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Tecniche elettroanalitiche

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Presentazione sul tema: "Tecniche elettroanalitiche"— Transcript della presentazione:

1 Tecniche elettroanalitiche
D.C. Harris, “Elementi di chimica analitica” Zanichelli, Capitoli 13 e 14

2 Charles Augustin de Coulomb
Chimica ed elettricità La carica elettrica (q) si misura in coulomb (C). La carica di un singolo elettrone (o protone) è, in valore assoluto, · C. Una mole di elettroni ha una carica di 9.65 · 104 C, quantità che è chiamata costante di Faraday (F, C/mole). La carica totale q che viene scambiata in una reazione chimica è il prodotto tra il numero di moli (n) di elettroni scambiati e la carica del singolo elettrone: q = n · F Charles Augustin de Coulomb ( ) Michael Faraday ( )

3 Chimica ed elettricità
James Prescott Joule (UK, ) Cariche dello stesso segno si respingono e cariche di segno opposto si attraggono. Cariche che si muovono da un punto all’altro sotto l’influenza di un campo elettrico possono compiere un lavoro, misurato in joule (J), come l’energia. Alessandro Volta ( ) La differenza di potenziale (E) tra due punti corrisponde al lavoro che può compiere una carica unitaria q che si sposta tra i due punti e si misura in volt (V): lavoro (J) = E (V) · q(C)

4 Chimica ed elettricità
André-Marie Ampère  ( ) La corrente elettrica (i) è la quantità di carica che scorre in un secondo in un circuito elettrico. Si misura in ampère (A): un A corrisponde a un C al secondo. Georg Simon Ohm ( ) La resistenza elettrica (R) è la grandezza che misura la tendenza di un componente elettrico ad opporsi al passaggio di una corrente elettrica, quando è sottoposto ad una differenza di potenziale. Si misura in ohm (Ω). Questa opposizione si manifesta con un riscaldamento del componente (effetto Joule)

5 In un circuito elettrico vale la prima legge di Ohm
Chimica ed elettricità In un circuito elettrico vale la prima legge di Ohm i = E / R V i R

6 Chimica ed elettricità
Una reazione di ossido-riduzione (redox) coinvolge un trasferimento di elettroni da una specie (agente riducente) ad un’altra (agente ossidante). Esempio: Fe3+ + V Fe2+ + V3+ ossidante riducente forma ridotta ossidata Ciò che avviene, in definitiva, è il trasferimento di un elettrone dal vanadio al ferro: V V3+ + e- Fe3+ + e Fe2+

7 Può far parte di un circuito elettrico anche una soluzione…
Il filamento di platino è un elettrodo, cioè uno strumento per portare (od estrarre) gli elettroni alle specie chimiche coinvolte nella reazione di ossidoriduzione. Una molecola che può donare od accettare elettroni a un elettrodo si definisce specie elettroattiva. Il platino è un elettrodo inerte. L’insieme di un elettrodo e di una soluzione contenente una specie elettroattiva è detto semicella.

8 CELLE ELETTROCHIMICHE
Un circuito completo si può ottenere unendo, in modo opportuno, due semicelle. Si forma in tal modo una cella elettrochimica, che può essere di due tipi. Una cella galvanica sfrutta una reazione di ossido-riduzione spontanea per produrre corrente elettrica. In una cella elettrolitica, si applica una d.d.p. opposta e maggiore di quella che si svilupperebbe spontaneamente ai due elettrodi, forzando così il sistema a reagire in senso opposto a quello spontaneo. Si usa cioè energia elettrica per ottenere prodotti chimici. Un esempio di elettrolisi è il processo di Hall-Heroult per la produzione di alluminio.

9 CELLE GALVANICHE Una cella galvanica utilizza una reazione chimica spontanea per generare corrente elettrica. Per ottenere ciò, un reagente deve essere ossidato ed un altro deve essere ridotto I due reagenti non possono venire a contatto direttamente, altrimenti gli elettroni fluirebbero dall’agente riducente all’agente ossidante senza passare attraverso il circuito esterno. L’agente riducente e l’agente ossidante sono quindi fisicamente separati.

10 CELLE GALVANICHE Un ponte salino è un mezzo ionico attraverso cui gli ioni diffondono per mantenere l’elettroneutralità in ogni comparto della cella elettrochimica. Può essere ad es. costituito da un gel in cui è stato sciolto KCl. In assenza del ponte salino, l’anodo si caricherebbe positivamente ed il catodo negativamente, opponendosi così al passaggio degli elettroni nel circuito. Con ZnSO4 sarebbe la classica pila Daniell.

11 CELLE GALVANICHE Notazione simbolica a barre | : separazione tra fasi
CATODO: ELETTRODO A CUI AVVIENE LA RIDUZIONE ANODO: ELETTRODO A CUI AVVIENE L’OSSIDAZIONE Per convenzione il catodo viene rappresentato a destra e l’anodo a sinistra. Notazione simbolica a barre | : separazione tra fasi || : ponte salino Se l’anodo viene collegato (correttamente) al terminale negativo del potenziometro e il catodo a quello positivo, il flusso di elettroni avviene come in figura ed il potenziale misurato è positivo.

12 È possibile prevedere la d.d.p. di una data cella galvanica?
Bisognerebbe poter misurare i potenziali dei singoli elettrodi, ma questo non è possibile! Per risolvere questo problema sono stati definiti i potenziali di riduzione standard.

13 ELETTRODO STANDARD A IDROGENO (S.H.E.)

14 POTENZIALI STANDARD Il potenziale di riduzione standard (E°) di una semicella è la differenza di potenziale della cella galvanica formata da quella semicella (in cui tutti i reagenti sono nel loro stato standard) al terminale positivo (destra) e dall’elettrodo standard a idrogeno (SHE) al terminale negativo.

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16 di quella coppia redox nelle condizioni sperimentali specificate.
E se i reagenti nella semicella di destra non sono nel loro stato standard? In tal caso, il potenziale misurato verso l’elettrodo standard a idrogeno si chiama potenziale formale di quella coppia redox nelle condizioni sperimentali specificate.

17 Esempio:

18 È possibile calcolare il potenziale formale di una semicella,
note le condizioni sperimentali? Chimico-fisico tedesco elaborò nel 1907 il III principio della termodinamica, che gli fruttò il Premio Nobel per la Chimica nel 1920. Walter Hermann NERNST ( )

19 a 25 °C Per una generica semireazione di riduzione:
aA + bB + ne- = cC + dD di cui sia noto il potenziale standard E°, il potenziale di semicella (E, Volt) segue l’equazione di Nernst: a 25 °C Il termine logaritmico è il quoziente di reazione, Q, e ha la stessa forma di una costante di equilibrio, dove: le concentrazioni dei soluti sono espresse in molarità; i solidi, liquidi puri e il solvente non appaiono nell’espressione di Q; le concentrazioni dei gas sono espresse come pressioni parziali, in atm. Nello stato standard si ha: Q=1  logQ=0  E=E° Il segno – è giustificato dal fatto che il potenziale della semicella aumenta quanto più la reazione (riduzione) si sposta a destra e quindi quanto più concentrati sono i reagenti (che stanno al denominatore)

20 Qualche esempio: Scrivere l’equazione di Nernst per la reazione:
Ag2S(s) + H+ + 2e- = 2Ag(s) + SH E° = V e calcolare il potenziale formale della corrispondente semicella galvanica formata da un elettrodo di Ag/Ag2S immerso in una soluzione contente moli/litro di ioni SH- a pH 5.22. (E = V)

21 Qualche esempio: Scrivere l’equazione di Nernst per la reazione:
HNO2(aq) + H+ + e- = NO(g) + H2O E° = V e calcolare il potenziale formale della corrispondente semicella galvanica formata da un elettrodo di platino immerso in una soluzione contente moli/litro di acido nitroso indissociato a pH 1.58, sottoposta a un’atmosfera contenente ossido nitroso alla pressione parziale di 2.05 atm (E = V)

22 Qualche altro esempio:
Scrivere l’equazione di Nernst per la reazione: N2(g) + 2H2O + 6H+ + 6e- = 2NH4OH(aq) E° = V e calcolare il potenziale formale della corrispondente semicella galvanica formata da un elettrodo di platino immerso in una soluzione contente moli/litro di idrossido d’ammonio a pH 3.75, in cui gorgoglia azoto alla pressione parziale di 3.18 atm. (E = V)

23 Qualche altro esempio:
Scrivere l’equazione di Nernst per la reazione: HBrO(aq) + H+ + e- = ½Br2(l) + H2O E° = V e calcolare il potenziale formale della corrispondente semicella galvanica formata da un elettrodo di grafite immerso in una soluzione contente moli/litro di acido ipobromoso indissociato a pH 2.40. (E = V)

24 N.B. Il valore di potenziale standard di una semireazione non dipende da come è scritta la semireazione, cioè dal fatto che i coefficienti siano moltiplicati o meno per un fattore costante! Lo stesso vale per il potenziale di una semicella. Lo dimostriamo con un esempio. Scrivere l’equazione di Nernst per le seguenti reazioni: ¼P4(s, bianco) + 3H+ + 3e- = PH3(g) E° = V ½P4(s, bianco) + 6H+ + 6e- = 2PH3(g)

25 catodo anodo

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28 Cd | Cd(NO3)2(aq) 0.010M || KCl(aq) 0.50 M, AgCl(sat) | AgCl(s) | Ag
E°Cd2+/Cd = V E°AgCl/Ag = V

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31 AgCl(s) + e- Ag(s) + Cl- E° = 0,222 V
La reazione redox che avviene in una semicella può essere spesso descritta in diversi modi: quali sono le conseguenze sul potenziale calcolato? AgCl(s) + e Ag(s) + Cl E° = 0,222 V Es.: Semicella ad Ag/AgCl [Cl-] = 0.50 M Kps (AgCl) = Ag+(aq) + e Ag(s) E° = 0,799 V

32 Differenti descrizioni per la stessa reazione
La scelta di una o dell’altra reazione dipende dalla maggiore/minore facilità di determinare Ag+ o Cl-.

33 A circuito aperto: E = V In seguito al passaggio di corrente nel circuito, la d.d.p. tende a calare, fino ad annullarsi quando le concentrazioni di reagenti e prodotti hanno raggiunto lo stato di equilibrio. All’equilibrio: E = V Si dimostra che c’è una relazione tra potenziale netto di cella e costante d’equilibrio.

34 POTENZIOMETRIA

35 Elettrodi indicatori ed elettrodi di riferimento
Elettrodo di riferimento Elettrodo indicatore costante costante costante poiché [Cl-] è costante

36 Elettrodi indicatori ed elettrodi di riferimento

37 La potenziometria si basa sulla misura del potenziale elettrochimico di una cella (in assenza di corrente). Strumentazione: un elettrodo di riferimento un elettrodo indicatore un dispositivo per la misura del segnale

38 La potenziometria si basa sulla misura del potenziale elettrochimico di una cella (in assenza di corrente). Strumentazione: un elettrodo di riferimento un elettrodo indicatore un dispositivo per la misura del segnale Un buon elettrodo di riferimento deve possedere le seguenti caratteristiche: comportamento reversibile secondo l’equazione di Nernst; potenziale noto e costante nel tempo; dopo aver subito un passaggio di corrente deve ritornare al valore di potenziale originale.

39 La potenziometria si basa sulla misura del potenziale elettrochimico di una cella (in assenza di corrente). Strumentazione: un elettrodo di riferimento un elettrodo indicatore un dispositivo per la misura del segnale Il potenziale di un elettrodo indicatore varia al variare della concentrazione dell’analita. Gli elettrodi indicatori sono di tre tipi: metallici (di prima o seconda specie); metallici inerti per sistemi redox; a membrana.

40 La potenziometria si basa sulla misura del potenziale elettrochimico di una cella (in assenza di corrente). Strumentazione: un elettrodo di riferimento un elettrodo indicatore un dispositivo per la misura del segnale Il dispositivo per la misura del segnale (pHmetro, potenziometro) deve avere una grande resistenza interna, in modo da impedire il passaggio di corrente (ed il consumo dei reagenti).

41 Elettrodo di riferimento ad argento-cloruro d’argento
E = – log[Cl-] Il potenziale dipende solo dalla concentrazione di Cl-, che è costante.

42 Elettrodo di riferimento a calomelano
Il calomelano è un minerale, cloruro mercuroso, appartenente al gruppo omonimo (il gruppo del calomelano è un gruppo di minerali). Fu descritto per la prima volta da Abraham Gottlob Werner nel 1789. Il nome deriva dal greco καλός = bello e μέλας = nero. E = – log[Cl-] Il potenziale dipende solo dalla concentrazione di Cl-, che è costante.

43 ELETTRODI INDICATORI METALLICI
di prima specie L’elettrodo è in equilibrio con una soluzione del proprio catione. Si utilizzano per determinare la concentrazione del catione generato dal metallo dell’elettrodo stesso. Esempio: Elettrodo d’argento per determinare la concentrazione degli ioni Ag+.

44 ELETTRODI INDICATORI METALLICI di prima specie
La reazione elettrodica è:   Ag+ + e-  Ag(s) Il potenziale dell’elettrodo è dato dall’equazione di Nernst: E+ = E°Ag – log(1/[Ag+])  dove: E°Ag = V Se l’elettrodo ad argento è abbinato ad un elettrodo di riferimento a calomelano saturo (E_ = V), il potenziale di cella è: E = E+ - E_ = – log(1/[Ag+]) E = log [Ag+]

45 ELETTRODI INDICATORI METALLICI
di prima specie Possono essere utilizzati come elettrodi di prima specie i metalli che presentano comportamento reversibile, quali:  Ag, Cd, Cu, Hg, Pb e Zn

46 ELETTRODI INDICATORI METALLICI
di seconda specie Sono sensibili alla concentrazione di un anione che forma un precipitato o un complesso stabile col catione del metallo dell’elettrodo stesso. Esempio: Elettrodo ad argento per la determinazione degli anioni alogenuro.

47 ELETTRODI INDICATORI METALLICI di seconda specie
La reazione elettrodica può essere scritta come: AgI(s) + e-  Ag(s) + I- Il potenziale dell’elettrodo è dato dall’equazione di Nernst:  E+ = E°AgI – log [I-]  dove: E°AgI = V Se l’elettrodo ad argento è abbinato ad un elettrodo di riferimento a calomelano saturo (E_ = V), il potenziale di cella è: E = E+ - E_ = – log [I-] E = log [I-]

48 ELETTRODI INDICATORI METALLICI
di seconda specie L’elettrodo ad argento può essere usato per determinare [I-] e anche per seguire la titolazione di una soluzione di I- con Ag+.

49 ELETTRODI INDICATORI METALLICI inerti per sistemi redox
Sono costituiti da metalli inerti (Pt, Pd, Au) o grafite e agiscono da indicatori per un sistema ossidoriduttivo reversibile. Esempio: Ce4+ + e-  Ce3+ E+ = 1.72 – log Esempio: Fe3+ + e-  Fe2+ E+ = 0.771– log

50 ELETTRODI A MEMBRANA

51 ELETTRODO A VETRO membrana sensibile agli ioni H+
Il potenziale di questi elettrodi è dovuto alla differenza di potenziale che si genera tra le due superfici di una membrana che separa la soluzione da analizzare da una di riferimento. Quello largamente più usato è l’elettrodo a vetro. membrana sensibile agli ioni H+

52 Struttura della membrana di vetro
Il vetro è costituito da una catena tridimensionale di gruppi silicato SiO44-. I cationi monovalenti (Li+ e Na+) presenti negli interstizi sono mobili e conferiscono conducibilità alla membrana.

53 Struttura della membrana di vetro
La membrana è igroscopica: il processo di idratazione coinvolge uno scambio tra i cationi monovalenti nel vetro e i protoni presenti in soluzione: H+ + Na+Gl-  Na+ + H+Gl-

54 Come funzione l’elettrodo a vetro

55 ELETTRODO A VETRO Una tipica cella per la misura del pH è mostrata in figura. La cella contiene due elettrodi di riferimento. L’elemento sensibile al pH è la sottile membrana di vetro.

56 Risposta di un elettrodo a vetro
dove: Il termine costante, chiamato potenziale di asimmetria, deriva dal fatto che i due lati della membrana non sono esattamente identici. Viene corretto tarando l’elettrodo con soluzioni a pH noto.

57 Taratura di un elettrodo a vetro
L’elettrodo a vetro, accoppiato ad un adatto potenziometro (pHmetro), è lo strumento usato in pratica per misurare il pH. L’elettrodo a vetro deve essere tarato [almeno] giornalmente per mezzo di tamponi a pH noto, scelti in modo da essere vicini al pH da misurare. La procedura può essere automatica o manuale (manopole “taratura” e “temperatura”).

58 Tipi di elettrodo a vetro

59 Elettrodo a vetro combinato

60 Elettrodi ionoselettivi a membrana liquida
Skook-West-Holler-Crouch, Fondamenti di Chimica Analitica, Seconda edizione italiana, pag. 605. Questo microelettrodo è utilizzato per determinare il contenuto di potassio in una singola cellula.

61 elettrodi iono-selettivi; elettrodi gas-selettivi;
Esistono in commercio altri tipi di elettrodi, oltre a quelli descritti, quali: elettrodi iono-selettivi; elettrodi gas-selettivi; Biosensori


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