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Origini della musica I primi strumenti

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Presentazione sul tema: "Origini della musica I primi strumenti"— Transcript della presentazione:

1 Origini della musica I primi strumenti

2 Storia della musica

3 Musicologia applicata

4 Breve storia del nome musica
Il nome di origine greca in origine indicava ogni attività delle Muse, poi venne associato al nome di Polymnia, Musa che accompagnava il canto con il suono della lira. Per gli Ebrei l’inventore della musica era il mitico Juval, citato nella Bibbia. Alcuni scrittori di origine medievale, invece, fanno derivare il termine da Mosè.

5 Breve storia del nome musica
Occorre arrivare al Medioevo per trovare una concezione cosmologica dell’arte musicale quale quella dell’armonia delle sfere, mutuata da Pitagora (considerato uno degli inventori della Musica), che il filosofo Severino Boezio pose durante il V sec. d.C. a fondamento del pensiero filosofico musicale, distinguendo tra Musica mundana Musica humana Musica instrumentalis

6 La questione sulle origini della musica
Irrisolta e insolubile la questione sull’origine della musica per una serie di difficoltà. 1. La musica è fenomeno troppo complesso, universale e articolato. 2. L’età dell’uomo si perde nella “notte dei tempi” e le fonti non sono sufficienti per risolvere il problema

7 Le ipotesi Nel corso della storia numerosi naturalisti, antropologi, sociologi, musicologi e musicografi hanno formulato negli ultimi 300 anni delle congetture e ipotesi verosimili. Queste congetture nascono in un ambiente culturale tra Sette/Ottocento di “matrice europocentrica” basata sul concetto tradizionale di progresso

8 Jean Jacques Rousseau (1712-1778) – punto di riferimento per gli Evoluzionisti
Nel saggio Essai sur l'origine des langues (‘56-’62) postula il concetto dell’origine comune tra musica e linguaggio, in quanto espressioni parallele che comunicano le passioni, i sentimenti Nel Dizionario della Musica (1768) indica quattro esempi di musica - (musica svizzera popolare, cinese, persiana e amerinda) -estranea alla tradizione europea colta

9 I positivisti: Herbert Spencer (1830-1903) e Charles Darwin (1809-1882)
Nel saggio Origine e funzione della musica (1857) il filosofo positivista inglese, Herbert Spencer assegna come Rousseau la nascita del canto ad una intensificazione espressiva del linguaggio parlato. Da grande naturalista Darwin, invece, sostiene nel suo saggio – Le espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali (1872) – che l’uomo abbia appreso la musica dagli animali. In particolare il canto proveniva dalle grida degli uccelli in fase di accoppiamento.

10 I sociologi e antropologi: Stumpf e Combarieu
Carl Stupmf ( ) sosteneva nel suo saggio Le origini della musica (1911) che la musica – che si articolava secondo micro-intervalli – serviva per la comunicazione a distanze sempre più ampie. Jules Combarieu ( ), invece, parla di origine magica o divina del gesto artistico. Ne La musique et la magie (1909) la musica serviva nei riti magici o religiosi (Thot in Egitto, Narada in India e Apollo in Grecia).

11 L’etnomusicologia: la nascita di un approccio scientifico
L'etnomusicologia è una branca della musicologia e dell'antropologia che studia le tradizioni musicali orali di tutti i popoli, quindi sia la musica popolare che colta. Nacque verso la fine dell’800, in Germania, col nome di musicologia comparata . I primi cultori di etnomusicologia furono Bartók e Kodaly. Venne detta musicologia comparata, in quanto uno dei suoi fini è il confronto delle musiche dei popoli extraeuropei tra loro con quelle dei popoli occidentali.

12 L'etnomusicologia ha svolto un ruolo essenziale nel chiarire alcuni problemi precedentemente posti, ma non risolti, dalla musicologia storica quali: 1. il problema delle origini della musica, col quale quasi ogni storico del ‘700 e ‘800 si era cimentato. Qui l'etnomusicologia ha mostrato in primo luogo come sia ardito presumere che un fenomeno complesso quale la musica (portatrice di significati e valori che variano da cultura a cultura) abbia potuto avere una sola, unica radice; in secondo luogo, ha messo in dubbio alcune ipotesi che avevano avuto credito fino ad allora, per esempio che il ritmo abbia preceduto storicamente la melodia;

13 Meriti della etnomusicologia
2. altro problema è quello della questione delle origini della polifonia: -l'etnomusicologia ha appurato che essa non è creazione esclusiva del medioevo europeo, ma si è sviluppata anche altrove, indipendentemente da ogni processo di occidentalizzazione. 3. Inoltre l’etnomusicologia ha chiarito che la concezione del fatto musicale inteso come fenomeno prevalentemente estetico è prerogativa solo europea; altrove esso costituisce una pratica funzionale a varie occasioni di socialità e non un fatto meramente estetico.

14 Strumenti musicali secondo il “diffusionismo”
Uno studio approfondito degli strumenti dei popoli primitivi fu compiuto dal musicologo tedesco Curt Sachs Egli classificò gli strumenti basandosi sui caratteri morfologici (idiofoni, membranofoni, aerofoni, cordofoni) e ne illustrò la distribuzione geografica e culturale. I più diffusi (e quindi secondo l’opinione di Sachs, più antichi), anche perché si possono costruire con oggetti di uso comune, sono gli idiofoni: dalla percussione del corpo umano o di sue parti si passa alla percussione del terreno con i piedi.

15 Altri idiofoni Altri idiofoni primitivi sono:
Tronchi d’albero distesi sul terreno, o aperti, o scavati nel senso della lunghezza (tamburi a fessura, di solito con funzioni rituali).

16 Tamburo a fessura gigante

17 Altri idiofoni La percussione è effettuata con i piedi, o con le mani, o con mazze. Idiofoni di legno si possono anche sfregare tra di loro o raschiare. Invece si agitano i vari tipi di sonagli ottenuti riempiendo di sassolini o di semi frutti essiccati (zucche) o dal guscio duro (noci di cocco), pelli di animali, vasi, o infilando pezzi di metallo in contenitori di legno, d'argilla e più tardi di metallo.

18 Idiofoni a suono determinato
I tipi più complessi di idiofoni – a suono determinato - sono gli xilofoni di varie fogge, i litofoni (in pietra e marmo)

19 Oppure forme ibride intonazione non perfetta
I GONG di Gamelan strumento a suono indeterminato Oppure forme ibride intonazione non perfetta Sansa La sansa è uno strumento africano, parente stretto e progenitore della marimba sudamericana. In genere è costruita con scorze di zucca o con scatole di legno. Può avere molte lamelle disposte su piani diversi arricchite da risuonatori metallici. E' chiamata anche pianoforte africano.

20 Meno vari sono i membranofoni primitivi, basati su pelli d'animali tese su un vaso o sulla cavità costituita da una zucca o noce di cocco e percossi con le mani. A stadi più evoluti appartengono i tamburi in cui una o due pelli sono tese su un recipiente di argilla o su un telaio di legno di forme diverse. I tamburi sono di solito percossi (con le mani, con bastoni), ma possono anche essere sfregati

21 Frequenti sono anche i flauti a più canne (siringa)
Tra gli aerofoni lo strumento più semplice è il bastone sibilante, una tavola di legno fissata ad una corda, che volteggiando in aria produce sibili di varie altezze, secondo la velocità. I tipi più antichi di flauti sono ricavati da ossa di animali, svuotate e fornite di alcuni fori laterali. Più tardi vennero i flauti di legno con imboccatura a tacca (come nel flauto dolce) e i flauti d'argilla. Frequenti sono anche i flauti a più canne (siringa)

22 Il bastone sibilante chiamato rombo dalla civiltà greca

23 Il flauto di osso

24 Gli strumenti meno diffusi nelle culture primitive sono i cordofoni.
Tra le forme più arcaiche sono da citare l'arco, una corda tesa fra un’estremità di un bastone elastico e un pezzo di corteccia stesa su una buca o tenuta con una estremità in bocca; essa viene pizzicata o percossa; Con questi principi (un telaio fisso e corde elastiche tese su di esso e attraverso esso) furono costruiti i cordofoni più perfezionati, classificabili per lo più nei tipi delle cetre e delle arpe.

25 Arco musicale

26 Il raschiatore

27 Sonagli di conchiglie

28

29 Corno di conchiglia

30 Flauto di Pan – Tromba di scorza d’albero


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