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PubblicatoAdamo Lazzari Modificato 6 anni fa
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Cancro del Colon e del Retto: Percorso Integrato di Cura (PIC)
Homo tempus metirit, tempus hominem Cancro del Colon e del Retto: Percorso Integrato di Cura (PIC) nella AUSL di Viterbo Promotori: Raffaele Macarone Palmieri e Gruppo Multidisciplinare Oncologico Digestivo (GMOD)* AUSL VT Committente: Direzione Strategica AUSL VT *Il GMOD è costituito dalle seguenti UU.OO.CC.: Anatomia ed IstologiaPatologica (Vito Vincenzo Gomes), Chirurgia Oncologica (Raffaele Macarone Palmieri), Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (Roberto Faggiani), Oncologia e Rete Territoriale(Enzo Maria Ruggeri), Psicologia della Salute (Sergio Cavasino), Diagnostica per Immagini (Enrico Pofi), Radioterapia (Luciano Pompei). Di recente ingresso UU.OO.CC.: Chirurgia Generale Civita Castellana (Fabio Cesare Campanile), Chirurgia Generale Tarquinia (Antonio Pellicciotti), Chirurgia d’Urgenza (Domenico Alberti). Viterbo – 30 novembre 2017 Direttivo Provinciale FIMMG
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Osp. di Civita Castellana Osp. di Civita Castellana
Elenco Istituti per volume interventi chirurgici isolati per TM COLON Lazio, 2015 Elenco Istituti per volume interventi chirurgici isolati per TM RETTO Lazio, 2015 Pol.Univ. A. Gemelli+ Complesso Integrato Columbus (CIC) Roma 426 AO San Camillo 198 AOUU Umberto I 187 AO San Giovanni Addolorata 118 AOUU Sant’Andrea 112 PO San Filippo Neri 107 Osp. C. San Pietro Fatebenefratelli Osp. Belcolle Viterbo 103 IRCCS Regina Elena 88 Osp. Sant’Eugenio 87 Pol. Univ. Campus Biomedico Osp. Sandro Pertini 64 Osp. Santa Maria Goretti Latina 63 AOUU Tor Vergata 61 Osp. Dono Svizzero Formia 55 Osp. San Paolo Civitavecchia 49 Osp. C. Regina Apostolorum Albano Laziale 45 Pres. Casilino 40 Osp. G. B. Grassi 37 Osp. Albano Laziale 36 Osp.C. G.Vannini Osp. F. Spaziani Frosinone 35 Osp. C. Isola Tiberina FBF 34 Osp.C. Cristo Re 29 Osp. San Giovanni Evangelista Tivoli 28 Osp. L.Parodi Delfino Colleferro 26 Osp.C. San Carlo Di Nancy 23 CCA Sant’Anna Pomezia 21 Osp. San Camillo De Lellis Rieti Osp. Santa Scolastica Cassino Osp. CTO Alesini Osp. di Anzio e Nettuno Anzio 18 CCA Aurelia Hospital Osp. SS.Trinità Sora 17 CCAdel Sole Tommaso Costa 16 CCA Villa Pia 15 Osp. di Civita Castellana Civita Castellana 14 Osp. Paolo Colombo Velletri CC Pio XI 13 Osp. Santo Spirito Osp. di Tarquinia Tarquinia 12 Pol.Univ. A. Gemelli+CIC Roma 219 AOU Umberto I 71 PO S. Filippo Neri 52 AO San Camillo 49 AO San Giovanni Addolorata IRCCS Regina Elena 47 AOU Sant’Andrea 46 Pol. Univ. Campus Biomedico 40 Osp.C. San Pietro FBF 35 Osp.C. Isola Tiberina FBF 30 Osp. Sant’Eugenio 27 Osp. Belcolle Viterbo 22 AOU Tor Vergata 19 Osp. C. Regina Apostolorum Albano Laziale Osp. S.Pertini 15 Osp. F.Spaziani Frosinone 13 Osp.C. Cristo Re Osp.C. S.Carlo di Nancy 12 Osp. Santa Maria Goretti Latina 10 Osp. San Camillo De Lellis Rieti 8 Osp. di Civita Castellana Civita Castellana 2 Osp. San Paolo Civitavecchia Osp. Dono Svizzero Formia CCAdel Sole Tommaso Costa 7 CC Mater Dei C.C.A. Nuova Itor 6 Pres. Casilino Osp. Albano Laziale 4 Osp.C. G.Vannini CC Quisisana CC Pio Xi Osp. di Tarquinia Tarquinia 3 Documento a cura del Gruppo di Lavoro Regionale Tecnico di Supporto alla Direzione Regionale Salute e Politiche sociali per le attività previste nei Programmi Operativi sulla Rete Oncologica.
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Documento a cura del Gruppo di Lavoro Regionale Tecnico di
Supporto alla Direzione Regionale Salute e Politiche sociali per le attività previste nei Programmi Operativi sulla Rete Oncologica.
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PERCORSI: terminologia
Il termine percorso viene usato per definire: l’iter del paziente dal primo contatto con il mondo sanitario alla diagnosi e terapia; l’iter organizzativo che si realizza nella realtà aziendale dal momento della presa in carico del paziente. Mentre i termini diagnostico, terapeutico e assistenziale per definire: la presa in carico totale – dalla prevenzione alla riabilitazione della persona che ha un problema di salute; gli interventi multi-professionali e multi-disciplinari rivolti in diversi ambito come quello psico-fisico, sociale e delle eventuali disabilità.
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PERCORSI: perché adottarli
La complessità di un sistema come quello sanitario può creare condizioni favorenti la variabilità, i difetti di congruità, di continuità e di scarsa integrazione nella cura, tutte condizioni che facilitano la possibilità di errore. Si è abituati ad una analisi per “funzioni” che, nel mondo sanitario, corrisponde per lo più ad una analisi per struttura - U.O.- alla quale si attribuisce la responsabilità clinica ed organizzativa dello specifico momento clinico. Pertanto si deve identificare uno strumento metodologicamente standardizzato che migliori l’operatività di tutte le strutture definendo: Gli obiettivi singoli e quelli comuni. I ruoli di ciascuno. I tempi di intervento. Gli ambiti di intervento e i compiti degli operatori.
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PERCORSI: normativa la legge finanziaria 1996, art. 1 comma 28, prevede che sui tetti di spesa: “i medici… conformano le proprie autonome decisioni tecniche a PDTA cooperando in tal modo al rispetto degli obiettivi di spesa” il DL 229/99 “…il PSN 1998/2000 indica le linee guida ed i relativi PDTA allo scopo di favorire… lo sviluppo di modalità sistematiche di revisione e valutazione della pratica clinica ed assistenziale ed assicurare i LEA”
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PERCORSI: definizione
L’ambito di estensione distingue un percorso in: PDTA ospedaliero PDTA territoriale PDTA sia ospedaliero che territoriale = PIC = Percorso Integrato di Cura orientato alla continuità, all’integrazione e alla completezza della presa in carico.
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PERCORSO: fasi di creazione
Scelta del problema di salute Ricognizione dell’esistente Costruzione del percorso ideale Costruzione del percorso di riferimento Fase pilota Attuazione del percorso all’interno dell’Azienda
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Cancro del Colon-Retto - PIC Asl VT: stadiazione/terapia
SCREENING MMG REPARTO SPECIALISTA NEOPLASIA COLORETTALE Visita chirurgica P.O. Belcolle R. Macarone Palmieri LILT P.O. Civita Castellana F. C. Campanile P.O. Tarquinia A. Pellicciotti Stadiazione P.O. Belcolle GMOD : gruppo multidisciplinare oncologico digestivo CT-RT Pre-op. Indicazione chirurgica CT Pre-op. Ricovero P.O. Belcolle U.O.C. Chirurgia Oncologica Equipe chirurgica P.O. Civita Castellana P.O. Belcolle Intervento Chirurgico Equipe chirurgica P.O. Belcolle Equipe chirurgica P.O. Tarquinia P.O. Belcolle GMOD : gruppo multidisciplinare oncologico digestivo CT e FU Post-op. P.O. Belcolle P.O. Civita Castellana P.O. Tarquinia
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Gruppo Multidisciplinare Oncologico Digestivo di Belcolle
GMOD ANNO PAZIENTI VALUTATI 2013 94 2014 131 2015 269 2016 (al 30 novembre) 329
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Cancro del Colon-Retto – ERAS/Fast-Track a Belcolle dal 2012
Sempre eseguita Non sempre eseguita Non eseguita
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LA RETE DELLA CHIRURGIA ONCOLOGICA DEL COLON RETTO DELL’ASL DI VITERBO - FASE PILOTA
L’ASL di Viterbo è impegnata nella valorizzazione delle eccellenze e delle vocazioni dei singoli ospedali della rete assistenziale, con la massima attenzione per il rafforzamento del loro ruolo, e di valorizzazione della mission delle singole Unità Operative Complesse di Chirurgia Generale della Provincia. Tale strategia mira a far convergere tecnologie complesse, competenze multiprofessionali e multidisciplinari e volumi di attività elevati, attraverso la concentrazione della casistica. Gli interventi chirurgici per neoplasia sono garantiti, nella ASL di Viterbo, dalla rete delle chirurgie aziendali, che assicurano risposte con standard di qualità e sicurezza elevati ed in linea con le evidenze scientifiche disponibili. La rete costruita negli anni rispetta i seguenti requisiti: attenzione costante all‘aggiornamento della dotazione tecnologica attenzione costante alle competenze cliniche approccio multi- disciplinare esperienza maturata per la migliore gestione di una casistica complessa e significativa. Le garanzie di presa in carico, cura e assistenza sono state progettate ed implementate in maniera da assicurare ai cittadini di accedere ad esse e di beneficiarne in qualunque parte del sistema aziendale, indipendentemente dal luogo di residenza. La rete è strutturata secondo il modello assistenziale HUB and SPOKE e cioè sulla interconnessione tra l’ospedale di più elevata specializzazione (Hub Belcolle) e strutture Spoke ( P.O. Civita Castellana, P.O. Tarquinia) distribuite sul territorio Provinciale.
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In tal modo è possibile concentrare sull’ HUB le prestazioni più complesse e prevedere una distribuzione capillare sul territorio di ciò che si può garantire, sempre secondo standard di qualità e sicurezza, il più possibile vicino ai luoghi di vita dei cittadini. Gli ospedali e le strutture SPOKE svolgono inoltre la funzione di porte di ingresso nella rete nel momento in cui effettuano le diagnosi e di orientamento per gli utenti /pazienti da avviare in caso di bisogno verso il centro più adeguato al caso. Rappresentano poi sedi di cura facilmente accessibili, vicine ai luoghi di vita dei pazienti, per le fasi di trattamento e controllo dell’evoluzione della malattia. Le reti oncologiche, compresa quella chirurgica del colon retto, sono costruite in maniera da accentrare gli interventi di complessità elevata e/o che necessitano di figure professionali specialistiche esclusivamente presenti nel Polo Ospedale Belcolle, mentre le attività di livello diagnostico (I/base e II/approfondimento) e/o di follow-up (chemioterapia e accertamenti di controllo) sono decentrate il più possibile sul territorio. La diagnosi approfondita di II livello dei tumori del colon-retto, attraverso la colonscopia e l’esame istologico, è eseguita presso il Polo Ospedaliero Belcolle ed i Presidi Ospedalieri di Civita Castellana e Tarquinia, individuati secondo criteri organizzativi, territoriali e di competenza professionale. Il trattamento chirurgico successivo, una volta completata la stadiazione clinica ed il passaggio attraverso il gruppo multidisciplinare oncologico digestivo (GMOD) a Belcolle, viene effettuato presso la UOC di Chirurgia Oncologica di Viterbo. La chirurgia oncologica del colon retto per i cittadini della Provincia di Viterbo è garantita dalla rete integrata di attività chirurgiche aziendali quale sistema di offerta, che è in grado di assorbire completamente la domanda/incidenza di malattia che, negli anni , è stata mediamente di 292 casi/anno. Alcune zone della Provincia di Rieti e del nord della Provincia di Roma possono costituire ulteriori afferenze potenziali della rete oncologica della ASL VT.
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DCA 30 DEL 20/01/2017 – Regione Lazio
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CENTRO DI TRATTAMENTO (DCA 30/2017)
Il Centro di trattamento è deputato alla presa in carico di soggetti con diagnosi di carcinoma colorettale. La multidisciplinarietà è un elemento fondamentale per la gestione di tale patologia. La pianificazione del percorso diagnostico-terapeutico deve essere effettuata nell’ambito di un gruppo multidisciplinare per la formulazione di una precisa stadiazione della malattia e della strategia terapeutica, con indicazioni specifiche per la chirurgia, la terapia medica, l’eventuale radioterapia e il follow-up. …..Le principali figure professionali del Gruppo multidisciplinare sono l’oncologo, il radiologo, il patologo, l’endoscopista digestivo, il chirurgo e il radioterapista, quest’ultimo per il trattamento del tumore del retto. ….Deve essere prevista la figura di un case manager dedicato, di ausilio per la presa in carico e la programmazione degli accertamenti. Gli incontri del gruppo multidisciplinare dovranno tenersi con periodicità almeno quindicinale, con obbligo di firma e verbalizzazione delle decisioni adottate in merito al trattamento pianificato per ciascun caso. Sono disponibili nella struttura le ulteriori seguenti figure professionali (contattate in seguito ad indicazione del Gruppo): gastroenterologo, stomista, nutrizionista, psicologo.
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….La struttura, sede anche di Centro di endoscopia, è dotata di ambulatorio di oncologia. Il Centro per il trattamento della patologia rettale deve essere dotato al proprio interno di Radioterapia, mentre per la gestione unicamente del tumore del colon l’attività di radioterapia può essere svolta anche in convenzione. Il Centro deve assicurare una soglia minima di: - 60 interventi per carcinoma colonrettale/anno 25 interventi per il tumore del retto. ……Nelle Province, laddove siano presenti più presidi ospedalieri che complessivamente raggiungono le soglie previste per gli interventi chirurgici, la ASL deve procedere a centralizzare l’attività chirurgica in un’unica Unità Operativa ed in un'unica équipe chirurgica, collocata in una sola struttura rispondente ai requisiti sopra riportati. Le ASL nelle quali non siano stati individuati Centri di trattamento devono stipulare apposite convenzioni con Centri di trattamento di altre Aziende.
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