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Metodologia della ricerca in educazione e formazione

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Presentazione sul tema: "Metodologia della ricerca in educazione e formazione"— Transcript della presentazione:

1 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
CAP. I FARE RICERCA IN CAMPO EDUCATIVO Pietro Lucisano & Anna Salerni Dipartimento di Ricerche Storico- Filosofiche e Pedagogiche Università di Roma “La Sapienza” Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

2 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
1.1 Prendere decisioni 1.2 La ricerca nelle scienze sociali e in educazione 1.3 Verificare le soluzioni possibili 1.4 La mancanza di metodo ci impedisce di trarre profitto dall’’esperienza 1.5 Le scelte si fanno considerando le probabilità di successo 1.6 Ricerca pura e ricerca applicata 1.7 L’area di indagine 1.8 Caratteristiche del campo d’indagine 1.9 La rinuncia alla ragione critica 1.10 Il metodo e le fasi della ricerca Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

3 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
PRENDERE DECISIONI IL CANNONE E I PASSERI Mezzi e fini costituiscono un continuum. Non si può desiderare seriamente un fine senza considerare i mezzi necessari per raggiungerlo. E’ irragionevole desiderare un fine a prescindere dai mezzi L’ARROSTO DI MAIALE Il punto di partenza di un manuale di metodologia non può che essere il suo punto di arrivo. Per cercare bisogna sapere che cosa cercare. L’inizio è il fine. Fare ricerca in campo educativo Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

4 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
PRENDERE DECISIONI Ogni volta che siamo chiamati a prendere decisioni in presenza di alternative cerchiamo di valutare i pro e i contro di ciascuna soluzione ipotizzata Il punto di partenza della ricerca sull’educazione è il desiderio di assumere decisioni educative che abbiano maggiori probabilità di essere efficaci Per questo abbiamo bisogno di conoscere i processi educativi scelta Fare ricerca in campo educativo Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

5 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
PRENDERE DECISIONI Soluzione del problema Ipotesi presente Passato Futuro Esperienze personali Fare ricerca in campo educativo Senso comune Situazione problematica Regole sociali Norme scientifiche Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

6 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
PRENDERE DECISIONI Diversi approcci dei ricercatori alla soluzione dei problemi COMUNITA’ SCIENTIFICA “Ogni volta che una soluzione viene proposta devono essere disponibili per la comunità scientifica non solo gli esiti finali, ma anche i percorsi, i dati, le evidenze, sulla base dei quali le proposte finali sono state assunte” Se la nostra indagine “adotta metodi sistematici di ricerca, che quando vengono applicati ad un complesso di fatti, ci consentono una migliore comprensione e un controllo più intelligente e meno confuso e abitudinario” possiamo dire con Dewey che stiamo operando in modo scientifico Fare ricerca in campo educativo Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

7 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
PRENDERE DECISIONI Mancanza di credito degli esperti Tutti si sentono esperti della materia I media banalizzano qualsiasi riflessione in merito Il ritardo della pedagogia ad affrontare le decisioni utilizzando i risultati della ricerca. Fare ricerca in campo educativo ideologie complessità Dimensione politica Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

8 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Dobbiamo decidere se la ricerca pedagogica è a pieno diritto ricerca scientifica o deve essere considerata tra le discipline di tipo umanistico. Questo problema è stato affrontato da numerosi studiosi. I. Kant Wilhelm Dilthey Emile Durkheim Max Weber John Dewey La ricerca nelle scienze sociali e in educazione Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

9 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Wilhelm Dilthey ( ) Professore all’università di Berlino dal 1882 è uno dei più autorevoli rappresentanti dello storicismo tedesco. Tra i principali contributi ricordiamo: Introduzione alle scienze dello spirito (1883) e La costruzione del mondo storico (1910). Dilthey propone la distinzione tra scienze della natura e scienze dello spirito, le prime con il compito limitato di stabilire le connessioni tra fatti e le seconde in grado di attingere al vero. La comprensione storica può essere raggiunta solo con uno sforzo di penetrazione simpatetica, con il quale ci si trasferisce e ci si immedesima negli altri e nelle altre epoche storiche. Wilhelm Dilthey La volontà negli esseri umani è libera e di conseguenza non è possibile predire le nostre azioni o fare generalizzazioni che le riguardino La ricerca nelle scienze sociali e in educazione Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

10 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Immanuel Kant Immanuel Kant ( ) ”Si crede che nell’educazione non siano necessari esperimenti rigorosi e che si possa decidere in via meramente razionale se qualcosa sarà buono oppure no… Si tratta di un errore grossolano e l’esperienza insegna che sovente i nostri tentativi – se ben regolati – mostrano degli effetti del tutto opposti a quelli che si sarebbero aspettati”. (citato in Becchi, E.,,1997, pag.3) L’educazione e l’istruzione non debbono essere meramente meccaniche, ma fondarsi su dei principi, anche se in via non esclusivamente razionale La ricerca nelle scienze sociali e in educazione Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

11 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Max Weber Max Weber ( ) Professore di economia politica prima a Frisburgo (1894) e poi ad Heidelberg (1896). L’oggettività conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale (1904) e Studi critici sulla logica delle scienze della cultura (1906). Le indicazioni metodologiche furono da Weber concretizzate in due lavori L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1905) e Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo (1906). Tra gli scritti dell’ultimo periodo merita ricordare Il senso della avalutatività delle scienze sociologiche ed economiche (1916) e Il lavoro intellettuale come professione (1919) La sociologia considera le regolarità di comportamento che si verificano nei fenomeni storici La ricerca nelle scienze sociali e in educazione Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

12 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
John Dewey John Dewey ( ) Dewey , dopo aver insegnato nelle università del Michigan e del Minnesota, ha lavorato per dieci anni fino al 1904 a Chicago ed infine all’università di New York dove rimase fino al 1929. Tra le opere ricordiamo: Democrazia e educazione (1916); la Condotta dell’uomo (1922); Esperienza e natura (1925); L’arte come esperienza (1935); Logica come teoria dell’indagine (1938) e i due saggi pubblicati nell’Enciclopedia delle scienze unificate intitolati Teoria della valutazione e L’unità della scienza come problema sociale (1939). La valutazione pratica, cioè storico sociale o etica, ha la stessa struttura del giudizio scientifico in quanto ha il suo stesso carattere operativo La ricerca nelle scienze sociali e in educazione Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

13 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
PEDAGOGIA E SCIENZE DELL’EDUCAZIONE L’espressione scienze dell’educazione tende a sostituire nell’uso il temine tradizionale Pedagogia. Il dibattito sul rapporto tra Pedagogia e Scienze dell’educazione è tutt’altro che concluso La ricerca con caratteri di scientificità nel campo dell’educazione ha una storia relativamente recente. Questo è dovuto alla complessità del campo d’indagine e al suo inevitabile rapporto con le dimensioni etica e politica. Tuttavia come dice Visalberghi “il processo di trasformazione della pedagogia tradizionale basata un po’ sulla filosofia un po’ sul buonsenso in qualcosa che abbia fondamento o natura scientifica, è un processo che dura da molti decenni anzi da secoli” (1979 p 15) 1.1 La ricerca nelle scienze sociali e in educazione Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

14 SCIENZA O SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
Pedagogia: teoria pratica dell’educazione, riflette sui fatti educativi Scienza dell’educazione: affronta su base scientifica i temi educativi Durkheim 1911 Fonti di una scienza dell’educazione. Progetto di una scienza che coordini i contributi di tutte le scienze che possono offrire consocenze utili 1.2 La ricerca educativa come scienza Dewey 1929 Scienza dell’educazione o pedagogia come scienza che raccoglie i contributi di: Psicologia dell’educazione Sociologia dell’educazione Pedagogia sperimentale De Bartolomeis 1953 Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

15 Scienza o scienze dell’educazione
Mialaret 1976 L’educazione è oggetto di conoscenza scientifica ed è studiata da una molteplicità di scienze: Scienze che studiano le condizioni generali e locali dell’istituzione scolastica Scienze che studiano il rapporto pedagogico e lo specifico atto educativo Scienze della riflessione e dell’evoluzione Storia dell’educazione Sociologia scolastica Demografia scolastica Economia dell’educazione Educazione comparata Scienze che studiano le condizioni immediate dell’atto educativo: Fisiologia dell’educazione Psicologia dell’educazione Psicosociologia dei gruppi Scienze della comunicazione Filosofia dell’educazione Pianificazione dell’educazione e teoria dei modelli Scienze della didattica e delle discipline Scienze dei metodi e delle tecniche Scienze della valutazione 1.2 La ricerca educativa come scienza Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

16 Visalberghi: L’enciclopedia delle scienze dell’educazione EDUCATORE
Metodologia della ricerca in educazione e formazione Visalberghi: L’enciclopedia delle scienze dell’educazione Conoscenza dell’allievo Rousseau Conoscenza della materia 1.2 La ricerca educativa come scienza EDUCATORE Conoscenza dei Metodi Pestalozzi Conoscenza della società Dewey Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

17 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Visalberghi propone uno schema circolare per visualizzare le scienze dell’educazione che chiama enciclopedia richiamandosi al significato etimologico del termine “cultura” in circolo. Tuttavia pur accettando il necessario processo di distinzione delle discipline il discorso sulle scienze dell’educazione ci chiede uno sforzo che vada nella direzione dell’unità della scienza. 1.2 La ricerca educativa come scienza Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

18 Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem
Metodologia della ricerca in educazione e formazione Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem La frammentazione e lo specialismo della scienza implica che queste di fronte ai problemi le diverse discipline si limitino a rinviarsi i problemi dall’’una all’altra “Assistiamo oggi a una diffusa sfiducia verso la scienza, o addirittura verso ogni approccio razionale ai problemi. Sono messe in causa non solo le applicazioni tecniche della ricerca scientifica, ma la stessa oggettività di tale conoscenza e soprattutto il suo valore umano e sociale” (Visalberghi, 1978, p. 10) 1.2 La ricerca educativa come scienza L’esito di questo agnosticismo della scienza comporta che la gente provi nei suoi confronti una progressiva sfiducia e che si generi un terreno propenso ad accettare soluzioni irrazionali Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

19 L’unità della scienza come problema sociale
Metodologia della ricerca in educazione e formazione L’unità della scienza come problema sociale L’unità delle conoscenze raggiunte dalle scienze è un obiettivo ambizioso e difficile da conseguire se non impossibile. Enciclopedisti Positivisti Neopositivisti Scienza come corpo di conoscenze 1.2 La ricerca educativa come scienza E’ più urgente formare i ricercatori ed i giovani ad un atteggiamento scientifico e critico e alla capacità di cooperare senza pregiudizi alla costruzione della conoscenza Scienza come metodo Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

20 Natura empirico sperimentale
Che cosa intendiamo per scienza? Metodologia Un corpo di conoscenze basato su esperienze replicabili che autorizzano a fare sensate generalizzazioni e perciò previsioni. Impianto logico Un insieme ordinato e coerente di concetti ben definiti e connessi in proposizioni fondamentali da cui altre sono deducibili secondo regole ben definite. Natura empirico sperimentale 1.2 La ricerca educativa come scienza Natura ipotetico deduttiva Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

21 La scienza non risponde a domande, ma verifica ipotesi di risposte.
Metodologia della ricerca in educazione e formazione VERIFICARE LE SOLUZIONI POSSIBILI Bailey nel suo Manuale sui metodi della ricerca sociale dice che questa ha il compito “della raccolta dei dati che possono aiutarci a rispondere a domande concernenti i diversi aspetti della società, così da permetterci di comprenderla”(1982, p.21) La scienza non risponde a domande, ma verifica ipotesi di risposte. 1.3 Verificare le soluzioni possibili La percezione stessa di una situazione problematica comporta che se ne immagini una diversa, a cui si aspira, e che sarà il fine dei nostri sforzi. La possibilità di raggiungere questo fine attraverso uno specifico percorso è la nostra ipotesi Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

22 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
LA MANCANZA DI METODO CI IMPEDISCE DI TRARRE PROFITTO DALL’’ESPERIENZA Letture consigliate: Il Libro dell’Ecclesiaste o Qoelet Primo Levi Se questo è un uomo H. Camara, Il deserto è profondo Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene La storia ci consente di verificare che l’accumulazione del sapere nell’ambito delle scienze sociali non ha dato luogo finora ad un progresso lineare. 1.4 La mancanza di metodo… Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

23 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Spesso disponiamo delle informazioni che ci sarebbero utili a prendere la decisione migliore ma non le utilizziamo Automatismi Si risponde al problema senza pensare Scarsa affezione al fine, vagheggiato, ma non desiderato Pigrizia A livello sociale e individuale si innesta una sorta di rimozione dell’esperienza pregressa. Mancanza di memoria Conformismo Utilizzazione della soluzione di moda 1.4 La mancanza di metodo… Ogni esperienza è unica quindi dato che la mia è ancora più unica è inutile ascoltare gli altri Malafede In realtà non perseguo il fine dichiarato e dunque non ho bisogno di sapere come si può raggiungere (Moratti, USA, Legge sul conflitto di interessi, ecc.) Conflitto con chi dispone dell’esperienza Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

24 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
LE SCELTE SI FANNO CONSIDERANDO LE PROBABILITA’ DI SUCCESSO In genere i proverbi esprimono in modo prescrittivo l’esperienza del passato “Chi trova un amico trova un tesoro” “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” Anche la saggezza popolare da consigli in modo più cauto: “Rosso di sera buon tempo si spera” Noi sappiamo che la certezza assoluta non esiste nella conoscenza scientifica Ci sono gatte che a forza di andare al lardo sono andate a Montecitorio e molte sono morte con tutte le zampe e ad alcune hanno anche intitolato strade. 1.5 Le scelte si fanno considerando… Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

25 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Anche se non possiamo avere certezze possiamo ragionare su probabilità Non è certo che saltando dalla finestra del quarto piano si muoia, né è certo che ci si faccia molto male. Esistono casi in cui questo non è avvenuto. Tuttavia se la scelta è quella tra mangiare la minestra e saltare dalla finestra… Mangiamo tutti la minestra. Infatti anche se non è certo morire o farsi molto male è molto probabile, tanto da decidere di evitarlo. 1.5 Le scelte si fanno considerando… Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

26 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Anche se non possiamo avere certezze possiamo ragionare su probabilità La nozione di probabilità appartiene al nostro senso comune. Quando dobbiamo scegliere tra alternative, in mancanza di certezze, tendiamo a scegliere l’alternativa che ha maggiori possibilità di avere successo. Se la scelta riguarda l’agire in modo tale da provocare un determinato evento ciò che stimiamo nel nostro ragionamento è la probabilità che questo evento si verifichi rispetto alla probabilità che questo evento non si verifichi. Nell’agire comune utilizziamo l’esperienza pregressa per la stima della probabilità. La teoria della probabilità e delle decisioni statistiche studia in modo formale questi problemi e richiede per chi intende approfondirne la conoscenza competenze in calcoli complessi. In questa sede ci limiteremo ad accennare ad alcuni aspetti di questa teoria che risultano importanti per la valutazione dei risultati delle nostre ricerche. 1.5 Le scelte si fanno considerando… Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

27 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Anche se non possiamo avere certezze possiamo ragionare su probabilità La probabilità che un evento si verifichi è espressa in modo formale dal rapporto tra il numero di casi favorevoli al suo verificarsi e il numero di casi possibili. Se la probabilità che voglio stimare è data dal rapporto tra i casi favorevoli all’accadere delle evento (detta successo) ed i i casi sfavorevoli al suo presentarsi possiamo definire la probabilità come un rapporto: p (E) = f/n . Dove p(E) è la probabilità che E si verifichi, f sono i casi favorevoli ed n i casi possibili. Conseguentemente se definiamo q la probabilità che E non si verifichi possiamo facilmente ricavare che q=1-f. La probabilità di verificarsi di un evento è dunque un rapporto ed il suo valore è compreso tra 0 ed 1, dove 1 sta per la certezza del verificarsi di un evento e 0 per la certezza del suo non verificarsi. Quando in una previsione o in una scommessa stimiamo la possibilità che un evento si verifichi, diciamo ad esempio che le possibilità che la Roma vinca una partita sono 2 a 1, nel linguaggio comune usiamo inconsapevolmente le espressioni formalizzata del pronostico 1 su 5 f/n o 1 contro 5 che vinca l’altra squadra f/q. 1.5 Le scelte si fanno considerando… Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

28 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
Anche se non possiamo avere certezze possiamo ragionare su probabilità Finora abbiamo spesso richiamato il senso comune, sono tuttavia molti i rischi nell’uso ingenuo del senso comune quando si parla di probabilità. Ne accenniamo due come esempi. Una prima cattiva interpretazione è legata all’idea che se lanciando una monetina questa cadrà sulla testa per dieci volte consecutive all’undicesimo lancio saranno altissime le probabilità che questa possa ricadere sulla croce. Questa aspettativa porta i giocatori del lotto a rovinarsi continuando a giocare su un numero che non esce da molte settimane. In realtà, ogni lancio e ogni estrazione è un fatto a sé e ogni volta la probabilità associata rimane la stessa. La seconda cattiva interpretazione è data dal confondere i concetti di misura e di stima. La probabilità può essere stimata e non misurata e nel concetto di stima risiede la considerazione di una qualche incertezza del risultato. In eventi come il lancio o l’estrazione, il caso precedente non ha alcuna influenza sul successivo. Il calcolo della probabilità muove dalla formalizzazione teorica del concetto di probabilità e si sviluppa sulla base del confronto tra probabilità teorica e risultati ottenuti. 1.5 Le scelte si fanno considerando… Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

29 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
RICERCA PURA E RICERCA APPLICATA La ricerca che si occupa di problemi educativi è prevalentemente ricerca applicata. La ricerca pura si muove sul piano della elaborazione e della verifica critica di teorie di cui allo stato dell’arte non è possibile una verifica empirica 1.6 Ricerca pura e ricerca applicata Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

30 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
RICERCA PURA E RICERCA APPLICATA 1. Le conoscenze e le idee sono prodotte dal lavoro e sono il risultato di un metodo che è stato seguito in modo intelligente dagli uomini che hanno interagito con l’ambiente. 2. La scienza in senso tecnico è una elaborazione formalizzata di operazioni quotidiane 3. Il senso comune comprende sia atteggiamenti scientifici sia atteggiamenti non scientifici 1.6 Ricerca pura e ricerca applicata Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

31 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
CERCHIAMO DI DEFINIRE L’AREA DI INDAGINE Il primo passo è la definizione e la delimitazione dei fenomeni che costituiscono oggetto di studio della ricerca educativa “Molti dei problemi che affliggono l’esperienza di tutti potranno essere risolti solo da uno sviluppo più deciso della ricerca sui processi formativi e sulle istituzioni in cui si svolgono”(R. Massa 1990, p. 11), tuttavia la stessa descrizione dei fenomeni formativi è assai poco sviluppata tanto che non disponiamo in alcuni casi neanche delle statistiche più elementari quali quelle relative ai processi scolastici o alla spesa formativa. 1.7 L’area di indagine Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

32 CHE COSA INTENDIAMO PER EDUCAZIONE
Per educazione intendiamo: i processi di trasmissione di conoscenze, atteggiamenti, comportamenti che vengono messi in atto in modo intenzionale più o meno formalizzato, ma che comunque comporta una progettualità da parte di chi insegna ed una qualche consapevolezza di chi apprende di partecipare ad una situazione educativa, e che hanno come obiettivo un cambiamento del discente coerente con quanto progettato. 1.7 L’area di indagine Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

33 CARATTERISTICHE DEL CAMPO DI INDAGINE
VARIABILI DI SFONDO Variabili di processo Variabili di prodotto Contesto Prerequisiti materiali Prerequisiti soggetti Prerequisiti didattici CARATT. SOCIETARIE Storia Cultura Organizzazione Risorse RISORSE DESTINATE DIRIGENZA STRUTTURE Spazi Atterzzature Laboratori Biblioteche CONTENUTI PERCEZIONE DELL’ISTITUZIONE FORMATIVA DISCENTI CAMBIAMENTI FISICI CONOSCENZE COMPORTAMENTI ATTEGGIAMENTI CARATT. COMUNITA’ Famiglia Luogo di lavoro Lingua aspettative CURRICULUM FORMATORI PROCESSI DI APPRENDIMENTO/INSEGNAMENTO ORGANIZZAZIONE Obiettivi Gestione delle risorse Contratti MODALITA’ DIDATTICHE CARATT. ISTITUZ. FORMATIVA Normativa Tradizioni PARI OPPORTUNITA’ DI APPRENDERE TEMPO DISPONIBILE ORGANIZZAZIONE DEL GRUPPO 1.8 Caratteristiche del campo di indagine Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

34 LA RINUNCIA ALLA RAGION CRITICA
E’ comunque facilmente osservabile il fatto che il progresso della conoscenza e l’uso della ragione per la soluzione dei problemi sia costantemente ostacolato dalla tendenza altrettanto “naturale” al ricorso a forme di pensiero irrazionale. 1.9 La rinuncia alla ragion critica Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

35 tribù mercato spelonca teatro
LA RINUNCIA ALLA RAGION CRITICA: Gli idola di Bacone tribù Metodi erronei radicati nella natura umana in generale mercato Credenze che hanno origine nelle relazioni sociali e nel linguaggio 1.9 La rinuncia alla ragion critica spelonca Credenze che sono di un individuo particolare teatro Credenze tipiche del modo di pensare di un’epoca Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

36 LA RINUNCIA ALLA RAGION CRITICA: le tendenze all’errore
I meridionali sono tutti Uso improprio scienza Lo ha detto la maestra Cuore e cervello 1.9 La rinuncia alla ragion critica Si è sempre fatto così Lo dicono tutti Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

37 Scelta del problema e definizione delle ipotesi
Il metodo e le fasi della ricerca La ricerca educativa può essere definita come la ricerca sistematica di soluzioni ai problemi posti dai processi educativi. Riassumiamo le fasi di un processo di ricerca nello schema seguente Scelta del problema e definizione delle ipotesi Interpretazione e comunicazione dei risultati Formulazione del disegno della ricerca 1.10 Il metodo e le fasi della ricerca Raccolta dei dati Scelta degli strumenti Codifica e analisi dei dati Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

38 La ripetibilità della ricerca
1.10 Il metodo e le fasi della ricerca Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

39 Il progresso scientifico e la serendipità
1.10 Il metodo e le fasi della ricerca Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

40 «Per prima cosa bisogna cominciare a mettersi d’accordo
LE PAROLE DELLA RICERCA COME STRUMENTI DI LAVORO «Per prima cosa bisogna cominciare a mettersi d’accordo Molti dicono di sì e tuttavia non esiste accordo A molti non è chiesto nulla E molti sono d'accordo nell'errore Per ciò per prima cosa bisogna cominciare col mettersi d'accordo» da Il consenziente e il dissenziente di Bertold Brecht 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

41 Lo sforzo della scienza è di costruire consenso intorno ai concetti e
alle proposizioni che legano assieme i concetti. giovane studia vecchio Non studia maschio 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro femmina Studente lavoratore disoccupato Part-time Full-time Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

42 specifica in relazione al contesto
I concetti Linguaggio naturale: i termini sono polisemici ed il loro significato si specifica in relazione al contesto Linguaggio tecnico: i termini hanno un significato ben definito e convenzionalmente accettato da tutti i membri della comunità scientifica “La scienza adopera con piena efficienza le proprie denominazioni tecniche, che servono a caratterizzare come provvisoriamente accettabili certe regioni del campo dell’indagine scientifica, permettendo così di prendere più attentamente in considerazione altre regioni che rimangono problematiche. Codesta efficienza si basa sulla possibilità che il ricercatore ha di mantenere stabili tali denominazioni – di sapere cioè quel che con esse propriamente designa – sia attraverso i successivi stadi del suo procedimento di indagine sia nel dialogo con i suoi colleghi” Dewey, 1949, p.58 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

43 DESCRITTIVE ESPLICATIVE PREDITTIVE Le proposizioni
La nostra conoscenza procede con il collegare i concetti in proposizioni DESCRITTIVE ESPLICATIVE 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro PREDITTIVE Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

44 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
LA COSTRUZIONE DI LEGGI Per avere una legge non è necessario che la relazione tra le variabili sia perfetta. Se ad esempio la motivazione non sempre porta a buoni risultati nello studio, tuttavia questi due fenomeni sono associati in un numero tale di eventi in numero tale da ritenerli probabili e dunque da giustificare il fatto di chiamare legge questa associazione. Ogni associazione regolare è una legge, le leggi dunque non riguardano solo le relazioni di causa effetto. Possiamo definire la legge come un’asserzione secondo la quale certi eventi sono regolarmente associati 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

45 Metodologia della ricerca in educazione e formazione
La formulazione di teorie Teoria in senso lato. Un’asserzione o una serie di asserzioni riguardanti le relazioni tra variabili “Una proposizione o una serie di proposizioni interrelate che mirano a spiegare un determinato fenomeno sociale” 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro 2. Teoria in senso stretto. Un’asserzione o una serie di asserzioni sulle relazioni tra variabili che includa almeno un concetto non direttamente osservabile, ma necessario a spiegare le relazioni tra variabili Le teorie svolgono le seguenti funzioni: Organizzazione delle conoscenze e spiegazione delle leggi Previsione di nuove leggi Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

46 Leggi e teorie 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro
Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

47 Le variabili Bailey definisce la variabile come "un concetto, spesso ma non sempre misurabile quantitativamente, che contiene due o più valori e categorie che possono variare nel tempo o in un determinato campione (ad es. l'età) in contrapposizione con una costante il cui valore resta fisso e invariabile“. 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

48 Le piante si nutrono di acqua
Pedagogia sperimentale Un primo momento della costruzione del disegno sperimentale è costituito dal passaggio da affermazioni generali sul fenomeno in esame ad affermazioni di tipo operativo. In altri termini per studiare sperimentalmente un fenomeno dobbiamo eliminare una parte della sua complessità e considerarne una o più variabili. La identificazione delle variabili richiede un forte collegamento con le teorie che sono sottese alla ricerca. Le teorie sono costrutti ipotetici, le variabili sono il riferimento reale di questi concetti. Le piante si nutrono di acqua Le opuntie sono piante 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Innaffiamo le opuntie Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

49 La motivazione degli studenti
Pedagogia sperimentale Ad esempio supponiamo che la nostra teoria affermi che una migliore accoglienza nella scuola aumenti la motivazione allo studio. E' necessario ora tradurre concetti teorici come "accoglienza" e misurata con una apposita scala. L'accoglienza può essere rilevata "motivazione" in variabili osservabili. La motivazione può essere dall'attuazione di procedure definite. Le variabili così identificate costituiranno i termini del nostro esperimento. L’accoglienza migliora 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro La motivazione degli studenti Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

50 Questa fase consente spiegazioni ma non previsioni
Pedagogia sperimentale In generale la variabile dipendente è la variabile che vogliamo spiegare e la variabile indipendente è la spiegazione ipotizzata. In una relazione asimmetrica la variabile capace di indurre un mutamento nell'altra è chiamata variabile indipendente. La variabile il cui valore dipende dall'altra, ma che non può a sua volta influenzarla è denominata variabile dipendente. Nella fase esplorative di una ricerca ci si limita ad identificare tutte le variabili che sono correlate o in reciproca relazione simmetrica. In una relazione causale la causa è la variabile indipendente e l'effetto è la variabile dipendente. Questa fase consente spiegazioni ma non previsioni Nella ricerca pedagogica non è raro trovare situazioni in cui le variabili si influenzano reciprocamente senza che sia possibile distinguere una precedenza. Formulazione del disegno della ricerca . Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

51 Variabili quantitative e qualitative
Pedagogia sperimentale Variabili quantitative e qualitative Si tratta di una distinzione che mentre è facile in teoria presenta difficoltà nell'applicazione a casi particolari. Le variabili quantitative variano in grandezza, mentre quelle qualitative variano in genere. Formulazione del disegno della ricerca Sono esempi di variabili quantitative la velocità di esecuzione di una prova, il peso, il numero di libri di una biblioteca. Sono esempi di variabili qualitative il girare a destra o a sinistra in un labirinto, l'appartenenza ad una confessione religiosa, . Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

52 Variabili continue e discrete
Pedagogia sperimentale Variabili continue e discrete Esempi di variabili continue sono l'età, il numero di anni di scolarità, il punteggio in una prova standardizzata. Qualsiasi misurazione che contenga decimali è continua. In una scala continua il numero degli intervalli possibili è infinito. Una variabile è discreta quando non contiene frazioni. Pensiamo ad esempio al numero di componenti di una famiglia. I dati qualitativi sono sempre discreti. Mentre i dati quantitativi possono essere continui o discreti Formulazione del disegno della ricerca Variabili fisiche e non fisiche Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

53 Il verso della relazione
Pedagogia sperimentale Le relazioni tra variabili. Un’ipotesi afferma la relazione tra due o più variabili. Nel caso di relazioni bivariate distinguiamo Il verso della relazione Relazione positiva: ad una crescita della variabile x corrisponde la crescita della variabile y; Relazione negativa: ad una crescita della variabile x corrisponde una diminuzione della variabile y. L’intensità della relazione In genere è espressa in termini di correlazione ed è importante quando si vuole utilizzare la relazione per fini predittivi. La simmetria o asimmetria di una relazione Una relazione è simmetrica quando al mutare di una variabile muta anche l’altra e viceversa. Per asimmetrica intendiamo invece una relazione in cui ad un mutamento in x corrisponde un mutamento in y e non viceversa. Ad esempio la relazione tra fumo e cancro non è simmetrica perché mentre ad un aumento del fumo corrisponde un aumento del cancro, l’aumento del cancro non comporta un aumento del fumo. . Formulazione del disegno della ricerca Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

54 Misura e scale di misura
1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

55 LE SCALE DI MISURA NOMINALI ORDINALI DI RAPPORTI A INTERVALLI
Pedagogia sperimentale LE SCALE DI MISURA Quando misuriamo in pratica attribuiamo dei valori numerici a oggetti o ad eventi secondo regole che permettono di rappresentare caratteri degli oggetti o eventi n questione con proprietà del sistema numerico. In teoria alle variabili di tipo qualitativo possiamo assegnare solo nomi e non numeri, tuttavia nella pratica è comune etichettare variabili qualitative con numeri. E' necessario ricordare però che in questi casi i numeri non hanno le proprietà del sistema numerico. Una distinzione comunemente adottata è quella che divide le scale di misura in quattro categorie. NOMINALI ORDINALI 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro DI RAPPORTI A INTERVALLI Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

56 Che cosa vuol dire misurare
Pedagogia sperimentale Che cosa vuol dire misurare La misurazione ha l’obiettivo di consentire una stima sulla base di un sistema di riferimento condiviso delle informazioni sulle quali si intende operare o che debbono essere considerate ai fini di formulare un giudizio. Definiamo misura diretta quella operazione che si effettua confrontando la grandezza da misurare con un’altra grandezza ad essa omogenea, presa come campione. Carmines e Zeller (1979) ritengono più appropriato definire la misurazione come un processo nel quale vengono collegati concetti astratti ad indicatori empirici, cioè un processo che comporta un esplicito e organizzato piano per classificare e/o per quantificare. 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

57 Pedagogia sperimentale
LE SCALE NOMINALI La prima operazione di ogni scienza è costituita dalla classificazione. Si tratta di raggruppare diversi elementi a partire da qualche loro caratteristica decidendo quali tra questi elementi sono simili e quali sono diversi. Il tipo di misura più elementare è dunque quello basato su scale nominali. Gli elementi che sono oggetto della misurazione possono essere solo raggruppati in categorie, di cui si può dire solo che sono diverse tra loro e a cui possiamo associare numeri che hanno puramente valore simbolico. 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Quando una classificazione è appropriata in genere le classi sono omogenee anche rispetto ad altre caratteristiche non prese in considerazione originariamente. Commento: “se la classe viene stabilita in modo che l’appartenenza o non appartenenza ad essa risulti da una descrizione minuziosa e accurata, anche una semplice operazione di classificazione permette di discriminare in modo sensibile Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

58 simmetria: qualsiasi relazione esista tra A e B c'è anche tra B ed A
Pedagogia sperimentale LE SCALE NOMINALI Proprietà formali: L’unica operazione possibile è quella di equivalenza che gode delle seguenti proprietà simmetria: qualsiasi relazione esista tra A e B c'è anche tra B ed A transitività: se A=B e B=C allora anche C=A Operazioni ammissibili: trasformazioni Strumenti statistici:Frequenze e moda per la descrizione Test Chi quadro e binomiale per l’inferenza Coefficiente di contingenza per l’associazione Esempi: Tipiche scale nominali sono quelle per classificare: Sesso, stato civile, causa di morte, risposte dicotomiche (del tipo sì/no, presente/assente, ecc. Questi esempi mostrano il valore puramente simbolico dei numeri che si associano a queste misure:la classificazione di una risposta sì/no può essere 1=sì 2=no o 2=sì 1=no o 0=sì 1=no, ecc. 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

59 Pedagogia sperimentale
LE SCALE ORDINALI Quando gli elementi che stiamo misurando sono raggruppabili in categorie tra cui è possibile stabilire una relazione di ordinamento parliamo di scale ordinali. E' possibile, infatti, ordinare delle variabili in relazione al fatto che possiedano in certa misura una caratteristica, senza tuttavia poter definire con precisione quanta ne possiedano. La scala è dunque una graduatoria che però non definisce quanto un elemento dista dall'altro. La relazione viene indicata con l’espressione “maggiore di” e con la notazione ‘>’ . Questa scala consente di ordinare le nostre osservazioni e di attribuire numeri d’ordine corrispondenti alla posizione occupata. Il posto che un caso occupa in una graduatoria ordinale viene definito rango. In una scala ordinale più casi possono occupare la stessa posizione in graduatoria. 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

60 Operazioni ammissibili:
Pedagogia sperimentale LE SCALE ORDINALI Esempi: sono scale ordinali quelle che classificano: classe sociale, giudizi qualitativi graduati (insufficiente, sufficiente, discreto, buono, ottimo o mai qualche volta, spesso) i rapporti gerarchici in una organizzazione (ricercatore, associato, ordinario). Operazioni ammissibili: Trasformazioni che lasciano inalterato l’ordine (trasformazioni monotone”). Strumenti statistici Mediana e percentili per la descrizione Test per ranghi per l’inferenza Correlazioni per ranghi per l’associazione 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Proprietà formali: La relazione di ordinamento da luogo alla sola proprietà di transitività: se A=B e B=C allora anche C=A; se A>B e B>C allora A>C Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

61 Pedagogia sperimentale
LE SCALE A INTERVALLI Quando una scala ha tutte le caratteristiche di una scala ordinale ed è inoltre possibile stabilire la distanza tra ciascuna coppia di elementi si parla di scala a intervalli. Questo richiede che venga definita una unità di misura come riferimento comune con cui esprimere gli intervalli e che questa misura sia replicabile, cioè ripetibile ottenendo lo stesso risultato. L’unità di misura e lo zero di tale scala sono arbitrari. Esempi: le scale usate per la misura della temperatura Celsius e Fahrenheit. Queste scale sono legate dalla relazione lineare F=9/5C+32. Caratteristica fondamentale è che il rapporto tra intervalli non dipende dalla scala. Es: C F in C abbiamo (30-10)/10-0=2 in F abbiamo (86-50)/50-32=2 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE Pietro Lucisano

62 Operazioni possibili:
Pedagogia sperimentale LE SCALE A INTERVALLI Proprietà formali: le scale a intervalli sono tali per cui le differenze tra gli elementi della scala debbono formare un insieme “isomorfo” cioè con le stesse caratteristiche rispetto all’aritmetica. Operazioni possibili: Tutte quelle trasformazioni che non alterano la struttura intervallare ad esempio le trasformazioni lineari. Strumenti statistici Tutti i metodi parametrici 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

63 Esempio: l'età o il peso: non si può essere più giovane di zero.
Pedagogia sperimentale LE SCALE DI RAPPORTI Le scale di rapporti oltre alle caratteristiche delle scale ad intervalli hanno un punto zero assoluto, cioè fisso, non arbitrario. Esempio: l'età o il peso: non si può essere più giovane di zero. Proprietà: Operazioni possibili: Addizione e sottrazione, moltiplicazione e divisione Un modo di accertare se stiamo utilizzando una scala di rapporti è dunque provare a pensare se possiamo usare lo zero. Di norma queste scale non hanno numeri negativi. Prendiamo ad esempio l'età o il peso: non si può essere più giovane di zero. 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

64 Misurare è una operazione difficile
Pedagogia sperimentale Misurare è una operazione difficile Cento misure e un taglio solo Solo la ripetizione della misura ci consente di ridurre al minimo l’errore 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro Il valore “vero” di una grandezza: la media delle misure prese su questa quando il loro numero cresce indefinitamente Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

65 precisione sensibilità giustezza
Pedagogia sperimentale Caratteristiche di uno strumento di misura Capacità di produrre la stessa risposta allo stesso stimolo precisione 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro sensibilità Capacità di rilevare variazioni sempre più piccole giustezza Assenza di errori sistematici Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE

66 Caratteristiche di uno strumento di misura
Pedagogia sperimentale Caratteristiche di uno strumento di misura Le principali caratteristiche di uno strumento di misura sono: La PRECISIONE, cioè la capacità dello strumento di riprodurre sempre la stessa risposta quando riceve lo stesso stimolo La SENSIBILITA’, cioè il rapporto tra variazione della sollecitazione e variazione della risposta. La risposta di uno strumento si esprime di norma in termini di intervalli di una scala. La misura della sensibilità è espressa in divisioni della scala / unità di misura della sollecitazione. La GIUSTEZZA, cioè l’assenza di errori sistematici. Questa caratteristica implica la bontà della taratura dello strumento. Esiste una relazione particolare tra precisione e giustezza: uno strumento può essere preciso senza essere giusto, ma non viceversa.

67 dello strumento del metodo del processo casuale Gli errori di misura
Pedagogia sperimentale Gli errori di misura dello strumento del metodo 1.1 Le parole della ricerca come strumento di lavoro del processo casuale Corso di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione HOME AVANTI INDIETRO PRECEDENTE


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