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Il testo di riferimento è quello di Enzo Collotti

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Presentazione sul tema: "Il testo di riferimento è quello di Enzo Collotti"— Transcript della presentazione:

1 Il testo di riferimento è quello di Enzo Collotti
Il fascismo e gli ebrei Il testo di riferimento è quello di Enzo Collotti

2 1937: il regime fascista pubblica il periodico illustrato «La difesa della razza»

3 La svolta razzista del fascismo
Nel il regime fascista emana le leggi razziali, dapprima allo scopo di evitare matrimoni misti, specialmente nell’Africa Orientale Italiana (Etiopia, Somalia, Eritrea), poi (1938) tese a colpire gli ebrei, limitando i loro diritti di cittadinanza: nel lavoro, nello studio, nello svolgimento di attività economiche, nella libertà di matrimonio.

4 Alle origini del razzismo e dell’antisemitismo fascista
Il plurisecolare antigiudaismo cristiano (e cattolico): gli ebrei «uccisori di Cristo», la leggenda nera dei riti di sangue. La rivoluzione francese, l’età napoleonica, il pensiero liberale ottocentesco pongono fine formalmente, anche con l’apertura dei «ghetti», all’esclusione degli ebrei. Ma l’antigiudaismo, tenuto in vita dal pensiero cattolico conservatore, si intreccia a fine ‘800 con la nascita dei nazionalismi, che vedono nelle minoranze ebraiche – più colte e socialmente elevate nell’Europa occidentale, più povere e popolari nei Paesi dell’Est europeo – una componente spuria e pericolosa, per il suo potenziale internazionalismo

5 Sionismo e antisemitismo
La nascita del movimento sionista rafforza questa visione ostile da parte delle culture politiche della destra radicale europea: è l’invenzione di una lobby ebraica internazionale tesa a governare il mondo. Lo sviluppo dell’etnografia nella stagione del positivismo ottocentesco induce a classificare il genere umano per razze geneticamente differenziate. Anche gli ebrei divengono ora una «razza» estranea e pericolosa per le identità nazionali: l’antigiudaismo lascia il posto all’antisemitismo (e in parte si fonde in esso)

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7 L’Italia ha piccole comunità ebraiche
L’Italia ha piccole comunità ebraiche. Gli ebrei italiani si sono integrati con il movimento nazionale dell’800 e hanno occupato ruoli importanti nella politica del nuovo Stato. Ma anche qui, all’inizio del ‘900, nazionalismo politico e cattolicesimo conservatore rinnovano l’immagine negativa degli ebrei, spesso legata a stereotipi radicati nel «senso comune» (l’amore eccessivo per il denaro, l’egoismo, difetti fisici che sono spia di immoralità…)

8 Nascita e crescita dell’antisemitismo fascista
Alle origini della svolta antisemita del fascismo ci sono alcune cose nuove, oltre a quelle già dette: 1) il nazionalismo si è fuso con il fascismo, è ora al potere e ha l’ambizione di creare un «uomo nuovo»» fascista e un nuovo modello culturale; 2) I Patti Lateranensi del 1929 hanno stretto un legame di ferro (anche se non privo di ambiguità e di tensioni) fra la Chiesa, che ha di nuovo il primato fra le religioni professate nel Paese, e il regime fascista; 3) Il sionismo (debole in Italia, ma volutamente confuso con l’ebraismo) è visto come alleato dell’Inghilterra che, dal 1935, è «nemica» dell’Italia dopo l’attacco di quest’ultima all’Etiopia

9 L’Africa Orientale Italiana (seconda metà degli anni Trenta)

10 4) Senza escludere l’influenza della Germania nazista – alleata dell’Italia dal 1936 – è proprio la conquista (parziale e temporanea) dell’Etiopia, insieme con la politica «popolazionista» del fascismo, che spinge le componenti più radicali del fascismo verso una politica di separazione fra le razze, una battaglia contro il «meticciato», che si rivolge prima contro la «inferiore» razza nero-africana, poi contro qualsiasi tipo di incrocio della presunta razza italica, da purificare e potenziare.

11 Le leggi del 1938 Sono le premesse – nel perenne stato di guerra dell’Italia fascista, ora impegnata a fianco del nazionalismo franchista nella guerra civile spagnola – per le leggi razziali antiebraiche del 1938: Sono vietati i matrimoni tra italiani ed ebrei Gli ebrei non possono insegnare né frequentare le scuole pubbliche Non possono fare parte di amministrazioni pubbliche né delle forze armate Non possono possedere o guidare aziende industriali medie e grandi Non possono avere proprietà terriere medie o grandi Non possono avere «ariani» alle proprie dipendenze


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