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detta del "PERDONO" ( Rito Ambrosiano - B - ) ULTIMA SETTIMANA PRIMA

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Presentazione sul tema: "detta del "PERDONO" ( Rito Ambrosiano - B - ) ULTIMA SETTIMANA PRIMA"— Transcript della presentazione:

1 detta del "PERDONO" ( Rito Ambrosiano - B - ) ULTIMA SETTIMANA PRIMA
DELLA QUARESIMA detta del "PERDONO" ( Rito Ambrosiano - B - )

2 Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? dice il tuo Dio
ma ti raccoglierò con immenso amore. Per un breve istante ti ho abbandonata, Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? dice il tuo Dio dal Libro del Profeta Isaia Prima Lettura (Is.54,5-10)

3 SALMO RESPONSORIALE (Sal. 129)
Antif: L’anima mia spera nella tua parola Dal profondo a te grido, o Signore

4 Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani
Seconda Lettura (Rom 14, 9-13) Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani D’ora in poi non giudichiamoci più gli uni gli altri;

5 piuttosto fate in modo di non essere causa
di inciampo o di scandalo per il fratello.

6 disprezzavano gli altri
VANGELO (Lc 18, ) In quel tempo. Il Signore Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano essere giusti e disprezzavano gli altri

7 Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.

8 alzare gli occhi al cielo, ma si batteva i petto dicendo:
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva i petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato,

9 a differenza dell'altro,
e chi si umilia sarà esaltato. Parola del Signore perché chi si esalta sarà umiliato

10 Omelia DAVANTI A DIO

11 La Liturgia di queste ultime due Domeniche
ha chiamato questa coppia di esperti a farci un corso base di preparazione alla Quaresima: la prostituta domenica scorsa, oggi tocca al pubblicano.

12 Già: sta diventando una moda, quella di chiamare gente
un po' "strana", a parlare di religione, di mistica .... piuttosto che di politica, per esempio. Questi due per lo meno   hanno le carte in regola perché in Dio ci credono e soprattutto non si vergognano a dire che ne hanno bisogno. Guardiamo e impariamo.

13 Prima di tutto, DOVE ANDARE,
DA CHI ANDARE. 

14 “Tutti ci dovremo presentare davanti al Signore”
- ha detto San Paolo: la soluzione non è “dal basso” e non è assembleare. “Tutti ci dovremo presentare davanti al Signore”

15 E noi una volta alla settimana
.  “tutti ci dovremo presentare davanti al Signore”- ”-ha detto San Paolo: la soluzione non è “dal basso” e non è assembleare. “veniamo qui”, all’Eucaristia,

16 come i due che andarono al Tempio.
a fare comunità – certamente, a condividere con i fratelli –sicuramente … ma in sostanza "a presentarci davanti al Signore", come i due che andarono al Tempio.

17 È per questo che bisogna venire a Messa. Tutte le Domeniche.

18 A dire : “ti ringrazio perché non sono come quelli che non vengono
A fare che? A dire : “ti ringrazio perché non sono come quelli che non vengono a Messa ..." Davanti al Signore, dunque. non si può: è proibito dal Vangelo

19 Domenica prossima me ne sto fuori anch’io”:
ma neanche si può dire: “il fatto che io venga a Messa e gli altri no è un particolare senza valore. Anzi, per onorare la diversità, Domenica prossima me ne sto fuori anch’io”:

20 nel Tempio, davanti al Dio che ama e perdona.
il fariseo e il pubblicano sono uguali, ugualmente peccatori davanti a Dio.  In altre parole: questa loro eguaglianza ha qualche possibilità di evidenziarsi nel Tempio, davanti al Dio che ama e perdona.

21 È come per le malattie: si può dire che non c'è differenza
È soltanto lì che il peccato “non conta”: perché soltanto lì C'è UNO che lo può vincere. È come per le malattie: si può dire che non c'è differenza fra un orzaiolo e un tumore solo davanti a un medico capace di guarire l'uno e l'altro.

22 In caso contrario la differenza c’è, eccome: provate a dire
a una persona ammalata gravemetnete: “anch’io, sapessi, ho un callo che mi fa un male ... Togliete Dio, e la loro eguaglianza rimane un principio, tanto più proclamato quanto più disattesto, e sostanzialmene sterile.

23 …Perché il fariseo non è stato perdonato? Fondamentalmente perché
Dunque, ci si presenta davanti a Dio per farsi curare, più precisamente per farsi perdonare. …Perché il fariseo non è stato perdonato? Fondamentalmente  perché non l'ha chiesto. Guardate le sue parole ... “ma il buon Dio non poteva perdonarlo lo stesso, gratuitamente?...”

24 Perdonare gratuitamente
non vuol dire tirar dietro il perdono a chi non sa cosa farsene.....

25 col rischio tutt’altro che improbabile
di avere della gente convinta di avere il diritto al perdono qualunque porcata combini, (…”nessuno tocchi Caino”!) soprattutto di confondere il perdonare qualcuno con il dargli ragione.

26 che piazza il microfono sotto il naso del parente
più disperato e chiede: “lei perdona?”  Quando c’è un morto ammazzato - soprattutto se il delitto è stato praticato in forme particolarmente efferrate - non manca mai il giornalista con la sensibilità di una pantegana

27 Davanti a quegli esempi di giornalismo di alta scuola
mi chiedo sempre: “ma quell’imbecille si rende conto di che cosa sta chiedendo? " Mai che vadano a chiedere agli assassini: “lei chiede perdono?”

28 Non si può perdonare chi non chiede perdono!
È così importante che il perdono sia chiesto, è così fondamentaale chiedere perdono che Gesù, che perdona tutti quelli che in qualunque modo glielo chiedono,

29 - come si continua a dire non vedendo quel che
è lì scritto bello chiaro nel Vangelo - quando si trova in croce NON PERDONA I SUOI CROCIFISSORI

30 ma CHIEDE PERDONO AL PADRE per loro che non lo vogliono chiedere,
E NON E’ LA STESSA COSA!!!

31 Non sarebbe più semplice e molto meno coinvolgente
limitarsi a non ficcare il naso nella vita degli altri? Insomma, evitare di giudicare i comportamenti altrui  e lasciare che ciascuno si faccia i fatti suoi?

32 e ancora In fondo, sembra che lo dica anche San Paolo nella
II Lettura di oggi. “…Ma tu, perché giudichi il tuo fratello?” e ancora "D’ora in poi non giudichiamoci più gli uni gli altri”!

33 Già, però l’Apostolo continua:
“piuttosto fate in modo di non essere causa di inciampo per il fratello".

34 SE NON SI PUO’ GIUDICARE
Potrò dire a quello che è causa di scandalo: “guarda che quello che stai facendo dà scandalo?" SE NON SI PUO’ GIUDICARE – cioè dire che una cosa è bene e l'altra è male - NON SI PUO' NEANCHE PERDONARE.

35 E qui sta il problema: esistono ancora, i peccati?
Insomma: le cose di cui si possa dire sicuramente: “questo è male”? Nella prima lettura, Isaia si chiede: “viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?”

36 E guai a chi si permette di dire che è una brutta cosa.
e  a noi oggi vien da rispondere: “E COME NO?!” E guai a chi si permette di dire che è una brutta cosa.

37 Qualche capitolo prima, il Profeta si era fatto quest’altra domanda
–ovviamente retorica, nelle sue intenzioni-: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?" (Is 49, 15)

38 comportamenti riprovati.
Si vede che ai quei tempi queste cose erano considerate delle enormità inconcepibili e intollerabili. Probabilmente,  anche allora c’era qualcuno che le faceva, ma par di capire che si trattava di comportamenti riprovati. Dopo di che, per questi comportamenti, c’era o la condanna o il perdono:

39 nessuno comunque si sognava di dire che si trattava
di cose lasciate alla fantasia di chi le commetteva; chi più chi meno, tutti erano convinti che esisteva il bene e il male e che l'uomo doveva sciegliere, più esattamente scegliere il bene e evitare il male.

40 PENSATE UN PO’! Il GIUDICARE, cioè il distinguere tra il bene e il
male era considerato addirittura la tipica caratteristica dell'uomo adulto. E i genitori si vantavano di insegnare  questa cosa ai loro figli. PENSATE UN PO’!

41 in altre parole non è il perdono che pretendono,
E noi preti abbiamo a che fare quotidianamente con persone che pretendono il perdono "dalla Chiesa" per comportamenti sui quali non accettano il giudizio della stessa Chiesa, in altre parole non è il perdono che pretendono, ma che gli si dia ragione.

42 “rispetta e tue opinioni”;
Il fatto è che per farti dare ragione può bastare uno che formalmente, “rispetta e tue opinioni”;

43 per farti perdonare è indispensabile
UNO CHE TI AMI.

44 I Lettura, voi capite benissimo che torna la pace tra i due innamorati
non perché uno dei due - Lui, in questo caso, che simboleggia Dio - dice: “non vale la pena di prendersela, per così poco!”.

45 Così poco un accidente! I motivi di ira e di litigio rimangono
tutti nella loro gravità: vengono superati esclusivamente dalla grandezza dell'amore.

46 Allo stesso modo: Dio non ci perdona perché i nostri peccati
sono peccati da poco (i nostri peccati sono costati il suo sangue), ma perché Lui ci ama infinitamente! La ragione uno se la può dare da solo; il perdono NO: bisogna essere in due.

47 Ecco perché il Risorto ha mandato una Chiesa intera
a rimettere i peccati.

48 ecco, l’uomo che non ha bisogno di niente ed è SOLO.
Il fariseo così attuale, così moderno! Il fariseo, ovvero:  LASCIATEMI SOLO: ecco, l’uomo che non ha bisogno di niente ed è SOLO.

49 ascolteremo più volentieri il pubblicano. Non perché il pubblicano
Noi, evidentemente, ascolteremo più volentieri il pubblicano. Non perché il pubblicano è più bravo, più simpatico e neppure, a pensarci bene, perchè è più umile. Ma perché il pubblicano esce dal tempio con qualcosa di nuovo che prima non aveva: il perdono di Dio.

50 E ci fa venir voglia di fare la Quaresima…
Insomma: il pubblicano è in grado di dirti: “Là dentro succedono cose straordinarie: guarda me!”. E ci fa venir voglia di fare la Quaresima…

51 testo: da una Omelia di don Mario Caccia musica: "Ouverture" da Egmont
di Ludwing Van Beethoven elaborazione: marcello abbondi


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