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La valutazione del rischio di credito
Prof. Francesco Campanella Anno Accademico
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Una panoramica sui rischi finanziari Il Leverage
Argomenti Una panoramica sui rischi finanziari Il Leverage L’equilibrio di gestione Basilea I : un breve excursus La normativa di Basilea I La crisi della Tigri Asiatiche Da Basilea I a Basilea II : le ragioni del passaggio Prof. Francesco Campanella
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I rischi finanziari In finanza , i rischi possono essere classificati in base alla loro natura in: Rischio sistematico Rischio specifico La parte di rischio che può essere eliminata mediante diversificazione è detta rischio diversificabile (o rischio specifico) e rappresenta il rischio peculiare di una specifica impresa Al contrario, vi è una porzione di rischio che non può essere eliminata, indipendentemente da quanto gli investitori diversifichino il loro portafoglio. Tale rischio è il rischio sistematico (o rischio di mercato o non diversificabile), che può essere pensato come il rischio del mercato nel suo complesso. Prof. Francesco Campanella
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I rischi finanziari Secondo il Capital Asset Pricing Model, in equilibrio due attività con lo stesso rendimento atteso devono anche avere lo stesso rischio sistematico (misurato dal beta), nonostante il rischio di mercato (misurato dalla deviazione standard) delle due attività possa essere diverso. Prof. Francesco Campanella
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I rischi finanziari e non finanziari
Principali classificazioni Rischi finanziari: Rischio di credito; (prima misurazione in Basilea I) Rischio di mercato; (misurazione in Basilea II) Rischio di liquidità (misurazione in Basilea III) Rischi non finanziari: Rischio operativo-rischio legale (misurazione in Basilea II) Rischio strategico; Rischio reputazionale. Prof. Francesco Campanella
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Il rischio di credito In prima istanza, può essere definito come la probabilità che una delle parti di un contratto non onori gli obblighi di natura finanziaria assunti, causando una perdita per la controparte creditrice. Il rischio di credito è una componente di tutte le attività di prestito e, come tale, influenza le scelte d’investimento delle banche e degli investitori. Maggiore è il rischio di credito, maggiore sarà il tasso di interesse richiesto dall'acquirente del titolo come compenso per la maggiore esposizione a tale rischio ( risk premium). Comprende il rischio di controparte , ossia il rischio che la controparte risulti inadempiente prima del regolamento dei flussi finanziari di un’operazione Prof. Francesco Campanella
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Il rischio di credito Per la quantificazione del rischio di credito, assume un’importanza fondamentale l’attribuzione del rating al cliente( sia esso azienda o persona fisica). Tramite il rating, si calcola la probability of default ovvero la PD, grazie alla quale una banca valuta quanto un cliente sia rischioso. L’ inerzia del rating, ossia il fatto che i giudizi di rating non siano aggiornati frequentemente , ha intaccato la fiducia del mercato in tali strumenti ( si pensi al caso Lehman Brothers). Prof. Francesco Campanella
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Le componenti del rischio di credito
Probabilità di insolvenza (PD) Perdita in caso di insolvenza (LGD) Esposizione del momento del default (EAD) Scadenza economica residua , maturity (M) Tali componenti vengono utilizzate nel calcolo del rating, coerentemente con l’impostazione di Basilea II ( di cui si parlerà in seguito). Prof. Francesco Campanella
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Il rischio di mercato Esso deriva da variazioni inattese degli indici di mercato(tassi di interesse , tassi di cambio , variazioni di prezzi…)che determinano una variazione al rialzo o al ribasso del valore di una posizione in strumenti finanziari o valute. Include dunque i rischi su posizioni in valuta , in titoli obbligazionari e azionari, così come su tutte le altre attività e passività finanziarie scambiate da una banca. Prof. Francesco Campanella
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Il rischio di mercato Le metodologie di quantificazione del rischio di mercato più comuni sono: • il Gap • la Duration • il Var La prime due metodologie si riferiscono prevalentemente al rischio di interesse. La metodologia VaR (quella che analizzeremo) ben si adatta , invece, ad ogni tipologia di rischio di mercato. Prof. Francesco Campanella
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Il rischio di liquidità
Le turbolenze di mercato del 2007 hanno evidenziato rilevanti crisi di liquidità , che hanno indotto il Comitato ad introdurre i requisiti di liquidità ( oltre ad irrigidire quelli patrimoniali),allo scopo di sostenere fenomeni di stress prolungati. Tali misure hanno tuttavia accentuato la prociclicità delle banche Il ruolo di finanziatore dell’economia reale-a cui ha storicamente assolto il sistema bancario- risultava seriamente compromesso. Prof. Francesco Campanella
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Il rischio di liquidità
Per la prima volta dalla nascita del comitato di Basilea (1988), la normativa internazionale introduce degli standard minimi per il controllo del funding liquidity risk. Il caso della banca britannica Northern Rock ( che comportò il fenomeno della bank run, o corsa agli sportelli)fa comprendere l’importanza di un’attenta gestione della liquidità Prof. Francesco Campanella
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Il rischio di liquidità
ll rischio di liquidità si articola in due forme: Funding risk Il rischio che la banca non sia in grado di far fronte a deflussi di cassa nei tempi richiesti. 2. Market liquidity risk Il rischio che la banca, per monetizzare un asset, finisca per influenzarne in misura significativa il prezzo, a causa di una situazione di illiquidità. Prof. Francesco Campanella
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Leverage Al rischio di liquidità è strettamente connesso il rischio di leva finanziaria o leverage. ll termine leva finanziaria è utilizzato con riferimento a un dato investimento o attività, e denota il rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto di un'impresa. Prof. Francesco Campanella
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Leverage Attraverso l'utilizzo della leva finanziaria (o "leverage") un soggetto ha la possibilità di acquistare o vendere attività finanziarie per un ammontare superiore al capitale posseduto e, conseguentemente, di beneficiare di un rendimento potenziale maggiore rispetto a quello derivante da un investimento diretto nel sottostante , esponendosi al rischio di perdite molto significative. L'uso della leva finanziaria è tipico degli investimenti azionari in prodotti derivati . Prof. Francesco Campanella
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L’equilibrio di gestione
Tra gli obiettivi che devono essere perseguiti dalla gestione bancaria vi sono la liquidità e la solvibilità. Operare in condizioni di liquidità, per la banca, significa essere in grado di far fronte continuamente alle richieste di rimborso delle passività e agli impegni assunti. L’obiettivo della liquidità, si identifica con il perseguimento dell’equilibrio finanziario. L’equilibrio economico è vincolato all’equilibrio patrimoniale e finanziario. Prof. Francesco Campanella
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L’equilibrio di gestione
La solvibilità è la capacità di far credito, di attrarre depositi e la fiducia dei risparmiatori. Conservare uno stato di solvibilità, invece, significa per la banca avere delle attività il cui valore supera quello delle passività. L’obiettivo della solvibilità, si identifica con il perseguimento dell’equilibrio patrimoniale. Prof. Francesco Campanella
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Il rischio operativo Deriva dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni (calamità naturali ,contesto politico- legislativo),includendo il rischio legale ed escludendo il rischio strategico e il rischio reputazionale. Deriva da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte dei clienti , controparti o autorità di vigilanza Deriva da improvvisi cambiamenti del contesto operativo della banca o da decisioni aziendali errate. Prof. Francesco Campanella
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Basilea: un breve excursus storico
Rischio di credito No diversificazione No scadenze No rischio di controparte Non solo rischio di credito Sofisticate tecniche di misurazione Prociclicità Eccessiva leva finanziaria Insufficiente base patrimoniale Rischio di liquidità Sistema bancario ombra Rafforzamento requisiti patrimoniali Prof. Francesco Campanella
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Basilea I Il Comitato di Basilea è un organo consultivo internazionale, istituito nel 1974 dalle banche centrali dei paesi del G10. L’obiettivo era di favorire la cooperazione tra le banche centrali attraverso una regolamentazione comune del sistema finanziario e creditizio. Il primo accordo risale al 1988,momento in cui le Autorità monetarie e creditizie decisero di passare da un controllo qualitativo a uno di tipo quantitativo. Prof. Francesco Campanella
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Basilea I – Due tipologie di controlli
Nei primi anni di attività, il controllo si fondava sul rispetto delle normative e su un controllo ispettivo degli organi di vigilanza. Qualitativo Dal 1988 ad oggi, il controllo si fonda sul rispetto di indicatori che rapportano il patrimonio di vigilanza agli investimenti bancari. Quantitativo Prof. Francesco Campanella
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Il risk based capital ratio
L’Accordo sul «Capitale Minimo delle Banche» contiene la misura e la definizione del capitale minimo accettate a livello internazionale. Il risk based capital ratio viene utilizzato per misurare il livello di rischio di credito associato a tutti gli assets della banca , determinando una quantificazione del patrimonio di vigilanza della vigilanza della banca a fronte dei rischi assunti , come si evince dalla formula seguente. 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑔𝑖𝑙𝑎𝑛𝑧𝑎 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑝𝑜𝑛𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 ≥8% Prof. Francesco Campanella
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Il risk based capital ratio
Scomposizione del patrimonio di vigilanza Tier 1 + Tier 2 + Tier 3 ≥8% del capitale erogato Riserve occulte e di rivalutazione , strumenti di capitale ibridi Strumenti di capitale ibridi (scadenza max 2 anni)finalizzati alla copertura dei rischi di mercato Equity e riserve ordinarie iscritte a bilancio Prof. Francesco Campanella
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Il risk based capital ratio
Relativamente al denominatore dell’indice , il sistema di ponderazione degli assets del bilancio bancario si fonda su 5 coefficienti: 0% per gli impieghi verso governi centrali , banche centrali e Unione Europea; 20% per gli impieghi verso enti pubblici , banche e imprese d’investimento; 50% per i crediti ipotecari e le operazioni leasing su immobili; 100% per gli impieghi verso il settore privato; 200% per le partecipazioni in imprese non finanziarie con risultati di bilancio negativi negli ultimi due esercizi. Prof. Francesco Campanella
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Il risk based capital ratio
Con Basilea I , le banche devono aumentare il capitale di vigilanza ad ogni incremento dell’attivo ponderato per il rischio di controparte. Al fine di non aumentare eccessivamente il patrimonio di vigilanza , le banche possono optare per debitori con coefficienti di ponderazione più bassi o , alternativamente, possono ridurre gli investimenti verso le controparti più rischiose. Prof. Francesco Campanella
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Il risk based capital ratio
Esistono titoli sul mercato che, per definizione, sono privi di rischio (i titoli di stato a breve termine, in Italia i Bot), poiché sono certi per i sottoscrittori sia la corresponsione degli interessi, sia il rimborso del capitale. Esempio : Investimento della banca in titoli di Stato Attivo: 100 euro Ponderazione: 0% Coefficiente: 8% Patrimonio di vigilanza= 0% La banca può non accantonare capitale Prof. Francesco Campanella
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Il risk based capital ratio
Se la banca decidesse di erogare un finanziamento ad un’impresa (100 euro),dovrebbe accantonare un patrimonio di vigilanza pari a 8 euro , indipendentemente da valutazioni sull’equilibrio economico-patrimoniale e finanziario dell’impresa debitrice. Prof. Francesco Campanella
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LIMITI Basilea I Solo rischio di credito
No diversificazione di portafoglio Non considera la maturity Coefficienti di ponderazione rigidi Prof. Francesco Campanella
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La crisi delle “Tigri Asiatiche”: un quadro d’insieme
Fino ai primi anni novanta la maggior parte degli investimenti che promossero la crescita di alcuni Paesi del Sud-Est asiatico(Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong e Singapore, ed in seguito Indonesia, Malaysia, Thailandia e Filippine)provenivano dai risparmi interni. Successivamente, l’autosufficienza finanziaria di molti paesi incominciò a dare segni di cedimento e si rese necessario il ricorso a capitali esteri(soprattutto dal Giappone ed Europa) Sviluppo delle importazioni dovuto all’aumento degli investimenti e ad un incremento della spesa (miracolo asiatico) Prof. Francesco Campanella
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La crisi delle “Tigri Asiatiche”: un quadro d’insieme
All’inizio dell’estate del 1997 la Thailandia è stata investita da una forte crisi della propria valuta sul mercato dei cambi. Diminuzione dei prestiti da parte dell’estero. Le banche centrali furono costrette a vendere le proprie riserve La combinazione dei tassi di interessi più alti e la perdita di valore della valuta causarono problemi finanziari all’economia, alle imprese e alle banche. La riduzione degli investimenti da parte delle aziende e dei consumi da parte delle famiglie peggiorò ulteriormente la debole situazione economica. La crisi si propagò con rapidità in Malesia, Indonesia e Corea del Sud. Prof. Francesco Campanella
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Da Basilea I a Basilea II
Alcuni autori hanno evidenziato il contributo di Basilea I alla crisi asiatica L’accordo prevedeva una distinzione , per quanto concerne la ponderazione dei crediti, tra banche OECD( 20%) e banche non OECD ( 20%, scadenza ≤1 anno;100%,scadenza >1 anno) Tale volatilità degli investimenti concorse alla crisi delle «tigri asiatiche». Effetti di Basilea I : Impossibilità di stimare il rischio per classe e tipologia Aumento costo medio del credito per le PMI Prof. Francesco Campanella
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Da Basilea I a Basilea II
Il principio di Basilea II è uguale a quello del primo accordo: Il capitale bancario deve essere adeguato al rischio assunto. Basilea II prevede un sistema di quantificazione più complesso rispetto all’approccio molto più semplicistico previsto da Basilea I. Basilea I , sebbene semplice nella sua formulazione, ha rappresentato un passo importante nella definizione degli standard comuni per il sistema creditizio Prof. Francesco Campanella
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Da Basilea I a Basilea II
I limiti e la situazione di precarietà finanziaria portò il Comitato a pubblicare, nel gennaio del 2001, un documento di consultazione per definire la nuova regolamentazione in materia di requisiti patrimoniali, il « The New Basel Capital Accord» Dopo un lungo confronto con le autorità di vigilanza, si è giunti ad un testo definitivo nel giugno del 2004.Nel 2007 si è data definitiva attuazione all’accordo di Basilea II. Prof. Francesco Campanella
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