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PubblicatoSimone Bernardo Papi Modificato 6 anni fa
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Gli stadi del cambiamento Modello Transteorico di DiClemente e Prochaska
Dott. Matteo SIMONE Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR Piazza Ragusa n. 5 – Roma Stazione Tuscolana
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i cambiamenti possono essere meglio compresi attraverso l’esame di tre dimensioni: comportamento, cognizione e contesto.
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Il comportamento è “ciò che uno fa”: indica quindi tutte le azioni fisiche effettuate dagli individui, compresa la ricerca di informazioni circa la propria salute
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La cognizione è “ciò che uno pensa”: il modo in cui le persone definiscono e considerano la realtà e le proprie attività e il modo in cui cambiano opinione e atteggiamento
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Sono esempi di cognizione le credenze religiose, la fiducia/sfiducia nella medicina, la consapevolezza che il fumo è dannoso
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Il contesto è “l’ambiente che ci circonda” inteso come ambiente culturale, sociale, fisico, emotivo e psicologico
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Precontemplazione: il soggetto in questa fase non ha ancora preso in considerazione l’ipotesi di modificare il proprio comportamento
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Il soggetto è non informato o mal informato rispetto al comportamento a rischio,
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Di solito i soggetti in questa fase evitano di leggere, parlare o pensare al comportamento a rischio. Sono i cosiddetti soggetti non motivati o resistenti al cambiamento.
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In questo caso sono inutili i suggerimenti degli amici, parenti, colleghi perché la persona che non vuol sentire non sente ma continua la sua vita con le sue modalità perché è lui che conduce il carro che conosce i suoi bisogni e non accetta intrusi
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Contemplazione: il soggetto comincia a prendere in considerazione l’ipotesi di modificare il proprio comportamento: preoccupazione "almeno" sufficiente
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In questa fase, il soggetto è consapevole dei pro e dei contro del cambiamento e questo può causare una situazione di forte ambivalenza che lo può far rimanere in questa fase anche per lunghi periodi di tempo
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Determinazione: il soggetto ha deciso di modificare il comportamento nell’immediato futuro (nel mese successivo) e pianifica la modalità di cambiamento (ad esempio può aver pianificato di consultare un esperto, acquistare un volume di self-help).
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Azione: il soggetto agisce per modificare il proprio comportamento
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ci si rende conto che è il caso di farsi aiutare e decidere di porre rimedio ad un problema che diventa sempre più grave e che comporta un malessere fisico, relazionale, sociale
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La fase di azione è caratterizzata da processi di liberazione, di rivalutazione di sé, attraverso i quali il soggetto si convince di essere capace di cambiare e si impegna nel modificare il proprio comportamento per un certo periodo.
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Mantenimento: in questa fase il soggetto si applica al mantenimento nel tempo e alla stabilizzazione del cambiamento
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Quando l’azione si mantiene per un tempo superiore, si dice che la persona ha raggiunto lo stadio del mantenimento, la fase dell’azione non basta per risolvere il problema, è determinante, è fondamentale
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per uscire dal problema bisogna passare nella fase successiva del mantenimento che permette di continuare ad agire, e cioè di continuare a fare qualcosa per uscire del problema
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l’individuo deve comprendere come è il suo ciclo del contatto, per la Gestalt l’individuo ha un problema, una difficoltà quando c’è un’interruzione nel suo ciclo di contatto.
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Ciclo del contatto: Qual è il mio bisogno ora
Ciclo del contatto: Qual è il mio bisogno ora? Cosa faccio per soddisfarlo, mobilito le energie? Come mi sento quando lo soddisfo? C’è una fase di ritiro prima dell’insorgenza di un nuovo bisogno?
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Pertanto il lavoro di Gestalt Therapy è un lavoro di attenzione, di autoconsapevolezza, di responsabilità, la persona va accompagnata nel suo lavoro, va stimolata, va sostenuta,
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Matteo SIMONE Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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