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Prevalenza dei pazienti diabetici con sindrome coronarica acuta ricoverati nell’anno 2015 nell’unità Complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera.

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Presentazione sul tema: "Prevalenza dei pazienti diabetici con sindrome coronarica acuta ricoverati nell’anno 2015 nell’unità Complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera."— Transcript della presentazione:

1 Prevalenza dei pazienti diabetici con sindrome coronarica acuta ricoverati nell’anno 2015 nell’unità Complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia Bologna marzo 2016 Dott.ssa Alice Tantucci PhD in medicina interna, scienze endocrine e metaboliche Università degli studi di Perugia

2 Sindrome Coronarica Acuta
Rappresenta la causa più frequente di morbilità e mortalità nei paesi occidentali (Italia: oltre nuovi casi/anno). L’incidenza e la prevalenza della malattia sono in aumento per il progressivo incremento dell’aspettativa di vita ed il miglioramento della prognosi dopo eventi coronarici acuti.

3 Placca aterosclerotica
Fattori locali Fattori sistemici Fumo Fragilità del cappuccio Colesterolo Core ateromatoso (volume/consistenza) DIABETE MELLITO Fibrinogeno Spessore del cappuccio/consistenza Omocisteina Infiammazione del cappuccio Aumentata fibrinolisi Sono stati identificati molti fattori di rischio per la rottura delle placche. I fattori includono la dimensione e la consistenza del core ateromatoso, lo spessore e la quantità di collagene del cappuccio fibroso, l’infiammazione del cappuccio e la sua fragilità. Un volume e una consistenza aumentati del core ateromatoso sono associati ad alto rischio di rottura. Le placche a livello aortico con un core che occupa più del 40% del volume della placca sono particolarmente vulnerabili. Anche la consistenza dei lipidi extracellulari e, in particolare, del colesterolo all’interno del core caratterizza la vulnerabilità della placca. Il colesterolo esterificato rende la placca più debole e meno stabile, quindi altamente trombogenica. La rottura della placca si verifica nelle zone in cui il cappuccio è più sottile, contiene meno collagene ed è maggiormente infiltrato di macrofagi. Al contrario un aumento del numero di cellule muscolari lisce stabilizza la placca e la rende meno suscettibile alle rotture. Infine, quando ci si riferisce alla ‘fragilità del cappuccio’ si intende tutta quella serie di meccanismi emodinamici, quali l’elevata velocità del sangue o l’elevata pressione che sono causa di uno stress sul cappuccio e che ne aumentano il rischio di rottura. Vi sono numerose evidenze che una serie di fattori come fumo, valori elevati di colesterolo plasmatico, diabete, iperomocisteinemia e lo stress di parete possano aumentare il rischio di rottura della placca e la tendenza alla trombogenesi. Questi fattori possono essere tutti correlati all’attivazione piastrinica. Bibliografia Falk E, Shah PK, Fuster V. Coronary plaque disruption. Circulation. 1995;92: Fuster V, Badimon L, Badimon JJ, et al. The pathogenesis of coronary artery disease and the acute coronary syndromes. N Engl J Med. 1992;326: Rottura della placca Fuster V, et al. N Engl J Med. 1992;326:310-8 Falk E, et al. Circulation. 1995:92:657-71 3 3

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7 SCOPO DELLO STUDIO Valutare la prevalenza dei pazienti con DM ricoverati con diagnosi di SCA in Cardiologia dal 1 Gennaio al 31 Dicembre 2015 Le plkacche riche di proteoglicani sono un secondo tipo di placca vulnerabile 7

8 Soggetti e Metodi Utilizzando il database Galileo dell'Azienda Ospedaliera di Perugia sono stati estrapolati tutti i dati relativi ai pazienti, che sono risultati 500, dimessi dall'Unità Complessa di Cardiologia con diagnosi di SCA

9 Diabetici= 128 (36 donne e 92 uomini con età media rispettivamente 79,5 e 68) Non diabetici= 372 (108 donne e 264 uomini con età media rispettivamente 75 e 66,5)

10 differenza che non si rileva all’ interno del genere maschile
* p<0,0001 Fra i pazienti diabetici l’età media delle donne è risultata statisticamente superiore a quella degli uomini (78 vs 68 anni p < 0,0001) e tale risultato si conferma anche nella popolazione non diabetica (72 vs 66 anni p < 0,0001). Inoltre, le donne diabetiche sono significativamente più anziane di quelle non diabetiche (p = 0,01) differenza che non si rileva all’ interno del genere maschile

11 Conclusioni Nella nostra coorte abbiamo rilevato una differenza statisticamente significativa fra l'età media dei pazienti diabetici maschi e femmine. L'età media del sesso femminile risulta infatti più alta rispetto a quella del sesso maschile confermando quanto riportato in letteratura. Questa differenza, di circa 10 anni di età, rappresenta un grosso problema per l'assistenza di questi pazienti che hanno maggiori comorbilità rispetto ai soggetti maschili di età minore. Le donne più anziane costituscono altresì un problema in termini di assistenza sociale perchè spesso vivono da sole e prive di supporto da parte dei familiari

12 Grazie per l’attenzione


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