale più o meno latenti la consistenza della governance si correla direttamente dalla qualità della partecipazione

7 Nei percorsi della programmazione territoriale la partecipazione degli attori sociali può aver luogo in vario modo informazione unidirezionale (non è partecipazione) consultazione bidirezionale, asimmetrico non implica “condivisione” negoziazione bidirezionale, settoriale, non ricerca la condivisione ma punti di equilibrio non conflittuale concertazione bidirezionale, sistemica, orientata alla condivisione cooperativa la qualità della partecipazione degli attori sociali trova indicatori significativi nelle variabili “come” e “quando”

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9 oltre che dalle modalità e dai luoghi in cui la partecipazione si realizza (qualità della partecipazione), la densità della GOVERNANCE è funzione di almeno altre 4 variabili - il tempo che il soggetto pubblico riserva ai processi partecipativi - le informazioni che le istituzioni rendono accessibili/disponibili agli interlocutori - la competenza/capacità programmatoria degli attori sociali - la formalizzazione delle procedure queste variabili, che risultano decisive per l’efficienza della governance, costituiscono altresì le questioni che la rendono indubbiamente ‘faticosa’

10 In particolare, le fatiche dipendono dal fatto che la governance ...
presuppone la disponibilità da parte di tutti ad una attenta valutazione delle rispettive proposte e obiezioni richiede che la dialettica e la ricerca di un orizzonte condiviso possano crescere e maturare attraverso il confronto e quindi necessita di un congruo investimento in termini temporali deve prodursi in un contesto nel quale sia attivata una adeguata circolazione dei dati significativi per il processo decisionale e quindi sia realizzato un tendenziale annullamento delle asimmetrie informative di posizione comporta che gli attori sociali coinvolti abbiano un’adeguata conoscenza dei meccanismi della programmazione e siano dunque in grado di essere parte attiva del percorso, visto che peraltro acquisiscono una sostanziale corresponsabilità sulle scelte effettuate

11 Se la governance è un modello di relazioni complesso e faticoso per tutti coloro che vi sono coinvolti, perché rimane comunque auspicabile ? Il valore della governance si collega al fatto che se essa è sufficientemente sviluppata consente … - la codificazione e la valorizzazione di un flusso informativo sui bisogni emergenti, sulle trasformazioni della domanda sociale e sulle attese di welfare - una solida legittimazione sociale della prospettiva strategica assunta e delle scelte di breve-medio periodo che da essa derivano - il prodursi negli attori sociali di un orientamento positivamente dialettico e propositivo piuttosto che isomorfico (spesso presente nel terzo settore) o rivendicativo (spesso presente nelle parti sociali) - la ampia condivisione delle priorità sociali su cui intervenire e delle soluzioni da adottare, con una forte responsabilizzazione degli attori non istituzionali


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