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PubblicatoAntonina Bianchini Modificato 6 anni fa
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Il modello ricardiano prevede che dopo l’apertura ogni paese si specializzi nel settore in cui gode di un vantaggio comparato. Questo comporta smantellare il settore in cui ha uno svantaggio comparato. In questo semplice modello il commercio è comunque benefico perché i lavoratori che perdono il posto in un settore lo recuperano nell’altro a salari maggiori. Tuttavia il commercio è spesso ritenuto responsabile di modificazioni del pattern industriale di un paese che suscitano preoccupazioni. La deindustrializzazione degli anni ottanta del XX secolo è stata talvolta considerata una conseguenza del commercio che ha comportato la perdita di occupazione industriale a causa della concorrenza delle imprese straniere: quanto è convincente questa spiegazione?
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La tabella mostra che in Europa, tra il 1970 e il 1994, la quota dell’occupazione industriale è diminuita di 10 punti (dal 30,4 per cento al 20,2 per cento). Per capire se il commercio è una spiegazione valida usiamo una semplice illustrazione La tabella suggerisce che in Europa il 60 per cento della caduta della quota dell’occupazione industriale fu dovuta alla crescita della produttività, per il 20 per cento alla caduta degli investimenti, mentre il commercio, semmai, avrebbe avuto un effetto positivo. Per il Giappone l’effetto positivo del commercio è ancora maggiore. Per gli Stati Uniti sembra che il commercio abbia determinato meno del 10 per cento della caduta della quota dell’occupazione industriale 𝑌=𝜋𝑁 𝑌=𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝜋=𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à, 𝑁=𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑌+𝑀=𝐶+𝐼 𝑌=𝐶+𝐼−𝑀 𝐶+𝐼−𝑀=𝜋𝑁 𝑁= 𝐶+𝐼−𝑀 𝜋 Commercio (concorrenza delle importazioni) Produttività Domanda
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La deindustrializzazione nel periodo 1991-2012
Quali sono state la cause di questo fenomeno?
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