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I DOMENICANI A GARESSIO
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I domenicani in Piemonte (XIII-XV secolo)
Asti 1225 circa Torino Chieri Vercelli Alessandria Savigliano Mondovì Novara Alba Casale Ivrea Rivoli Trino Vercellese Cherasco Revello
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FONDAZIONE DI UN CONVENTO DOMENICANO
Progetto di una nuova fondazione Invio di un predicatore Insediamento di due o tre frati nel luogo presso privati Approvazione ufficiale della nuova fondazione
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LA PREDICAZIONE MENDICANTE
USO DEL VOLGARE PREDICHE SECONDO IL CALENDARIO LITURGICO USO DI EXEMPLA DA LEGGENDE AGIOGRAFICHE
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RIFORMA DELL’OSSERVANZA DOMENICANA
RITORNO ALLA DISCIPLINA E POVERTA’ ORIGINARIE PROMOSSA DIRETTAMENTE DALLE AUTORITA’ CENTRALI DELL’ORDINE DIVENTA PROGRESSIVAMENTE UNA SCELTA QUASI OBBLIGATA
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CONVENTI NON RIFORMATI (Italia nord-occidentale)
Provincia Lombardiae Superioris Provincia Lombardiae Inferioris 1532 Vicaria di San Pietro Martire Vicaria di San Domenico Provincia Sancti Dominici Venetiarum 1632 Congregatio Beati Jacobi Salomonii
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1393 →Giovanni Dominici fonda a Venezia la Congregatio Reformata Lombardiae
1459 →tutti conventi riformati dell’Italia del Nord vengono riuniti nella Congregatio Reformata Lombardiae 1532 → tutti i conventi osservanti vengono riuniti nella nuova Provincia Utriusque Lombardiae Giovanni Dominici, vescovo di Ragusa (1356 circa-1419)
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GERARCHIA TERRITORIALE DI UN INSEDIAMENTO DOMENICANO
TERMINUS PRAEDICATIO PROVINCIA
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Garessio: Convento di San Vincenzo Ferreri
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VICENT FERRER (1350-1419, CANONIZZATO NEL 1455)
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ARCHIVIO DEL CONVENTO INVENTARIATO FRA IL 1765 E IL 1790 PORTATO ALL’INIZIO DELL’OTTOCENTO NELL’ARCHIVIO DIOCESANO DI MONDOVI’ VERSATO DALL’INTENDENZA DI CUNEO ALL’ARCHIVIO DI STATO DI TORINO NEL 1878 21 MAZZI ALL’ARCHIVIO DI STATO DI TORINO, DUE MAZZI ALL’ARCHIVIO DIOCESANO DI MONDOVI’
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FONDAZIONE DEL CONVENTO
Novembre 1480 → Bonifacio e i figli Giovanni Guglielmo e Galeotto, marchesi di Ceva e signori di Garessio, donano al Comune un oratorio intitolato a S. Bernardino con due cappelle, nel sito Degli Orti, per insediarvi i frati predicatori Gennaio 1487: Innocenzo VIII concede facoltà di fondare un convento domenicano Novembre 1488: fondazione del convento di S. Vincenzo Ferreri
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CONTRASTI FRA RAMI DELLA PARENTELA DEI MARCHESI DI CEVA?
Subito dopo la donazione, il parroco di S. Maria del Borgo annette alla pieve l’oratorio con le due cappelle 1488, accordo col parroco → i frati dovranno pagargli ogni anno 2 torce di 3 libbre ciascuno e metà dei proventi delle sepolture; alla sua morte, celebrare una messa quotidiana perpetua 1528: l’accordo risulta ancora in vigore nonostante la morte del parroco CONTRASTI FRA RAMI DELLA PARENTELA DEI MARCHESI DI CEVA?
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LITI SECOLARI CON LA PARROCCHIA DEL BORGO
Funerali e sepolture → nel 1578 viene rubato dalla parrocchia il cadavere di Giovanna Garello, sepolta nel cimitero del convento Acqua di irrigazione → i frati utilizzano l’acqua della fontana del Breboglio, di proprietà della parrocchia e che passa sotto il giardino del convento Processioni → la processione parrocchiale dell’8 settembre pretende di passare dal convento: lite iniziata nel 1508 e ancora in corso davanti al vescovo nel 1711
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RIFORMA DEL CONVENTO Giugno 1514 → su richiesta del Comune, il delegato papale visita il convento e conferma la necessità della riforma Leone X decreta la riforma del convento Settembre 1517→ passaggio del convento alla Congregatio Reformata Lombardiae e ingresso dei frati osservanti
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LA CHIESA CONVENTUALE
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Chiesa primitiva intitolata a S. Vincenzo, non terminata
1648 → iniziano alcuni lavori di ristrutturazione dell’antica chiesa, grazie al lascito dell’inquisitore Paolo Fasiani 16 luglio 1729 →consacrazione della nuova chiesa 1862 → il Comune di Garessio acquista la chiesa dei domenicani e la affida alla parrocchia di S. Maria del Borgo →costruzione dell’attuale chiesa di S. Maria Assunta
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CHIESA SETTECENTESCA…ALCUNE CURIOSITA’
I capomastri che sovrintendono ai lavori appartengono tutti a una famiglia di Loano L’altare maggiore viene costruito nel 1713 da un marmista e scultore genovese, Francesco Mario Schiaffino I lavori vengono deliberati nel 1712 e terminano nel 1760 Per la chiesa vengono utilizzati anche materiali provenienti dai ruderi del castello distrutto intorno al 1635, descritti dai frati come…
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«avanzi di quattro muraglie e del palazzo antico de’ suoi signori antecessori, tutte demolite, rovinate e diroccate» (supplica indirizzata al marchese di Ceva nel 1729)
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PRESENZA TERRITORIALE DEL CONVENTO (seconda metà XVIII secolo)
Cassine: Basino o Bassino (dal 1488) Biavasca, fini di Cherasco (dal 1548) Bricho, fini di Cherasco (dal 1688) Bussia, fini di Monforte (dal 1686) Pralongo, fini di Ceva Garoncho, fini di Monchiero (dal 1684) Torricella, dal 1630 circa Veglia, dal 1560 circa La cassina di Meane, fini di Cherasco, acquistata nel 1686, era stata venduta nel 1707
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Altre proprietà 2 case a Torino, quartiere Borgo Po, lasciate dal novizio Agostino Cler nel 1672 Boschi, prati, castagneti nei seguenti luoghi nei dintorni di Garessio: Tocchetto, Costa, Villari, Conigli, Arbarea, Roncomarzo, Isorella, Persietta o Bonivento, Pozzolo, Grietta, Prosaldo, Pian delle Prate, Chiosse, Pian delle Torri, Canthè, Fogliarino, Baldi, Tagliea, Orocho, S. Mauro, Pian della Broviola, Ardena, Pian della Torricella, Miserera, Borghetto, Villarchioso, Premona o Colla, S. Maurizio o Rive, Prà
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IL CONVENTO NEL 1650 16 frati Chiesa a 2 navate, 14 cappelle, campanile non finito 1 chiostro a 4 ali, una di 60 passi e tre di 25 passi 7 stanze di servizio o officine 1 cucina 1 pozzo e 1 fontana con lavatoio 1 legnaia 1 infermeria o ospizio 2 cantine
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1 refettorio 1 cortile o aia in cui si batte il grano 1 orto 1 giardino con 3 meli, 2 peri, 3 alberi di prugne, 2 ciliegi, 1 roseto 2 stalle per i muli con un fienile 1 dormitorio a 3 ali con 18 celle 1 archivio 1 libreria in costruzione 1 granaio 1 stanza comune
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IL CONVENTO NEL 1760 E NEL 1802 1760 → ospita 13 frati, 2 novizi, 7 conversi, 2 servitori laici 1802 → ospita 14 frati, 1 novizio, 4 conversi, 2 servitori laici → Reddito annuo proveniente da beni stabili di franchi francesi → Redditi diversi per 838 franchi francesi annui → Debiti per lire 3.224 →
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LA VITA DI CATERINA MATTEI SCRITTA DA GABRIELE DA SAVIGLIANO FRA IL 1510 E IL 1522
Manoscritto autografo donato al convento di Garessio alla fine del XVIII secolo
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Frontespizio del messale domenicano
(inizio XVI secolo, probabilmente stampato a Venezia), con la nota della morte di Pietro Martire Morelli: «1590, die 7 octobris die dominico in mane, dum missa cantabatur, obiit p. fr. Petrus Martir de Garexio, requiescat in pace»
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PIETRO MARTIRE MORELLI
Nasce a Garessio intorno al 1500 1522→Entra come novizio nel convento di San Vincenzo 1534 →Viene trasferito nel convento di San Vincenzo Ferreri a Racconigi, fondato nel 1506 1545 → diventa direttore spirituale di Caterina Mattei e suo curatore testamentario Dal 1547 → risiede nei conventi domenicani osservanti di Genova, Mantova e Vigevano 1590 → muore a Garessio
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Le sue opere Scritto in latino fra il 1548 e il 1563
Compendium Rerum admirabilium di Caterina Mattei Scritto in latino fra il e il 1563 Prima edizione Bologna 1680, in traduzione italiana
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Dialogus cui concinne Mentis Collyrio nomen est, Genova 1555, tradotto con il titolo Collirio della mente, stampato a Genova nello stesso anno Trenta contemplazioni delle pene dell’inferno, della passione del Signore et della gloria celeste, Vercelli 1563 (attualmente introvabile) Dialogo della virtù della humiltà, Trino Vercellese 1569 Modo risoluto e breve di recitare e contemplare il Santo Rosario, Trino Vercellese 1573 Compendio della Frequenza del Santissimo Sacramento, Venezia 1578
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MARIA MARGHERITA DALFINO
Nasce a Garessio nel 1528 con il nome di Anna Intorno al 1545 fonda a Garessio una comunità di dodici ragazze, che si riuniscono ogni giovedì per meditare le Scritture e comunicarsi presso il convento di S. Vincenzo Nel 1553 entra nel monastero domenicano di S. Maria Maddalena ad Alba, lasciando una cospicua donazione i frati domenicani per assistere le sue compagne Muore ad Alba nel 1588
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Monastero della Beata Margherita di Savoia, Alba (già monastero di S
Monastero della Beata Margherita di Savoia, Alba (già monastero di S. Maria Maddalena)
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Alcune note su Maria Margherita nel manoscritto di Garessio…
→ I suoi parenti e Pietro Martire Morelli cercano di dissuaderla dall’entrare nel monastero di Alba → La comunità di Garessio le propone di promuovere la fondazione di un monastero domenicano sul luogo →Agisce come madre spirituale delle sue dodici compagne, proposte come imitazione del gruppo dei dodici Apostoli di Gesù → L’autrice del manoscritto la propone come imitatrice di Margherita di Savoia-Acaja e protettrice della città di Alba
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE!
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