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Il Corpo e Sangue di Cristo
Vista aerea di Gilgal Anno A Il Corpo e Sangue di Cristo “Corpus Christi” 18 giugno 2017 Canto bizantino per l’Eucaristia, (in continuità con quelli delle sinagoghe)
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Cartina di Gilgal Dopo aver attraversato il Giordano, Giosuè e il popolo stabilirono un’alleanza con Dio, una Nuova Alleanza, a Gilgal (Gios 5,9-10). D’allora non mangiaro più la manna del Deserto. La Manna o il “fiore di frumento” (Sal 147). Nel Nuovo Testamento Gesù ci dona la vera Manna (il suo Corpo e Sangue) nel nuovo Deserto della Vita. Un Pane, mangiando il quale con devozione, diventiamo, insieme, UN SOLO CORPO (1Cor) La strada dalla Galilea a Gerusalemme, passa vicino a Gilgal (accanto a Gerico)
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il pane del cielo e la parola di Dio diventano
In mezzo alla civiltà dei consumi e del benessere che può ottundere la coscienza, risuona l’appello a ritrovare la fame e la sete del deserto spirituale, cioè il desiderio della Parola di Dio. Solo nel deserto, nel “paese arido” dove l’uomo non può trovare più niente e dipende solo da Dio, il pane del cielo e la parola di Dio diventano una cosa sola.
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Carta di Madaba. Gilgal nel centro, con le 12 pietre
Dt. 8:2-3.14b-16 Mosè parlò al popolo dicendo: «Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri». Carta di Madaba. Gilgal nel centro, con le 12 pietre
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Salmo 147 Loda il Signore, Gerusalemme.
Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Veduta di Gilgal
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Loda il Signore, Gerusalemme.
Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. Le 12 pietre ricordano quelle che Giosuè comandò di raccogliere dal fondo del fiume Giordano (Gios 4,20)
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Campo dell’incontro per l’Alleanza
Loda il Signore, Gerusalemme. Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Campo dell’incontro per l’Alleanza
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“costruire” questo corpo nella comunione con i fratelli.
Paolo scrivendo ai Corinti, le cui divisioni si manifestano anche nel pasto eucaristico, li rimprovera per il loro egoismo. Essi non hanno compreso il vero senso dell’Eucaristia, che Paolo loro ricorda. Li invita a quella comunione che diventa manifestazione della loro comunione al corpo di Cristo. Proprio perché il corpo di Cristo è un unico pane per molti, noi insieme facciamo un unico corpo, che non altro non è che il corpo di Cristo. Il vescovo S. Agostino diceva ai suoi cristiani:“Quando ricevete il Corpo del Signore, voi dite “Amen”. Voi dite “Amen” a quel che siete, perché siete corpo di Cristo”. Dunque dicendo “Amen” tu fai un atto di fede che riguarda il sacramento dell’Eucaristia (tu credi che quello che gli occhi vedono come pane, non è pane, ma Corpo di Cristo, perché Egli lo ha detto). Ma insieme riconosci, con quell’ “Amen”, che tu sei un membro del corpo mistico di Cristo e ti impegni a “costruire” questo corpo nella comunione con i fratelli.
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1Cor 10:16-17 Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. Gregge a Gilgal
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Torre moderna ALLELUIA Gv 6: 51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
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Gesù, in un luogo deserto, aveva moltiplicato cinque pani d’orzo e due pesci, sfamando circa cinquemila uomini e facendo alla fine raccogliere dodici canestri di avanzi. L’evento aveva richiamato alla mente degli ebrei il miracolo della manna nel deserto. il giorno dopo, a Cafarnao, nella sinagoga, dette un significato più pieno a quello che era successo e, inaspettatamente, dichiarò: “Io sono il pane della vita”. Il mistero dell’Eucaristia rientra a sua volta nel mistero, anch’esso incomprensibile, del piano d’amore di Dio, che offre il suo Figlio per la salvezza del mondo.
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Altare del tempo di Giosuè
Gv 6:51-58 Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Altare del tempo di Giosuè
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Originale: Joan Ramirez (+)
Ampliamento immagini, letture, musica, commenti (versione catalana e castigliana) : Regina Goberna, con la collaborazione di Àngel Casas Versione inglese : Vivian Townsend Versione neerlandese : Ben Van Vossel Versione italiana: Ramon Julià Versione euskera (basco): Periko Alkain Versione portoghese: Ze Manel Marquespereira Versione francese: Àngel Casas Video: Esther Lozano Monache di S. Benedetto di Montserrat
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