Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoConcetta Corradini Modificato 6 anni fa
1
TEMPERATURA CORPOREA L’uomo appartiene agli omeotermi e presenta una temperatura corporea costante, indipendentemente dalle variazioni termiche ambientali In realtà nel corso delle 24 ore la temperatura corporea non è completamente stabile ma oscilla tra: Valori minimi di circa 36 °C al mattino Valori massimi di circa 37 °C alla sera
2
TEMPERATURA CORPOREA La temperatura corporea è mantenuta attraverso meccanismi omeostatici che opportunamente regolano da un lato la produzione, dall’altro la dispersione del calore endogeno Produzione di calore: è il portato dell’attività metabolica. A riposo: fegato e tessuto cardiaco Durante lo sforzo: attività dei muscoli scheletrici Dispersione di calore: cute (90%) di cui il 70 % per irragiamento ed il 30% per evaporazione legata alla perspiratio insensibilis, superficie alveolo-polmonare (circa 10%)
3
TEMPERATURA CORPOREA Produzione e dispersione di calore sono governate dal CENTRO TERMOREGOLATORE situato nell’ipotalamo anteriore. Esso funge da vero e proprio termostato il cui set point assicura il mantenimento della temperatura con la tolleranza fisiologica già ricordata Al termocentro giungono informazioni dai termocettori superficiali (cute) e profondi (vasi che perfondono i visceri); Dal termocentro partono stimoli che attraverso le strutture autonome e somatiche provocano l’adeguata risposta periferica (es vasodilatazione e sudorazione o vasocostrizione a seconda dei casi)
4
LA FEBBRE L’aumento al di sopra della norma della temperatura corporea, rilevata alla cute o alle mucose facilmente accessibili, è indicato, nel linguaggio medico, fin dalla più remota antichità, come febbre In rapporto all’intimo meccanismo di origine, nell’ambito del fenomeno aumento della temperatura corporea si è voluto distinguere l’ipertermia (che a rigor linguistico è equivalente) dalla vera e propria febbre
5
IPERTERMIA E FEBBRE IPERTERMIA: si intende l’elevazione termica da inadeguatezza dei meccanismi omeostatici di fronte ad eventi fortemente squilibranti (perché inducono eccessiva produzione di calore endogeno o drastica riduzione della sua dispersione) o per danno del centro regolatore FEBBRE: l’elevazione termica è legata allo spostamento in alto del set point termocentrico, spostamento provocato in via mediata dalle citochne pirogene alla cui iperproduzione si giunge attraverso una catena di eventi innescata da vari stimoli (endotossine di origine batterica, immunocomplessi, citochine tessutali etc)
6
SISTEMATICA DELLE IPERTERMIE
IPERTERMIE DA AUMENTO DELLA PRODUZIONE DI CALORE Sforzo fisico Crisi tireotossica, feocromocitoma Ipertermia maligna da anestetici IPERTERMIE DA DIMINUITA DISPERSIONE DI CALORE Disidratazione Colpo di calore IPERTERMIE A LESIONI IPOTALAMICHE Traumi Infezioni Danno vascolare Tumori
7
METODO DI MISURAZIONE DELLA TEMPERATURA CORPOREA
ASCELLARE O INGUINALE: termometro sotto l’ascella o a livello inguinale (valori oscillano tra 36°C e 37 °C) RETTALE: termometro per un minuto nell’ano (valori di 0,3°C-0,5°C maggiori rispetto le precedenti) ORALE: termometro per un minuto sotto la lingua (valori di 0,3°C-0,5°C maggiori rispetto la misurazione ascellare o inguinale) AURICOLARE: inserire la sonda dell’apparecchio computerizzato nell’orecchio e premere il pulsante (risultato immediato)
8
Termometria Orale o Rettale vs Termometria Ascellare o Inguinale
Vantaggi Miglior contatto tra bulbo del termometro e mucosa; Maggior aderenza dei valori termometrici alla temperatura interna del corpo Svantaggi Necessità di una accurata antisepsi del termometro; Disagio di dover impiegare, in persone differenti, lo stesso termometro; Possibilità di errori se il paziente ha da poco bevuto una bevanda calda oppure fredda; Possibilità di far salire dolosamente la colonna di mercurio mediante movimenti della lingua o dello sfintere anale
9
ESORDIO DELLA FEBBRE La febbre può insorgere
In maniera subdola: in questo caso il paziente riferisce un progressivo senso di calore In maniera brusca e drammatica: in questo caso può essere preceduta da brivido e freddo (la cute è pallda con segni di orripilazione). Dopo minuti la sensazione di freddo si attenua, compare intenso calore, la cute diventa rosea, poi rossa, calda al termotatto e si istituisce intensa sudorazione
10
A cosa serve la febbre? Si tratta di una risposta (molto costosa in
termini energetici) mantenuta durante tutta l’evoluzione quindi deve certamente servire a qualcosa! Alcuni microrganismi muoiono a temperature raggiunte durante la febbre (spirochete > 41°C; pneumococchi 40°C), quindi almeno nelle infezioni sembra essere utile; La funzionalità dei leucociti è fortemente aumentata (mobilità per es) dall’aumento della temperatura; la efficacia del TNF nell’uccidere le cellule tumorali è aumentata. E’ utile curare la febbre? Le febbri superiori ai 40-41°C sono generalmente pericolose.
11
ENTITA’ DELLA FEBBRE Per quanto riguarda l’entità, ci si riferisce all’acme e si possono distinguere (temperatura ascellare) Febbre di lieve entità o febbricola: <38°C Febbre di media entità: fra 38 e 39 °C Febbre alta: fra 39 e 40 °C Febbre altissima o iperpiressia: >40°C
12
CURVA TERMICA Il monitoraggio della temperatura corporea nel tempo può essere visualizato graficamente attraverso la CURVA TERMICA. A tal fine è necessario misurare la temperatura corporea ogni tre o quattro ore nel corso del giorno e della notte.
13
CURVA TERMICA A seconda dell’andamento della curva termica si identificano i seguenti tipi di febbre: Febbre continua: la temperatura si mantiene elevata con oscillazioni che nell’arco delle 24 ore non sono superiori a 0,5 °C Febbre subcontinua: la temperatura si mantiene elevata con oscillazioni che nell’arco delle 24 ore non sono superiori a 1 °C Febbre remittente: la temperatura oscilla ampiamente nelle 24 ore di oltre 1°C senza mai discendere a valori normali Febbre intermittente. La temperatura oscilla ampiamente nelle 24 ore con valori minimi inferiori a 37°C
14
FEBBRICOLA
15
FEBBRE DI TIPO CONTINUO
16
FEBBRE DI TIPO REMITTENTE
17
FEBBRE DI TIPO INTERMITTENTE
18
LA CURVA TERMICA L’andamento della temperatura fra giorni permette ulteriori distinzioni Febbri fugaci: perduranti non più di giorni Febbri persistenti: per definizione superiori alle 2-3 settimane Quotidiane Periodiche (o cicliche o ricorrenti) Regolari irregolari
19
FEBBRE RICORRENTE E’ caratterizzata da periodi di febbre continua della durata di tre-quattro giorni a rapido esordio e a rapida scomparsa che si alternano ad intervalli di apiressia della durata di tre quattro giorni: è tipica della Spirochetosi o Febbre Ricorrente
20
FEBBRI INTERMITTENTI BIQUOTIDIANE
Sono caratterizzate da due accessi febbrili e due cadute della temperatura per crisi nelle 24 ore; si riscontrano nelle Sepsi gonococciche e nella Leishmaniosi viscerale
21
FEBBRI INTERMITTENTI Di tipo terzanario Di tipo quartanario
È caratterizzata da accessi febbrili a giorni alterni; si osserva nella Malaria da Plasmodium vivax Di tipo quartanario È caratterizzata da accessi febbrili separati da due giorni di apiressia; si osserva nella Malaria da Plasmodium malariae Di tipo quintanario È caratterizzata da accessi febbrili, della durata di 5 giorni, separati da tre giorni di apiressia; si osserva nella febbre da rickettsie o quintana Di tipo erratico Insorge in maniera imprevedibile in pieno benessere e dura 24 ore o poco più; si osserva per lo più in portatori di foci settici bronchiali e nelle cistopieliti croniche
24
FEBBRE ONDULANTE E’ caratterizzata da fasi di progressivo incremento e di progressivo decremento della temperatura della durata di una o più settimane: i periodi febbrili sono separati da periodi di apiressia. Questo tipo di febbre si riscontra con una certa frequenza nella Brucellosi e nel Morbo di Hodgkin
25
FEBBRE DI TIPO ONDULANTE
(Linfoma di Hodgkin)
26
COMPORTAMENTO DELLA CURVA TERMICA
ILEOTIFO: prima dell’avvento degli antibiotici, era descritta una caratteristica variazione della temperatura nei quattro settenari di malattia: fase di incremento, fase di acme o fastigio, periodo amfibolico o delle grandi escursioni termiche, periodo di decremento LEPTOSPIROSI: la febbre, continua all’inizio, cade con la comparsa dell’ittero per riprendere cinque o sei giorni dopo; MORBILLO: cade con la comparsa dell’esantema e così nel vaiolo, ma in questo riprende nella fase di pustolazione;
27
COMPORTAMENTO DELLA CURVA TERMICA
SCARLATTINA: si intensifica con la comparsa dell’esantema; MALATTIE VIRALI: può presentare un andamento difasico in rapporto ai cicli di sviluppo intracellulare del virus e alle fasi viremiche (esordio febbrile-defervescenza-ripresa febbrile)
28
RISOLUZIONE DELLA FEBBRE
La risoluzione della febbre può avvenire: Per crisi cioè per brusca caduta della temperatura; è quanto succede in conseguenza dell’impiego di farmaci Per lisi cioè per lenta e progressiva diminuzione
29
SINTOMI DI ACCOMPAGNAMENTO
Le febbri si differenziano in rapporto alla maggiore o minore evidenza di alcuni sintomi di accompagnamento Il brivido: esso è in rapporto alla rapidità di sviluppo del processo determinante l’iperpiressia; sarà particolarmente spiccato nelle sepsi, nei processi suppurativi, nella malaria e nelle emolisi acute La sudorazione. È generalmente proporzionale alla febbre e costituisce il principale meccanismo di dispersione del calore. Vi sono febbri particolarmente sudorali come quella della brucellosi, della tubercolosi florida e delle setticemie e febbri scarsamente sudorali come quella dell’ileotifo
30
SINTOMI DI ACCOMPAGNAMENTO
La tachicardia: accompagna sempre la febbre e in tesi generale l’aumento della frequenza del polso aumenta a 8-10 pulsazioni per ogni grado centigrado di temperatura. Vi sono però delle condizioni morbose nelle quali vi è una certa dissociazione rispetto alla temperatura Nell’ileotifo e nell’influenza è frequente riscontrare incrementi della frequenza cardiaca molto modesti se paragonati alla iperpiressia (con 40°C, pulsazioni invece delle 100 che sarebbe lecito aspettarsi) Nelle sepsi puerperali, nelle flebiti l’acceleramento dell polso è molto precoce rispetto al fastigio della temperatura e nettamente superiore a quanto comporterebbe la regola sopraesposta (con 38°C di temperatura frequenze cardiache di oltre 120/min) Nelle miocarditi vi sarà anche una dissociazione fra polso e temperatura in vantaggio del primo
31
SINTOMI DI ACCOMPAGNAMENTO
La cefalea Il delirio: è presente soprattutto nelle iperpiressie dei bambini e degli alcoolisti ma anche nelle meningiti e nelle encefaliti per ovvii motivi Le convulsioni febbrili: presenti soprattutto nelle iperpiressie dei bambini
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.